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Dalla missione di San Javier verso l'esilio

f Grafici ideali della rete relazionale di Joaquín Camaño

3. Dalla missione di San Javier verso l'esilio

Uno degli obiettivi del mio lavoro è lasciare da parte le motivazioni politiche ed economiche che originarono l'espulsione dei gesuiti e concentrarmi sul tentativo di ricostruire, a partire dal punto di vista di Joaquín Camaño y Bazán, la sua rete di contatti. Bisogna sottolineare però che l'espulsione decretata da Carlo III fu, come afferma N. Guasti, “l'epilogo di un'aspra lotta politica, iniziata alla fine del regno di Filippo V104 e terminata appunto con la cacciata della Compagnia di Gesù, nel corso del 100 Furlong segnala che probabilmente si trattava di un libro di Storia della città spagnola della Rioja.

101 Recopilación de Leyes de los Reynos de las Indias fu un compendio della legislazione spagnola per i

suoi possedimenti coloniali in América e nelle Filippine. Fu realizzata da Antonio de León Pinelo e Juan de Solórzano Pereira e approvata da Carlos II (1665-1700) per mezzo di una pragmática, firmata a Madrid il 18 maggio 1680.

102 Dalla città di Córdoba a San Javier ci sono 394 ore di cammino.

103Il calcolo è mio. Ho seguito per farlo le relazioni di alcuni viaggiatori della fine del XVIII secolo. 104 Filippo V di Borbone (1683-1746) fu il primo re di Spagna della dinastia dei Borbone. Era infatti nipote

1767”105 da tutti i domini spagnoli.

L'esilio, a livello personale, trovò Joaquin Camaño nella piccola missione di San Javier106 (Santa Cruz de la Sierra, Bolivia), quando era stato appena nominato cura

parroco della missione di Santa Ana. Nel pieno dei suoi lavori gli viene notificato il decreto d'espulsione per mano del Tenente Colonnello don Diego Antonio Martinez de la Torre, e il riojano, dimostrando la sua rigorosa ubbidienza collaborerà a mettere in atto la decisione del governo spagnolo.

Joaquín, definito nei documenti come “sacerdote scolaro”107, è per i suoi superiori un

giovane promettente di appena 30 anni, che ha da poco fatto il suo 3° voto ed appartiene ad una ricca famiglia di “hacendados” di una delle aree più prospere delle colonie spagnole. Egli, come tanti altri gesuiti, accetterà il decreto di espulsione con rassegnazione. In prima persona, si offrirà per accompagnare il capo dei militari che doveva comunicare il decreto d'espulsione e rastrellare i gesuiti nello esterminato territorio delle missioni della Chiquitania. Una terra sconosciuta alla maggior parte degli spagnoli abitanti delle colonie.

Contrastare ogni eventuale ribellione da parte della popolazione indigena era stata una delle grandi preoccupazioni della Corona spagnola ed è proprio per questo motivo che i militari si servirono di missionari come C., per comunicare all'interno del territorio delle missioni, l'ordine di espulsione. Camaño accompagnerà i militari per evitare qualsiasi possibile sollevamento. In questa occasione l'ignaziano utilizzerà la sua conoscenza della lingua dei Chiquitos, per annunciare e divulgare la gravità della notizia. I testimoni affermarono che C. in persona aiutò a tranquillizzare gli animi degli indigeni e dei suoi stessi confratelli. Il nostro gesuita agevolerà, così, grazie alla sua padronanza linguistica, il compimento della Prammatica Sanzione del 2 aprile 1767 tra i Chiquitos, questo sarà in definitiva il grande trionfo politico di Campomanes e di Aranda anche in una delle terre più inospitali dei possedimenti spagnoli. Bisogna ricordare che proprio a Bologna Re Sole, era figlia di Filippo IV di Spagna e sorellastra dell'ultimo re spagnolo degli absburgo. Il ruolo che i gesuiti svolsero nel Confessionale Reale fu di gran interesse ed è una prova del potere che arrivò a raggiungere la Compagnia in Spagna in particolare dopo l'arrivo al trono dei Borboni nel 1700. Con Carlos III nel 1759 finì la tradizione dei confessori reali gesuiti e si scelsero confessori francescani.

