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DEFINIZIONE E MODALITA' DI PERPETUAZIONE

CAP 3 AMBITO PROTEZIONE DEI MINOR

3.1 IL MALTRATTAMENTO DEI MINOR

3.1.2 DEFINIZIONE E MODALITA' DI PERPETUAZIONE

La sensibilità verso la condizione dell'infanzia e la formalizzazione di forme di violenza nei suoi confronti, in ambito scientifico, viene fatta risalire ai primi anni sessanta, quando H. Kempe, nell'ambito della pediatria nord americana, partendo dalle osservazioni critiche di J. Caffey e W.A. Silvermann, due radiologi, definisce il fenomeno dei maltrattamenti con la denominazione Battered Child Syndrome, ricomponendo le considerazioni in un quadro concettuale organico, costituitosi manifesto di denuncia della problematica.134

132 L. n. 451/97 "Istituzione della Commissione parlamentare per l'infanzia e dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia"

133 Come esempio di richiamo a forme di integrazione socio-sanitaria si riporta la L. n. 66/96 “Norme contro la violenza sessuale” e la L. n. 269/98 “Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno ai minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù” e modifiche apportate dalla L. n. 38/06 “Disposizioni in materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia anche a mezzo Internet”. 134 Il primo intervento di Kempe sulla problematica del Child Abuse and Neglect si ha nel 1961

Il fenomeno dell'abuso all'infanzia viene fatto rientrare in un'accezione più generale di violenza; quest'ultima, in relazione al contesto all'interno del quale viene commessa, può essere suddivisa in tre categorie ed essere quindi classificata come auto inflitta, interpersonale o collettiva.135

Mantenere una visione generale della violenza ci permette di rapportarsi al problema non trascurando il fatto che più forme di violenza possono colpire un nucleo familiare o i singoli individui; alla base di più atti violenti possiamo trovare fattori di rischio comuni e quindi un'azione di contrasto di quest'ultimi avrà ripercussioni ed effetti multipli; inoltre essere esposti ad un tipo di violenza aumenta la possibilità di divenire, in un futuro, autore o vittima di ulteriori categorie di questa.

Il maltrattamento dei minori rientra nella seconda categoria di violenza richiamata, quella interpersonale, dove troviamo comportamenti agiti nei confronti della propria famiglia e del partner o della comunità.

Trasversale ad ogni categoria è la natura dei comportamenti, che può essere fisica, sessuale, affettiva e psicologica, legata all'incuria o alla deprivazione.

Grazie alla definizione riportata da M. Burgoni, M.G. Calanchi, O. Magri e G. Pedrazzoli,136 per abuso all'infanzia è da intendersi

“l'insieme delle condizioni di esistenza dei bambini che, in varia

all'Annual Meeting of American Accademy of Pediatrics, dove redige su tale tema una relazione; l'anno successivo i suoi studi verranno pubblicati su una rivista scientifica, con l'articolo “The battered chil syndrome” (Kempe C.H., Silverman F.N. e Steele B. 1962). In Campanini A. (1993).

135 L'OMS definisce come violenza “l'uso intenzionale della forza o del potere, minacciato o reale, contro se stessi, altre persone o contro un gruppo o una comunità, da cui conseguono o da cui hanno alta probabilità di conseguire lesioni, morte, danni psicologici, compromissioni nello sviluppo o deprivazioni”.

OMS, Rapporto mondiale “Violenza e Salute”, 2002. In Bianchi D. (2002), p. 156.

misura, possono alterare o compromettere il loro sviluppo psicofisico e ledere i diritti che sono loro riconosciuti dalle leggi”.

In particolare a livello internazionale, nel IV Colloquio Criminologo, il Consiglio d'Europa,137 nella definizione di violenza ai danni

all'infanzia, considera “l'insieme di atti e carenze che turbano gravemente il bambino attentando alla sua integrità corporea e al suo sviluppo fisico, affettivo, intellettivo e morale” considerando come possibili autori degli atti “un familiare o altri che hanno cura del bambino”.

