Gutiérrez Nájera e la prosa modernista
2.1 Gutiérrez Nájera: il poeta nella società borghese moderna 1 L’homo duple
2.2.2 Il dibattito attorno al pensiero dell’autore
Gli studi dedicati all’ampia produzione di Gutiérrez Nájera si impegnarono ad individuare un corpus teorico che potesse riconoscergli un certo fondamento estetico modernista. Tuttavia, ciò che è emerso
45 Appellativo che lo scrittore riprese dal titolo di una commedia dell’autore francese Léon Laya che andò in scena a Parigi – da notare la coincidenza – nel 1859, anno in cui nacque Gutiérrez Nájera.
44 dalle scarse osservazioni dello scrittore stesso all’interno dei suoi testi46 è il profilo di un artista di più chiara ascendenza romantica che modernista.47
Ad avviare il dibattito è stato il critico Boyd G. Carter che, studiando il saggio giovanile dello scrittore messicano, El arte y el materialismo (1876) – pubblicato sulla rivista El Correo Germánico e inserito, in seguito, all’interno del volume teorico Obras I – individuò all’interno del testo alcuni elementi di novità, tanto da poter parlare di “primo manifesto del modernismo.”48 A suo giudizio, in tale sede Gutiérrez Nájera avrebbe difeso, anticipandoli, i principi fondanti della corrente letteraria di fine secolo quali, ad esempio, la libertà del processo creativo, la bellezza come fine e oggetto dell’arte, l’utilità del bello e l’idealismo dell’arte, distinguendosi come “precursore del modernismo nel dominio dell’estetico”.49
L’ipotesi sostenuta da Carter non ha trovato il consenso della critica che ha valutato come iperboliche le sue considerazioni, assegnando al testo in questione un valore secondario nella storiografia dell’estetica modernista e negando, di conseguenza, al suo autore il primato nella sua elaborazione teorica. Un prezioso contributo a tali studi critici è stato quello fornito da Ivan Schulman, uno dei maggiori esperti del modernismo, che ha dimostrato come le idee esposte ne El
arte y el materialismo fossero in realtà riconducibili alla fonte
spiritualista e idealista delle correnti estetiche che circolavano in quegli anni in America e in Europa – l’idealismo romantico e l’estetica
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Le osservazioni dello scrittore in merito all’arte e alla letteratura risultano, essenzialmente, dagli scritti inclusi nella prima sezione delle Obras I (1859), Ideas y
temas literarios, e da alcuni contenuti della seconda, Literatura mexicana: Páginas sueltas de Agapito Silva (1876), Un certamen literario (1876), Al pié de la escalera
(1894), El bautismo de la Revista Azul (1894).
47 Cfr. M. Gálvez, Manuel Gutiérrez Nájera, in «Historia de la literatura
hispanoamericana II. Del Neoclasicismo al Modernismo», Madrid, Chair, 1984, pp. 583.
48 Cfr. B. G. Carter, Manuel Gutiérrez Nájera: estudio y escritos inéditos, México, Stadium, 1956, p. 78.
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45 neoplatonica – e che ormai erano entrate a far parte del sentire comune dell’epoca.50
Oltre ad aver riconosciuto la base tradizionalista del pensiero dello scrittore, Schulman ha individuato nelle sue osservazioni la presenza di idee tipicamente moderniste nelle loro formulazioni teoriche. Tra questi, l’unico accenno di originalità è stato attribuito alla difesa, da parte dello scrittore, del principio dell’arte libera – concetto su cui ruota l’intera poetica di Gutiérrez Nájera – che, da manifestazione dell’idealismo romantico, è stato convertito dallo scrittore in una dichiarazione energica contro il materialismo positivista e contro i canoni del naturalismo, di cui condannava l’azione deleteria sull’arte51:
Lo que nostro queremos, lo que siempre hemos defendido, es que no se sujete al poeta a cantar solamente ciertos y determinados asuntos, porque esa sujeción, tiránica y absurda, ahoga su genio y sofocando tal vez sus más sublimes inspiraciones, le arrebata ese principio santo que es la atmósfera del poeta, y sin el cual, como una ave privada del vital ambiente por la máquina neumática, el hombre siente que su espíritu se empequeñece, que sus fuerzas se debilitan, y muere, por último, en la abyección y en la barbarie.52
La poesia è per lo scrittore “il volo libero dell’immaginazione per gli spazi celesti dell’idealismo”53. Egli non accettava, perciò, che la ragione e la logica più inflessibili sottomettessero l’ispirazione poetica e il sentimento. Gutiérrez Nájera fu il classico poeta vate modernista che
50 Cfr. I. A. Schulman, José Martí y Manuel Gutiérrez Nájera: iniciadores del
modernismo (1875-1877), in «Génesis del modernismo», México, El Colégio de México,
1966, pp. 26-27.
