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La “dépravation nouvelle” di Monsieur Vénus: dall'inversione alla rigenerazione sessuale

Chi ha paura di Rachilde?

II. III Rachilde e i discorsi dominanti della Parigi fin de siècle

III.VIII La “dépravation nouvelle” di Monsieur Vénus: dall'inversione alla rigenerazione sessuale

Ma in cosa consiste più precisamente questa perversione? Una certa “dépravation nouvelle” è celebrata enigmaticamente in tutto il corso del romanzo, confondendo il lettore e stimolando la sua fantasia senza mai porre luce direttamente sulle misteriose dinamiche che animavano gli incontri notturni tra una Raoule con indosso abiti maschili e un efebico Jacques che la attendeva in vesti femminili.

La scrittrice narra, nelle prime pagine del libro, come “[d]urant la semaine qui suivit sa visite chez Silvert, Mlle de Vénérande fit de fréquentes sorties, n'ayant d'autre but que la réalisation d'un projet formé dans le parcours de la rue de la Lune à son hôtel.”276 I dettagli di questo progetto

rimangono vaghi, e nel momento in cui questo si materializza nell'acquisto di un atélier in cui Jacques possa vivere e accogliere confortevolmente la sua protettrice, al lettore sovviene che la protagonista avesse ideato un ulteriore e più ardito progetto rispetto a quello appena realizzato. Durante una scena in cui Raoule ha somministrato a Jacques una mistura di hashish ed oppio, egli, nei fumi del delirio, avverte una serie di sensazioni di carattere profetico:

A son oreille, bruissaient les chants d'un amour étrange n'ayant pas de sexe et procurant toutes les voluptés. Il aimait avec des puissances terribles et la chaleur d'un soleil ardent. On l'aimait avec des ivresses effrayantes et une silence si exquise que la joie renaissit au moment de s'étaindre.277

Al suo pretendente il dandy de Raittolbe, Raoule racconta con disinvoltura della sua relazione con Jacques e, nel distinguere il giovane efebico da tutti gli amanti che ella aveva avuto in precedenza,

276 Ibidem, p. 27. 277 Ibidem, p. 63.

la protagonista ritorna sull'argomento di misterioso piano, che stavolta assume contorni distintamente artistici:

Il est certain, Monsieur, reprit Raoule haussant les épaules, que j'ai eu des amants. Des amants dans ma vie comme j'ai des livres dans ma bibliothèque, pour savoir, pour étudier... Mais je n'ai pas eu de passion, je n'ai pas écrit mon livre, moi! (...)

A présent, mon cœur, ce fier savant, veut faire son petit Faust... il a envie de rajeunir, non pas mon sang, mais cete vieille chose qu'on appelle l'amour! 278

In queste pagine la protagonista torna sul valore letterario del proprio progetto, ma stavolta la sua opera sembra sia stata trasformata da oggetto artistico ad argomento di studio: termini come “bibliothèque,” “savoir,” “étudier,” “livre” e “savant” rimandano al mondo della cultura e, probabilmente, se analizzati in congiunzione con la conclusione del romanzo in cui Jacques è trasformato in una bambola anatomica, alla dimensione di una scienza medica, in cui, come abbiamo visto nella moda delle “Veneri anatomiche,” eros, thanatos e letteratura medica si muovevano di pari passo verso una morbosa e invasiva esplorazione della femminilità.

Successivamente Raoule si lancia in in un'accorata dichiarazione su un tema che fin dalle prime pagine assume un ruolo centrale nel romanzo:279 la protagonista sta tentando di indagare su

“quello che le donne vogliono,” sul desiderio femminile a partire dalla sua inflessione più marcatamente sessuale fino a quella ideale:280

Je représent ici, dit-elle en enlevant d'un réchaud une timbale d'écrevisses, l'élite des femmes de notre époque. Un échantillon du féminin d'artiste et du féminin grande dame, une de ces créatures qui se révoltent à l'idée de perpétuer une race appauvrie ou de donner un plaisir qu'elle ne partagent pas. Eh bien! J'arrive à votre tribunal, députée par mes soeurs, pour vous déclarer que toutes nous désirons l'impossible, tant vous aimez mal.281

Ciò che le donne dell'epoca di Raoule/Rachilde desiderano, è qui definito “l'impossible,” e una tale dichiarazione da parte dell'eroina appare ulteriormente provocatoria se considerato che il soggetto al quale ella si rivolge è un pretendente deluso e frastornato dal comportamento della protagonista. Man mano che nel barone il senso di confusione si fa insostenibile e quasi opprimente, le frasi di Raoule si susseguono sempre più ambigue e cariche di profezie:

278 Ibidem, pp. 70-1.

279 "Madame désire...?" è la prima domanda rivolta a Raoule da parte di Jacques. Ibidem, p. 10. 280 Cfr. Hawthorne e Constable (eds), Rachilde, Monsieur Vénus, p. 10, nota 6.