L'attenzione rivolta al maltrattamento come fenomeno scaturente nell'ambito di una relazione di responsabilità, fiducia o potere la ritroviamo nella definizione promossa dall'OMS,138 che presenta il

vantaggio di superare i problemi di classificazione dei comportamenti come abusanti, relativi all'intenzionalità o meno degli atti commissivi od omissivi, alle cause o alle conseguenze di questi e che rende possibile includere le forme di violenza che si verificano in contesti extrafamiliari, come educativi o scolastici.

Nella Convenzione dei diritti dei minori139 è possibile trovare una

definizione ampia della violenza ai danni dell'infanzia, comprendente anche i casi di sfruttamento lavorativo, traffico e vendita dei minori, prostituzione infantile ed abuso istituzionale;140 nell'ottica di 137 Consiglio d'Europa, IV Colloqui Criminologo, Strasburgo 1978.

138 “Per abuso all'infanzia e maltrattamento debbano intendersi tutte le forme di cattiva salute fisica e/o emozionale, abuso sessuale, trascuratezza o negligenza o sfruttamento commerciale o altro che comportano pregiudizio reale o potenziale per la salute del bambino, per la sua sopravvivenza, per il suo sviluppo o per la sua dignità nell'ambito di una relazione caratterizzata da responsabilità, fiducia o potere.”

Report of the consultation on child abuse prevention, World Health Organization, Geneva 1999;

OMS, Rapporto mondiale “Violenza e Salute”, 2002. In Di Blasio P., Rossi G. (2004).

139 Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza 1989. Vedere nota n. 114.

140 Nella Convenzione si fa riferimento al “danno o abuso fisico o mentale, trascuratezza o trattamento negligente, al maltrattamento, alle diverse forme di sfruttamento e abuso sessuale intese come induzione e coercizione di un bambino/a in attività sessuale illegale, lo

considerare come maltrattamento infantile non solo gli atti compiuti entro una relazione interpersonale caratterizzata da assenza o deformazione del rapporto parentale.

Questo consente di unire, in una unica classificazione, le differenze riscontrabili nei Paesi occidentali, dove la rilevanza delle forme di violenza relazionali, soprattutto intrafamiliari, è maggiore, rispetto a quelli in via di sviluppo, colpiti da altre problematiche sociali e culturali, che rendono prioritario l'intervento nelle manifestazioni di violenza ed abuso extrafamiliare.

Le azioni maltrattanti possono concretizzarsi in diverse manifestazioni, che comunemente vengono fatte confluire in tipologie prevalenti di violenza, con fini descrittivi e classificatori.

Gli abusi, oltre che diretti ed indiretti, possono essere ulteriormente classificati in attivi e passivi; i primi formati dalle forme che sottendono intenzionalità ed i secondi dati dalle azioni implicanti rinuncia o negazione di determinate funzioni relazionali, fondamentali per uno sviluppo equilibrato del minore.

Dalle diverse attribuzioni ne consegue una classificazione clinica che distingue i maltrattamenti in:

- MALTRATTAMENTO FISICO

Forma di violenza evidente, attiva, che produce lesioni fisiche, si esprime in aggressioni violente agite verso il minore; si definisce come l'uso intenzionale delle forza fisica che provoca o ha un'alta probabilità di provocare un danno per la salute, la sopravvivenza, lo sviluppo o la dignità del bambino; danno agito attraverso aggressioni fisiche, maltrattamenti, punizioni corporali o gravi attentati all'integrità fisica e alla vita, quali avvelenamenti intenzionali,

e materiali pornografici, torture o ad altre forme di trattamento o punizione crudeli, inumane o degradanti, allo sfruttamento economico e al coinvolgimento in lavori rischiosi”.

soffocamento, omicidio o danni determinati da pratiche rituali.

Le lesioni possono essere l'esito di uno o più episodi di violenza, presentarsi in forma più o meno grave; inoltre è stato riscontrato che, generalmente, vengono agite con lo scopo di infliggere una punizione al minore.

