Il museo: approccio economico e aziendale
A) Crediti verso soci per versamenti
ancora dovuti A) Patrimonio Netto
I) Capitale
II) Riserva da sovrapprezzo delle
azioni
III) Riserva di rivalutazione
IV) Riserva legale
V) Riserve statutarie
VI) Riserva azioni proprie in
portafoglio
VII) Altre Riserve
VIII) Utile (perdite) portati a nuovo
IX) Utile d'esercizio
B) Immobilizzazioni B) Fondi per Rischi e Oneri
I) Immateriali
II) Materiali
III) Finanziarie
C) Attivo Circolante C) Trattamento di fine rapporto di
lavoro subordinato
I) Rimanenze
II) Crediti
III) Attività finanziarie che non
costituiscono Immobilizzazioni
IV) Disponibilità liquide
D) Ratei e Risconti D) Debiti
E) Ratei e Risconti
A sinistra, sono indicate le attività di cui l’ente può disporre alla data di chiusura dell’esercizio, mentre, a destra, è misurata l’entità dei debiti che l’ente ha nei confronti di istituti di credito, enti, fornitori e finanziatori diversi, nonché l’entità delle risorse finanziarie apportate o non prelevate da parte dei soci (patrimonio netto).
2.7.2 Il prospetto del Conto Economico
Lo scopo principale del Conto Economico gestionale è quello di rappresentare il risultato gestionale (positivo o negativo) di periodo e di illustrare i ricavi e i proventi (componenti positivi di reddito) contrapposti ai costi e agli oneri (componenti negativi di reddito), così da giungere al risultato di sintesi.
Come per le imprese private, il risultato di sintesi è un risultato complesso che misura l’andamento economico – reddituale della gestione ed è dato dall’ interazione di molteplici aree di intervento (gestione caratteristica, accessoria, patrimoniale e finanziaria, fiscale).
Inoltre, nelle aziende non profit affluiscono nel conto economico, oltre ai costi e ai ricavi, un insieme di proventi e oneri che non derivano da rapporti di scambio, ma da liberalità e contributi non legati da contratti a prestazioni corrispettive.
La struttura del Conto Economico si presenta in forma scalare con classificazione delle voci per natura (si veda la tabella 2.4).
TABELLA 2.4: Conto Economico civilistico -‐ Sintesi A) Valore della produzione
B) Costi della produzione
Differenza fra Valore e Costi della produzione (A-‐B) C) Proventi e oneri finanziari
D) Rettifiche di valore delle attività finanziarie E) Proventi e oneri straordinari
Risultato prima delle imposte Imposte sul reddito dell'esercizio
Risultato netto
2.7.3 La Nota Integrativa e la Relazione sulla missione
La Nota Integrativa – prevista al livello obbligatorio dall’art. 2427 Codice Civile -‐ rappresenta il terzo documento del bilancio d’esercizio. Essa consente di migliorare la capacità informativa del bilancio ma, soprattutto, concorre a conseguire l’obiettivo della rappresentazione veritiera, corretta e analitica della situazione patrimoniale, di quella finanziaria e del risultato economico. La Nota spiega dunque il contenuto tecnico e il valore delle voci degli altri due documenti contabili; le due funzioni attribuitegli sono72:
-‐ di illustrazione qualitativa e di integrazione informativa del contenuto dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico: dal dato numerico essenziale e sintetico si passa alla descrizione sul metodo e sui principi che hanno condotto l’estensore del bilancio a definire il valore specifico;
-‐ di esplicazione e di analisi, perché intende spiegare e analizzare tutte quelle voci che assumono, nei documenti numerici, un valore ambiguo, generico o residuale (ad esempio la voce “ Altri ricavi e proventi”). Riferendosi in particolar modo al bilancio dell’ azienda -‐ museo, la Nota riporta alcune delle indicazioni previste dall’ agenzia per le Onlus, ovvero73:
-‐ principi e criteri adottati per la redazione del bilancio d’esercizio;
-‐ caratteristiche quali-‐quantitative e valore stimato ai prezzi di mercato dei beni immobili, non valutati nello Stato Patrimoniale;
-‐ informazioni relative alle immobilizzazioni e alla loro dinamica nel corso dell’esercizio e alle attività connesse a tutela e valorizzazione; -‐ una stima prudente del valore dei lasciti riguardo ai quali l’ente ha
ricevuto notifica ufficiale, non ancora contabilizzati;
-‐ informazioni di dettaglio relativamente a sovvenzioni, contributi, donazioni, atti di liberalità, proventi dalle attività di fundraising e dalle sponsorizzazioni;
