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Vita di J Camaño prima dell'espulsione

f Grafici ideali della rete relazionale di Joaquín Camaño

2. Vita di J Camaño prima dell'espulsione

Il Padre Joaquín Camaño era figlio di Don Cipriano Camaño y Figueroa92, gran maestro

di campo ed alguacil mayor dell'Inquisizione nelle città di La Rioja e San Fernando della Valle, e della signora Maria Ana Bazan y Cabrera93, figlia del gran maestro di

campo Don Diego Ignacio Bazán de Pedraza e di Josefa Luisa de Cabrera. I progenitori del nostro gesuita rappresentavano in La Rioja una delle famiglie più ricche, e più elevate nelle sfere sociali. L'anagrafe del 1766 menzionava “un uomo di avanzata età la cui fortuna si valutava da 6, a 8 mila “pesos” in denaro oltre a una casa di buona fabbrica con i mobili corrispondent: “aveva anche una estancia nella Cordigliera verso il N.O di La Rioja, dove aveva da 300 a 400 teste di bestiame bovino. Aveva inoltre 20 schiavi, la metà di essi adulti”.

José (Joseph) Sánchez Labrador, 1717 -1798, un gesuita nato in Spagna, fu un autore prolifico di testi di dottrina cattolica, arte, lingua guaranì, antropologia, agricoltura e scienze naturali. Un titolo distaccato su questo ultimo individuo è Paraguay Naturale (Furlong 1931) 1948, 1957, 1960, Sainz Pentolaio et a quello. 1989; Sainz Ollero e Sainz Pentolaio 1997; Ottone2007 il cui prima parte, divisa a sua volta in tre libri inediti, è un trattato su minerali che include inoltre descrizioni di montagne e note sul clima della regione. Sánchez Labrador si riferisce anche alle proprietà dell'acqua e sostiene che i fiumi Paraná ed Uruguay sarebbero capaci di pietrificare; l'autore spiega la genesi delle pietrificazioni di modo simile a Guevara; tuttavia, a differenza di questo ultimo, cerca di dimostrare il modo nel quale si formerebbero questi oggetti naturali per quello che, avendo come premessa che '' l'arte sa imitare alla natura in queste filosofiche metamorfosi '', appuntamento distinte maniere per le quali sarebbe dable ottenere legno pietrificato artificiale, Sánchez Labrador1771). Il gesuita inglese Thomas Falkner, 1710 -1784, anche Lei refiriere alle proprietà petrificantes del fiume Paraná, Falkner1774, mentre l'austriaco Martín Dobrizhoffer

91 Famosa è la figura del gesuita spagnolo José de Acosta (1539-1600). Missionario in Perù e in Messico,

il quale prese parte al Concilio di Lima e collaborò alla pubblicazione di catechismi e confessionari in lingua quechua, aymará e castigliana. Tornato in Spagna nel 1567, tentò invano in una convocazione generale della Congregazione, tra il 1592 e 1593, di rendere i gesuiti spagnoli indipendenti dal generale della Compagnia di Gesù, allora Claudio Acquaviva, residente a Roma. È considerato tra i maggiori storiografi americani. Le sue opere più importanti sono: De promulgando evangelio apud barbaros sive de procuranda Indorum salute, Peregrinación del hermano Bartolomé Lorenço (1571); Historia natural y moral de las Indias en que se tratan las cosas notables del cielo y elementos, metales, plantas, y animales dellas y los ritos, y ceremonias, leyes y gobierno, y guerras de los indios, Juan de León, Sevilla, 1590.

92 Durante la fine del XVIII secolo alcuni membri della famiglia Camaño dominarono la scena politica

della provincia de La Rioja e ricoprirono diversi incarichi di grande prestigio. Vedere E. Saguier,

Genealogía de la tragedia argentina (1600-1900), http://www.er-saguier.org/, p. 427-428.

