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1. L’edizione critica utilizzata

L’edizione utilizzata come base di partenza per la creazione del corpus analizzato con Sketch Engine è l’edizione Minerva nel 1974 curata da Dorli Blaga (v. sopra). Nello specifico sono stati utilizzati i primi due volumi, che contengono il I le poesie cosiddette antume (ovvero pubblicate in vita), la cui raccolta e ordinamento rispettano la volontà ultima espressa dal poeta ancora in vita, e il II le poesie postume. Questa edizione mira esplicitamente a restituire al lettore la visione complessiva – e quindi in un certo senso “sincronica”, o meglio, “atemporale” – che Blaga stesso aveva della propria opera poetica osservandola retrospettivamente nel momento dell’approssimarsi della sua conclusione, rispettando rigorosamente l’organizzazione che questi ne aveva dato negli ultimi anni, espungendo alcuni testi o mutandone l’ordine rispetto ai sommari originali delle raccolte antume ovvero introducendo modifiche o varianti rispetto ai testi originalmente pubblicati.

La curatrice ha restituito al pubblico nella sua interezza anche la seconda parte dell’attività poetica del padre, quella “sommersa” degli anni dell’interdizione, pubblicando nel II volume una serie di testi inediti selezionati e organizzati da Blaga stesso, in vista di una eventuale pubblicazione, in cicli “definitivi”, intitolati Vârsta de fier (L’eta di ferro), Corabii cu cenușa (Vascelli di cenere), Cântecul focului (Il canto del fuoco) e Ce aude unicornul (Ciò che ode l’unicorno), ai quali si aggiungono numerosi altri testi „sciolti” ritrovati negli archivi del poeta, raccolti dalla curatrice nel ciclo Mirabila sămânță (La mirabile semente; titolo scelto della curatrice) e in una Addenda miscellanea, contenente poesie incompiute e/o prive di data213. Quindi, come nel caso

delle poesie antume, come la stessa Dorli Blaga esplicita nella nota introduttiva al II volume, anche per i cicli postumi l’organizzazione dei testi non rispetta l’ordine di scrittura: “la successione dei cicli non è cronologica, poiché il raggruppamento delle

poesie è stato fatto dall’autore per tutti e quattro i cicli contemporaneamente. Nemmeno l’ordine delle poesie all’interno di ognuno dei cicli è cronologico, appartenendo ancora all’autore”214.

2. La preparazione del corpus

In prima battuta, il testo dell’edizione cartacea Minerva è stato digitalizzato tramite scannerizzazione, quindi trasformato in testo in formato digitale attraverso uno strumento di analisi e riconoscimento ottico dei caratteri (OCR - Optical Character Recognition), il quale è stato corretto manualmente e adattato al formato richiesto da Sketch Engine per essere operabile.

Poiché l’edizione Minerva non rispetta la cronologia originale dei testi, per rendere il corpus adatto allo studio delle variazioni stilistiche nella poesia di Blaga anche a livello diacronico si è resa necessaria la ricostruzione della cronologica dei testi, supportata dalla lista delle date di prima pubblicazione e/o stesura di quasi tutte le postume fornita da Dorli Blaga in appendice al II volume delle poesie. Dunque, le postume sono state raggruppate in tre grandi corpora: quelle scritte nel corso degli anni ’40 (36 testi), quelle scritte a cavallo tra gli anni ’40 e ’50 (47 testi) e infine quelle scritte a cavallo degli anni ’50 e ’60, e che rappresentano il sottocorpus più esteso in assoluto con 158 testi. Ci sono poi 15 testi privi di data e spesso lasciati incompiuti, che sono stati appunto raggruppati in un sottocorpus sotto il titolo di “Postume senza data”. Per lo tesso motivo si è proceduto a ripristinare nell’ambito cronologico originale dei volumi antumi le poesie pubblicate postume ma scritte durante la stesura di questi volumi così come quelle effettivamente pubblicate in volume ma poi espunte dall’organizzazione definitiva progettata da Blaga poeta. Questa operazione “eretica” rispetto alla volontà autoriale di Blaga è giustificata dalla necessità di poter osservare con un taglio diacronico preciso il farsi e il divenire dello stile blaghiano, in parte offuscato dall’opera di sistemazione a posteriori operata da Blaga stesso.

