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CRITERI DI EDIZIONE

VB 17.3-4: Mesose in tera el çavataro, levate le mane al çiello disse: «Segnor Idio, che

C. Comant le grant kaan fait planter arbres

VI. CRITERI DI EDIZIONE

VI.1. Dettagli sulla mise en page.

Nel manoscritto, ciascun capitolo è separato dal successivo mediante una spaziatura di due o più righi e doveva essere introdotto da una lettera maiuscola di cui oggi si intravede solo lo schizzo del copista. Pertanto, ho deciso di indicare tali lettere con il carattere maiuscolo grassetto segnalandole tra parentesi ‹›; nel caso in cui lo schizzo della maiuscola e la lettrine posta per il rubricatore non coincidono, la lettera, sempre indicata tra parentesi, è semplicemente resa in carattere tondo.

Il testo è poi scandito da un rudimentale sistema di interpunzione che consiste sostanzialmente di due segni grafici: la barra trasversale / e il punto sospeso ; quest’ultimo viene impiegato fino a c. 233v, dopodiché l’uso diventa piuttosto sporadico fino al completo dileguo. In genere la barra / seguita da maiuscola indica un punto fermo, mentre la barra / e la minuscola corrispondono ad una pausa meno marcata nel discorso. Tuttavia, l’applicazione del sistema interpuntivo è nel complesso aleatoria e la distinzione spesso non è rispettata: ho dunque cercato di rispettare l’usus del copista, e al contempo di introdurre un’interpunzione funzionale alla lettura moderna del testo. I capitoli sono stati enumerati, allo stesso modo delle pericopi, ricorrendo alle cifre arabe.

Il testo critico è corredato da una tripla fascia di commento. La prima si trova alla fine di ciascun capitolo e indica in grassetto il numero del capitolo di Vb e quello corrispondente di Vl, in maniera da rendere immediata la corrispondenza tra i due codici (fV compare solo nei capitolo 1-11). Sotto questa formula, si svolge l’apparato della varia lectio (ho segnalato in grassetto le varianti adiafore). La terza fascia si trova a piè di pagina: qui sono elencate le correzioni degli errori ortografici e meccanici del copista, le integrazioni e le correzioni.

Le note di commento al testo si trovano poi per esteso nel capitolo posto in coda al testo critico.

VI.2. Abbreviazioni, scioglimenti e grafie adottate.

Il sistema di abbreviazioni presente nel testo è composto da un numero nel complesso di segni, che non presentano particolari difficoltà interpretative: il loro scioglimento è sempre garantito dalla presenza di una scrizione piena. La nota tironiana simile a 7 è stata sciolta con la forma et, garantita dalla ricorrenza innumerevole della congiunzione in questa scrizione piena; la nota tironiana simile a 9 invece equivale a con; il titulus orizzontale sovrascritto indica una consonante nasale, normalmente -n; la -i sovrascritta in apice alla lettera p indica la sillaba -pri; la p con l’asta tagliata da una barretta trasversale è l’abbreviazione di per (talvolta par); la forma pip con le aste delle due p tagliate

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sta per pipe; il lemma libre è stato sciolto a partire da ll con titulus soprascritto; le parole miser/misere/misser/meser sono abbreviate con mis’/mis’e/miss’/mes’; senp con asta di p tagliata è stato sempre sciolto con senpre, visto il ricorrere della grafia per esteso in questa forma; v’so e la variante v’sso corrispondono a verso-versso; nro /vro / nra / vra/ nri / vri/ nre / vre corrispondono agli aggettivi nostro-vostro declinati nel numero e nel genere. L’aggettivo cristiano (declinato anch’esso nel genere e nel numero) è abbreviato con xpiano con titulus sopra x; il nomen Christi è reso con Yhu Xpo, sempre con titulus soprascritto alla -o ed è stato sciolto con Cristo. Il numerale 1a è stato sciolto in una, mentre al maschile è rimasto intatto.