Oltre a essere ricca e prestigiosa la famiglia Camaño fu profondamente religiosa, come testimonia il fatto che altre due figlie che abbracciarono la stato religioso. Le sorelle di Camaño entrarono nel convento delle Catalinas di Córdoba, una era conosciuta con il nome di Madre Ana Maria del Carmen, e l'altra sotto il nome di Madre Maria della Trinità, Camaño seppe della sua morte grazie a una lettera di Ambrosio Funes del 1803. In questa Funes annunciava la notizia a C., il quale rispose il 16 luglio dello stesso anno da Imola, lamentando la perdita di sua sorella.

Joaquín a 14 anni si trasferì a Córdoba (1751) col proposito di proseguire i suoi studi presso l'Università di Trejo y Sanabria94, dove si laureò in Filosofia e Teologia95

Prima di finire gli studi ottenne l'ammissione alla Compagnia di Gesù, il giorno 22 Aprile 1757. Due anni dopo concluse la sua carriera come un alunno singolare96. Uno

dei suoi contemporanei raccontò che Camaño nel 1763 tenne “l'atto pubblico” in teologia in modo brillante presso l'Università di Cordoba97. Il Padre Calatayud che lo

conobbe bene ci fornisce anche notizie sulla sua dedizione allo studio. Altri contemporanei, come ad esempio Hervás y Panduro, sostenevano che fosse una persona con grande determinazione per lo studio e con uno spiccato talento per le lingue. Camaño conosceva bene oltre allo “spagnolo, il latino, il greco, il francese, l'italiano, il quechua, e il guaraní". Ciò nonostante scelse di lasciare il mondo universitario per essere inviato nelle missioni della Chiquitania, dove si dedicò durante 4 anni ad “indottrinare” gli indigeni nella “vita morale e sociale”, fino alla sua espulsione.

94 El origen de la Universidad Nacional de Córdoba se remonta al primer cuarto del siglo XVII, cuando

los jesuitas abrieron el Colegio Máximo, donde sus alumnos –en particular, los religiosos de esa orden– recibían clases de filosofía y teología. Este establecimiento fue la base de la futura Universidad. Bajo la tutela de los jesuitas y el impulso del Obispo Juan Fernando de Trejo y Sanabria, en 1613, aunque no estaba autorizado para otorgar grados, se iniciaron los Estudios Superiores en el Colegio Máximo de Córdoba. El Breve Apostólico del Papa Gregorio XV, fechado el 8 de agosto de 1621, otorgó al Colegio Máximo la facultad de conferir grados, lo que fue ratificado por el monarca Felipe IV, a través de la Real Cédula del 2 de febrero de 1622. A mediados de abril de ese año el Provincial de la Compañía, Pedro de Oñate, con el acuerdo de los catedráticos, declaró inaugurada la Universidad. Oñate redactó el reglamento del organismo, cuyos títulos tenían validez oficial. Con el nacimiento de la Universidad Nacional de Córdoba, familiarmente llamada Casa de Trejo, comenzó la historia de la educación superior en la República Argentina. Los jesuitas estuvieron a cargo de la Universidad hasta 1767, cuando fueron expulsados por resolución del Rey Carlos III. Así, la dirección de la Casa pasó a manos de los franciscanos. Durante el siglo y medio en que se extendió la administración jesuítica, la Universidad tuvo un perfil exclusivamente teológico-filosófico.

95 C. usa il suo titolo universitario nella mappa pubblicata da J. Jolís della sua opera: “Saggio sulla storia

naturale della provincia del Gran Chaco e sulle pratiche e su' costumi dei popoli che l'abitano, insieme con tre giornali di altrettanti viaggi fatti alle interne contrade di que' barbari”, Faenza, Genestri,1789.

