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Cronologia della vita di J Camaño

Popolazione in abitanti secondo il censimento del

5. Cronologia della vita di J Camaño

1737 Camaño nasce il 13 aprile nella provincia de La Rioja, attuale territorio argentino. 1751 è mandato a Córdoba a studiare e rimane lì fino al termine dei suoi studi di

Filosofia e Teologia

1757 il 22 aprile, quando era ancora uno studente di teologia presso l'Università di

Córdoba del Tucumán entrò a far parte della Compagnia308. L'Università di Cordoba

Olschki editore 1998.

305come la difesa della cultura spagnola, la partecipazione al dibattito illuminista, l'apologetica cattolica e

la diffusione del culto dei santi ispanici, la produzione letteraria, il tema americano. Quello che mi interessa in particolare è il “tema americano”, sul quale esiste una lunghissima bibliografia studiata da N. Guasti. Concordo con Guasti su molti punti, fondamentalmente perché dopo decenni è stato il suo lavoro il primo a ridare ai gesuiti un ruolo attivo dentro la società d'accoglienza.

306 giacche consideravano che quando si dedicavano alle loro terre lo facevano per allontanare l'opinione

pubblica dalle falsità dei “Filosofi illuministi”. L'obiettivo dei gesuiti americani era quello di combattere la famosa leggenda nera e di dimostrare come le popolazioni americani avessero diritti pari a quelli degli europei.

307In questa sezione ho sottolineato tutti i nomi che prenderano parte al “network di Joaquín Camaño” (in

modo diretto o indiretto) raggiungendo il numero di 78 integranti, i quali compaiono nel appendice documentale indicando le aree in cui hanno collaborato. Vedere appendice documentale Parte VI, La “Rete relazionale” dei gesuiti esiliati in Italia. Composizione. Bisogna chiarire che questo network fu attivo già dai primi anni dell'esilio, comunque avrà il suo massimo funzionamento tra la soppressione dell'Ordine (1773) e l'ultimi decenni del XVIII secolo.

308 Joaquín Camaño y Bazán. Cartografo, etnologo, e linguista nato il 13 aprile 1737 a La Rioja,

Argentina; morto il 30 agosto 1820 a Valencia, Spagna. Entrò a far parte dell'Ordine il 22 aprile 1757 nelle città di Córdoba, Argentina; o. c. 1759, Córdoba; presi i voti definitivi il 15 agosto 1770 a Faenza.

insieme all'Università di Chuquisaca in Bolivia309 fondate all'inizio del XVII secolo

furono insieme all'Università di Chile i centri principali della cultura gesuitico coloniale, essendo quella di Córdoba310 il nodo più importante dell'intellettualità dell'epoca

coloniale.

1759 C.311 finisce i suoi studi nell'Università di Córdoba.

1763 Realizzati i suoi studi, fu inviato (1763) alle missioni di Chiquitos alla riduzione di

San Javier (Bolivia). Aveva tenuto l'atto pubblico finale di Teologia alla Università di Córdoba312 dove aveva insegnato Muriel313.

1763 C. è destinato alle missioni di San javier in Chiquitos (Bolivia)

1766 il 2 febbraio scrive al visitatore della Provincia del Paraguay Nicolás Contucci sulla opposizione della sua famiglia che rifiutava il suo destino in Chiquitos per la pericolosità dei suoi abitanti.

1766 il catasto della città de La Rioja nomina a Don Cipriano (suo padre) come

proprietario di 6 a 8 mila pesos, una casa di buona fabbrica, una estancia al nordeste de La Rioja con 300 a 400 capi di bestiame bovino e 20 schiavi adulti.

