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Di fronte all'evoluzione dell'Unione Europea verso uno spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia è essenziale per gli operatori della giustizia dei singoli Stati membri acquisire una cultura giuridica europea comune.

Le varie istituzioni europee alla fine degli anni novanta, si sono rese conto che l’integrazione europea non ha riguardato soltanto la moneta comune e la liberalizzazione degli scambi nel mondo dell’economia. Si sta costruendo il cittadino europeo, al quale si deve necessariamente riconoscere cittadinanza europea.

Uno dei pilastri della cittadinanza europea è costituito da una giustizia eguale per tutti.

Per raggiungere questo difficile obiettivo a lungo termine, gli Stati membri dovranno prendere dimestichezza con i reciproci ordinamenti, imparare le rispettive lingue e abituarsi a lavorare nell'ambito di un equilibro transnazionale, al fine di promuovere la cooperazione fra le autorità giudiziarie206.

204 v. G. Oberto, La formazione dei magistrati alla luce dei principi internazionali e dei profili di diritto comparato, cit. “Non per nulla già Baldo degli Ubaldi rilevava come la mente del giudice dovesse possedere due «sali»: quello della coscienza, per non essere diabolica, e quello della conoscenza, per non essere insipida”.

205 v. G. Oberto, La formazione dei magistrati alla luce dei principi internazionali e dei profili di diritto comparato, cit.

206

https://e-justice.europa.eu

La cooperazione (sia per la cause civili che penali) ha dimostrato che gli atti giuridici europei e i meccanismi ad essi connessi potrebbero essere attuati in maniera più efficiente a beneficio di cittadini e di imprese se ci fosse maggiore comprensione e fiducia reciproca tra operatori del diritto nei diversi Stati membri dell'UE ed una conoscenza della legislazione

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Tutti gli operatori del diritto207 devono sviluppare competenze per l'attuazione del quadro legislativo europeo, oltre ad una fiducia e comprensione reciproca, per garantire un quadro legislativo certo per le persone e le imprese in cui i diritti sono garantiti e applicati in modo chiaro e coerente.

L'Unione Europea non desidera in alcun modo interferire con l'organizzazione dei sistemi nazionali di formazione. Tuttavia, rafforzare lo spazio giudiziario europeo presuppone la stessa qualità della formazione.

Nel 1999 è cominciata la sfida.

La prima riunione delle istituzioni europee di formazione dei magistrati ebbe luogo a Parigi il 2 marzo 1999208.

Erano presenti, in particolare, il CSM (Italia); il Judicial Studies Board (Gran Bretagna); la Escuela Judicial Española (Spagna); la National Courts

Administration (Svezia); l’Office of the General Prosecutor (Svezia);

l’Academy of European Law of Trier – E.R.A. (Germania); il Centro de

Estudos Judiciários (Portogallo); tutti i rappresentanti delle istituzioni

convennero sulla necessità di aprire la preparazione professionale dei magistrati alla formazione europea e di instaurare rapporti costanti e non formali tra le strutture di formazione nazionali.

Di qui l’idea di creare una “rete” europea delle strutture di formazione giudiziaria, capace di assicurare continuità e coordinamento all’azione delle dell'UE e degli strumenti di cooperazione e comprensione uniforme del diritto dell'Unione (in modo da garantire la corretta applicazione nelle cause nazionali).

Inoltre, sempre più frequentemente, i giudici dei paesi dell’Unione Europea sono chiamati ad applicare direttamente la normativa europea e sono divenuti in una certa misura “giudici europei”. Sono poi consueti i rapporti di collaborazione tra gli uffici giudiziari dei vari paesi.

207 Ciò vale in primo luogo per i giudici e per i procuratori, in quanto responsabili dell'applicazione e del rispetto del diritto dell'Unione europea, ma la formazione giudiziaria è anche importante per altri operatori del diritto: personale di cancelleria, avvocati, ufficiali giudiziari, notai e mediatori.

Per i giudici e i pubblici ministeri, ad esempio, c’è la “Rete europea di formazione giudiziaria”, fondata nel 2000, che dal 2004 ha personalità giuridica e riceve consistenti finanziamenti dalla Commissione dell’Unione Europea per le sue numerose attività di formazione.

208 Il giorno 2 marzo 1999 a Parigi, presso la sede dell’École Nationale de la Magistrature, le istituzioni europee di formazione dei magistrati i sono riunite per discutere sulla necessità, divenuta ormai comune sentire, di un’apertura della formazione dei magistrati ad una dimensione europea ed internazionale, non solo per soddisfare l’integrazione culturale e venire incontro ad esigenze di conoscenza in senso lato, ma anche e soprattutto per realizzare un più adeguato esercizio delle funzioni giurisdizionali e una valida ed efficiente cooperazione, sia nel settore civile che in quello penale.

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istituzioni interessate in ambito europeo, per il miglioramento del livello dell’offerta formativa, lo scambio di idee ed informazioni, il confronto di metodologie e contenuti.

5.1. La Rete europea per la formazione giudiziaria

A quella del 1999, sono seguite numerose altre riunioni, culminate nella riunione di Bordeaux del 12-14 ottobre 2000, durante la quale si discusse del testo della Convenzione istitutiva della Rete Europea di Formazione

giudiziaria (REFG).

