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SPECIFICITA' E DIFFERENZE TRA I CONTEST

CAP 2 LA FUNZIONE DI AIUTO E CONTROLLO

2.3 SPECIFICITA' E DIFFERENZE TRA I CONTEST

Il fatto di essere chiamato a svolgere un compito di controllo non fa perdere all'operatore il dovere di cimentarsi nella costruzione di un percorso di aiuto; mettendolo nella situazione di doversi destreggiare in interventi definiti misti.

Pur essendo presente ed incoraggiata la funzione di supporto ed aiuto, non possiamo non riconoscere le specificità ed i doveri che caratterizzano le situazioni in cui l'assistente sociale riceve un mandato di controllo.

Si parte da una richiesta che non perviene dall'utente, in assenza di domanda, con un soggetto a cui viene imposto un professionista, di tenere dei rapporti con un servizio, verso cui presumibilmente riverserà la propria diffidenza e rabbia.63

L'assenza di domanda solitamente viene fatta coincidere con una minore motivazione al cambiamento, a mettersi in discussione, una più esigua collaborazione e disponibilità; rendendo meno facile l'attivazione del processo di aiuto.64

Il legame tra richiesta diretta e possibilità di operare congiuntamente, con l'assunzione di medesime finalità tra l'assistente sociale e l'utente, perde di valenza se si riflette sulla possibilità che la domanda di aiuto della famiglia rientri in una sua strategia, una mossa tattica dei richiedenti, rivolta generalmente ad altri, conseguente al gioco

63 Ciò che viceversa caratterizza il contesto spontaneo è la domanda dell'utente, la sua scelta di affidarsi e rivolgersi all'operatore, verso cui riporrà la sua fiducia, consapevole del segreto professionale a lui imposto.

Cirillo S. (2005), p. 95.

64 Cesaroni M., Lusso A., Rovai B. (2000); Zilianti A., Rovai B. (2007).

intrapreso65 da questi; il cui scopo, il come ed il quando ci viene posta

tale richiesta, sarà compito dell'operatore indagare, per non diventare lui stesso parte dell'interazione patologica, messa in atto dal nucleo.66

Non solo, ma il fatto di non indirizzare una richiesta, non può essere fatto coincidere con una sicura volontà di non ricevere aiuto ed impegnarsi nel modificare il proprio comportamento, una volta che il problema ha acquisito valenza sociale, emergendo e venendo a conoscenza dei servizi e delle istituzioni.67

Far coincidere la positività della partecipazione e del coinvolgimento degli utenti con il fatto di instaurare il rapporto per loro iniziativa, quindi tramite una domanda diretta, sottovaluta, come avverte R. Mazza,68 la questione che “la trattabilità e l'utilità di un processo

d'aiuto” dipende solo in parte dalle problematiche dell'utente e dalla sua storia familiare, ciò che è essenziale per l'esito della presa in carico è la sua qualità, dipendente “dall'investimento degli operatori”, dalla “forza del legame” che riusciranno a stabilire e dalla “continuità del trattamento”; del raggiungimento dei risultati e degli obiettivi degli interventi saranno così corresponsabili utenti ed operatori, parti in interazione, che necessitano di collaborare, unire le proprie forze, per trovare una strada comune da percorrere.

Per poter valutare il grado di partecipazione M. Lerma69 suggerisce di

considerare lo “stato di crisi, acuta o di cronicità, posseduto dal

65 Vedere nota n.17.

66 Cirillo S. mette in guardia dalle “insidie” che possono celarsi nel “contesto spontaneo”, da quanto questo possa esserlo solo di facciata, mancando le reali motivazioni a cambiare e trovare soluzioni ai problemi sofferti.

Cirillo S., Di Blasio P. (1989), pp. 10-12; Cirillo S. (2005), p. 33-34.

67 La reticenza a chiedere aiuto, ed assumersi le proprie responsabilità e colpe, può derivare dalla natura stessa del problema sofferto, dalla consapevolezza di aver violato norme di condotta sancite per legge, dei tabù sociali, dalla mancanza di fiducia nei servizi e nella possibilità che questi possano configurarsi come valido supporto.

Cirillo S., Di Blasio P. (1989); Cirillo S. (2005).

68 Mazza R. (2011), pp. 3-4. 69 Lerma M. (1992), pp. 111-112.

sistema utente al momento della richiesta”; vedendo nella “rottura dell'equilibrio personale o familiare il momento più facile per ottenere l'adesione” della persona al rapporto professionale.70

Viceversa attribuisce a quei “casi di cronicità, sostenuti dalla prassi disfunzionale dei servizi di trattare le situazioni solo in forma assistenziale”, il motivo della mancanza di una reale presa in carico.71

Il professionista al quale verranno inviati coattivamente gli utenti si troverà nella situazione di non poter rifiutare l'intervento ed all'obbligo di relazionare il suo operato all'Autorità inviante, attraverso la restituzione dei risultati, della diagnosi e della prognosi fatta sul sistema familiare.