1767 C. al notificarsi il decreto di espulsione si trovava nella riduzione di San Javier

(Santa Cruz de la Sierra). Era stato appena nominato parroco di Santa Ana quando arrivò l'ordine di espulsione dei Gesuiti dalla Spagna e dei suoi domini. I suoi contemporanei raccontarono che accompagnò il Tenente Colonnello don Diego Antonio Martinez de la Torre a tutti i popoli dei Chiquitos per comunicare il decreto ai suoi confratelli per evitare la possibile ribellione degli indios della Chiquitania. Camaño è prima condotto a Oruro314 (Bolivia), dopo a Lima (Perú) e da lì a Cartagena de Indias (Colombia),

approdando a La Habana (Cuba) e dopo in Spagna. Fece il viaggio con i suoi compagni verso il porto di Callao (Perù) sulla nave “Nuestra Señora Del Rosario”, Alias "La Per dopo trasferisrsi ad Imola, Barcelona (probabilmente insieme a Iturri), tornare ad Imola, Bagnara di Romagna, Roma e Valencia (Spagna).

309 La ciudad de Chuquisaca se encuentra a 455 Km de Santa Cruz de la Sierra.

310 Entre los profesores de la Universidad de Córdoba se pueden citar Gaspar Phitzer, Domingo Muriel, José

Quiroga, Gaspar Juárez y José Peramás.

311 D'ora in poi C. per Camaño

312 Zenón Bustos, Anales de la Universidad de Córdoba, t. 1 p. 557

313 Furlong, Domingo Muriel, Revista de la Facultad de Filosofía y Letras, 64, p. 17, 1934. Muriel

continua a Faenza ad essere il direttore degli studi dei giovani paraguaiani nell'esilio tra cui Camaño.

314 El jesuita mendocino Juan de Godoy, el cual probablemente viajo con Camaño describe en una carta

parte del viaje. La carta esta dirigida al hermano Ignacio y esta fechada en Lima el 21 diciembre de 1768. En: Fuente americana de la Historia Argentina de la Biblioteca de la Junta de Estudios Históricos de Mendoza Vol. III. Copias de cartas de jesuitas mendocinos, Expulsados de las colonias americanas en

1768 por el rey Carlos III, recopiladas por Monseñor José Aníbal Verdaguer, Obispo de Mendoza.

Fortuna" insieme alla nave Loreto congiuntamente a 54 gesuiti. Nel corso della navigazione morirono due, dovendo far scalo per i forti venti il 7 novembre 1767 al Capo di San Antonio di Cuba, arrivò nella baia de La Habana (Cuba) il 12 novembre 1767 “El Rosario” capitanato da Juan Higgia faceva parte del convoglio315 di navi che

deportarono i gesuiti americani dal versante pacifico insieme alle navi: El Nuevo Estado del Reino de Suecia, El Stokolmo, El Jasón, La Amable Señora, La Constanza, El Rosario, El Nerón, y El Buen Consejo o Diamante de Ragusa scortate dalla nave Santa Isabel. A bordo di questa nave imbarcarono il 28 settembre 1768 per la Corsica ottanta gesuiti che avevano soggiornato nel porto di Santa Maria provenienti da diverse province a partire dal 9 luglio 1768. Sopraggiunse al Puerto de Santa Maria (Spagna) nel mese di agosto 1769 da dove partì il 28 settembre per arrivare dopo alcuni mesi a Faenza316, insieme alla maggior parte della provincia gesuita del Paraguay317.

1768 secondo Furlong in quest'anno è databile il primo documento scritto di 20 pagine

appartenenti a C. della “Narratio declarans quisman sit status Missionum Societatis

Jesu in regno Tunkini usque ad annum 1768”. Non ho trovato al rispetto nessun

riferimento personale di C. sulla sua ipotetica paternità. Se si deve credere a Furlong dovrebbe essere stato scritto a partire della sua residenza nel porto di Santa Maria (Spagna) nel Hospicio de Indias, dal 9 luglio 1768 fino al 28 settembre dello stesso anno, e finito di redattare a Faenza318. Quelli che approdano al porto di Santa Maria

provenienti dalla provincia del Paraguay secondo lo studio di M. Pacheco Albacete sono

