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IL SOSTEGNO ALLA COMPETITIVITÀ DEL SETTORE AGRICOLO E FORESTALE

Grafico 2.9 – Distribuzione dei conduttori per titolo di studio (%)

3. LE POLITICHE DI SOSTEGNO AL SETTORE

3.2 LA POLITICA DI SVILUPPO RURALE 2007-

3.2.1 IL SOSTEGNO ALLA COMPETITIVITÀ DEL SETTORE AGRICOLO E FORESTALE

L’evoluzione del territorio rurale italiano è tutt’oggi caratterizzata da fenomeni esterni come l’accentuarsi della crisi economica e le difficoltà di accesso al credito; a fare da contropartita agli elementi negativi si riscontra però una progressiva riscoperta del ruolo economico, ambientale e sociale che l’agricoltura gioca oggi nel sistema italiano.

In tale scenario l’adesione alle misure d’investimento è buona e le aziende agricole credono negli strumenti messi a disposizione dai Programmi regionali di sviluppo rurale.

Una volta entrati a regime gli investimenti promossi dalla politica di sviluppo rurale fanno registrare i primi risultati. In linea generale, le risorse finora spese sulla competitività hanno determinato un aumento del valore aggiunto lordo nelle aziende beneficiarie di 599 milioni di euro (l’obiettivo a fine programmazione è di 1.801 milioni di euro) ed il numero di aziende che hanno introdotto nuovi prodotti e nuove tecniche è di 7.326, con un obiettivo stimato a fine programmazione di 26.717. (Fonte Mipaaf – Monitoraggio Strategico del Psn - IIa Relazione Strategica post Health Check, 2010 - 2011))

Tra le azioni chiave per incidere sulla competitività la strategia nazionale di sviluppo rurale sta sostenendo il miglioramento della capacità imprenditoriale e professionale degli addetti al settore agricolo con il finanziamento di oltre quaranta mila partecipanti che hanno terminato con successo una formazione in materia agricola e forestale.

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Sul fronte degli interventi per la competitività del settore agricolo e forestale, le misure cardine si confermano la 121 “Ammodernamento delle aziende agricole” e 123 “Trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e forestali”.

La misura 121 ha una dotazione complessiva in Italia di 3.054 milioni di euro, ad oggi sono state effettivamente spese ed erogate alle aziende 1.679 di euro, pari al 55% delle disponibilità finanziarie complessive sulla misura (tabella 3.5).

Analizzando i dati sulla realizzazione, a fine 2011, il numero di aziende agricole sovvenzionate ha superato le 25.000 unità portandosi attorno al 45% dell’obiettivo da raggiungere entro la fine della programmazione; il volume totale degli investimenti (risorse pubbliche più quota privata di cofinanziamento) ha raggiunto livelli ragguardevoli prossimi ai 4 miliardi di euro (circa 1,5 miliardi solo nel 2011), cifra che rappresenta approssimativamente il 60% del target di riferimento (poco più di 6 miliardi). Il 21,2% degli investimenti è realizzato in Aree montane, un segnale che denota la vitalità delle aree montane ed il fabbisogno di interventi.

Gli interventi di ammodernamento hanno riguardato le aziende che si occupano principalmente di colture di campo che rappresentano il 24% del totale degli interventi e quasi 900 milioni di euro di investimenti; l’investimento medio, invece, è in linea con la dimensione media del totale degli interventi finanziati e si attesta attorno ai 150 mila euro e può anche essere osservato come non ci siano differenze significative tra i diversi settori produttivi. Elevato è anche il numero di domande presentate da aziende dedite a colture permanenti e vino.

Per la misura 123, le risorse stanziate sono pari a 1 miliardo e 227 milioni di euro, e di questi ne sono stati spesi il 53,6% pari 685 milioni.

