Grafico 2.9 – Distribuzione dei conduttori per titolo di studio (%)
2.3 LA DIMENSIONE AMBIENTALE
L’ammontare della spesa sostenuta dalle aziende agricole per l’acquisto dei mezzi tecnici è senza dubbio un ottimo indicatore della pressione, e dunque della sostenibilità, delle attività agricole sulle componenti ambientali, specie se è possibile scomporre la stessa spesa in funzione della localizzazione e della tipologia aziendale. Nella presente analisi viene considerata la spesa annua in euro sostenuta per unità di superficie agricola utilizzata. Anche per gli indicatori ambientali, come per quelli sociali, i dati presentati si riferiscono a dati medi campionari.
I dati a disposizione mostrano per il 2011 una notevole variabilità della spesa per energia, fertilizzanti e fitofarmaci soprattutto in funzione dell’indirizzo produttivo praticato,
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con gli ordinamenti più intensivi che fanno registrare valori ben al di sopra del dato medio nazionale; vale la pena segnalare come in valore assoluto la spesa unitaria, espressa in euro per ettaro sia piuttosto contenuta, quale conseguenza della considerazione di tutta la SAU aziendale e non solo di quella a cui è indirizzata effettivamente la spesa. L’ortofloricoltura spicca per il notevole impiego di tutti i mezzi tecnici, mentre i granivori presentano una spesa elevata per l’acqua destinata all’allevamento di avicoli e suini; in entrambi i casi i valori sono elevati anche perché queste aziende si caratterizzano per una superficie aziendale limitata. Al di sopra della media nazionale figurano anche le coltivazioni arboree (in particolare per l’uso di fitofarmaci).
Ciò che appare meritevole di segnalazione è evidenziare in relazione alla tipologia aziendale, come la spesa per mezzi tecnici appare direttamente correlata alla dimensione economica delle aziende che, come è stato precedente evidenziato, coincidono con gli ordinamenti più intensivi (Grafico 2.11); al tempo stesso, le aziende di medie e piccole dimensioni mostrano un livello di spesa del tutto confrontabile, segno del raggiungimento del limite al di la del quale non è possibile contenere ulteriormente la spesa per mezzi tecnici, senza compromettere la corretta conduzione dei processi produttivi agricoli.
Grafico 2.11 – Spesa per energia, fertilizzanti e fitofarmaci (euro/ettaro di SAU)
Fonte: BD RICA 2011
Ovviamente, la localizzazione di questi indirizzi produttivi nella aree più favorevoli del Paese è alla base dei valori più elevati di spesa per mezzi tecnici riscontrabile in pianura e in misura minore nella collina litoranea, come pure nelle aree non svantaggiate da un punto di vista ambientale e territoriale, come ben evidenziato sempre dal grafico 2.11; le circoscrizioni in cui la spesa è maggiore sono quelle settentrionali, specie quella orientale.
La tendenza osservata nel periodo considerato indica un contenimento della spesa per fertilizzanti nei primi anni, riconducibile in particolare alla fluttuazione dei prezzi delle commodities, per poi crescere nel 2011 grazie all’aumento dei prezzi, trascinati anche dal rincaro dei prodotti energetici, cui sono strettamente legati (Grafico 2.12).
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Lo stesso andamento crescente si riscontra anche per la spesa energetica, nonostante il freno della congiuntura economica sfavorevole. Per tutti i mezzi tecnici considerati l’andamento della spesa appare riconducibile più agli incrementi di prezzo, che non alle quantità utilizzate.
Grafico 2.12 – Andamento della spesa per energia, fertilizzanti e fitofarmaci (euro/ettaro di SAU)
Fonte: BD RICA 2008-2011
Relativamente alle quantità, dal 2011 la rete contabile RICA italiana12 raccoglie informazioni sui mezzi tecnici impiegati, distinti per tipologia.
Per i fertilizzanti esiste una notevole differenziazione delle quantità utilizzate in relazione soprattutto agli ordinamenti produttivi.
Grafico 2.13 – Quantità di Azoto, Fosforo e Potassio distribuite (Kg/ettaro di SAU)
Fonte: BD RICA 2011
12 La scheda aziendale comunitaria (Regolamento di Esecuzione (UE) n. 385/2012 della Commissione, del 30 aprile 2012) che sarà adottata a partire dall’esercizio contabile 2014, attribuisce una maggiore rilevanza agli elementi correlati all'ambiente. In Italia il recepimento di questi aspetti è stato anticipato al 2011.