315 La partenza del convoglio ebbe luogo il 15 giugno 1768

316 Il suo biografo G. Furlong afferma che si stabilí a Faenza con scarsi libri relativi alle sue tematiche di

studio. Situazione rapidamente superata dato che seguendo le sue lettere scritte per collaborare alle opere di Muriel, di Hervás, di Gilij, di Jolís, di Ocampo, ecc. si ha prova della frequenza con la quale Camaño copiava leggendo testi, appunti, libri francesi, manoscritti, ecc. Vedere ad esempio appendice documentale Parte IV, 1, (Paraq 12.1), lettere di Camaño a F. Ocampo; o Parte V Lettere a Hervás (Vat. Lat.).

317 Vedere a questo proposito: “Fuente americana de la Historia Argentina de la Biblioteca de la Junta de

Estudios Históricos de Mendoza”, Vol. III. Copias de cartas de jesuitas mendocinos, Expulsados de las colonias americanas en 1768 por el rey Carlos III, recopiladas por Monseñor José Aníbal Verdaguer, Obispo de Mendoza. Mendoza 1940, pag 141. L'arrivo degli americani si concretizzò alla spicciolata,

bisogna ricordare che ancora il 21 dicembre 1768 il P. J. J. Godoy si trovava a Lima e affermava in una sua lettera al fratello il prete mendocino Ignacio Godoy: “Mi muy amado hermano don Ignacio: Estoy en

vísperas de embarcarme aquí en Lima con otros 16 Jesuítas de las Misiones de Mojos y Chiquitos, hoy 21 de Diciembre, Para ir por la vía de Panamá. Me junté con dichos padres en Oruro, 60 leguas más acá de Chuquisaca, y vinimos por tierra hasta Arica, en donde nos embarcamos, y haciendo una escala en Hilo y otra en Nazca, llegamos al Callao a 5 del dicho mes y nos han hospedado en el Hospital de San Juan de Dios y asistido los religiosos con mucha caridad y muchos afectos, y afectas que siempre son los buenos y buenas, nos han regalado, y dado muchas limosnitas. Nunca falta Dios”.

318Devo sottolineare che dubbito sulla paternità di questo scritto, conoscendo tutte le altre produzioni di

437 gesuiti.

1768 il giorno 17 ottobre 1768 arrivò il Padre Muriel alla città di Faenza in compagnia

del P. Robles319. I biografi di Muriel raccontarono che era tale il fervore dei giovani

studenti gesuiti sotto la guida del P. Muriel che tutti si applicarono allo studio, nonostante le privazioni e le incomodità.320

1769 appartiene a quest'anno la carta relación del Padre Antonio Moxi321 datata a

Ravenna il 13 agosto con note marginali di Camaño probabilmente una delle sue prime collaborazioni del gesuita paraguaiano.

1769 C. verso la fine di questo anno si trova già stabilito a Faenza 1770 C. il 15 agosto fa gli ultimi voti con professione solenne

1770 C. diventa professore dei giovani studenti della Provincia del Paraguay che a

Faenza proseguivano i suoi studi. Inizia ad occuparsi della cartografia, l'etnografia e la linguistica, secondo i suoi confratelli.

1772 il 6 julio in una missiva che si trova all'Archivio di Azpeitía il Padre Calatayud,

che come C. dedicò la maggior parte del suo esilio a raccogliere dei materiali per fare

319 G. Furlong, Domingo Muriel, Revista de la Facultad de Filosofía y Letras, 64, p. 17, 1934. Furlong

sosteneva: “Grande fue su gozo al verse de nuevo en la compañía de sus queridos paraguayos, que así llamaba él a los jesuitas de la provincia del Paraguay. Los jóves estudiantes, que en numero de ochenta moraban en esa ciudad y eran los que estaban antes en Córdoba dedicados a las letras humanas o a las ciencias eclesiásticas, ocuparon el palacio de “La Isola”, gracias a la exquisita e inolvidable benignidad del Conde Francisco Cantoni, y tuvieron por superior desde los principios de sus nueva instalación al P. Muriel, a quien conocían todos ellos y apreciaban grandemente. Su nombramiento de Rector en esta ocasión no fue una novedad, pues en 1767, al disponerse para volver a América, llevaba consigo el nombramiento que en su persona había hecho el Rev. P. General, nombrándole rector de la Universidad de Córdoba en reemplazo de Andreu. Así lo afirma Peramás.”