51 Cfr. I. A. Schulman, El modernismo y la teoría literaria de Manuel Gutiérrez Nájera, in «Génesis del modernismo», México, El Colégio de México, 1966, pp. 103.
52 M. Gutiérrez Nájera, El arte y el materialismo, in «Obras I. Crítica literaria. Ideas y temas litararios. Literatura mexicana», México, UNAM, 1959, p. 52.
53 Cfr. M. Gutiérrez Nájera, Páginas sueltas, de Agapito Silva, in «Obras I, Crítica literaria. Ideas y temas literarios. Literatura mexicana», México, UNAM, 1959, p. 112.
46 con una poetica ascensionista si riproponeva di restituire all’uomo la parte spirituale della sua essenza che sembrava essersi assopita con l’imporsi delle ideologie positiviste che avevano creato uomini egoisti, dal fare meccanico e indifferenti verso i bisogni dell’umanità. Lo scrittore si erse, dunque, a estremo difensore dell’arte come “attività incessante dello spirito verso un ideale misterioso che si chiama bellezza”54; propose un tipo di poesia sentimentale, che facesse dell’amore e del sentimento le sue ispirazioni e i suoi temi centrali, e della bellezza l’ideale sacro da perseguire:
La poesía es el culto de lo bello en todas sus manifestaciones, en todas sus formas: todo lo que tienda a separarla de este principio, es, en nuestra humilde opinión, un ataque a su esencia misma, un ataque a su santa y sublime libertad.55
Se la difesa dell’arte libera fu letta dalla critica come la rivisitazione di un principio romantico, di più chiaro stampo modernista furono considerate le riflessioni dello scrittore in merito all’influenza delle forme letterarie straniere sulle letterature americane. Con il tipico atteggiamento dell’artista di fine secolo, Gutiérrez Nájera, al fine di arricchire gli strumenti espressivi della lingua letteraria spagnola, si aprì alle forme artistiche provenienti dall’esterno, riconoscendo però, al contempo, che ciò potesse comportare il rischio di cadere nell’imitazione servile dei modelli linguistici e letterari, che lo scrittore vedeva come il peggiore nemico dell’arte. Contro gli effetti nocivi delle influenze straniere, egli propose il principio del “cruzamiento en literatura”, un processo che avrebbe permesso un arricchimento del testo senza mai rompere le radici della cultura ispanica:
54 Ivi, p. 111. 55 Ivi, p.112.
47 Bebamos una copa de Borgoña con Teodoro de Banville, pero
conversemos luego mucho rato con los griegos y latinos, ¡los grandes sobrios! Y diré a usted que tampoco nos haría mal frecuentar el trato con los clásicos españoles.56
Alla luce di tali studi, si evince lo scrittore, in assenza di autentici elementi modernisti, non possa essere considerato il vero iniziatore teorico di tale corrente letteraria di fine secolo. Tuttavia, col passare degli anni e grazie alla scoperta dell’opera completa di Gutiérrez Nájera – parallelamente allo sviluppo degli studi critici – è stato possibile arrivare a una lettura più ampia e complessa del pensiero dello scrittore. Con un ricco materiale d’indagine, lo studioso José María Martínez ha superato le limitate interpretazioni della critica tradizionale che cercavano di inquadrare il messicano sotto un’unica etichetta – romanticismo o modernismo – individuando nella sua opera la manifestazione di un incrocio di generi e di discorsi tale da definirlo romantico per il suo idealismo estetico, realista per la sua visione del Messico dei tempi del Porfiriato, modernista per il rinnovamento del linguaggio e per l’atteggiamento che ebbe nei confronti dell’opera e del ruolo che essa avrebbe dovuto ricoprire all’interno della nuova società. Secondo il critico, Gutiérrez Nájera fu la concretizzazione del “cruzamiento” ideologico e letterario tipico dell’epoca moderna, dove le città erano il centro di continui flussi ideologici e letterari, pertanto, la polemica relativa all’appartenenza al romanticismo o al modernismo dello scrittore non è altro che l’effetto dell’eterogeneità di quel particolare periodo di formazione dell’identità americana. Lo studioso mostra come, mediante forme diverse, appaiono nei testi del messicano note tipiche della letteratura romantica, di quella realista, del costumbrismo, del naturalismo, del parnassianesimo, del simbolismo, e
56 M. Gutiérrez Nájera, El cruzamiento en literatura, in «Obras I. Crítica literaria. Ideas y temas literarios. Literatuta mexicana», México, UNAM, 1959, pp. 327-328.
