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Chi ha paura di Rachilde?

II. III Rachilde e i discorsi dominanti della Parigi fin de siècle

III.III Monsieur Vénus e la censura

A pochi mesi dal giugno del 1884, al termine del quale mese era uscita la prima edizione del romanzo, fu pubblicata una “II I édition”143 di Monsieur Vénus. Si trattava, rispetto alla prima, di

una versione epurata di alcuni passi, quelli che durante il processo erano stati incriminati per “outrage aux bonnes moeures” ed erano stati considerati responsabili della multa che la scrittrice dovette pagare in Belgio. Sulla base di queste sezioni, è oggi possibile non solo farsi un'idea delle modalità del funzionamento del mondo della censura francese di fine Ottocento, ma anche dare un seguito alla nostra riflessione sulla poetica della scrittrice. Il passo che aveva creato maggior scalpore durante le investigazioni è la parte conclusiva dell'ultimo capitolo del romanzo. Ritornando sulla figura del manichino realizzato, almeno in parte, da Raoule, il testo si conclude con un inequivocabile riferimento ad atti di necrofilia perpetrati da pare della protagonista. Rachilde aggiunge infatti che:

La chambre murée a une porte dissimulée dans la tenture d'un cabinet de toilette.

142 Rachilde, Monsieur Vénus, p. 211.

143 A pochi mesi dallo scandalo che aveva accompagnato la prima edizione, Rachilde ripubblica il testo epurandolo dai

passi che avevano scatenato il processo. Questa edizione rivisitata è nota come «II I édition» e presenta una Prefazione di Arsène Houssaye. Una copia è presente nella Kinsey Institute Library della Indiana Univeristy, Bloomington, un'altra presso il W.T. Center, Vanderbilt University. Cfr. Hawthorne, Rachilde and French Woman's Authorship, pp. 89-90.

La nuit, une femme vêtue de dueil, quelquefois un jeune homme en habit noir, ouvrent cette porte. Ils viennent s'agenouiller près du lit, e, lorsqu'ils ont longtemps contemplé les formes merveilleuses de la statue de cire, ils l'enlacent, la baisent aux lèvres. Un ressort disposé à l'intérieur des flancs correspond à la bouche et l'anime en même temps qu'il fait s'écarter les cuisses.144

L'altro passo successivamente modificato compare invece nelle prime pagine del romanzo e descrive una travolgente fantasia erotica alla quale Raoule si abbandona nella propria carrozza immediatamente in seguito al suo primo incontro con Jacques:

Lorsq'elle fut dans son coupé, Raoule abaissa les deux glaces et longuement aspira l'air froid.

Tout à l'heure, dans l'escalier de Silvert, il lui avait fallu un suprême effort de volonté pour ne pas défaillir. Toute cette organisation délicatement nerveuse se tendit dans un spasme inouï, une vibration terrible, puis, avec l'instantanéité d'un accident cérébral, la réaction vint, elle se sentait mieux. Elle éprouvait ce vague de l'être; effet bizarre dont les derniers mouvements d'un ressort brisé en pleine evolution, rendent assez bien l'idée; état dans lequel l'activité du cerveau semble s'agumenter en raison de la détente des muscles.145

Se questi furono i passi in base ai quali si incentrarono i due processi intorno a Monsieur Vénus, non c'è da sorprendersi di come, alla fine delle udienze, il romanzo riuscì a cavarsela con una semplice multa in Belgio e con l'assoluzione in Francia. Nonostante la scrittrice stesse descrivendo una scena di necrofilia nella prima citazione e un momento di autoerotismo nella seconda, al di là dell'eros che trasuda inequivocabile dalle sue parole, la percezione del lettore di fronte a questi passi incriminati, come d'altra parte davanti all'intero testo di Monsieur Vénus, non è tanto quello di un'oscenità palpabile, quanto piuttosto quello di una diffusa ambiguità, in cui la perversione deriva non tanto da una parola o da una frase, quanto piuttosto dal non detto e da qualcosa che è possibile evocare solo a livello mentale, cerebrale.