214 Ibid., cit. p. VII. “Succesunea ciclurilor nu este cronologică, deoarece gruparea poeziilor s-a făcut de

către autor concomitent pentru toate patru ciclurile. Ordonarea poeziilor în fiecare ciclu în parte, aparținînd tot autorului, nu este nici ea cronologică”.

In questo modo, a Poemele luminii sono state aggiunti sette testi (Pe țărm, Noapte, Odă unui rând de haine nouă, Ecce homo!, Fata Morgana, Cerul e Și totuși), a Pașii profetului ne sono stati aggiunti quindici (Flăcări, Lume!, Pe ruina unui templu, Zorile, Isus și Magdalena, Ursitoarea mea, Luceafărul, Fluturii de noapte, Luna, Zalmoxe, Ecourile, Resignare, Copii, Lacrima și raza e Pașii profetului), a În marea trecere ne sono stati aggiunti cinque (Corni vechi se scutură de rod, Vară nouă, Mă odihnesc lângă o piatră de hotar, Munca e Piatra vorbește) e infine, a Lauda somnului ne sono state aggiunti quattro (Cântare pentru trecut, În mănâstire de munte, Lot e Făgăduinți prin flăcări).

Il corpus dell’intera opera poetica di Blaga così riorganizzato è stato infine caricato su Sketch Engine, come insieme e come sottocorpora progressivamente più specifici: un sottocorpus di poesie antume e uno di poesie postume, e poi un sottocorpora individuale per ciascuno dei volumi antumi e dei cicli postumi, ricostruiti come detto sopra. Occorre precisare che i sottocorpora delle antume sono in genere di dimensioni più contenute (in particolare i volumi centrali) rispetto a quelli delle postume (in particolare quello delle poesie scritte negli anni ’50-’60).

Qui di seguito la consistenza del corpus complessivo e quella dei vari sottocorpora, con indicazione del numero di testi e numero di token da cui sono composti:

Opera completa: 471 testi, 43019 token; Corpus antumo: 215 testi, 21625 token; Corpus postumo: 256 testi, 21394 token;

Poemele luminii (1919): 46 testi, 3641 token; Pașii profetului (1921): 32 testi, 4513 token; În marea trecere (1924): 32 testi, 3506 token; Lauda somnului (1929): 29 testi, 3237 token; La cumpăna apelor (1933): 23 testi, 1801 token; La curțile dorului (1938): 26 testi; 2054 token; Nebănuitele trepte (1943): 27 testi, 2873 token;

Postume anni ‛40: 36 testi, 2847 token; Postume anni ‛40 e ‛50: 47 testi, 4294 token; Postume anni ‛50 e ‛60: 158 testi, 13123 token; Postume senza data: 15 testi, 1130 token.

Si precisa infine che si è scelto, nelle note esplicative, di riportare i testi poetici citati utilizzando in prima istanza le traduzioni di Rosa Del Conte215, considerate le traduzioni in italiano più aderenti al testo in romeno e che possono meglio aiutare il lettore a scorgere le originali intenzioni del poeta. In mancanza di testi di Del Conte, verranno utilizzate le traduzioni di Marco Cugno216, Sauro Albisani217 e Mariano Baffi218. In

mancanza di traduzioni in italiano dei testi citati (frequente nel caso delle postume) le traduzioni sono dell’autrice del presente lavoro e inserite tra parentesi quadre.

215 Del Conte, R., 1971, La lirica di Lucian Blaga, Roma, Lerici editori.

216 Cugno, M., 1996, La poesia romena del Novecento, Alessandria, Edizioni dell’Orso. 217 Blaga, L., 1989, I poemi della luce, a cura di Mincu, M., e Albisani, S., Milano, Garzanti.

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