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Produzione italiana di derivati di pomodoro (2005)

A NALISI DELLA STAGIONE IRRIGUA PER LE COLTURE ORTOFRUTTICOLE *

Grafico 2.18 Produzione italiana di derivati di pomodoro (2005)

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Mipaf-Agea

2.2.2 Industria agrumaria

Un altro segmento di grande importanza è rappresentato dall’industria di trasformazione degli agrumi. La produzione agrumicola italiana della campagna 2004/05 ammonta a 3,3 milioni di ton- nellate, in aumento del 20% rispetto alle due precedenti campagne. La composizione del paniere agrumicolo vede la netta prevalenza delle arance che con 2,1 milioni di tonnellate rappresentano il 63% del totale, a seguire si piazzano i limoni con 583mila tonnellate (17%), le clementine (13%), i mandarini (5%), gli altri agrumi (bergamotto, cedro e chinotto) con l’1% ed i pompelmi con una quota residuale pari a 0,2%.

Tabella 2.11 - Produzione italiana di agrumi (in tonnellate)

2 0 0 2 - 0 3 2 0 0 3 - 0 4 2 0 0 4 - 0 5 Var. % Var. % 2 0 0 4 / 0 3 2 0 0 4 / 0 2 Arance 1.723.631 1.733.754 2.105.053 21,4% 22,1% Limoni 486.408 520.128 583.443 12,2% 19,9% Clementine 397.720 344.081 433.913 26,1% 9,1% Mandarini 150.625 152.860 177.221 15,9% 17,7% Pompelmi 4.441 6.563 6.768 3,1% 52,4% Altri agrumi 26.385 23.912 29.188 22,1% 10,6% Totale 2 . 7 8 9 . 2 1 1 2 . 7 8 1 . 2 9 8 3 . 3 3 5 . 5 8 5 19,9% 19,6%

Fonte: Istat - dati congiunturali agricoltura

Non pelato 2,9% Concentrato 13,5% Pelato intero 34,3% Triturato / Polpa Succo / Passata 18,1% Altri 0,9

Nel corso della campagna 2004/056sono stati avviati alla trasformazione circa 1,5 milioni di ton-

nellate di agrumi. Con poco meno di un milione di tonnellate le arance detengono una quota del 67% della materia prima avviata alla trasformazione; seguite dai limoni con 255mila tonnellate che incidono per il 17%; dalle clementine con 155mila tonnellate che rappresentano il 11%; dai mandarini che con circa 70mila tonnellate detengono una quota del 5% e dai pompelmi che chiudono con circa 1.400 ton- nellate trasformate ed una quota residuale di 0,1%. Rispetto alla campagna agrumaria 2003/04, si è veri- ficato un incremento della trasformazione di arance (+25%) e clementine (+21%) e mandarini (+10%). Di contro, per limoni e pompelmi c’è stata una riduzione della materia prima avviata all’industria, rispet- tivamente del 15 e del 5%.

Tabella 2.12 - Agrumi avviati alla trasformazione in Italia (in tonnellate)

2 0 0 2 - 0 3 2 0 0 3 - 0 4 2 0 0 4 - 0 5 Var. % Var. % 2 0 0 4 / 0 3 2 0 0 4 / 0 2 Arance 843.762 782.142 975.788 24,8% 15,6% Limoni 298.888 298.085 254.976 -14,5% -14,7% Clementine 73.828 127.393 154.633 21,4% 109,5% Mandarini 57.278 64.812 71.301 10,0% 24,5% Pompelmi 2.791 1.444 1.368 -5,3% -51,0% Totale 1 . 2 7 6 . 5 4 7 1 . 2 7 3 . 8 7 6 1 . 4 5 8 . 0 6 6 14,5% 14,2%

Fonte: Elaborazione Ismea su dati Mipaf - Agea

La produzione di succo naturale 2004/05 supera le 448mila tonnellate, in aumento del 15% rispet- to alle 390mila tonnellate della campagna precedente. I maggiori incrementi di produzione riguardano il succo di arancia (+25%) e quello di clementine (+22%). Discreto anche l’incremento del succo di man- darino, mentre per limoni e pompelmi la flessione è rispettivamente del 17 e dell’8%.

Tabella 2.13 - Produzione italiana di succo naturale di agrumi (in tonnellate)

2 0 0 2 - 0 3 2 0 0 3 - 0 4 2 0 0 4 - 0 5 Var. % Var. % 2 0 0 4 / 0 3 2 0 0 4 / 0 2 Arance 294.022 255.452 320.111 25,3% 8,9% Limoni 83.634 83.330 69.542 -16,5% -16,8% Clementine 19.507 33.005 40.218 21,9% 106,2% Mandarini 15.134 17.019 18.192 6,9% 20,2% Pompelmi 673 376 348 -7,6% -48,3% Totale 4 1 2 . 9 6 9 3 8 9 . 1 8 2 4 4 8 . 4 1 1 15,2% 8,6%

Fonte: Elaborazione Ismea su dati Mipaf - Agea ed Assitrapa

In tabella 2.15 è riportata la quota percentuale di materia prima avviata alla trasformazione sulla produzione raccolta. Nella campagna 2004/05, il 44% della produzione agrumicola nazionale è stata destinata alla trasformazione industriale. Le specie maggiormente destinate all’industria sono le arance (46%), i limoni (44%) ed i mandarini (40%). Nel corso delle ultime tre campagne agrumarie, la percen- tuale relativa alle arance ed ai mandarini mostra una certa stabilità, mentre per i limoni si osserva una evidente flessione.