In Belgio, dove il romanzo fu pubblicato nel tardo giugno del 1884, Monsieur Vénus rimase coinvolto in un'indagine rivolta contro il suo editore Auguste Brancart che ebbe luogo durante il mese di dicembre dello stesso anno. Si trattava di un'investigazione abbastanza ampia in cui l'opera di Rachilde compariva accanto ad una settantina di altri romanzi stimati colpevoli di oscenità, durante la quale due copie, più il manoscritto del romanzo, furono ritirati, insieme ad una presunta illustrazione di cui oggi nulla ci rimane.146 Il romanzo restò nelle liste nere della polizia belga fino al

novembre del 1885, ma all'inizio di quell'anno pare che un altro processo fu incentrato unicamente

144 Rachilde, Monsieur Vénus, pp. 210-211. 145 Ibid., p. 18.

146 Finn ricorna che "[t]the details of this investigation are contained in file 1167 (1885) of the Cour d'Assises de

Brabant. Archives de l'État en région de Bruxelles-Capitale, Fonds de la Cour d'Assises de Brabant." Cfr. Finn, Hysteria, Hypnotism, the Spirits and Pornography, p. 251, nota 61.

intorno all'opera di Rachilde, la quale, nel giro di pochi mesi fu costretta a pagare una multa alle autorità belghe in quanto, secondo la legge di quel paese, il suo romanzo era stato giudicato colpevole di oscenità.

Come abbiamo osservato nel capitolo precedente, nella Francia delle ultime decadi dell'Ottocento, la legislazione riguardante la censura era andata rilassandosi rispetto ai decenni precedenti: le leggi repressive che avevano contraddistinto gli anni Settanta condannando apertamente materiali di propaganda politica come quelli dei Communards, furono interrotte, nel 1881, da una legge del ministro della pubblica istruzione Jules Ferry, il quale fece concessione all'editoria francese di una maggiore libertà di stampa. Tale cambiamento consentì la pubblicazione, presso editori nazionali, di una serie di opere che per tutti gli anni Settanta erano state affidate alle case editrici belghe (per poi essere diffuse in Francia), scatenando una forte competizione tra gli editori delle due nazioni. “To offset the loss,” spiega Hawthorne, “Belgian publishers needed to develop new sources of income. Pornography was one such possibility.”147 In quegli anni l'editore

belga Henry Kistemaeckers (1851-1934) passò infatti dalla pubblicazione di opere politiche alla letteratura pornografica: egli fu l'editore di René Maizeroy, autore di Dexu amies, un romanzo sull'omosessualità femminile condannato dalla censura, e di Paul Bonnetain, scrittore del controverso trattato sulla masturbazione Charlot s'amouse (1883), opera che, su spinta della competizione francese che scagliò contro la sua casa editrice le rimanenti leggi sulla censura, costò a Kistemaeckers la condanna a due anni di carcere e l'irreversibile declino della sua carriera.

Michael Finn mette in rapporto la crisi del naturalismo, il cui realismo sociale veniva gradualmente sostituito da argomenti più scabrosi, l'emergere della nuova scienza della sessuologia e l'allentamento della legislazione sulla censura, con una vera e propria esplosione della letteratura erotica in Francia. In questo clima di allentamento dei costumi morali diventava più arduo definire cosa esattamente costituisse prova di oscenità, il che consentì un più ampio margine di libertà per gli scrittori che, come Rachilde, si muovevano ai limiti della legalità. Come accennato nel capitolo precedente, nel 1881 il reato di “outrage aux moeures religieuses” fu sostituito dalla colpa di “outrage aux bonnes moeures,” che prevedeva per i trasgressori un massimo di multa di duemila franchi e due anni di prigione. Marc Angenot ha evidenziato come gli stessi “lawyers admitted that obscenity (…) is undefiniable, and prosecutors simply spoke of an obvious feeling of offensiveness and disgust that, for every good reasons, they refused to analyze.”148 Negli anni Ottanta le idee

intorno alla presunta oscenità di un libro erano in effetti piuttosto vaghe:

147 Hawthorne, Rachilde and French Woman's Authorship, p. 91.

148 Marc Angenot, "Censures en 1889. L'outrage aux moeures," in La censure, ed. Jean-Jacques Lefrère and Michel

Obscenity exists where art does not intervene to promote the ideal (…) where licentiousness, aggravated by crudeness of form or by the deliberate seeking outof subjects, descriptions and situations whose direct purpose is to arouse unhealthy thoughts, denotes in the author the perverse intention of addressing himself principally to the spirit of lewdness and debauchery.149

La censura della Francia fin de siècle sembrava dunque tollerare “that genus of French wit par excellence which hints rather than points, which highlights without stressing, which says less than it intimates.”150 Strategie quali il semplice suggerimento, messo in pratica con abilità da

scrittori alla stregua di Catulle Mendès, o l'inserimento di atteggiamenti perversi all'interno di cornici mediche o paramediche, come nel genere ibrido della “pathography”151 sfruttato da Paul

Bonnetain, consentivano ad autori altrimenti considerati pornografici di cavarsela di fronte alle indagini della censura senza dover correre il rischio di condanne.