Moi, si je créais une dépravation nouvelle, je serais prêtresse, tandis que mes imitateurs se traîneraient, après mon règne, dans un fange abominable... Ne vous paraît-il point que les hommes orgueilleux en copiant Satan sont bien plus coupables que le Satan de l'Ecriture qui invente l'orgueil? Satan n'est-il pas respectable par sa faute même, sans précédent et émanant d'une réflexion divine?...282

L'eroina giunge arditamente a paragonare se stessa e il proprio misterioso piano alla figura biblica di Satana e al suo orgoglio semidivino: l'invenzione di un nuovo vizio, la creazione di una “dépravation nouvelle” conferirebbero a Raoule il misterioso ruolo di sacerdotessa del peccato. Non solo rappresentante del sesso femminile, non solo studiosa e sapiente, ma satanica scopritrice di nuovi vizi, la protagonista sembra impegnarsi in un progetto tanto enigmatico quanto tinto da tonalità fosche e rivoluzionarie. “Disdaining the usual path allotted women of creation through reproduction,” afferma Rita Felski, “Rachilde's heroine definatly reenacts the story of Genesis in the feminine.”283 Ma questa profezia carica di entusiasmo è immediatamente seguita da un triste

presagio:

Déjà, je prétends élever un autel à mon idole, quand j'ai l'assurance de ne jamais être compris!... Hélas! Une passion contre nature qui est, en même temps, un véritable amour, peut-elle devenir autre chose qu'une affreuse folie?284

La scoperta della protagonista si tinge all'improvviso dei toni di una cupa maledizione: come nel caso di Murice de Saulérian, protagonista di Le Mordu, le creazioni artistiche di un autore dalle tendenze squisitamente cerebrali non possono essere comunicate all'altro e si rivelano l'opera illeggibile di un folle, il delirio di Raoule è destinato alla totale incomunicabilità. Similmente rispetto al romanzo di Maurice, opera dalle tinte evidentemente pornografiche e scritto sui muri della sua stanza in uno spazio-tempo sincronico nel quale risulta impossibile per il lettore districare un ordine di lettura coerente, anche la delirante scoperta di Raoule è destinata a rimanere illeggibile per i suoi contemporanei, in quanto anch'essa sfida le leggi dello spazio-tempo, muovendosi al di là della morte del protagonista, orientandosi nei meandri della pornografia e della necrofilia e servendosi del corpo dell'amato come materiale stesso dal quale forgiare un'opera d'arte eterna ed incorruttibile.

La protagonista fa come per svelare il proprio segreto, dichiarando:

Je suis amoureux d'un homme et non pas d'une femme! (…) On ne m'a pas aimée assez pour que j'ai

282 Ibidem, p. 73.

283 Rita Felski, The Gender of Modernity, p. 197. 284 Rachilde, Monsieur Vénus, p. 74.

pu désirer reproduire un ête à l'image de l'époux... et ne m'a pas donné assez de jouissance pour que mon cerveau n'ait pas le loisir de chercher mieux...

...J'ai volu l'impossible... je le possède... C'est-à-dire non, je ne le possèderai jamais!...285

Non che questa dichiarazione si presti a descrivere in modo cristallino la torbida relazione che intercorreva tra Raoule e Jacques, ma itanto qui la protagonista allude distintamente a una forma di inversione di ruoli tra i due amanti. Il baron de Raittolbe rimane confuso e imbarazzato, “entraîné dans une region inconnue où l'inversion semblait être le seul régime admis:”286 Jacques è descritto

infatti come “un beau mâle de vingt-et-un ans, dont l'âme aux instincts femininis s'est trompée d'enveloppe,” in presenza del quale Raoule non si comporta come “sa maîtresse,” ma al contrario, ella dichiara con fierezza “je serai son amant,”287 e aggiunge “j'aimerai Jacques comme un fiancé

aime sans espoir la finacée morte!”288 Questa similitudine, che sarebbe poi stata cara a Oscar Wilde

nella descrizione dell'amore totalmente estetizzato che lega Dorian Gray alla sventurata attrice Sybil Vane solo dopo il suicidio di quest'ultima, inverte inequivocabilmente i ruoli del maschile e del femminile, investendo Raoule del ruolo di fidanzato e di amante, e conferendo a Jacques quello di “maîtresse” nel senso più irrevocabilmente passivo che il lettore possa immaginare, immobilizzando il suo atteggiamento femminile nell'immagine preraffaelita di una fidanzata defunta.

