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Criteri di determinazione della classe di sostenibilità

M ERIDIONALI O BIETTIVO 1*

4.3 Presupposti metodologici (materiali e metodi)

4.3.5 Criteri di determinazione della classe di sostenibilità

Per la determinazione della “classe di sostenibilità” finale, si formula quindi un giudizio di soste- nibilità qualitativa sulla base del rapporto tra classe di attitudine e le limitazioni principali presenti che hanno determinato la classe stessa. La trasformazione da classe di attitudine in classe di sostenibilità non ha un andamento lineare, ma dipende dalle tipologie di limitazioni principali presenti. Infatti, la sosteni- bilità all’uso irriguo è una valutazione che non si basa, a differenza della attitudine, su un uso relativo ad un tempo limitato “attuale”, quale per esempio può essere la singola stagione o annata irrigua, ma pre- suppone una valutazione di quanto sia “sostenibile” tale uso in un arco di tempo poliennale, quindi a medio-lungo termine.

In questo senso la tabella 4.4 mostra come le classi di valutazione attitudinale vengono modificate e rivalutate secondo la sostenibilità a seconda del tipo ed importanza di limitazioni presenti come da tabella 4.3 precedente.

Il livello di sostenibilità dipende dal tipo di limitazione e dalle tecniche che si possono mettere in atto per mitigare tale effetto nel tempo. Si riferisce alle classi di importanza della limitazione in termini di possibilità di ovviare e mitigare l’effetto negativo nel tempo attraverso opportune pratiche agronomi- che e/o idraulico-agrarie, ed ha un effetto nella definizione delle classi intermedie 2 e 3, separando i suoli discretamente e moderatamente adatti in maniera diversa (come da * in tabella 4.4).

Tabella 4.4. - Schema di Valutazione della Sostenibilità dei suoli all’uso irriguo in funzione della attitudine delle terre e dei suoli e delle tecniche irrigue utilizzate

Classe Adatti Discretamente adatti Moderatamente adatti Non Adatti

Tecnica utilizzata

Scorrimento/sommersione Aspersione

Goccia

Più in dettaglio, la considerazione delle limitazioni si può definire in maniera approfondita, a seconda che si tratti di limitazioni non gravi (per la classe 2 - “sostenibili condizionatamente”), o gravi, quindi da considerarsi permanenti o eliminabili con costi ed interventi non economicamente sostenibili (per la classe 3 – “aree scarsamente sostenibili”). Le spiegazioni di seguito riportate sull’importanza dei singoli caratteri e/o qualità dei suoli considerate limitanti sono tratte dal Manuale Nazionale dei “Metodi di Valutazione dei suoli e delle terre” (MIPAF, autori varii, 2006).

4.3.5.1 Limitazioni non gravi che concorrono alla definizione della classe 2 – aree sostenibili condizio- natamente

Drenaggio: È quella qualità del suolo che permette ad un eccesso di acqua di fluire via attraverso il suolo stesso. È determinata dalla tessitura, dalla struttura, e da altre caratteristiche del suolo e degli strati sottostanti, dalla presenza/assenza e dall’ altezza della falda sia permanente sia temporanea, in rela- zione ad acqua aggiunta al suolo stesso. Le limitazioni dovute ad un drenaggio lento o impedito possono inoltre provocare un accumulo, in fase di evaporazione e smaltimento delle acque in eccesso, di Sali e dare origine a conseguente formazione di crosta superficiale. Viene considerata una limitazione non grave in quanto è possibile ovviare con sistemazioni idrauliche sia superficiali (scoline, fossi) che sub- superficiali (dreni profondi).

Pietrosità superficiale e/o scheletro: La pietrosità superficiale, così come lo scheletro all’interno del suolo, influenzano la lavorabilità del suolo e ne modificano le caratteristiche idrauliche. Suoli con tessiture fini ma alta percentuale di pietrosità e/o scheletro possono avere infatti dei valori di infiltrazione e drenaggio notevolmente migliori rispetto a suoli che ne sono privi. Tuttavia è considerato generalmente un fattore limitante in quanto può aumentare notevolmente la evaporazione superficiale con conseguente perdita di volumi disponibili per la coltura. Inoltre la pietrosità degli orizzonti superficiali influenza la disponibilità idrica del suolo e la sua lavorabilità. Infatti, i suoli eccessivamente ricchi in scheletro posso- no presentare contenuti di acqua disponibile molto bassi ed essere difficilmente lavorabili. È stata valuta- ta come una limitazione non grave in quanto può essere rimossa con operazioni di spietramento opportu- ne all’atto della messa in posto degli impianti e colture irrigue.