Finn mette in relazione Monsieur Vénus con le tre tipologie di oscenità identificate Arnaud Vareille a partire dai lavoro dello scrittore Octave Mirabeau: “[l']obscénité mirbellienne serait liée à (...): le caractère licencieux des textes et la représentation crue de la société qu’on y trouve” oltre al “s’attarder sur l’image du corps mutilé” ed infine, ma non da ultimo, “le motif de la femme- guide”152 che distingue il personaggio principale e il narratore dell'opera. Questi tre elementi sono effettivamente gli stessi che figurano nel romanzo di Rachilde, dominato da un linguaggio piuttosto crudo, contenente immagini di mutilazione e smembramento, il tutto legato alla storia di un personaggio di sesso femminile, le cui vicende sono riportate da un narratore che, seppur indirettamente, non è del tutto slegato dalla figura, ambigua sì, ma femminile, dell'autrice.

Ciononostante la censura francese si risolse a risparmiare Monsieur Vénus: nonostante l'individuazione di alcuni passi considerabili più osceni degli altri, sia la giuria del tribunale che i poliziotti rimasero semplicemente confusi di fronte alla vaghezza del testo rachildiano. C'era qualcosa di innegabilmente perverso nell'opera di questa scrittrice, qualcosa che doveva verificarsi all'interno delle eleganti camere da letto così attentamente allestite dalla sua protagonista. Ma cosa, esattamente, vi fosse di così osceno, non era affatto esplicito nel libro, il quale lasciava all'intuito e alla fantasia del lettore il compito di trarre le proprie deduzioni. Molti si dichiararono semplicemente imbarazzati di fronte all'opera di Rachilde: il giornalista del Tintanarre Mélandri

149 Tribunal correctionnel de la Seine, 11 giugno 1884, cit. in Finn, Hysteria, Hypnotism, the Spirits and Pornography,

p. 159.

150 La Bibliophile. Gazette ilustrée des amateurs et des bibliophiles des deux mondes, i gennaio 1885, p. 118, cit. in

Finn, Hysteria, Hypnotism, the Spirits and Pornography, p. 160.

151 Il termine sta a indicare quella serie di testi al confine tra la letteratura scientifica e quella popolare, in cui la trama

del romanzo tende a dipanarsi intorno a una determinata patologia del protagonista. Per la definizione di “pathography” si rimanda a Emily Apter, Feminizing the Fetish: Psychoanalysis and Narrative Obsession in turn- of-the-century France, Ithaca, Cornell University Press, 1991, pp. 34-40.

alzò le mani di fronte alla funzione del dispositivo inserito nei fianchi del manichino di Jacques dichiarando “I don't see what practical use it serves (…). For my part I must admit that I don't understand. Yes, mademoiselle, I'm blushing but I admit it.”153 Congetture decise sulle dinamiche

che animavano il romanzo non vennero tratte nemmeno da parte degli investigatori francesi, i quali si limitarono a ritirare le copie del romanzo che le autorità belghe segnalarono loro, senza intervenire in alcuna azione legale diretta, al di là di poche esitanti indagini, sulle quali sarà il caso di soffermarci.