96 Archivo de la Provincia Argentina de la Compañia de Jesus, P. Grenón en su Catálogo de los primeros

alumnos del Monserrat, Córdoba 1948, p.16. Escribe “Camaño (sic) Joaquin 1752 de La Rioja”. p. 105 Furlong

Camaño, in una sua lettera del 2 febbraio 1766 al Padre Nicholas Contucci, Visitatore della Provincia del Paraguay, spiegava il risentimento della sua famiglia per avere egli chiesto di essere trasferito alle missioni della Chiquitania, lasciando così il prestigioso mondo universitario di Cordoba:

Doy a V. R. muchas gracias [escribe Camaño] por la grande caridad que ha rezado conmigo, así en remitirme la dicha patente [de confesor], como en los paternales avisos, con que en su carta procura excitar mi tibieza al cumplimiento de mis obligaciones, y en las oraciones, por las cuales negocia con Dios nuestro Señor para mi su humilde hijo aquella gracia y auxilios convenientes a mi flaqueza para llenar el empleo y ministerios de mi vocación y finalmente en no haber dado oídos a las súplicas de los que se llaman míos, que por no atreverse a reprobar abiertamente mi vocación a Chiquitos, pretextaron querer probarla para impedirla no advirtiendo, que era presuntuosa cautela suya procurar más seguridad, o mejor aprobación, que la de Christo N. tro S.or declarada por boca de uno de mis superiores, enteramente informado de mi conciencia con la claridad que yo alcanzaba, y que he procurado observar siempre... De este mismo empeño de los míos, que no fué, sin dudar, de detener solamente, sino de estorbar del todo el seguimiento de mi vocación (que no fué nueva; sino la misma) con que me llamó Dios por su infinita misericordia, cuando se sirvió llamarme a la Compañía (de que era y soy indigno).

Il risentimento dei suoi genitori si potrebbe spiegare per il fatto che la Chiquitania, rappresentava ancora in quegli anni un territorio sconosciuto di 6.640 chilometri quadri98. Dalla fine del XVII secolo (1692) e nonostante le continue invasioni dei

paulistas col proposito di catturare gli indios per venderli come schiavi incominciarono

a nascere le “riduzioni” della Chiquitania, tra cui quelle di San Rafael, San Juan, San Miguel, La Concepción, San José, San Juan Bautista, Santa Ana, San Ignacio e Corazón de Jesús, con le stesse caratteristiche e organizzazione delle missioni dei Guaraní99

98 Questo territorio si trovava tra i 239 e 270 di Lat. sud, e tra i 60 e 66 di Long. Ovest, confinanti tra i

fiumi Guaporé a nord e Pílcomayo a sud.

Del lavoro di C., tra gli indiani non si hanno notizie; Furlong segnala nella sua biografia, che tra i libri inventariati nella sua riduzione dopo l'espulsione si trovavano alcuni titoli che potrebbero almeno fornire un profilo degli interessi tematici del giovane Camaño. Tra quelli che ebbero un peso decisivo nella sua formazione e alle quali Camaño cita di frequente, nelle sue lettere da esule si possono annoverare: la “Historia de la Rioja”100,

la “Recopilación de Indias101” in quattro tomi, la “Historia de Perú” dell' Inca Garcilaso

in tre volumi; la “Historia del Paraguay” del Padre Lozano in due volumi e quella del P. Xarqué, “Misioneros Insignes”.

Si potrebbe anche supporre che la traversata da Córdoba verso la sua riduzione di San Javier sia stata alquanto difficile, se si pensa che, per arrivare alla sua destinazione Camaño dovette passare dalla città di Jujuy, attraversare la Quebrada de Humahuaca, arrivare a Potosí, a Chuquisaca, e da lì a Santa Cruz de la Sierra e a San Javier, per un percorso totale di 1952 km102. Percorso che in parte dovette rifare, dopo l'espulsione

all'inverso, dato che da San Javier fu condotto a Santa Cruz, a Oruro, a Apolobamba, a Cuzco, a Palca, a Huamanga, a Huancavelica e a Lima, per arrivare finalmente al porto del Callao per circa 3435 km, con 720 ore di cammino103.