Meser Marco Polo La so lezenda
1. con ogni istrumenti beleçi che mirabelle chossa era vedere] con instanzia veloci che mirabel cossa era a vedere Vl.
3. giente de Çecino] gente de Zezino Vl. 4. in chadauna] a chadauna Vl.
percotere fo ferido] perchuotere ferido Vl. et chade immediate] et chadete immediate Vl. 5. tuto l’oste] tuta loste Vl.
Çecino] Zezino Vl.
98 Integrazione su Vl. 99 Integrazione su Vl.
100 bataglia. La] bataglia per modo (espunto) la.
101 d’entranbe l’osti] dentranbe leparte (espunto) losti (soprascritto per correggere la precedente espunzione). 102 mostrasi la] mostrasi chela non mostrassi (espunti) la.
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‹54›
1. ‹S›eguendo Çecino la vitoria, conquistò tuto el paexe e segnoria de Umechan
rendendosse tutte terre et chastelli qualle per força qualle per paura; et pressa la principal tera et abitacione de Umechan, prese la figuolla et quella inmediate tolse per moglie rendendo infinite gracie agli dii che non quella moglie che avea cerchato Umechan ma sí qualle lui avea desiderato i avea conçesso. 2. Aquistato tuta la segnoria de Umechan, non chontento di quella, avendo messo tuto quel paese in grandissimo spavento per la vitoria de sì gran segnore, andò poi VI ani conquistando tuti quei paexi et ebe tanta et sì grande
signoria che io credo che mai al mondo fosse maor segnore. 3. Ma lla fortuna, che longamente non promete104 la rotta dela fortuna de alguna fellicità stare, essendo ora mai fastidita dila gloria de Çecino, conbatendo uno chastello fo feritto de una saeta nel gienochio, per la qual ferita Çecino dapo’ alguni giorni morite.
Vb 54, Vl 54.
2. andò poi VI ani conquistando] avendo per sie ani conquistato Vl. fosse maor signore] fosse mai sì gran signor Vl.
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‹55›
1. ‹M›orto Çecino, fo creatto per segnore Cuy Chan; et dapo’ la morte de Cuy
Chan fo creato segnore Bote Chan. 2. Dapo’ regnò Antor Chan, quarto segnore; dapoi regnò Magu Chan quinto segnore. 3. Dapoi Clubai Chan, el qual nel presente tenpo regna, et quella105 medema possança e ssegnoria èt magiore qualle sia stata chadauno di suo’ antecessori i qualli tuti segnori desendenti de Çecino fino sepelliti alla gran montagna chiamata Achay, né in alltro luogo i voleno esser sepelliti e moreno106 in che longe parte se voiano. 4. Et àno questo chostume, che quando i diti segnori moreno, portendo el chorpo suo a ssepelire, quanti se scontrano nel chamino tutti àno de gracia de morire con ferma sperança de andare a servire el so segnore; e tuti i mior chavalli i abiano tuti i amaçano tegnendo quei chavalli essere del suo segnore nel’altro mondo. 5. E quando Mangu Can morite, nel tenpo del qualle io me trovai, più de XX millia persone se alciseno se medemi
per andare a servire el so segnore nel chamino portendo el corpo suo a sepelire.
Vb 55, Vl 55.
2. quarto segnore; dapoi regnò Magu Chan quinto segnore. Dapoi Clubai] quarto segnore dapoi Cubai Can
Vl.
3. et quella] et a quella Vl.
chadauno di suo’ antecessori] qualle negr... (puntini messi dal copista) dei suo antezessori Vl. i voleno] i voiono Vl.
longe parte se voiano] lonzi paixe si voglia Vl. 4. quando i diti segnori] quando diti segnor Vl.
105 et quella] et et quella.
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‹56›
‹E›l chostumo et vita dela sopra dita gente tartara
1. Nel tenpo del’inverno tuti abitano nela pianura, per le cha‹n›pagne, per i lluogi più chaldi dove i trovano l’erbe per suo’ animalli; e l’instate abitano nele valure e nelle montagne. 2. Et ànno le suo’ chaxe de legname choverte de tavole, le qual chaxe senpre i portano con loro dove i vano et tanto sono bene ligate et chonposte che lievemente i portano quelle dove gli piaquono. 3. E senpre che i dreçano suo’ chaxe i meteno la porta verso meçodì et àno le suo’ charete choperte di felltro la qual la pioça mai non passano; e ssono tirate per ganbelli; e sopra dete charete portano i lloro moglie et fiolli e soe arnixe. 4. Le moglie loro sono quele che conprano et vendono e quelle àno cura dela chaxa et a tute chosse pro|vedon [241v] nele fachultà e besogni dela famiglia. 5. I mariti sollo atendeno ad armiçare, osellare et chaçare et in questo molto i se diletano. 6. Ànno falconi di boni del mondo e simelle chani. 7. Mangiano charne di chavallo et de chani (pur siano grasi) et sorçi de faraon di qual ne àno gran quantità, charne de ogni salvadesina che nele suo’ paisse i pigliano et quaxi ogni charne; beveno late de ganbelli et çumente. 8. Le done loro sono le più oneste done del mondo et quelle più amano i lloro mariti, né troveriasse done fesse fallo né i homeni per chossa del mondo staria con alltra femina che con la moglie; e sse l’ochoresse che algun homo fosse trovato con alltra femina fi reputatto de grandissimo suo inchargo et da tuti svilito. 9. È una meraveiosa chossa la lialtà di mariti con le moglie e nobelissima cossa la vertù de quelle done atte alle lor marchadantie, alla chura de107 ogni exercicio del viver et alla fede e lialtà versso i mariti, per che al mio giudicio sollo quelle done nel mondo meritano fir da tuti di grandissima vertude chomendate. 10. Et tanto più quelle done meritano dignissima laude de vertù, de onestà quanto gli è concesso ai homeni poter tuor quante moglie gli piaçe, a grandissima confusione dele femine cristiane dicho de queste nostre parte che, avendo uno homo una solla moglie, nei quali matremoni doveria esser una sengularissima fede de pudicicia et honestà a chonfusione de tanto sacramento quanto è quello del matremonio, io mi ni vergogno quando io riguardo la infedellità dele femene cristiane. 11. Adonqua beate quelle che çento moglie à uno marito i oservano la fede con suo dignissima laude a grandissima confusione de tute le alltre done dil mondo.