Nel 1889 Rachilde ricorda come un giorno ella ricevette una visita da parte di un ufficiale della polizia di Parigi,154 il quale le chiese esplicitamente un aiuto nell'interpretazione di alcuni passi

di Mosieur Vénus: “Rachilde's own explanation cited in the police report,” aggiunge Hawthorne, “is that Raoule sodomizes Jacques with a dildo (an interpretation also suggested by the restoration of the necrophiliac scene of the animated mannequin spreading its legs).”155 Ritornando su

quell'occasione in fu cui la scrittrice a recarsi presso l'ufficio di polizia di Parigi per richiedere una seconda autorizzazione per fare uso del cross-dressing, ci risulta che anche un altro ispettore le avesse rivolto la stessa domanda. Rileggiamo in questo contesto la risposta della scrittrice:

Nous étions très embarrassés pour quelque chose de neuf. Maizeroy, avec les Deux amies, avait dépeint l'amour des femmes l'une pour l'autre – le g[homorre] – Bonnetain, dans Charlot s'amouse, avait décrit la m[asturbation] et la sodomie. C'était donc fermé de ce côté. Nous avons pensé à une femme qui aimerait les hommes et qui avec des moyens que vous devinez, Monsieur – l'art mécanique imite tout – les enc[ule]. Voilà M. Vénus!156

Le interpretazioni e i fraintendimenti su ciò che avrebbe dovuto costituire evidenza di oscenità del romanzo si affastellavano e tendevano a differenziarsi a seconda delle fantasie dei lettori: il Dr. Luiz, contemporaneo della scrittrice e autore di Les Fellatores (1888), un trattato sulla sodomia incentrato sulle pratiche erotiche della fellatio, riteneva che “le piquant du volume, pour les adeptes, consiste de ce fait: d'une femme devenue par amour la fellatrix d'un pignouf!”157 Anche

Oscar Wilde, come abbiamo già visto all'inizio di questo capitolo, diede prova di avere in qualche modo frainteso le dinamiche tra i protagonisti del romanzo: secondo la testimonianza di André Raffalovich, l'autore di The Picture of Dorian Gray credeva che in Monsieur Vénus “a lesbian

153 Da una raccolta di articoli privi di datazione conservati presso la Bibliothèque Jacques Doucet, cit. in Finn,

Hysteria, Hypnotism, the Spirits and Pornography, p. 178.

154 Rachilde, "Le Numéro inconnu," pubblicato in Pélagie nel 1889. Cfr. Christian Soulignac, "Bibliographie des

oeuvres de jeunesse de Rachilde, 1877-1889 (édition revue et cossigée)," Revue Frontenac 10-11, 1993-94, p. 217.

155 Hawthorne, Rachilde and French Woman's Authorship, p. 98. 156 Auriant, Souvenirs sur Madame Rachilde, p. 62.

dressed her lover as a man.”158

Al di là dei chiarimenti forniti dalla stessa Rachilde, il suo romanzo era infatti “sufficiently imprecise and vague as to allow many interpretations, including the most innocent,” commenta Hawthorne, la quale identifica il potenziale scandaloso dell'opera nella sua stessa capacità di slegare la trasgressione da “a particular act of sexual deviance.” “Indeed,” prosegue la critica, “the transgression may be more effective for not being named and for pervading the novel in such a way to avoid efforts to contain, to isolate, and to quarantine it.”159 La capacità di descrivere una forma di

perversione che non dipenda necessariamente da una particolare etichetta consente infatti alla scrittrice di permeare l'intera opera di un potenziale trasgressivo onnipresente nel testo proprio in funzione della sua stessa impossibilità della trasgressione di essere ricondotta ad una definizione: “love that dares not speak its name” simile a quello cantato da esteti decadenti come Oscar Wilde o John Addington Symonds, l'eros di Rachilde, in quanto proclamato da un soggetto di sesso femminile e messo un pratica da un'eroina, si spinge oltre le categorie del dicibile e dell'indefinibile rispondendo con forza ancora maggiore a quel “deferral of naming”160 che è stato descritto da

Lawrence Danson a proposito della scrittura dell'omoerotismo maschile.

Il potenziale destabilizzante nei confronti della fissità delle strutture di genere presente nella conclusione di Monsieur Vénus e nelle pratiche erotiche che legano i suoi protagonisti appare ancor più evidente se analizzato in congiunzione con l'altro passo del romanzo incriminato dalla stampa belga, quello che vede l'eroina Raoule protagonista di un momento di travolgente languore nel momento in cui, dopo il suo primo incontro con Jacques, ella si trova da sola nella sua carrozza:

Lorsq'elle fut dans son coupé, Raoule abaissa les deux glaces et longuement aspira l'air froid.

