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Gutiérrez Nájera e la prosa modernista

2.4 Cuentos Frágiles

Cuentos Frágiles è l’unico libro che Gutiérrez Nájera pubblicò in vita, nel

1883. Il volume, che consta di quindici racconti, costituisce una panoramica delle questioni sociali dell’epoca segnalate secondo due prospettive differenti: quella oggettiva e quella soggettiva. La prima mette in risalto le miserie morali delle classi sociali, senza tenere in considerazione il loro rango; la seconda mostra il carattere umano dei suoi personaggi, vittime delle avversità e di un destino fatale. Il titolo scelto dall’autore dunque risponde ad un duplice significato: risponde alla finalità, premeditata dall’autore, di riaffermare in maniera celata, ma allo stesso tempo più efficace, l’intento che soggiace nelle narrazioni contenute: dare dignità all’essere umano; inoltre, rimanda alla fragilità generica dei testi che racchiude in sé.

I testi raccolti in tale volume, infatti, non sono retti da un genere uniforme – quello del racconto per l’appunto – piuttosto, si nota in tutta la raccolta una varietà strutturale da ogni parte tenute unite appena dal filo sottile dell’unità tematica, che delineano le meditazioni poetiche, passando per le riflessioni più serie e profonde del saggio, passando per narrazioni che riprendono aspetti dal saggio altri dal racconto, fino a raggiungere un’elaborazione più complessa che culmina nei racconti propriamente detti.

I Cuentos Frágiles rispondono, dunque, a due obiettivi, fondamentali per l’autore e intimamente legati tra di loro, che definiscono gran parte della sua produzione in prosa: una spiccata preoccupazione sociale e una riflessione sulla condizione dell’uomo, vittima del destino avverso. La preoccupazione sociale dell’autore è fortemente rivolta verso gli individui che, in quell’epoca, costituivano la parte debole e indifesa della società: le donne – in particolare quelle

65 giovani – e i bambini. Il tema della donna è quello più ricorrente e che, alla fine, si impone come quasi ossessivo nello scrittore. Lo spettro di personaggi femminili in Cuentos Frágiles può essere diviso in tre gruppi: “le donne in rovina”, ovvero coloro che, non potendo contare sulla protezione di un matrimonio o di una famiglia, per mantenersi da vivere sono costrette a svolgere lavori massacranti – la maggior parte di esse come sarte – (La novela del tranvía); oppure a vivere sotto la tutela, di famiglie benestanti, che le confinano al servizio dei loro capricci e delle loro necessità (Después de las carreras); quelle che scelgono di lavorare a teatro e finiscono per diventare vittime di qualche impresario teatrale (Historia de una corista); e infine chi è costretta a prostituirsi per combattere la povertà ed ottenere così quel lusso e quella ricchezza che tanto sognavano e che erano loro vietati (En la calle). Il destino di queste protagoniste era quello di vivere nell’umiliazione, passando la vita a dipendere da qualcuno, senza alcuna possibilità di sopravvivere da sole, immerse in un mondo a loro ostile, che le annulla come esseri umani.

Inevitabilmente, lo scrittore emette i suoi giudizi nei confronti delle donne dell’alta società, circondate dal lusso e dalle lusinghe, che hanno un concetto sbagliato di quella che è in realtà la vita: «Mucha luz,

muchas flores y un traje de seda nuevo: esa es la vida!» afferma la

protagonista di Después de las carreras, prototipo di quelle giovani di cui l’autore censura con toni accesi l’educazione. Immagine perfetta dell’egoismo borghese contro cui lo scrittore si scaglia, concependo come unico cammino per la vera felicità la conquista di affetti sinceri. Così, i Cuentos Frágiles sono tenuti uniti da un filo conduttore che comprende due aspetti: da un lato il tema dell’uomo e le sue travagliate vicissitudini; dall’altro il tono che domina, e opprime, e in cui si percepisce un pessimismo rotto che accentua una delle note dominanti in Nájera: la schiacciante solitudine a cui l’uomo è condannato.

I testi riuniti in questo volume si distaccano per lo stile distintivo dello scrittore che contrassegna tutta la sua prosa, colma di una ricca

66 gamma di ricorsi retorici, tra cui: immagini, contrasti, metafore, ironia, allitterazioni, sinestesie e descrizioni piene di sensualità, caratteri sensoriali e colore; elementi che fanno parte della sua prosa poetica, mezzo insuperabile per veicolare la critica sociale che tocca parte dei problemi che preoccupavano il Messico di fine secolo. Entrambe questi aspetti, stile e critica, permettono di conoscere la complessa personalità del suo autore in due dei suoi volti più tipici: quello del poeta rinnovatore di una prosa impoverita e ormai caduca,e quella del riformatore sociale che non può sottrarsi al suo contesto in cui vive.

Informato sulle teorie del racconto e dei suoi confini – avido lettore di Edgar Allan Poe66 – e consapevole che il saggio gli avrebbe permesso la leggerezza della conversazione in cui era maestro, lo scrittore elaborò consapevolmente un’interrelazione tra i due generi. I suoi non sono racconti “puri”, ma saggi che culminano in storie brevi che fanno da esempio alle sue riflessioni, alle sue spiegazioni didattiche. Così’ l’adozione del termine “fragili” con cui vengono indicati i racconti acquista un senso: esso rimanda alla fragilità dei suoi racconti in quanto genere, mero artificio che rivitalizza le sue idee, in questo modo devono essere accettati. Sebbene alcuni testi si avvicinano alla rotondità che il genere richiede, queste sono solo eccezioni. La parola racconto deve essere intesa, secondo quanto dichiara la studiosa Bustos Trejo, come sinonimo di “ciò che viene raccontato”, “ciò che viene commentato”, e il racconto e il saggio possono entrare nell’armonia desiderata tanto dallo scrittore che dal lettore che riceve, mediante la magia della narrazione, le sue proposte concettuali.67

66 A Poe appartiene il merito di aver formulato i principi generali del genere del racconto moderno, tra questi: la dimensione del racconto non deve oltrepassare il periodo di lettura di una sola sessione; il disegno concepito deve essere portato a termine affinché il lettore riceva l’impressione di finalità; il racconto deve creare un effetto unico; non deve contenere una sola parola che non serva a compiere il disegno concepito.

67 Cfr. A. Bustos Trejo, Prólogo, in Manuel Guriérrez Nájera, «Cuentos Frágiles», México, UNAM, 1993, pp. 22-23

67 Gutiérrez Nájera, saggista-narratore, ma sempre poeta, compie in quest’opera la funzione dell’intellettuale, obbligato a segnalare la strada che una società borghese e indifferente deve seguire. La sua prosa modernista, piena di ricchezza verbale, contribuisce alla buona riuscita delle sue intenzioni estetiche.

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Capitolo III

Proposta di traduzione di Cuentos Frágiles