Ottenuto il necessario numero di adesioni la Convenzione è entrata in vigore a far tempo dal 13 ottobre 2000209: da questo momento è iniziato un lungo e faticoso itinerario teso alla affermazione e al consolidamento della struttura organizzativa (nata dalla iniziativa spontanea delle istituzioni nazionali).

La Rete di formazione giudiziaria europea sviluppa standard di formazione, coordina i programmi di formazione giudiziaria e promuove la cooperazione tra le strutture nazionali di formazione per giudici e pubblici ministeri.

In questa istituzione internazionale il Consiglio Superiore della Magistratura italiano ha dissipato risorse ed impegno assumendo prestigiosi incarichi nei rispettivi organi statutari210. Prima e più importante tra queste è stata la nomina del Segretario Generale della REFG, per il biennio 2003/04, nella persona del Dott. Armando D’Alterio, magistrato già impegnato nell’attività di formazione, eletto all’incarico di rappresentanza dell’organismo internazionale su indicazione del Consiglio. La Segreteria Generale del Dott. D’Alterio ha avviato una serie ed ampia riflessione collettiva, condivisa e partecipata da tutti gli Stati membri, che ha condotto al rafforzamento dell’istituzione, attraverso una complessa opera di riorganizzazione della

209 Nei documenti ufficiali si fa solitamente riferimento ad essa con l’acronimo EJTN (European Judicial Training Network). Per lo Statuto v. www.csm.it, voce “Attività internazionale”, sottovoce, “Rete europea dei consigli di giustizia”.

210 v. Quaderni del Consiglio superiore della magistratura, Anno 2002, Numero 129 “La partecipazione dell’Italia alla Rete Europea per la formazione giudiziaria”, Attività del Consiglio Superiore della Magistratura (1998-2002).

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struttura e delle competenze degli organi statutari, e tramite un consistente sostegno economico.

Queste significative trasformazioni hanno uniformato l’organizzazione interna dell’istituzione agli standard richiesti dalla Commissione Europea e la hanno dotata di una sua autonomia finanziaria, consentendole di conseguire finanziamenti strutturali comunitari che, per il futuro, assicureranno continuità di azione nel settore della formazione giudiziaria europea.

Il passaggio conclusivo di questa importante evoluzione della REFG è stato formalizzato all’Assemblea Generale dell’Aja, tenuta nel dicembre 2004. In quella sede è stato soppresso il Segretariato quale organo statutario elettivo, di volta in volta assunto da una delle istituzioni che aderiscono alla Rete, ed è stato sostituito con un struttura amministrativa di supporto al Segretario Generale, composta da personale qualificato assunto alle dipendenze della Rete211.

Oltre alla condivisione delle iniziative di formazione organizzate dai membri, negli ultimi anni la REFG si è impegnata con dedizione nell’organizzazione del “Programma di scambio per le Autorità giudiziarie”.

Il programma è stato bandito dalla Commissione europea, per la prima volta nell’anno 2004. Prevede lo svolgimento di stage presso autorità giudiziarie straniere ed è aperto alla partecipazione dei magistrati operanti nei Paesi dell’Unione212

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211 www.scuolamagistratura.it 212

http://www.csm.it/circolari/ Deliberazione del 21 luglio 2004, il Consiglio superiore della magistratura. Relativamente allo scambio dei magistrati in Europa, il Consiglio valuta molto positivamente il bando attinente al progetto pilota di scambio, nell’ottica delle finalità primarie di formazione dei magistrati anche nell’ambito dello spazio comune Europeo. Tale progetto, infatti, consente non soltanto il miglioramento generale della formazione dei magistrati, soprattutto ove l’attività in esame venga attentamente fatta seguire da un’attenta analisi delle ricadute sulla formazione, sia in termini di miglioramento effettivo della conoscenza dei modelli giurisdizionali, sia in termini di ampliamento della prospettiva di multi linguistica della magistratura. Tale azione formativa consentirà, inoltre, di raccogliere materiali di studio e didattici di facile accesso e di rinforzare la cooperazione tra gli attori della formazione giudiziaria.

Il programma in esame, diviso in tre sezioni, costituisce complessivamente un unicum finalizzato agli obiettivi or ora analizzati, sicché la partecipazione del Consiglio superiore della magistratura appare assolutamente consona ai fini istituzionali connessi alle esigenze formative dei magistrati italiani ed al ruolo di rilievo che negli anni ha assunto nell’ambito delle attività della Rete Europea di Formazione Giudiziaria.

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Il primo anno il programma è stato condotto a termine, con il supporto della REFG, dall’École de la Magistrature francese e dal CSM, che hanno assunto l’incarico di organizzare le attività relative a due differenti sezioni del programma: la prima, relativa allo “scambio” dei magistrati giudicanti e requirenti e la seconda relativa allo scambio di esperienze tra le strutture nazionali impegnate nel settore della formazione giudiziaria.

Fin dalla sua costituzione la REFG ha assunto l’incarico di coordinare le iniziative di formazione intraprese da ciascun membro favorendone la reciproca conoscenza e ampliando enormemente la possibilità di reciproca partecipazione dei magistrati in servizio nei rispettivi Paesi.