Tabella 2.14 - Quota della produzione di agrumi destinata alla trasformazione (in %) 2 0 0 2 - 0 3 2 0 0 3 - 0 4 2 0 0 4 - 0 5 Arance 49% 45% 46% Limoni 61% 57% 44% Clementine 19% 37% 36% Mandarini 38% 42% 40% Pompelmi 63% 22% 20% Totale 45,8% 45,8% 43,7%

Fonte: Elaborazione su dati Mipaf - Agea ed Assitrapa

La resa di trasformazione in succo, definita come il rapporto percentuale tra il peso del succo ed il peso dell’agrume integro, evidenzia come le arance hanno un maggior contenuto di succo (33%) rispetto ai limoni ed agli altri agrumi (26%).

Tabella 2.15 - Resa di trasformazione degli agrumi in succo (in %)

2 0 0 2 - 0 3 2 0 0 3 - 0 4 2 0 0 4 - 0 5 Arance 35% 33% 33% Limoni 28% 28% 27% Clementine 26% 26% 26% Mandarini 26% 26% 26% Pompelmi 24% 26% 25% Totale 32,4% 30,6% 30,8%

Fonte: Elaborazione su dati Mipaf - Agea ed Assitrapa

2.3 Il mercato dei prodotti ortofrutticoli freschi

Negli ultimi anni il comparto ortofrutticolo è stato investito da una profonda crisi di mercato che ha riguardato l’intera filiera. Le cause di questa crisi vanno ricercate in problemi sia di natura congiuntu- rale, sia strutturale. Tra i motivi di tipo congiunturale, si ricordano le avverse condizioni climatiche che hanno interessato il nostro Paese e spesso anche altri Paesi europei; la difficile congiuntura economica dell’Italia e la conseguente crisi dei consumi alimentari, le difficoltà su tradizionali mercati di sbocco registrate dai prodotti ortofrutticoli italiani. Allo stesso tempo sono cresciuti i flussi delle importazioni italiane, non solo di prodotti fuori stagione – ossia quelli provenienti dall’emisfero australe, ma anche di prodotti provenienti da Paesi con calendario di commercializzazione simile al nostro. Tale fenomeno appare determinato dall’aggressività commerciale dei competitor tradizionali - come la Spagna - e di nuovi concorrenti – come Egitto, Marocco, Turchia e Tunisia - in grado di produrre a costi medi unitari più bassi. Per quanto riguarda le variabili strutturali, si rammenta l’introduzione dell’Euro e le debolezze croniche della filiera che, soprattutto nelle aree meridionali del Paese, appare ancora legata a modelli di scambio poco moderni e scarsamente efficienti. Inoltre, la riduzione della competitività sui mercati esteri e la crisi dei consumi nazionali ha determinato per alcune produzioni – ad esempio, pesche, nettarine, kiwi ed uve da tavola - un eccesso di offerta rispetto alla domanda che ha assunto connotati strutturali. 2.3.1 I prezzi nelle diverse fasi di scambio: origine, ingrosso e dettaglio

Allo scopo di monitorare costantemente i prezzi nelle diverse fasi di scambio, alla fine del 2001, il MiPAF ha istituito l’Osservatorio Prezzi Ortofrutta, realizzato in collaborazione con Ismea. I dati dell’Osservatorio evidenziano, nel triennio 2001-2003, il progressivo aumento dei prezzi in tutte le fasi di scambio. In questo periodo l’aumento dei listini è stato maggiore per gli ortaggi freschi e le patate rispetto all’aggregato frutta ed agrumi. Contemporaneamente, l’incremento dei prezzi alla fase al detta-

glio è stato superiore a quello rilevato all’origine ed all’ingrosso.

Il 2004 ha segnato una decisa e marcata inversione di tendenza rispetto al 2003 per entrambi gli aggregati analizzati ed in tutte le fasi di scambio. Nel corso del 2004, ortaggi e patate hanno subito una diminuzione molto più accentuata di quella registrata per i prodotti del paniere frutta fresca ed agrumi. Infatti, la flessione subita dall’aggregato orticolo (-24% nella fase all’origine, -19% all’ingrosso e -13% al dettaglio) ha riportato le quotazioni medie al di sotto del livello dei prezzi 2001, mentre la flessione riscontrata per l’aggregato frutticolo (-7% nella fase all’origine, - 6% all’ingrosso e -7% al dettaglio) ha mantenuto le quotazioni medie 2004 al di sopra dei livelli del 2001, ossia prima dell’introduzione della moneta unica europea.

Il 2005 è caratterizzato da un andamento dei prezzi della frutta completamente opposto a quello riscontrato per gli ortaggi. Per la frutta fresca e gli agrumi è stata registrata una flessione dei prezzi rispetto al 2004 del 12% all’origine, del 13% all’ingrosso e dell’8% al dettaglio, mentre per gli ortaggi e le patate si è verificato un aumento delle quotazioni dell’8% all’origine e del 6% all’ingrosso ed al detta- glio.

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