105 N. Guasti, I gesuiti spagnoli espulsi (1767- 1815) : politica, economia, cultura. 106 San Javier era stato il primo insediamento della regione, fu fondato nel 1691

107 Joaquín Camaño dichiara di essere un: “sacerdote, estudiante, escolar” al suo ingreso al porto di

negli anni precedenti all'espulsione si era diffuso uno scritto anonimo che sosteneva il rischio di una guerra per scacciare i gesuiti dalle terre americane:

"Nel tempo, in cui si andava negoziando sopra l'essecuzione del trattatto de confini delle conquiste, stipolato dalli 16 Gennaro 1750, si riceverono nella corte di Lisbona dalla quale passarono subito in quella de Madrid l'informazioni qualmente li religiosi gesuiti erano divenuti da molti anni in quà in si fatta guisa potenti nell'America spagnola, e portoghese, che sarebbe stato necessario di venire ad una Guerra difficile contro li medesimi a difetto, che la suddetta essecuzione avesse il suo debito effetto"108.

Si deve pensare alla vasta area governata dalla Corona spagnola alla fine del XVIII secolo, e a tutti i preparativi che mise in atto il governo spagnolo: gli ordini relativi alla mobilitazione erano stati mandati con molta anticipo (inizi di marzo) a tutte le autorità coloniali. Si misurarono, addirittura, tutti i possibili particolari e tutte le mosse immaginabili per evitare ogni tipo di reazione e riuscire in questo modo a punire i probabili complotti. Negli ordini si disponeva, sotto pene severe, l'assoluta segretezza di tale operazione che fu chiamata “operación sorpresa”. Il testo della Pragmatica

Sanción, firmato dallo stesso re Carlo III, nel palazzo del Pardo, il 27 febbraio 1767

affermava:

Habiéndome conformado con el parecer de los de mi Consejo Real en el Extraordinario que se celebra con motivo de las ocurrencias pasadas, en consulta de 29 de enero próximo, y de lo que sobre ella me han expuesto personas del más elevado carácter; estimulado de gravísimas causas, relativas a la obligación en que me hallo constituido de mantener en subordinación, tranquilidad y justicia mis pueblos, y otras urgentes, justas y necesarias que reservo en mi Real ánimo; usando de la suprema autoridad económica que el Todopoderoso ha depositado en mis manos para la protección de mis vasallos y respeto de mi Corona: he venido en mandar que se extrañen de todos mis dominios de España e Indias, Islas Filipinas y demás adyacentes, a los Religiosos de la Compañía, así Sacerdotes, como Coadjutores o Legos que hayan hecho la primera profesión, y a los

Novicios que quisieran seguirles; y que se ocupen todas las Temporalidades de la Compañía en mis Dominios; y para su ejecución uniforme en todos ellos, os doy plena y privativa autoridad; y para que forméis las instrucciones y órdenes necesarias, según lo tenéis entendido y estimaréis para el más efectivo, pronto y tranquilo cumplimiento109.

Dopo l'aprile del 1767110 cominciò, come si sa, una lunghissima peregrinazione

concepita da molti cronisti come un'epopea nella quale i protagonisti (o i sopravvissuti) furono obbligati ad ammucchiarsi in prigioni o in piccole imbarcazioni verso il viaggio d'esilio, che finirà nelle terre pontificie. In questo modo, l'espulsione dei gesuiti dei domini della Spagna (che è considerata attualmente come "la più radicale e trascendentale decisione del regalismo di Carlos III"), cambierà le fondamenta della vita dei gesuiti a livello identitario. Gaspar Juárez spiegava:

“Il 12 Ottobre, giorno consacrato alla Nostra Signora Vergine del Pilar, i 5 bastimenti che riconducevano i Gesuiti esiliati sciolsero le vele al vento... Montevideo fu l'ultima terra d'America che perdemmo di vista, ma non dal cuore e dalla memoria... là sta nascosto il tesoro di indimenticabili anime per la cui redenzione noi Gesuiti siam pronti a versare il sangue”.

L'operazione nelle Colonie, che è quella che mi interessa, e in particolare quella dell'America meridionale, fu molto più ardua e complessa delle previsioni, e si dovette far fronte a gravissimi problemi materiali. L'esercito, che doveva accompagnare i contingenti degli espulsi percorse grande distanze su territori impervi, conosciuti soltanto dagli stessi missionari gesuiti. Tale risulterà il caso del territorio della Chiquitania, in cui gli ignaziani erano riusciti a entrare con la loro vocazione missionaria soltanto alla fine del XVII secolo e in cui soltanto gli stessi gesuiti erano in grado di

109 Il testo della Pragmatica Sanción si rivolge a tutti i: “ Virreyes, Presidentes, Audiencias, Gobernadores,

Corregidores, Alcaldes Mayores y otras cualesquiera Justicias de aquellos Reinos y Provincias; y que en virtud de sus requerimientos cualesquiera tropa, milicia o paisanaje den el auxilio necesario sin retardo ni tergiversación alguna, so pena de caer el que fuere omiso en mi Real indignación; y en cargo a los Padres Provinciales, Propósitos, Rectores y demás Superiores de la "Compañía de Jesús" se conformen de su parte a lo que se les prevenga, puntualmente, y se les tratará en la ejecución con la mayor decencia, atención, humanidad y asistencia de modo que en todo se proceda a mis soberanas intenciones”.