48 concetti di chiara matrice idealista o positivista. Se la sua poesia è suddivisa in fasi e manifesta ancora una forte ascendente romantica, la prosa mostra una così vasta gamma di innovazioni stilistiche e un’elegante sensibilità tali da spingere l’autore a superare i suoi contemporanei e a collocarsi tra i rinnovatori modernisti. Tuttavia, il critico riconosce come nonostante il messicano fosse stato l’artefice del rinnovamento del linguaggio letterario modernista, egli non si emancipò completamente dal romanticismo, fonte del suo idealismo estetico – paradossalmente rafforzato dal pragmatismo utopico del positivismo porfiriano –; inoltre, lo colloca tra i realisti perché il mondo referenziale delle sue storie è essenzialmente il Messico del Porfiriato – visto come riferimento diretto e senza mediazioni metaforiche tipiche dello stile dariano –.
Ma l’aspetto che maggiormente il critico fa emergere del messicano è il fatto di essere una personalità modernista. Lo fu innanzi tutto per la rivoluzione che lo scrittore apportò nel dominio del linguaggio letterario. Il suo linguaggio – soprattutto quello adottato nella prosa – è moderno: agile, leggero e nervoso, lontano dalla vuota retorica del romanticismo o dal tipico prosaicismo realista. Tipicamente modernista fu, inoltre, la sua convinzione di una necessaria innovazione continua del linguaggio che lo portò a fare dello sviluppo lirico della prosa uno dei suoi strumenti principali di tale rinnovamento. Infine, modernista e moderno, la sua sensibilità era profondamente legata alla vita urbana della nuova società capitalista, dove la costante attività nervosa e lo sviluppo pragmatico del linguaggio conduceva il soggetto verso una frammentazione interna che Gutiérrez Nájera – come Darío e gli altri scrittori modernisti – cercò di esorcizzare con il recupero o la creazione di mondi olistici e con la fede in un’utopia e in un linguaggio redentore57.
49 A conclusione di tale studio, si evince dunque che Gutiérrez Nájera non può essere considerato uno scrittore canonicamente puro e le etichette sotto cui normalmente viene classificato non devono essere lette in chiave riduttiva, bensì come spazi di mutua fermentazione di idee, di sensibilità e di linguaggio figurato.
2.3 La prosa
Secondo quanto appena dimostrato, nei suoi trattati teorici Gutiérrez Nájera suggerisce per la letteratura creativa una serie di coordinate che uniscono tradizione e modernità, continuità e innovazione. Così, accanto alla sua proposta di un idealismo estetico di stampo romantico, si manifesta in modo abbastanza evidente la sua difesa dell’esigenza di uno scambio reciproco tra le letterature che avrebbe garantito il mutuo arricchimento e incentivato lo sviluppo delle letterature nazionali. In altre parole, lo scrittore sfrutta l’unità tra il bello e gli altri trascendentali metafisici (il buono, il vero) nella sua collaborazione al nuovo progetto di costruzione nazionale, proponendo come risultato una letteratura utile dal punto di vista sociale ma allo stesso tempo emotiva e personale, curante degli aspetti formali ma mai povera di contenuti, implicitamente o esplicitamente, edificanti. Sebbene lo scrittore difenda il principio della libertà artistica, nella pratica si osserva che la sua intera produzione letteraria, e in particolare la prosa, è concepita in funzione di tale dimensione sociale ed educativa che egli considera tipicamente dello scrittore. E se questo aspetto risulta evidente negli scritti politici e nelle cronache dal tema sociale, nella narrativa appare in forma implicita o nei commenti marginali che in forma di similitudine o di segnale ironico l’autore fa scorrere lungo la diegesi dei suoi racconti.
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