320 G. Furlong, Domingo Muriel, Facultad de Filosofia y Letras, LXIV, 1934, Buenos Aires, p. 17-18.

Miranda scriveva: “se bañaba de gozo cuando en medio de las causas más severas de las facultades mayores, se ejercitaban los humanistas muchas veces al año, en recitar sus composiciones ya oratorias, ya poéticas; y los maestros por su parte procuraban secundar (como les era posible) este genio y deseos del rector. A los tres años de ocupar el P. Muriel este rectorado recibió la patente de provincial, reemplazando así al P. José Robles que desempeñó ese cargo en los difíciles años de la expulsión. En el tiempo en que entró el P. Muriel a su cargo constaba la Provincia de veinte comunidades, repartidas en otras tantas casas, de las que cinco estaban en Ravena, dos en Brishiela y trece en Faenza. En una de estas y en compañía de Jose Sans y del hermano Juan Boulet vivía el nuevo provincial. Visitó en diversas ocasiones a todos los súbditos y recelando la próxima extinción de la Compañía, se esforzaba en afianzar en el espíritu religioso y en el amor a la vocación a cuantos necesitaban de alientos y de ayuda en medio de tantas privaciones y tan grandes contratiempos. Ordenó de sacerdotes todos los jóvenes...”

321 H. A. Aguilar in “Historia Natural del Gran Chaco”, Buenos Aires 2005, dice: Antonio Moxi Misionó

entre los Vilelas del sudeste de Salta (Furlong 1939) y describió interesantes notas sobre la fauna, entre las que se destacan «...Tigres en abundancia, Leopardos, Osos Hormigueros, Aguarás, Ciervos, Corsuelas, Antas, por otro nombre la Gran bestia, Jabalíes de tres castas, y a los cuales los indios dan diferentes nombres...». Recordemos que recién a fines de los años 70 ya en el siglo XX, la ciencia confirmó que había tres especies de pecaríes o «chanchos» y no dos como hasta ese momento se creyó (el último en describirse fue el Chancho Quimilero, Catagonus wagneri). Además, Moxi describió algunas especies de reptiles y aves, de las cuales «... las más ordinarias son Avestruces, Charatas, Chuñas, Perdices de dos especies, Loros, Patos de muchas raleas, Palomas, Tórtolas y otras innumerables.»

una “Historia de la Compañia de Jesús en América”, cita a Camaño tra i quali avevano collaborato a ricavare il materiale pertinente per la sua opera322. Calatayud scriveva al P.

José Cardiel “escrito al P. Orósz y a otro Padre sobre el mapa. Veremos lo que se

responde...Al padre Camaño envío el cuaderno con papel suave para copiarle. Al P. Canelas, Iturri, Prov.e y demás PP. Mis memorias; al P. Camaño me encomiendo y que tenga paciencia con este viejo...”