- ABUSO SESSUALE

Implica il coinvolgimento del minore in atti sessuali che presuppongono violenza, ai quali non può acconsentire con consapevolezza, che non può comprendere completamente, non avendo ancora raggiunto un grado di sviluppo adeguato.

Sono estorti approfittando dell'immaturità del bambino, attraverso l'intimidazione, l'uso della forza, puntando sul senso di colpa, la vergogna e la paura provate dal minore coinvolto nelle attività sessuali, sfruttando la fiducia che la vittima ripone nei confronti della persona che ricopre una posizione di superiorità e potere; viene fatta leva sull'attrazione per le cose nuove, misteriose e proibite che i bambini manifestano, sulla possibilità del bambino abusato di sentirsi scelto, fiero delle attenzioni ricevute, per quanto distorte queste siano. Gli abusi sono atti che violano la legge od i tabù sociali, comprendono il coinvolgimento in rapporti sessuali completi, gli atti di libidine occasionali, come l'esibizionismo, e reiterati, la violenza sessuale assistita, l'induzione alla visione di materiale pornografico, lo sfruttamento sessuale, l'avvio alla prostituzione infantile e la produzione di materiale pornografico.

L'abuso sessuale può distinguersi, a seconda dell'intensità e traumaticità degli atti subiti, in abuso lieve/moderato, in cui rientra l'esposizione a materiale pornografico, l'essere stati toccati in parti intime e la costrizione a toccare parti intime, ed in abuso grave,

formato dalla costrizione a masturbare, alla penetrazione ed al sesso orale.141

- MALTRATTAMENTO AFFETTIVO E PSICOLOGICO

Forma di abuso che si caratterizza per il fatto di essere compresente nelle altre modalità di maltrattamento ma che può presentarsi anche indipendentemente da queste; viene instaurata una relazione inappropriata e dannosa che si sostanzia in comportamenti commissivi od omissivi, quali pressioni psicologiche, ricatti affettivi, critiche, minacce, indifferenza, rifiuto, disinteresse, squalifiche, denigrazioni e svalutazioni che danneggiano od inibiscono lo sviluppo di competenze cognitivo-emotive fondamentali come l'intelligenza, la memoria, l'attenzione e la percezione.

Il bambino può essere coinvolto in situazioni e stili di vita che lo disorientano, come la violenza domestica, la conflittualità coniugale e la richiesta di schieramenti, l'attribuzione di ruoli adulti e responsabilizzanti incompatibili con la sua età; richieste sproporzionate alle sue caratteristiche che possono determinare una significativa alterazione dello sviluppo psico-affettivo del minore, essendo compiute da adulti per lui significativi.

Al bambino vengono così negate delle tappe fondamentali per la costruzione del proprio sé e come conseguenza di questa forma di maltrattamento può apparire precocemente adultizzato o all'opposto fragile e contraddittorio sul piano emotivo.142

- PATOLOGIA DELLE CURE

Categoria che comprende un insieme di situazioni di tipo attivo od omissivo, accomunate da un fallimento più o meno grave nel

141 Pellai A. (2009). 142 Campanini A. (2007).

soddisfare i bisogni fisici, psicologici ed emotivi del bambino.

Tra le sue manifestazioni troviamo la trascuratezza e l'incuria, intese come l'omissione, grave e persistente, delle cure e delle attenzioni necessarie allo sviluppo psico-fisico e sociale del bambino; rientrano negli abusi indiretti e passivi ed è la condizione che riguarda l'incapacità di chi è responsabile del minore di saper cogliere e rispondere ai suoi bisogni fisici e psichici, di provvedere al suo sviluppo e benessere, di proteggerlo dall'esposizione a qualsiasi genere di pericolo. I genitori rinunciano al proprio ruolo, non garantendo al bambino protezione, controllo, assistenza, affetto e stimoli. Le carenze possono riguardare gli ambiti della salute e della nutrizione, attraverso l'utilizzo di abbigliamento inadeguato alle condizioni atmosferiche, trascuratezza igenico-sanitaria o alimentare, denutrizione, inadeguata o assente assistenza medico-sanitaria; dell'educazione, come il rispetto delle regole di comportamento, di convivenza e l'elusione degli obblighi scolastici; dello sviluppo affettivo, con il rischio di far insorgere problematiche di instabilità emotiva e devianza; delle condizioni di vita e degli alloggi non adeguatamente resi sicuri.