110 F. Melai, a p.12 e 13 della sua tesi di dottorato “I Gesuiti del Paraguay espulsi in Italia. Mitologia

politica e sociologia dell'esilio” 2011-2012, afferma che il decreto di espulsione fu attuato a Buenos Aires

con grande ritardo tra il 2 e 3 di Luglio 1767, cosa che ci fa pensare che la operazione sorpresa non sia stata così efficace come si prevedeva.

condurre le truppe spagnole nelle varie missioni.

Attraverso il Diario di Peramas si sa che l'ordine di extrañamiento arrivò al Collegio di Córdoba111 il 12 luglio, giorno in cui tutti gli ignaziani in numero di 133 furono condotti

e rinchiusi nel refettorio112. Rimasero in questo modo isolati per 10 giorni nel Colegio

Mayor per dopo essere inviati su dei carri al porto de la Ensenada a Buenos Aires. Punto

nel quale Bucarelli aveva stabilito di raggruppare tutti gli ignaziani in attesa di spedirli in Spagna. I carri carichi degli espulsi, arrivarono al porto dopo 27 giorni di cammino disagiato, il 18 agosto. Non si tenne conto dello stato fisico e spirituale dei sacerdoti che per bocca di Peramas, si lamentarono di dover rinunciare ai loro doveri religiosi per esser stato loro impedito di celebrare messa, lungo la strada per onorare la festa di Sant'Ignazio il 31 luglio113.

A partire da quel momento il resto dei gesuiti presenti nei collegi della Provincia del Paraguay furono sistematicamente arrestati e inviati -via fiume- a raggiungere gli altri confratelli a Buenos Aires; così si fece progressivamente il 26 luglio con i gesuiti di Corrientes, il 30 con quelli di Asunción, il 3 agosto con quelli di Salta e il 23 con quelli di Tarija. I gesuiti delle missioni indiane del Paraguay propriamente detto furono concentrati invece gradualmente nel porto di Lima ( Callao) per raggiungere poi via mare Cadice, dopo aver fatto sosta a Cuba a La Habana.

Nel frattempo il 25 luglio erano arrivati al porto di Montevideo, ignari del loro nuovo destino, provenienti dal Porto di Santa Maria, un gruppo di 80 novizi114 nella nave San

Fernando, i quali reclutati dai procuratori Muriel e Robles in Europa erano destinati alle

provincie del Paraguay e del Cile115. A loro fu comunicato tempestivamente il “Breve”

111 Sede dove aveva studiato Camaño 112 Peramas, Diario, p. 47

113 Peramas, Diario, p. 47

114 Destinati alle Provincie del Paraguay e del Cile

115 Nella sua breve biografia su D. Muriel G. Furlong spiega: “De Buenos Aires partieron ambos

procuradores en febrero de 1764”. Erano stato eletti quando nel ottobre del 1764 si era celebrata a Cordoba “la vigesima Congregación provincial en la que además de asuntos provinciales de toda la provincia que en ella se ventilaban, se elegían lo procuradores generales que debían pasar a Europa para tratar los negocios de la Provincia ante las cortes de Madrid y Roma, y para reclutar y conducir a América nuevos misionarios”. G. Furlong, Domingo Muriel, Buenos Aires 1934, p. 15.

d'espulsione116, fu impedito loro di scendere a terra e ordinato di rimanere sulla nave per

alcuni giorni fino al loro trasferimento al porto della Ensenada, dove furono rinchiusi nella fregata Venus, destinata a sua volta a raccogliere gli altri gesuiti provenienti da Córdoba. La Venus alias Santa Brigida partì dal porto di Montevideo il 29 settembre con 224 gesuiti per raggiungere Cadice, il 5 gennaio del 1768, dopo aver superato alle condizioni burrascose dell'Atlantico, che causarono la dispersione parte del convoglio, fino a raggiungere il porto della Coruña117.