1773 quando si produce l'estinzione della Compagnia di Gesù il 21 de julio de 1773 C.

si trovava a Faenza. C. sentì la lettura del Breve Dominus ac Redemptor insieme agli altri gesuiti radunati sotto la guida del P. D. Muriel, il quale cessò ipso facto come Provinciale, però continuò a disimpegnare un ruolo carismatico all'interno della comunità esiliata323. Secondo il P. Diego León Villafañe in una sua lettera a Don

Ambrosio Funes324 sosteneva che: “El P. Domingo Muriel que a principios del

Pontificado de Clemente XIV, daba por cierto la extinción de la Compañía de Jesús; luego que se verificó el año 73, y se nos intimó por septiembre a los que vivíamos en la ciudad de Faenza, convocó en la casa de Estudios donde él moraba con nuestros Escolares jóvenes; y les leyó un papel, asegurándoles que él entonces empezaba ya a esperar la restauración de nuestra religión la Compañía de Jesús325. (…) Desde el día

que se promulgó el “Breve de supresión”, su vida fue la misma en todo, y el citado Breve Pontificio sólo le obligó a vestir la sotana de los clérigos de Italia y cesar en su oficio de Provincial. En todo lo demás continuó sin alterar en nada su método de vida y menos aún los principios de su vida espiritual. El canónigo Fanelli, enemigo al principio de los Jesuitas, le retuvo en su casa junto con sus compañeros Sans y Boulet, y allí ocupado en sus trabajos históricos, teológicos y jurídicos pasó los últimos 22 años

322 Archivo de Loyola Azpeitia, P. Calatayud, Tratado sobre la Provincia de la Comp.a de Jesus de el

Paraguay; las persecuciones padecidas; y autorizados informes del Rey, Obispos y sujetos graves que volvieron por la conducta y ministerios sagrados de los Jesuitas de aquella Prov.a; y sobre las cartas injuriosas a la Comp.a de los Sres Obispos Ayllana de Tucuman y Fr. Basilio de Sta Justa Arb.o de Manila: con el decreto de Phelipe V y cartas de varios obispos en favor de la Comp.a de Jhs. Questo volume contiene una lettera copia di Camaño “Carta de D. Basilio Sancho, sobre los jesuitas de Filipinas” (senza numerare), con altri scritti numerati dalla pagina 16 fino alla 27 “Específica y numérica descripción de las Reducciones de Indios” Formada con gran exacción y registro de Archivos y Anuas de los Colegios por el P. Joseph Guevara Mtro. De Philosophia en la Universidad de Córdoba de Tucumán y por el P.e Joaquín Camaño, sujeto muy hábil”. Furlong attribuisce questo manoscritto a F. Iturri per alcuni commenti del P. Calatayud. La mia opinione è che tanto Iturri come C. hanno collaborato alla raccolta di materiale.

323 G. Furlong, Domingo Muriel, Facultad de Filosofia y Letras, LXIV, 1934, Buenos Aires, p. 18. 324Vedere appendice documentale alla fine di questa tesi, Parte I, punto 4.

325 Lettera del Padre Diego León Villafañe al Sr. Ambrosio Funes, in Archivo de la Provincia Argentina-

de su existencia. El invierno de 1794-1795 fue severo con su salud y muere el 23 de enero de 1795 a la edad de 77años326.

1773 Hervás327 y Panduro328 che tanto segnerà la vita di C. si trasferisce da Forlì a

Cesena

1778 C. finisce con la redazione della “Noticia del Gran Chaco” rimasta sconosciuta

fino alla pubblicazione di G. Furlong nel 1955 a Buenos Aires.

1779 C. il 2 giugno da Faenza scrive a Hervás col proposito di iniziare con la

mediazione del conquense un ricorso davanti al conte di Floridablanca per tentare di riscuotere l'eredità dei suoi genitori.

1779 data della pubblicazione dell'opera di D. Muriel329, fino a quel periodo C. aveva

collaborato con il suo ex-provinciale330.

1780 il nome di C. compare tra gli ex-gesuiti che avevano una pensione di 375 reales331,

secondo un manoscritto della Biblioteca Nacional di Madrid.

1780 secondo R. Diosdado Caballero332 in “Vida de Luis Olcina misionero del Chaco”

C. realizzò una Mapa General del Paraguay per l'opera di Vicente Olcina333, opera che

326 G. Furlong, Domingo Muriel, Facultad de Filosofia y Letras, LXIV, 1934, Buenos Aires, p. 19

327 Tra il 1778 a 1792 Hervás scriverà i 22 volumi della Idea dell'Universo 328 Hervás tra il 1774-1798 vivrà tra Roma e Cesena.