Dopo queste parole, un cambiamento sembra manifestarsi anche nell'aspetto dell'eroina: agli occhi del suo pretendente, ella si trasforma, da dama tardo-ottocentesca, in una figura androgina, un paggio in stile Enrico III, immagine altamente evocativa di ambiguità sessuale e carica di omosessualità. La scrittrice narra l'effetto che l'aspetto asessuato della protagonista sortisce su Raittolbe: “[i]l lui semblait voir Raoule, vêtue du purpoint de Henri III, offrant une rose à l[a statue d]'Antinoüs.”289 e, al ritorno a casa, dove ella incontra la vecchia zia in procinto di recitare le sue

preghiere, la protagonista fa menzione di un ardito desiderio: “la grâce de changer de sexe.”290

La metamorfosi che era stata annunciata è seguita dalla effettiva realizzazione della “dépravation nouvelle” cantata dalla protagonista. Il passaggio dalla dimensione del sogno alla realtà dei fatti è indicato dall'uso del pronome personale “tu” in sostituzione del “vous” con il quale i due protagonisti si erano approcciati fino a questo istante: nel momento in cui Raoule chiede a Jacques “tu n'as plus le fièvre?”291 il passaggio ad una modalità comunicativa informale è

un'implicita allusione al livello di intimità raggiunto da Raoule e Jacques, i quali ispirano nella

285 Ibidem. 286 Ibidem, p. 75. 287 Ibidem. 288 Ibidem, p. 76. 289 Ibidem, p. 77. 290 Ibidem, p. 78. 291 Ibidem, p. 82.

mente del rigido Raittolbe un senso di profondo disgusto misto a sgomento e inammissibile attrazione:

Le cadre de cette idylle monstreuse était si sincèrement asiatique, le mystère de cette passion infâme était si adroitement dorée, on avait cloué un tapis si épais sur la boue que, lui, le viveur, n'était pas trop flaché d'effleurer ces choses navrantes du bout de sa cravache!... (…)292

Dopo aver lasciato intendere al lettore che Raoule e Jacques avevano iniziato a mettere in atto la loro depravazione, Rachilde riporta un dialogo estrapolato da un momento di intimità tra i due protagonisti:

(...) Raoule, le lit bleu nous attend, viens!... (...)

Soit, mais à une condition, Jacques? Tu ne seras pas mon amant... (...)

Je ne rêverai plus? C'est sans doute ce que tu veux me faire comprendre, mauvaise! (…)

Tu seras mon esclave, Jacques, si l'on peut appeler esclavage l'abandon délicieux que tu me feras de ton corps. Jaques voulut l'entraîner, elle lui résista. (...)293

Raoule desidera che i ruoli di amante e di amata vengano capovolti sul modello della relazione tra padrone e servo: la protagonista dichiara che ella interpreterà un ruolo dominante, mentre Jacques dovrà essere sottoposto al suo giogo. La resistenza del giovane di fronte a questa inversione dei comportamenti sessuali provoca nell'eroina delusa dall'eterna ripetizione del ruolo del maschile una totale chiusura:

Ils gagnèrent la chambre bleue lui, abasourdi par la rage qu'elle avait d'exiger l'impossible, elle, le regard froid, les dents incrustées dans sa lèvre fine. Ce fut elle qui se déshabilla, se refusant à toutes ses avances et lui donnant des trépignements horribles... Sans aucune coquetterie elle ôta sa robe, son corset, puis elle détacha les rideaux l'empêchent de s'extasier devant sa splendide stature d'amazone. Lorqu'il l'embrassa, il lui sembla qu'un corps de marbre glissait entre les draps, il eut la sensation désagréable d'une frôlement de bête morte tout le long de ses membres chauds.294

Come abbiamo osservato in precedenza, di fronte all'impeto del desiderio maschile, Raoule manifesta una sorta di paralisi: le sue membra assumono la rigidità della pietra e il contatto col suo corpo intorpidito ricorda la vicinanza con il cadavere di un animale. I tentativi da parte del giovane