La circolazione dei contenuti e delle informazioni andrà oltre la rete, l'équipe che si trova ad operare internamente al servizio, arriverà alle altre figure professionali ed agli enti appartenenti ai vari settori, necessariamente coinvolti, vista la natura multifattoriale delle problematiche, in grado di offrire un supporto specialistico, fino ad approdare al committente principale dell'azione di controllo, ossia gli Organi Giudiziari.72

Essenziale sarà tenere una doppia trasparenza, chiarire ed esplicitare la funzione del controllo; è opportuno non coalizzarsi con gli utenti, tenendo il Tribunale all'oscuro degli avvenimenti, mettendolo in una posizione di soggetto terzo persecutore, facendo percepire il servizio

70 Fortuna F. e Tiberio A. attribuiscono alla dimensione della concretezza, della genuinità e dell'apertura di sé, utilizzate dall'utente nell'interazione, la capacità di prevedere l'esito della richiesta d'aiuto, l'autenticità del suo desiderio di ricevere supporto.

Fortuna F., Tiberio A. (1999).

71 Situazioni in cui l'ente si basa esclusivamente sull'urgenza manifestata, non andando ad analizzare in profondità le necessità e le possibili cause del problema.

Lerma M. (1992).

72 La collaborazione e la trasmissione delle informazioni, tra l'équipe professionale interna al servizio e tra i vari servizi, è sempre presente nell'attività sociale, presupposto posto a garanzia della capacità di offrire risposte adeguate ai bisogni, soluzioni ed interventi che tengano conto delle particolarità e della situazione specifica di ogni utente; obiettivi raggiungibili tramite l'incentivazione dell'espressione dei vari punti di vista e delle professionalità degli operatori coinvolti.

sociale quale protettore della persona; nascondere e biasimare non è il modo per offrire un vero aiuto, non permette all'individuo di prendere coscienza dei propri limiti ed inadeguatezze e della necessità di cambiamento.

Qualora il tribunale investa il servizio di un mandato di vigilanza e lo incarichi del controllo del rispetto di determinate prescrizioni, eventuali violazioni, di cui l'operatore viene a conoscenza, andranno segnalate al giudice, per non incorrere in ipotesi di reato ed illeciti professionali.73

Allo stesso modo nessun contatto con i magistrati verrà preso all'insaputa degli utenti, il messaggio implicito che gli deve pervenire è che il lavoro che si sta svolgendo non è fatto contro di loro, ma scaturisce dalla constatazione dell'esistenza di una problematica, che impone l'intervento.74

L'importanza di esplicitare la funzione di controllo e tutela si deduce dalla sua introduzione tra le regole generali di comportamento del

Codice Deontologico75 degli assistenti sociali, che impongono di

informare gli interessati delle implicazioni della specifica relazione professionale e della necessità di esercitare le funzioni peritali, di cui sono investiti, con imparzialità ed indipendenza.

Lo spazio entro il quale si opera, il controllo, e le sue specificità, andranno sempre rese note all'utente durante l'interazione; il contesto

73 Il non rispetto del mandato ne comporterà la comunicazione all'ordine degli assistenti sociali e l'immediata cessazione dell'incarico assegnato dall'autorità giudiziaria.

74 Cirillo S., psicoterapeuta esperto nel trattamento di famiglie con conclamate carenze

genitoriali, sottoposte a misure limitative della potestà, per la necessità della trasparenza, nella

valutazione di recuperabilità fatta sui genitori maltrattanti, evidenzia il fatto che le conclusioni,

a cui l'operatore perviene, devono essere rese note agli utenti, tramite la consegna o la lettura della relazione redatta, rapporto finale da inviare al giudice richiedente.

Cirillo S., Di Blasio P. (1989); Cirillo S. (2005).

75 Codice istituito nel 1993 con la legge n° 84 (Ordinamento della professione di assistente sociale e istituzione dell'albo professionale); nell'esercizio della professione di assistente sociale la conoscenza e l'osservazione dei principi e delle regole contenutevi è vincolante per lo svolgimento stesso dell'attività.

andrà costantemente marcato, avendo chiaro il principio per cui dentro un contesto di controllo non ci saranno ostacoli alle operazioni di aiuto; con il ricorso alla chiarezza ed alla trasparenza nessun equivoco o vissuto di tradimento intaccherà il rapporto instaurato con l'operatore, producendo risentimenti o tentativi di fuga.

Mascherare il ruolo di tutela e protezione presente nei servizi, fingendo di essere inseriti in un ambito di semplice ed esclusivo sostegno, non solo non permetterà l'attivazione di future necessarie azioni di vigilanza e controllo, senza suscitare prevedibili reazioni estreme del nucleo in carico, ma non consentirà di porsi come effettivo supporto per le fasce più a rischio della società, bisognose di aiuto e difesa, per la mancanza di interventi efficaci.76

2.4 RICERCA DI UN EQUILIBRIO