Il ricambio generazionale in agricoltura e, più in generale, il capitale umano del settore primario, sono un punto cardine della strategia nazionale per lo sviluppo rurale delineata nel PSN 2007-2013 e la misura 112 “Insediamento dei giovani in agricoltura” assume un ruolo preponderante all’interno dell’Asse I dei Psr 2007-2013 finalizzato al “Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale”, soprattutto per l’integrazione con la misura 121 “Ammodernamento delle aziende agricole”. Sulla base del vincolo regolamentare per i giovani agricoltori di presentare un Business plan per lo sviluppo dell’azienda, in questa programmazione è cambiato l’approccio metodologico nell’accesso ai fondi del PSR: seguendo le indicazioni del PSN, le Regioni hanno sperimentato il “pacchetto giovani”, un’integrazione tra misure che consiste nella possibilità di accedere con un’unica domanda non solo ai fondi della misura 112, ma anche a quelli della 121 e di altre misure selezionate, a sostegno degli investimenti pianificati nel piano di sviluppo dell’impresa; la necessità di formulare un piano di sviluppo aziendale contenente anche degli investimenti per il miglioramento dell’azienda ha determinato così una maggiore qualità nella formulazione delle domande, con la predisposizione di una strategia aziendale di medio-lungo periodo, determinando le basi per una migliore qualità della spesa pubblica.

L’insediamento di giovani agricoltori registra un elevato numero di domande pervenute, con un buon interesse da parte dei potenziali beneficiari per l’intervento in questione ed un discreto livello di avanzamento degli indicatori di realizzazione: il numero di beneficiari ha superato, al 31 dicembre 2012, le 13.000 unità (circa il 30% del target di riferimento), mentre il volume totale degli investimenti si attesta al di sopra dei 600 milioni di euro, rappresentando oltre il 70% degli 844 milioni previsti come obiettivo dell’intera

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programmazione. Il successo della misura può anche essere testimoniato dalla richiesta, fatta da diverse Regioni, di rimodulazione finanziaria al fine di poter disporre di ulteriori risorse per poter soddisfare un maggior numero di beneficiari.

Le donne che hanno usufruito del premio per il primo insediamento rappresentano un buon 37% a livello nazionale; all’interno del gruppo di Regioni in Convergenza, invece, la percentuale raggiunge quasi il 40%, mentre nelle Regioni in Competitività si attesta attorno al 35%.

In conclusione, nonostante la misura sia collegata ad altre tipologie di interventi (111, 114, 121, 132, 311) e dunque presenti un iter complesso ed articolato (che comporta tempi più lunghi tra pubblicazione dei bandi, presentazione delle domande, decisioni sull’ammissibilità, controlli e pagamenti) e nonostante la congiuntura economica attuale incida negativamente sulla capacità e volontà d’investire, l’insediamento di giovani agricoltori ha mantenuto una buona attrattività e raggiungerà i target previsti.

L’Italia è uno dei paesi più impegnati nel sostegno ai prodotti agroalimentari di qualità, sia attraverso la protezione delle indicazioni geografiche che dei prodotti da agricoltura biologica. Per rilanciare questo straordinario patrimonio, la politica di sviluppo rurale incide con il sostegno alla certificazione (misura 132) e con il sostegno alle azioni di promozione dei prodotti di qualità (misura 133). Grazie a tali misure ed al complesso degli investimenti per l’ammodernamento delle aziende agricole, per ’innovazione e per la trasformazione finanziati dai PSR, negli ultimi anni sono state rafforzate le produzioni agroalimentari del “Made in Italy”.

Nell’ambito delle azioni per la competitività del settore, hanno assunto particolare rilevanza i Progetti integrati di filiera (PIF), finalizzati a creare condizioni di aggregazione tra i diversi attori e una massa critica di risorse per filiere rilevanti a livello regionale e locale. I PIF approvati sono 283 per un finanziamento pubblico pari a 692 milioni di euro. Ai progetti finanziati fanno capo oltre 9.000 domande individuali a valere sulle misure attivate con lo strumento. Circa il 23% dei progetti proviene dal comparto ortofrutticolo che assorbe il 30% delle risorse finanziare sino ad oggi messe a disposizione per i PIF. Seguono il lattiero-caseario e la vitivinicoltura comparti che assorbono rispettivamente il 16% e il 15% delle risorse disponibili, chiaro segno di quanto i settori dell’agricoltura italiana meglio organizzati siano stati quelli che hanno garantito una maggiore capacità progettuale.

3.2.2 LA TUTELA DELL’AMBIENTE E DEL TERRITORIO NELLA

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