329 D. Muriel, Historia del Paraguay desde 1747 hasta 1767, Madrid, Librería General de Victoriano

Suarez 1918.

330 G. Furlong, Domingo Muriel, Facultad de Filosofia y Letras, LXIV, 1934, Buenos Aires, p. 56. Nelle

lettere scritte a suo cugino Francisco Ocampo scrive ad esempio il 12 marzo 1785 che Jolís le aveva presentato il suo mappa a José Sans il quale viveva nella stessa abitazione con Muriel. Sans molto soddisfatto glielo avrebbe fatto vedere a Muriel il quale rimase meravigliato per la sua precisione.

331 Biblioteca Nacional de Madrid, ms. 18.620

332 Raimundo Diosdado Caballero nato a Palma di Majorca, Spagna, nel 1740 e morto a Roma tra il 1829-

1830. La sua opera più celebre fu Bibliothecae Scriptorum Societatis Jesu supplementa. Supplementum primum (Roma, 1814), Supplementum primum (Roma, 1814), Supplementum alterum (Roma, 1816).

333 H. A. Aguilar in “Historia Natural del Gran Chaco”, Buenos Aires 2005, dice: Vicente Olcina Misionó

en las reducciones de Vilelas y Lules, dejando valiosas descripciones zoológicas, por ejemplo de varias abejas y de árboles típicos como el lapacho, el palo santo y palmeras (Furlong 1939). Maravillado por el paisaje chaqueño, escribió: «A más del espectáculo agradable a la vista, de tanta multitud de palmas, ofrece [el Chaco] otro suelo, no menos curioso, y es una increíble multitud de hormigueros que sobresalen bastante, formados todos de torrecitas piramidales para tener las hormigas donde guarecerse en tiempo de inundaciones...». El relato no estaría completo si no escribiera sobre los osos hormigueros: «...le conviene perfectamente el nombre que le han puesto, porque el cuerpo, la fiereza y garras son de oso, a excepción de la cola, cuyas cerdas son tan largas que con ellas se cubre todo el cuerpo y, bien atadas en un manojito, son el ordinario peine de las indias infieles. Aún hay más diferencia en la boca, si boca se puede llamar una trompa muy delgada y de más de media vara, que es como la vaina de una lengua sutilísima, y mucho más larga que la trompa...». En sus textos hay además observaciones sobre los pecaríes «... de estos últimos hay varias especies, diferentes de las de Europa, y en algunos parajes hay tanta multitud de ellos que no se puede creer si no se ve. Se encuentran manadas de cuatrocientas y más, y de muy lejos se oye el ruido que meten los colmillos, que es espantoso...». Es interesante el relato sobre el urutaú «... me ha parecido extraordinaria, porque remeda tan bien con su canto la voz del hombre, que varias veces oyéndola a lo lejos he creído que eran indios que gritaban dentro del bosque,... sobre una rama de árbol

secondo Furlong non fu mai editata334.

1781 C. il 15 dicembre da Faenza inizia il suo carteggio con suo cugino F. Ocampo. In

quest'anno C. è anche citato anche come collaboratore dell'opera dell'Abate Gilij, il quale scriveva che... contraccambiava la gentilezza del sig. abate Camagno in mandarmi l'estratto della lingua cichitta, e i Cataloghi di varj Americani linguaggi con dare alla publica luce una sua lettera...335. Gilij cita a Camaño come autorità nello relativo alle

lingue guaraní e tupí.

1781 C. pubblica nell'opera dell'abate Gilij “Saggio di Storia americana” (Roma336) una

“Carta Geografica di Terra Ferma”337. Furlong la definisce come “Carta del Fiume e

Provincia dell'Orinoco nel America Meridional”338. C. collaborò anche nel corso di