Anche le attenzioni e le cure connesse a preoccupazioni eccessive e sproporzionate circa lo stato del bambino, ovvero l'ipercura, costituiscono errate modalità di accudimento della prole che hanno effetti sullo sviluppo e sulla crescita.

Una specifica forma di inadeguate attenzioni è la sindrome di

Münchhausen per procura, comportamento di accudimento che

coinvolge il minore in ideazioni patologiche; più precisamente è una forma di maltrattamento, agita da uno o entrambi i genitori, solitamente la madre, in cui il bambino è sottoposto a continue visite mediche, accertamenti, esami e cure inopportune per malattie o

sintomi inventati, simulati od indotti dal familiare; i minori in questi casi subiscono frequenti ricoveri ospedalieri per episodi di malattie di cui spesso non viene accertata la causa; il figlio, a cui vengono inflitti danni fisici, viene usato dal genitore, affetto da un disturbo mentale, per attirare l'attenzione su di sé.

Al di fuori del nucleo familiare, come modalità di cure inadeguate troviamo il maltrattamento iatrogeno, situazione maltrattante ad opera dei medici o del personale sanitario, per abuso di indagini di laboratorio, radiologiche e strumentali, ricoveri e interventi chirurgici inutili e dannosi.

Nella discuria, al minore vengono prestate cure improprie all'età o alla fase di sviluppo psicofisico; è la forma di abuso in cui i genitori non favoriscono le conquiste evolutive del bambino, trattandolo come se fosse più piccolo della sua età o al contrario nei casi in cui gli vengono fatte richieste di prestazioni eccessive rispetto alle sue capacità.

La necessità di suddividere e specificare le varie forme di maltrattamento deve essere bilanciata con la complessità reale dei casi di abuso riscontrati; come evidenziato da P. Di Blasio e G. Rossi143 la

violenza all'infanzia difficilmente si presenta, in forme separate e scindibili, ma al contrario fondamentale è l'evidenza della compresenza di diversi tipi di maltrattamento nello stesso nucleo familiare.

Per le autrici la distinzione delle diverse forme di abuso non è mai così netta da consentirne una differenziazione utile ai fini della comprensione delle specifiche conseguenze psicologiche sul bambino; dall'analisi della casistica dei casi di abuso trattati nella Regione Lombardia emerge una suddivisione, seppur in parte sovrapponibile,

in due gruppi principali; il primo in cui domina l'abuso sessuale strettamente associato a trascuratezza, maltrattamento psicologico ed in alcuni casi a maltrattamento fisico; un secondo gruppo in cui prevale il maltrattamento fisico, combinato alla trascuratezza ed al maltrattamento psicologico.

Il maltrattamento, fenomeno composito e multiforme, assume anche la caratteristica di processo che, se non rilevato e trattato, tende ad aggravarsi, accrescere e moltiplicarsi nel tempo.

S. Cirillo e P. Di Blasio,144 attraverso l'attenzione alle dinamiche

evolutive delle relazioni familiari, descrivono un processo che inizia con difficoltà coniugali, conflitti e violenza domestica, che via via inducono cronicità ed ampliamento della crisi, che si estende ai figli, nelle forme di trascuratezza grave e violenza fisica.

Inoltre spesso alla base del verificarsi dei casi di abuso sessuale o violenza fisica, perpetuati da uno dei genitori, vi è una mancanza di protezione e tutela del bambino da parte dell'altra figura genitoriale, non direttamente abusante o violento, che viene indicata come trascuratezza psicologica a cui viene attribuito un alto valore predittivo della possibilità del verificarsi dei maltrattamenti.