Crosta superficiale: L’incrostamento è una particolare forma di compattazione superficiale. La tendenza a formare croste superficiali più o meno dure dipende dalla tessitura del suolo nei centimetri immediatamente al ridosso della superficie, e dalla presenza di condizioni favorevoli alla cementazione, dovuta ad agenti cementanti presenti nelle acque circolanti in superficie. La formazione di croste, gene-

CLASSE 2

Sostenibili condiziona- tamente (*) (con limita- zioni di tipo non perma- nente o eliminabili con costi accettabili) CLASSE 3

Scarsamente sostenibili (*)(con limitazioni di tipo permanente o eli- minabili con costi non accettabili)

CLASSE 2

Sostenibili condiziona- tamente (*) (con limita- zioni di tipo non perma- nente o eliminabili con costi accettabili) CLASSE 3

Scarsamente sostenibili (*)(con limitazioni di tipo permanente o eli- minabili con costi non accettabili) CLASSE 4 Non Sostenibili (limitazioni di tutti i tipi ma troppo intense per essere miti- gate)

CLASSE 1 Sostenibili

ralmente calcaree, è dovuta quindi a cementazione da parte di sali (carbonati) in particolari condizioni di forte e rapida evapotraspirazione estiva (tipica dei pedoclimi xerici mediterranei).

Anche se nella maggior parte dei casi con delle semplici lavorazioni superficiali le croste possono essere rimosse, la comparsa di questo fenomeno nei primi periodi di germinazione e crescita delle piante può essere particolarmente dannoso, in quanto permette alle piante di svilupparsi e crescere solo negli spazi di frattura delle croste stesse. Viene considerata una limitazione non grave in quanto è facilmente rimuovibile con normali lavorazioni superficiali (fresatura).

Carbonati: la presenza di carbonati può rappresentare un fattore negativo sia dal punto di vista chimico che fisico-idrologico. Dal punto di vista chimico, quando si ha forte concentrazione di carbonati fin dagli orizzonti superficiali, questa è generalmente associata a presenza di valori elevati di calcare atti- vo nelle soluzioni circolanti; molte colture possono risentire negativamente di tali valori elevati, manife- stando fenomeni di clorosi ferrica (il calcare attivo infatti blocca la disponibilità del ferro). Dal punto di vista fisico-idrologico, l’accumulo nel tempo da acque ricche di carbonati, sia per infiltrazione superfi- ciale che da fluttuazione di falda, può formare dei livelli o orizzonti induriti (petrocalcici) che limitano drasticamente la permeabilità e la radicabilità (profondità utile). Viene comunque considerata una limita- zione non grave in quanto si può mitigare sia controllando la qualità delle acque di irrigazione, sia inter- venendo con lavorazioni e/o scassi profondi per la rottura e rimozione di eventuali orizzonti cementati.

Rocciosità: Gli affioramenti rocciosi o considerati come tali (quando si ha a che fare con massi delle dimensioni superiori ai 50 cm – “Guida alla descrizione dei suoli in campagna ed alla definizione delle loro qualità”, Costantini et alii, ISSDS-2004) riducono la superficie utile all’irrigazione e costitui- scono pertanto una importante limitazione d’uso. Tuttavia è difficile che vengano scelti appezzamenti adatti per l’irrigazione in aree a forte presenza di roccia affiorante: nella maggior parte delle situazioni irrigue, se presente, non occupa che una parte esigua delle superfici. In tale senso viene considerata una limitazione non grave, perché è rimuovibile all’atto della messa in posto della coltura, con opportune pratiche di spietramento (rippatura).

4.3.5.2 Limitazioni gravi che concorrono alla definizione della classe 3 – aree scarsamente sostenibili Pendenza: La pendenza, cioè l’inclinazione della superficie del suolo rispetto all’orizzontale, influenza la stima iniziale delle possibilità di trasformazione irrigua. Infatti, all’aumentare della pendenza corrisponde un maggior costo dell’intervento e delle operazioni colturali, associate a quelle per la difesa del suolo. La pendenza è importante anche per la determinazione del sistema d’irrigazione migliore per un dato sito e per la scelta delle colture. Inoltre, la pendenza influenza il rischio d’erosione legato all’e- ventuale scorrimento potenziale determinato da alcuni sistemi irrigui.