292 Ibidem, p. 82. 293 Ibidem, p. 89. 294 Ibidem, p. 90.

di rianimare le membra marmoree di Raoule falliscono irreparabili, fino a che egli non si dichiara sconfitto e si abbandona tra le braccia della sua compagna acconsentendo ad ogni sua volontà, annunciando: “[f]ais de moi ce que tu voudras à présent, je vois bien que les vicieuses ne savent pas aimer!...”295 Questa dichiarazione provoca, nelle membra gelide della protagonista, una vibrazione

nuova ed intensa, un piacere indescrivibile e tutto cerebrale che ricorda al lettore dell'esperienza autoerotica vissuta da Raoule nella propria carrozza:

Le corps de la jeune femme vibra des pieds aux cheveux en entendant la plainte déchirante de cet homme qui n'était qu'un enfant devant de sa science maudite. D'un seul bond elle se précipita sur lui qu'elle couvrit ses flancs gonflés d'ardeurs sauvages.296

A questa immagine evocativa di un'ambigua forma di unione tra i protagonisti, segue il capitolo, successivamente espulso dal volume, nel quale, come abbiamo già osservato, la scrittrice aveva innalzato una lode a “le secret des ardeurs stériles, seuls fruits d'accouplements san nom.”297 e aveva

proceduto spiegando:

Oublions la loi naturelle, déchirons le pacte de procréation, nions la subordination des sexes, alors nous comprendrons les débordements inouïs de cette autre prostituée qui fut l'antique païenne. (...)

Le sceau de l'infamie est à jamais brisé. Chaque jour livre à la grande orgie un nouveau convive, Ephèbes et vierges folles se multiplient. L'ivresse monte. (…)

Maintenant, comme jadids, l'homme a depouillé sa force, brisé son sceptre. Efféminé, comme l'Ephèbe antique, aux pieds de la Volupté, il se couche.

La volupté est femme.

Dans l'irradiation d'une aurore vengeresse, le femme enrteverra pour l'homme la possibilité d'une fabouleuse chute.298

Questo capitolo dal contenuto apparentemente slegato dalla trama si distacca parzialmente dagli avvenimenti del resto del romanzo, per tessere le fila di una filosofia ricalcata sui tratti della “dépravation nouvelle” celebrata da Raoule. Qui a ben vedere la scrittrice fornisce un armamentario teorico sulla base del quale si innesta l'“idylle mosntreux“ tra i due personaggi principali: ella fornisce un quadro in cui la subordinazione del sesso femminile è subitamente posta in discussione, per lasciare libera azione a una donna vendicatrice delle violenze subite da parte dell'altro sesso. L'uomo, all'alba di una nuova era, è allora costretto a piegarsi di fronte ad una femminilità che si

295 Ibidem, p.91. 296 Ibidem. 297 Ibidem, p. 92. 298 Ibidem, pp. 92-3.

erge a sinonimo di voluttà, e che in nome del piacere che porta con sé, riuscirà a compiere la propria vendetta nei confronti del maschile. Di fronte a questa figura femminile tanto intransigente quanto portatrice di piacere, i rappresentanti dell'altro sesso sono considerati efebici, effeminati, e spogliati della loro antica forza. Tale nuova visione del mondo consentirà a Raoule di unirsi al suo Jacques nella maniera che più si confà alle nuove aspettative femminili: “Elle inventera des caresses, trouvera de nouvelles preuves aux nouveaux transports d'un nouvel amour et Raoule de Vénérande possédera Jacques Silvert.”299 Quando infatti la narrazione principale riprende, il lettore è messo a

parte che

Une vie étrange commença pour Rule de Vénérande, à partir de l'instant fatal ou Jacques Silvert, lui cédant sa puissance d'homme amoureux, devint sa chose, une sorte d'être inerte qui se laissait aimer parce qu'il aimait lui- même d'une façon impuissante. Car Jacques aimait Raoule avec un vrai cœur de femme. Il l'aimait par reconnaissance, par soumission, par un besoin latent de voluptés inconnues. (…)

Il menait, lui, l'existence oisive des orientales murées dans leur sérail, qui ne savent rien en dehors de l'amour, et rapportent tout à l'amour. (…)

Raoule allait, venait, ordonnait, agissait en homme qui n'est pas à sa première intrgue, bien qu'il en soit à son premier amor. Elle forçait Jacques à se rouler dans son bonheur passif comme une perle dans sa nacre. Plus il oubliait son sexe, plus elle multipliait autour de lui les occasions de se féminiliser (…).300