Ho univerbato gli avverbi in –mente, anche se nel testo aggettivo e suffisso compaiono separati. Inoltre, ho univerbato le preposizioni articolate come dela, dil, dei, al, ala. Il testo poi presenta per una stessa parola delle varianti allografe caratterizzate da raddoppiamenti consonantici, che interessano le consonanti l, f e s: in tal caso si è riprodotta fedelmente la veste grafica del testo. Ho uniformato l’uso di j con i conservando la semiconsonante solo nei toponimi; ho posto l’accento grave sulle forme dei verbi di terza persona singolare del perfetto (es. porì) e sulle forme di terza persona plurale del perfetto per distinguerle dal presente indicativo (aprexentòno). Ho posto l’accento grave sulle voci del verbo aver quando esso non ha h per cui si hanno à, ò, àno; si ha l’accento acuto sulla e finale della 2° persona plurale e sulle 3° persona singolare e plurale dei perfetti. Le forme sincopate dei participi passati sono state segnalate con accento grave (ad. es. laudà). Il lemma «piede» compare in due forme, che ho distinto con pie’ e pè. Ho conservato separate (come nel codice) le grafie açò che, però che, sì che, accentando il primo elemento. Nel codice si usa perche sia in forma univerbata che separata: trattandosi di un uso incerto, ho deciso dunque di separare sempre i due elementi e di proporre la forma perché quando esso è chiaramente impiegato con valore causale e/o interrogativo. Mantengo ma sí in scrizione separata come appare nel ms. In caso di assorbimento di vocale di fronte a parola che inizia per vocale è stato usato l’accento circonflesso (ad. es. andono âdorar). Ho indicato poi con il punto sospeso le forme di contrazioni quali e·liopardo, de·laco, elegname, ecc. In presenza di pronomi clitici univerbati alle forme verbali, ho segnalato l’accento prosodico solo per le parole sdrucciole, così come ho mantenuto l’accento dei perfetti e dei futuri.

Per quanto riguarda gli omografi, queste le distinzioni che ho ritenuto opportune: ch’el, “el pr.sogg.”; che’l, “l art. m. sg.”; s’el; “el pr. sogg.”; se’l, “l art. m. sg.”; stà, “stato”; sta’, “”2° sg. imperativo”; dì, “giorno”; pò, “3° sing. potere”; po’ “poco; de’, “dei”; de’, “2°, 3° sg. pres. ind.”; dè, “3° sg. perf.”; dapo’, “poi”; perché “causale, interrogativo”; per che “per cui”; àno, “3° pl. avere”; ano, “anno”; ài, “ 2° sing. avere”; ai, “prep. art.”; a, “prep.”, a’ “contrazione di ai”, à “3° sing. avere”; di, “prep.”; di, contrazione di dei; sì, “così” e “raff.”; sí, “afferm.”; si, “pr. rifl.”; né, “cong.”; ne’, “contrazione di nei”.

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VI.3. Sistema fonologico e grafia

VI.3.1OCCLUSIVE VELARI.

VI.3.1.1. OCCLUSIVA VELARE SORDA. In presenza del suono [k] davanti ad una

vocale centrale o posteriore si ha indistintamente alternanza tra le grafie ch e c. Ess.: chastello 2.7 etc.., chastelle 25.2 etc. a cui si affianca la forma equivalente castelle 112.1 e 114.2; ancora, chossa 8.1 etc. e il plurale chosse 1.1 etc. coesistenti con le rispettive forme cossa 4.10 etc. e cosse 26.11 etc. Davanti a vocali anteriori /e/ ed /i/ la grafia corrispondente è ch. Ess.: ochi 43.6 etc., che 1.1 etc. Il suono in esame viene reso in alcuni casi con la combinazione grafica –qu-. Ess.: aque 7.4 etc., adonque 16.1 etc. e adonqua 26.14 etc.

VI.3.1.2.OCCLUSIVA VELARE SONORA. La realizzazione grafica del suono [g], anche

davanti a vocali anteriori è g. Ess.: longo 1.5 etc., ge 4.3 etc. e demestegi 59.6. VI.3.2. AFFRICATE PALATOALVEOLARI.