Erosione: L’erodibilità del suolo dovrebbe essere considerata nella fase di pianificazione di ogni sistema d’irrigazione. La distribuzione irrigua deve infatti avvenire senza causare un deflusso superficia- le eccessivo che potrebbe eventualmente innescare un processo erosivo. Ovviamente, questo carattere è legato alla pendenza, al tipo di suolo e al tipo d’irrigazione prescelto. È stata oggetto di valutazione la presenza/assenza di fenomeni visibili di erosione correlati con i siti pedologici valutati (presenza di rivoli e/o solchi permanenti). È considerata una limitazione grave in quanto rimuovibile o mitigabile con costi elevati, fermo restando l’ubicazione delle aree irrigue.

Profondità utile: La profondità del suolo è lo spessore di suolo al di sopra della roccia compatta, limitante l’esplorazione radicale o la percolazione dell’acqua. A parità di altre condizioni, ad una mag- giore profondità del suolo corrisponde una maggiore quantità d’acqua nel suolo disponibile per le piante. Pertanto, la profondità del suolo influenza l’intervallo di tempo, compreso tra irrigazioni successive o precipitazioni efficaci, in cui la pianta non soffre di stress idrico. La valutazione dell’effettiva profondità di esplorazione radicale è un importante criterio per suddividere il territorio a fini irrigui.

L’approfondimento radicale è spesso inibito da fattori meccanici (orizzonti duri o impenetrabili), chimici (orizzonti ad alto contenuto di calcare o gesso), da scarso drenaggio delle acque.

Questa qualità del suolo è ben valutata con la descrizione del profilo attraverso l’osservazione dei seguenti caratteri: distribuzione e orientamento degli apparati radicali delle piante, consistenza del suolo, porosità, struttura, e presenza di fenomeni di idromorfia (screziature, concentrazioni di FeMn) negli oriz- zonti del profilo.

Salinità: La presenza di sali solubili in eccesso, valutata attraverso la conducibilità elettrica (EC), è una delle qualità del suolo negative, che si può riscontrare talvolta nelle zone aride o semiaride. Data la loro solubilità, possono essere eliminati dal suolo con interventi irrigui se le condizioni di drenaggio lo permettono. Un eccesso di sali solubili è spesso associato ad un elevato contenuto in Na di scambio e questa situazione complica notevolmente le operazioni di dissalazione, influendo sui fattori economici della valutazione. Il livello di salinità e sodicità non sono caratteri stabili del suolo, ma possono variare dal regime asciutto a quello irriguo. Pertanto, nella valutazione occorrerà tener presente le condizioni di drenaggio del suolo e del sottosuolo, la possibile risalita della falda (salata) sotto irrigazione, la qualità delle acque irrigue, la velocità di infiltrazione del suolo, le eventuali opere di livellamento o di sistema- zione, la necessità di ammendamenti, la scelta della colture (costo della bonifica).

Tessitura: La tessitura (del topsoil e subsoil) è la proporzione in peso (g kg-1) delle particelle sin- gole del suolo < 2 mm in base al loro diametro (sabbia, limo e argilla). La tessitura viene valutata rispetto alla sua influenza sulla capacità di ritenzione idrica, sulla velocità d’infiltrazione e sulla conducibilità idraulica. I suoli a tessitura fine contengono e trattengono generalmente più acqua dei suoli a tessitura grossolana. I suoli a tessitura media hanno più acqua disponibile per le piante rispetto ad alcuni suoli argillosi. Criteri diagnostici tessiturali soddisfacenti per separare le classi di suscettibilità all’irrigazione sono difficili da stabilire. Infatti, data la grande variabilità nelle classi tessiturali, solo un approccio empi- rico, ed un confronto con tutti gli altri caratteri del suolo, può portare a delle valide indicazioni.

Questo tipo di valutazione di sostenibilità può dare un indicazione di tipo generale su ampia scala, su come si è organizzata l’agricoltura irrigua rispetto al territorio, e quali sono i punti di criticità ambien- tale da tenere sotto controllo.

La valutazione qualitativa può essere inoltre utilizzata e messa a confronto con la frammentazione e l’organizzazione geografica delle parcelle irrigue, in modo da valutare quali politiche sostenere per una eventuale riconversione o potenziamento dell’uso irriguo su scala nazionale.

4.3.6 Metodologie di applicazione della valutazione alle diverse fonti dati e determinazione della

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