72 Si veda P. FERRARESE, Profili di management delle istituzioni museali, op.cit., pag. 85. 73 Ivi, pag. 86.
-‐ prospetti con il dettaglio dei progetti, con informazioni quali-‐ quantitative relative alla strategia del museo e le loro componenti economiche.
La Relazione sulla missione, infine, ha la funzione di integrare gli altri documenti di bilancio per garantire un’adeguata rendicontazione sull’operato dell’ente e sui risultati ottenuti, con una prospettiva centrata sul perseguimento della missione istituzionale74.
Deve fornire informazioni rispetto a tre ambiti principali: -‐ missione e identità dell’ente;
-‐ attività istituzionali, volte al perseguimento diretto della missione; -‐ attività strumentali rispetto al perseguimento della missione (attività di
raccolta fondi e di promozione istituzionale).
74 Si veda “Linee guida e schemi per la redazione dei Bilanci di Esercizio degli Enti Non Profit”
redatto dall’Agenzia del Terzo Settore (Agenzia per le Onlus), http://volontariato.torino.it/wp-‐content/uploads/2014/12/file_0_657.pdf
CAPITOLO III
Il MAXXI: un flusso nella contemporaneità
3.1 Il Maxxi: “dalle armi alle arti”, dalla ex Caserma Montello al “Museo Nazionale per le arti del XXI secolo”
La storia del Maxxi ha origine nel 1997 quando Walter Veltroni, Ministro per i Beni Culturali dell’epoca, acquisiva dal Ministero della Difesa la ex zona militare dismessa della Caserma Montello, nel quartiere Flaminio di Roma, da destinare a nuovo polo museale nazionale dedicato alle arti contemporanee. L’area, compresa tra Via Guido Reni, Via Masaccio e Viale Pinturicchio, è localizzata in un importante settore urbano della città, interessato da interventi di riqualificazione architettonica ed urbanistica, quali l’edificio di Pier Luigi Nervi, realizzato per le Olimpiadi del 1960 ed il vicino Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano del 1994, e, a più ampio raggio, da presenze naturali ed architettoniche di rilievo (a Est il Tevere, il Foro Italico e la quinta della collina di Monte Mario, a Ovest Villa Glori e il Monte Parioli). La proposta trovava la sua ragione nella volontà di risvegliare interesse verso le multiformi manifestazioni dell’arte contemporanea, in una città dal grande passato artistico che, pur sembrando inviolabile dall’attacco del futuro, non poteva, invece, esimersi dal compiere un passo in avanti verso una modernità attesa da tempo, in una prospettiva di ricercata continuità. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, da sempre orgogliosamente impegnato nella conservazione e nella difesa di un patrimonio artistico unico ed ineguagliabile, ampliava, così, il perimetro del suo interesse, assegnando a nuove forme di creatività, ricerca e sviluppo, il compito di prolungare, nel presente, le espressioni artistiche e culturali delle epoche passate e di proiettarne le rinnovate tensioni estetiche nel futuro.
Nel 1998 veniva bandito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali il Concorso Internazionale di Idee in due fasi per la progettazione del “Centro Nazionale per le Arti Contemporanee”, che prevedeva una struttura "diffusa",