VI.3.2.1. AFFRICATA PALATOALVEOLARE SORDA. Tale suono è rappresentato dal

grafema chi. Ess.: vechio 26.1 etc., chiaro 32.10 etc., ochi 43.6 etc., orechie 64.5 etc., lochi 51.3 etc. chiexia 6.1 etc. L’arcaismo latineggiante del cl è raro: si vedano clemencia 41.14 (2 occ.) e inclinar 49.1.

IV.3.2.2. AFFRICATA PALATOALVEOLARE SONORA. Graficamente corrisponde la

forma gi. Ess.: ongia 84.5 (2 occ.)., giexia 34.6 e giengiero 130.6 (2 occ.).

IV. 3.3. AFFRICATE DENTALI. La grafia ç è spesso presente nel testo in maniera

cospicua. Ess.: açò 1.2 etc., eçian 4.1 etc., çoè 2.1 etc., sença 6.4 etc. Essa tuttavia viene segnalata anche per mezzo della grafia z, come si può evincere da questi esempi che mostrano due realtà grafematiche relative ad un medesimo lemma: Lagiaça 5.5 etc. ma anche Lagiaza 5.3, çornate 2.3 etc. affiancate dalla forma unica zornade 2.7. Il fonema [ts] viene realizzato anche con l’uso della sola lettera c: tra gli esempi, cento 4.3 etc., ducento 114.24 e 173.9, citadino 1.1 etc., citade 2.7 etc. e cità 8.5 etc. Le grafie gi/ge stanno ad indicare il suono palatale [dg]. Ess.: giente 11.4 etc., argiento 29.3 etc., Gienoexi 13.11, accanto a gentille 89.6. Da segnalare le scarse grafie latineggiante ti, rappresentative dell’evoluzione di un /tj/ latino volgare evolutosi in /ts/. Si vedano marchadantia 11.5 etc. con marchadantie 11.9 etc., abondantia 95.3.

IV.3.4. FRICATIVE ALVEOLARI. Normalmente nel testo, la s indica [s]. Ess.: chose 1.1

etc., groso 25.3 etc., pesima 235r. Il digramma ss corrisponde come sopra al suono [s]: chosse 1.1 etc., diversse 1.3 etc., grosso 24.5 etc., pessima 66.19 etc., processo 3.2, misser 7.1. La consonante x viene impiegata per la resa del suono [z] come si evince da rixi 71.1 etc., mexe 40.14 etc., oxelli 11.3 etc., paexe 6.4 etc., chaxa 19.8 etc. La x etimologica equivalente ad [s] si conserva nelle parole Allixandro 13.5 (2 occ.). e Allexandria 152.10 e 165.5. Il fonema [z] viene trascritto con s in deserto 2.8 etc.

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IV.3.5. NASALI. La nasalizzazione davanti a consonante labiale è rappresentata

sempre dalla lettera n. Ess.: senpre 1.4 etc., conpagnia 4.3 etc., tenpo 4.13 etc., inperadore 2.1 etc., canpo 67.13 etc., banbaso 29.12 etc. Il fonema nasale palatalizzato [ŋ], designato dalla forma gni è raro e occorre nei seguenti luoghi: achonpagniato 22.30, avegnia 147.29 e chanpagnia 173.19. Prevale invece la grafia semplice gn, come in avegna 18.2 etc. e vegnir 2.12 etc.

IV.3.6. H INIZIALE. Si ha h etimologica, retaggio latino, in lessemi quali homo 1.3

etc., homeni 2.1 etc., hoste 50.4 etc.. Essa è presenta anche nelle forme del verbo avere di ha 155.1 e hè 37.1, 107.3 e 132.3. Esistono casi di h analogica ma non etimologica in lemmi quali holtra 4.5 etc., hopinione 147.19 e habitano 158.2.

IV.3.7. CONSONANTI DOPPIE. Il raddoppiamento consonantico è un fenomeno

piuttosto frequente di questo testo e interessa particolarmente le lettere con asta verticale come l, f, s. Per quanto riguarda ll si hanno forme cose nobelle 1.1 etc., Pollo 1.3 etc., sollo 15.7 etc., olltra 2.9 etc. La grafia ss è visibile invece in versso 131.12 etc. graciosso 34.14, preciosso 34.14, cossa 1.1. etc. Il digramma latino ct non è conservato.

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Meser Marco Polo