I numeri del MAXXI
CONTO ECONOMICO RICLASSIFICATO A VALORE AGGIUNTO (dati in migliaia di €)
12. RISULTATO ANTE IMPOSTE 110
13. Imposte sul reddito 108
14. RISULTATO D'ESERCIZIO 2
Il primo aggregato è il Valore Aggiunto che rappresenta il risultato dato dalla differenza tra il valore della produzione e i costi esterni (tipicamente riconducibili ai costi per materie prime, costi per servizi, costi per godimento beni di terzi e altri oneri di gestione). Di particolare rilievo è l’incidenza dei costi per servizi sul totale dei costi esterni (88,3%) e sul totale dei costi d’esercizio (74,5%).
Un altro risultato importante è il Margine Operativo Lordo (MOL) che si ottiene sottraendo al valore aggiunto la sola parte di costi interni relativi al
personale prima del costo per l’utilizzo dei fattori produttivi interni costituiti dalle immobilizzazioni tecniche.
Infine il Risultato Operativo deriva dalla differenza tra il valore della produzione e i costi operativi (costi interni + costi esterni), non andando quindi a considerare la gestione finanziaria, straordinaria e fiscale.
Conclusioni
Il Museo del XXI secolo, dopo un inizio entusiastico – supportato dalla speranza che la cultura del contemporaneo in Italia, con nuove forme di creatività, ricerca e sviluppo, avesse finalmente trovato un suo spazio di interesse – ed un successivo periodo, al contrario, non privo di momenti di crisi, ha trasformato in opportunità le difficili prove attraversate, compiendo un salto di qualità strategico ed ampliando il proprio perimetro di interesse ed il proprio raggio d’azione nei confronti della società civile in tutte le sue manifestazioni ed espressioni. Superati i sei anni di attività, il Museo si presenta oggi, nella primavera del 2017, mostrando la sua nuova veste alle istituzioni e al mondo dell’arte e della cultura con una nuova sfida, non a caso definita Re-‐Evolution, uno slancio progettuale frutto di una felice concomitanza di intuito, pianificazione e lavoro curatoriale, chiarezza d’intenti, lucidità strategica e solidità gestionale.
Non potendosi avvalere del contributo di risorse pubbliche con percentuali simili a quelle ricevute da musei del tipo Louvre, Centro Pompidou o musei del Regno Unito, il MAXXI è cresciuto progressivamente nella sua capacità di autofinanziamento, che copre, oggi, il 40% circa delle entrate di bilancio tra sponsorizzazioni e mecenatismo (144 aziende e mecenati privati), bigliettazione, royalties e locazione di spazi. Il trend dei visitatori del 2016 ha registrato un incremento di bigliettazione del 33% sull’anno precedente. La finalità principale non è, però, la massimizzazione del pubblico pagante (anche in virtù del fatto che le entrate dalla bigliettazione non sono, in linea di massima, decisive, nella sostenibilità finanziaria di un museo di questa natura e queste dimensioni), quanto, invece, la creazione progressiva e accurata di un pubblico attento e fidelizzato, anche grazie ad una politica mirata delle free admissions. Con i risultati in positivo del 2016, che ha visto 38 mostre e 420 eventi, 418mila visitatori totali e un incremento significativo, oltrechè della bigliettazione, anche della MAXXI Community (+ 43%), risulta evidente come l’istituzione, oltre a un livello qualitativo internazionalmente riconosciuto, sia riuscita a raggiungere, nell’ultimo periodo, un’apprezzabile sostenibilità economica, attraverso un progressivo allineamento ed un raggiunto equilibrio
tra ricavi e costi. Il Museo oggi si presenta, infatti, con un bilancio risanato ed in ordine, con le sue risorse egualmente distribuite fra mostre ed attività culturali e costo complessivo dell’intero meccanismo di funzionamento. Per tagliare questo traguardo è stato necessario un lavoro paziente e capillare, frutto, da una parte, di un’azione di controllo delle spese e riduzione dei costi, attività che hanno permesso di liberare risorse per le iniziative culturali e, dall’altra parte, di scelte di gestione appropriate, di accortezza previsionale nella programmazione e di contributi di sponsor e partner che hanno partecipato alla sfida del MAXXI, collaborando proficuamente allo sviluppo della sua piattaforma culturale.
Con la recente trasformazione, il MAXXI, dunque, centra ancor più l’obiettivo di fare del Museo un luogo autorevole ed allo stesso tempo un punto di riferimento per le sperimentazioni più vivaci e coraggiose, confermando e consolidando la sua presenza sulla scena italiana e internazionale con programmi ed iniziative condivise anche con importanti realtà museali fuori dai nostri confini: un riassetto considerevole della collezione, una serie di servizi offerti al pubblico e una riorganizzazione articolata degli spazi espositivi rinforzano ulteriormente l’idea di museo come organismo complesso, aperto al territorio e, perciò, spazio di relazione fortemente integrato nella vita della città, capace, quindi, di fungere da pellicola permeabile tra i volumi interni, il contesto urbano e la scena internazionale. A questa nuova visione viene affiancato un lavoro continuo di intercettazione e captazione di nuovi pubblici attraverso una programmazione ed un’offerta di attività comprensive di percorsi di apprendimento e d’educazione che possono esulare dallo spazio fisico del museo per coinvolgere quello delle istituzioni scolastiche, luogo fecondo in cui dialogare sulla contemporaneità e sull’arte che tanto possono apportare nel processo educativo e formativo della persona. Il MAXXI sta dunque acquisendo un solido assetto, rendendosi garante, di conseguenza, della sua mission di museo nazionale del XXI secolo: far emergere ed intercettare i bisogni culturali inespressi e latenti nella società attuale proponendosi di accrescere nel nostro paese la consapevolezza dell’importanza della cultura del contemporaneo in tutte le sfaccettature della
vita sociale e civile ed, inoltre, pensare anche all’immagine, da trasmettere al mondo, della nostra identità come paese, spesso riconosciuto come luogo orgogliosamente impegnato nella conservazione e nella difesa di un patrimonio artistico unico ed ineguagliabile, ma del passato, piuttosto che interessato a proiettare nuove tensioni estetiche nel futuro.
La Fondazione ha compiuto, dunque, molti passi coerenti e molti altri, tuttavia, dovrà compiere per raggiungere nuovi e più ambiziosi traguardi, ma la direzione intrapresa sembra essere quella giusta. In sintonia con gli stimoli e le sollecitazioni pervenute dai pubblici, le scelte operate hanno accresciuto curiosità, incrementato interesse e fruizione per le mostre facendo aumentare la quota dei paganti e il volume degli incassi. Adesso, con le recentissime trasformazioni, più che mai si può pensare al Museo in una prospettiva futura, un Museo in grado di indirizzarsi a tutti, a differenti livelli di complessità, specialmente se riuscirà a combinare settore pubblico e settore privato, dal cui incontro far generare una nuova ipotesi di struttura economica, sociale e politica. Ciò costituirebbe un link alle modalità gestionali delle nuove politiche museali attuate in questi ultimi anni: l’attrazione di risorse private non in sostituzione di quelle pubbliche, ma come impulso ulteriore verso un salto di qualità.
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