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È interessante rilevare come anche le caratteristiche aziendali incidano però sulle quantità utilizzate di elementi nutritivi; il grafico 2.13 illustra come al crescere della dimensione economica, che si accompagna generalmente a processi produttivi più intensivi, aumenti anche l’uso di fertilizzanti, così come accade nel passaggio dalle aree interne più marginali e svantaggiate da un punto di vista ambientale a quelle litoranee e pianeggianti. Naturalmente, questa situazione è la risultante della localizzazione dei diversi processi produttivi, con le aree di pianura e di collina litoranea destinate ad un’agricoltura più intensiva, mentre le zone interne e marginali, dove è diffusa la zootecnia, sono per lo più occupate da coltivazioni di cereali e foraggere. È opportuno segnalare che le quantità di fertilizzanti presentate in questa analisi sono sottostimate per effetto della considerazione di tutta la superficie aziendale e non solo di quella effettivamente concimata; elaborazioni più precise richiederebbero di riferire le quantità di elementi nutritivi alle singole coltivazioni, ma tali elaborazioni esulano dagli obiettivi del presente lavoro.
Ulteriori elementi di riflessione sono offerti dall’analisi della quantità di acqua utilizzata a scopi irrigui e zootecnici, insieme all’incidenza delle superfici irrigate, per quanto riguarda la pratica irrigua e dal carico di bestiame per ettaro di superficie coltivata, per ciò che concerne la pressione esercitata dagli allevamenti sulle componenti ambientali (Grafico 2.14).
Che la disponibilità della risorsa irrigua sia un fattore produttivo essenziale per il conseguimento di risultati economici soddisfacenti è noto, soprattutto in determinati contesti territoriali dove la scarsa disponibilità di questa preziosa risorsa può compromettere il naturale ciclo vegetativo delle coltivazioni. Meno nota è la quantificazione dei volumi di acqua distribuita per l’irrigazione, soprattutto se articolata per localizzazione e tipologia delle aziende. Il grafico 16 mostra la stretta correlazione dell’uso di acqua irrigua con i sistemi produttivi più intensivi, localizzati nelle aree di pianura e non interessate da svantaggi naturali o ambientali, oppure coincidenti con le tipologie aziendali economicamente più grandi.
Grafico 2.14 – La pressione dell’irrigazione: consumo di acqua (m3/Ha)
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Il consumo di acqua per irrigazione, a sua volta, è strettamente correlato all’incidenza della superficie irrigata su quella totale aziendale destinata a usi agricoli.
Circa gli indirizzi produttivi si distinguono i seminativi che, è bene precisare, comprendono anche il riso che necessita di notevoli quantità di acqua per lo svolgimento dell’intero ciclo vegetativo, confermato anche dall’elevato valore riscontrabile nella circoscrizione nord-ovest; nel raggruppamenti dei seminativi, inoltre, è ricompresa anche l’orticoltura in pieno campo (orti industriali), anch’essa esigente di acqua irrigua. Elevate quantità sono riscontrabili anche nelle aziende granivore, dove l’acqua viene utilizzata per la colture destinate alla realizzazione di mangimi concentrati (essenzialmente mais) da utilizzare in azienda per l’alimentazione di suini e avicoli. L’apparente ridotto quantitativo riscontrato per l’ortofloricoltura è da mettere in relazione all’adozione di sistemi irrigui più efficienti, quali la microirrigazione, assolutamente prevalenti nelle serre e in analoghi sistemi di protezione delle coltivazioni.
Grafico 2.15 – La pressione degli allevamenti: carico di bestiame (UBA/Ha)
Fonte: BD RICA 2011
L’altro parametro analizzato è quello relativo alla pressione degli allevamenti, misurata dal numero di unità di bestiame adulto per unità di superficie (Grafico 2.15). Una presenza eccessiva di animali rispetto alla vegetazione naturale, oltre a determinarne una drastica riduzione, conduce anche al degrado della cotica erbosa e ad un elevato costipamento da calpestio (compattazione del suolo). Il dato medio nazionale, sulla base dei dati RICA, è piuttosto contenuto: 0,6 UBA/Ha, tanto da essere ben lontano carico massimo di 2 UBA/Ha ammesso dal regolamento comunitario 1804/99 sulla zootecnia biologica. Le situazioni più critiche si rinvengono in corrispondenza degli allevamenti più intensivi, come i granivori, che i caratteri di allevamenti industriali, spesso realizzati su una ridotta estensione di superfici agricole.
- 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 Piccole Medio-piccole Medie Medio-grandi Grandi Tot. Svantaggiata Parz. Svantaggiata Non svantaggiata Nord-ovest Nord-est Centro Sud Dim e n sio n e e co n o m ic a ZO N A C IRC O SC RI Z IT AL IA
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