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Chi ha paura di Rachilde?

II. III Rachilde e i discorsi dominanti della Parigi fin de siècle

III.IX Nuove scienze, performance e liberazione

Come è stato accennato precedentemente, gli incontri tra la ormai vedova Raoule e i resti del suo defunto marito elevato al reame dell'arte nella forma di un manichino hanno luogo in una stanza chiusa, murata, ubicata in un determinato luogo all'interno dell'Hôtel de Vénérande. Nelle ultime righe del romanzo si legge non solo che “À l' Hôtel de Vénérande, dans le pavillon gauche, il y a une chambre murée,”311 ma anche che la suddetta camera “a une porte dissimulée dans la tenture

d'un cabinet de toilette.”312 Il luogo in cui l'eroina è solita consumare questi incontri cerebrali con il

suo oggetto d'arte, “cette chambre (…) toute blue comme un ciel sans nuage,” dominata da una “couche en forme de conque, gardée par un Eros de marbre,”313 ricorda da vicino il palcoscenico di

un teatro privo di spettatori, l'arena dell'immaginazione della protagonista, la quale si reca sulla sua scena talvolta “vêtue de deuil,” talaltra sotto le parvenze di “un jeun homme en habit noir.”314 Non è

un caso che la porta di questa stanza segreta sia dissimulata proprio all'interno di un “cabinet de toilette,” vale a dire di un camerino, l'ambiente tipicamente adiacente ai teatri, dove presumibilmente la protagonista si abbiglia dei suoi panni di vedova oppure di vesti maschili.

Così come il teatro dell'amore perverso di Raoule è dissimulato da un tendaggio simile al sipario di un teatro, che dà su un luogo dedicato al trucco e al travestimento, così il trionfo dell'inversione sessuale è preceduto da una mascherata della sessualità che assume tanto i toni drammatici della vedovanza quanto i richiami grotteschi del cross-dressing. Dietro il grande spettacolo della patografia inscenata da Rachilde, si situa dunque una sala da trucco, una toletta elaboratissima, la quale fa appello alla fugacità delle identità messe in scena dalla protagonista

311 Rachilde, Monsieur Vénus, p. 209. 312 Ibidem, p. 201.

313 Ibidem, p. 209. 314 Ibidem, p. 210.

dell'opera: a volte vedova, a volte amante in completo nero, Raoule si reca presso il cadavere del marito defunto dopo aver assunto un'identità artificiosa e cangiante. La fissità delle visioni di Krafft-Ebing e di Havelock Ellis scemano di fronte a un'inversione sessuale che assume i tratti di quella mutevolezza contro la quale le definizioni della scienza si ergevano nel tentativo di contrastare e di dominare la portata di confusione generata dalla presa di coscienza della sessualità umana. Ben oltre le distinzioni e le solide catalogazioni della psichiatria e della sessuologia degli anni Ottanta dell'Ottocento, la scrittura rachildiana si inserisce nella cornice della “patografia” allo scopo strategico di vederne esplodere le struttura: laddove Havelock Ellis distinguerà, un anno dopo l'uscita di Monsieur Vénus, tra “pervert” e “invert,” alludendo alla mancanza o alla presenza della possibilità di esercitare un'influenza sulle devianze della propria sessualità,315 Rachilde già nel 1884

si rivela più affine alle vedute del sessuologo radicale Edward Carpenter, il quale, nel corso degli anni Novanta del XIX secolo e nei primi del Novecento, elaborerà la visione di un “intermediate sex,”316 una tipologia sessuale intermedia, che si pone su una linea idealmente intessuta tra il

modello del maschile e quello del femminile: al centro di questo continuum si trovano quegli individui eccezionali definiti “uranian,” rappresentanti di “a higher type of humanity,” ai quali era conferito “the role of “reconcilers” or “connectors”317 tra il maschile e il femminile.

Al di là del ruolo di vendicatrice di una femminilità oppressa e dissidente conferito a Raoule, ed oltre la riduzione ad oggetto del desiderio e della passività di Jacques, il romanzo di Rachilde sembra alludere, nella sorprendente fluidità con la quale i personaggi si avvicinano alla propria sessualità, a quel fondo indistinto che pervade il genere nelle avvincenti pagine di Carpenter. Le inversioni sessuali inscenate da Raoule sono, come il cross-dressing interpretato dall'artista, così estreme e al contempo mutevoli da evocare non tanto la fissità dogmatica delle distinzioni tra “pervert” e “invert” e le classificazioni di Krafft-Ebing, quanto quelle regioni fluide descritte dal fondatore di “The Fellowship of the New Life.” Le inversioni rachildiane non sono dunque sterili capovolgimenti dei ruoli del maschile e del femminile ma, attraverso la loro incontestabile teatralità, esse emergono in tutto il loro valore performativo e si rivelano semplici maschere, al di là delle quali è possibile intravedere una visione del genere sessuale fluida e mutevole, che trasporta la poetica di una scrittrice decadente al di là del contesto dei primi anni Ottanta, verso le intuizioni avanguardistiche delle scienze sessuali celebrate al volgere del nuovo secolo e, come vedremo successivamente, fino ad anticipare le elaborate considerazioni teoriche sul genere messe a punto nelle ultime decadi del secolo scorso da Luce Irigaray, Monique Wittig e Judith Butler.

315 Havelock Ellis, "Sexual Inversion in Women," Alienist and Neurologist 16 (1895), pp. 146-8.

316 Edward Carpenter, The Intermediate Sex: A Study of Some Transistional Types of Men and Women, New York,

Mitchella Kennerley, (1908) 1912, p. 72.

317 Edward Carpenter, Love's Coming Age: A Series of Papers on the Relations of the Sexes, Manchester, Labour Press,

Così come nel caso del cross-dressing, anche le inversioni sessuali che animano i virtuosismi delle trame rachildiane sembrano articolarsi su una tendenza culturale riconoscibile nei limiti della loro originalità; ciononostante, in entrambi i casi, pur partendo da una serie di definizioni volte a incasellare le varie forme di devianza in fenomeni catalogabili e ricorrenti, Rachilde si rivela in grado di andare oltre l'etichetta che ella stessa aveva assunto come propria e di muoversi al di là delle categorie prestabilite dagli studiosi del suo tempo. Le inversioni rachildiane rivelano la loro portata liberatoria grazie al valore altamente performativo che le contraddistingue: tanto violento, estremo e artificioso risulta il rovesciamento dei ruoli sessuali in Monsieur Vénus, quanto sganciata da questi conseguentemente appare la violenza maschile sul femminile, così come anche i tratti della sessualità appaiono più accidentali che essenziali al genere di appartenenza. Attraverso la performance, la mobilità e l'inversione sessuale, Rachilde dimostra come gli atteggiamenti solitamente considerati naturali al maschile e al femminile non siano che il risultato di una serie di convenzioni sociali che la cultura impone a individui fondamentalmente liberi di scegliere tra le infinite modalità di espressione della propria sessualità. Non in nome di un eterno conflitto tra i sessi, ma in vista dell'abbattimento delle barriere che li separano è dunque possibile leggere Monsieur Vénus e le e le dinamiche di “gender b(l)ending” che animano le vicende dei suoi protagonisti.

Chapter III