Tout à l'heure, dans l'escalier de Silvert, il lui avait fallu un suprême effort de volonté pour ne pas défaillir. Toute cette organisation délicatement nerveuse se tendit dans un spasme inouï, une vibration terrible, puis, avec l'instantanéité d'un accident cérébral, la réaction vint, elle se sentait mieux. Elle éprouvait ce vague de l'être; effet bizarre dont les derniers mouvements d'un ressort brisé en pleine evolution, rendent assez bien l'idée; état dans lequel l'activité du cerveau semble s'agumenter en raison de la détente des muscles.161

Inequivocabile scena di autoerotismo, questa in cui la protagonista si abbandona non appena ella entra nella propria carrozza, avendo scongiurato la perdita dei sensi in presenza dell'uomo dal quale ella è irresistibilmente attratta, la figura di Raoule ardente di piacere doveva aver dato non poco filo da torcere alla censura belga. Questa istituzione doveva aver associato la situazione di una donna

158 Ellmann, Oscar Wilde, p. 282.

159 Hawthorne, Rachilde and French Woman's Authorship, p. 99.

160 Lawrence Danson, Wilde's Intentions, Oxford, Oxford University Press, 1997, p. 125. 161 Ibid., p. 18.

vittima di un piacere incommensurabile in un momento di solitudine con le molte scene contenute nel famigerato Charlor s'amouse di Paul Bonnetain, uscito solo un anno prima di Monsieur Vénus, il cui caso, come abbiamo visto, aveva infiammato il mondo della censura belga e francese fino alla condanna dell'autore e al fallimento dell'editore Kistemaecker. Ma a ben vedere Rachilde non sta descrivendo le pratiche di un'onanista, come nel caso del libro di Bonnetain: al contrario, Raoule de Vénérande non è ritratta, nella scena della carrozza, durante una scena di masturbazione, bensì in un momento di intensa rêverie, durante un viaggio mentale, in un momento di voluttà di carattere interamente cerebrale. Se la descrizione rachildiana si avvicina di molto a quella di un orgasmo, quello che la scrittrice si presta a descrivere è un orgasmo della mente, un piacere tutto cerebrale, slegato dalla fisicità e per questo elevata in una zona “sicura” e inafferrabile: la dimensione della fantasia, dell'intelletto e della creatività artistica. In Rachilde il desiderio sessuale è deviato nella mente, è un desiderio di elevazione, di fuga, uno spostamento del piacere in un luogo incorruttibile, che si pone al di là delle unioni fisiche genitali. Quella delle sue eroine è una tensione verso una forma di amore puro, irrealizzabile, dove la pesantezza e la miseria dei corpi non ostacola la ricerca dell'ideale. Per un'artista quale Raoule, è quindi possibile raggiungere autonomamente il massimo del piacere, e l'esperienza della carrozza la avvicina più alla dimensione di un autoerotismo cerebrale che all'universo della condivisione corporale.

Se la zona del piacere in Rachilde è deviata dall'area della fisicità genitale alla dimensione sublimata dell'intelletto, allora ben si addice a un'eroina dalle fantasie cerebrali un tipo di relazione che non si avvale del contatto fisico. L'utilizzo di un oggetto esterno come un dildo per unirsi all'effeminato Jacques sembra a ben vedere l'unica soluzione contemplabile di fronte a una donna che, come abbiamo visto in precedenza, di fronte al contatto fisico, sembra trasformarsi in una statua di marmo:

Lorsqu'il l'embrassa, il lui sembla qu'un corps de marbre glissait entre les draps, il eut la sensation désagréable d'un frôlement de bête morte tout le long de ses membres chauds."162

L'eroina di Monsieur Vénus rifiuta l'unione fisica con la persona nei confronti della quale ella si sente irresistibilmente attratta, in quanto la sua modalità di fruizione dell'erotismo è spostata al di là della fisicità dei corpi. Le sue membra si pietrificano, ella si trasforma in un oggetto senz'anima nel momento in cui il suo amato tenta di possederla, e i suoi arti inferiori immobili ricordano nella loro mortale rigidità il corpo di un animale privo di vita. La gelida, spietata e mascolina Raoule de Vénérande, come la sua creatrice, sembra cadere in preda a una grave paralisi isterica nel momento

in cui un uomo mette in pratica in sua presenza un tentativo di seduzione. Rifiutandosi di essere posseduta, disgustata dall'atteggiamento remissivo di molte donne, Raoule si identifica col maschile