Entrambi i protagonisti sono ormai impegnati “dans une pensée commune: la destruction de leur sexe.” Jacques “avait demandé une jolie robe de chambre,” mentre Raoule “vint une fois vers minuit vêtue d'un complet d'homme, la gardénia à la boutonnière, ses cheveux dissimulés dans une coiffure pleine de frisons, le chapeau haute-forme, son chapeau de chevel, très avancé sur son front.”301 All'interno di questa morbosa relazione Raoule si sentiva simile a una prostituta: “comme

supériorité, si elle avait celle de la beauté elle n'avait pas celle du plaisir: elle en donnait, mais n'en recevait pas.”302 Il piacere che ella donava senza nulla ricevere in cambio a Jacques era difatti “une

volupté factice qu'il subissait autant par besoin d'apaisement que par amour vis-à-vis de la sinistre courtisane.”303 Quello messo in pratica dalla protagonista di Monsieur Vénus è dunque, oltre a un

amore puramente cerebrale, un rapporto che prevede un violento capovolgimento dei ruoli dei due amanti e l'inversione delle gerarchie e dei ruoli sessuali dei protagonisti: Raoule, che ama parlare di sé al maschile, e il cui nome si pronuncia come il corrispettivo maschile Raoul, assume un atteggiamento dominante, interpretando il ruolo di un amante geloso e dispotico, mentre Jaques si

299 Ibidem, p. 94. 300 Ibidem, pp. 94-5 301 Ibidem, p. 98. 302 Ibidem, p. 109. 303 Ibidem, p. 100.

comporta in maniera estremamente passiva, facendosi gradualmente oggetto tanto delle tenerezze quanto delle vessazioni della sua amante.

Un giorno, durante un aplesso, “tout à coup un cri déchirant retentit, pareil au hurlement d'un démon qui vient d'être vaincu:”

– Raoule, s'écria Jacques, la face convulsée, les dents crispées sur la lèvre, les bras étendus comme s'il venait d'être crucifié dans un spasme de plaisir, Raoule tu n'est doc pas un homme! Tu ne peux donc pas être un homme!

Et le sanglot des illusions détruites, pour toujours mortes, monta des flancs à sa gorge.

Car Raoule avait défait son gilet de soie blanche, et, pour mieux sentir les battements du coeur de Jacques, elle avait appuyé l'un de ses seins nus sur sa peau; (…). Jacques avait été réveillé par une révolte brutale de toute sa passion, il repoussa Raoule, le poing crispé:

– Non! Non! N'ôte pas cet habit, hurla-t-il au paroxysme de la folie.

Une seule fois ils avaient joué sincèrement la comédie tous les deux, ils avaient peché conte leur amour, qui pour vivre avait besoin de regarder la vérité en face, tout en la combattant par sa propre force.304

Come osserva a questo proposito Beizer, siamo di fronte a un caso di “double cross-dressing: Jacques is betrayed when Raoule in drag returns to a female identity, and the reader is tricked when Raoule undressing redresses the gender reversal cliché.”305 La fruizione tradizionale del rapporto

amoroso, quella in cui Raoule, privata del proprio travestimento, ritorna ad essere una donna è qui definita “la comédie:” al contrario, la relazione fittizia che lega i due protagonisti è detta “leur amour:” un tale rapporto si alimenta della negazione stessa della sessualità naturale dei due, la quale essi sono impegnati a combattere con tutte le loro forze nel momento stesso in cui di questa essi si mostrano consapevoli. Come nel caso del suo personale uso del cross-dressing, quello descritto in questa sede da Rachilde è ancora un gioco di mascheramento e di svelamento: la sua eroina cela la propria femminilità per assumere vesti maschili e, proprio nel momento in cui riesce a generare nella mente del proprio partner l'illusione di aver raggiunto una forma speculare di relazione sessuale, ella decide di smascherare se stessa e di rivelare il proprio genere di appartenenza. Il rituale di occultamento e di rivelazione è dunque parte di un progetto rachildiano più ampio rispetto a quello di una semplice inversione dei ruoli sessuali: Raoule, come la sua creatrice, maschera qualcosa che prima o poi andrà rivelato per dimostrare la relatività che si cela dietro ai comportamenti sessuali socialmente riconosciuti come essenziali. Rachilde rivela la carica di