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INTEGRAZIONE DEGLI OBIETTIVI DELLA DIRETTIVA QUADRO ACQUE 2000/60 NELLA FUTURA PAC

Nel documento Rapporto sullo stato dell'agricoltura. 2013 (pagine 140-144)

Approfondimenti tematic

Grafico 3.3 – Le misure attivate dai PIF per comparto produttivo

6. INTEGRAZIONE DEGLI OBIETTIVI DELLA DIRETTIVA QUADRO ACQUE 2000/60 NELLA FUTURA PAC

La gestione sostenibile ed efficiente delle risorse naturali e, in particolare, delle risorse idriche ha rappresentato un importante obiettivo delle politiche per lo sviluppo rurale nella programmazione in corso e sta assumendo un ruolo ancora più decisivo per la futura programmazione, soprattutto in relazione all’integrazione degli obiettivi della direttiva quadro acque 2000/60 negli orientamenti della futura politica agricola comune.

Già nella Comunicazione “Un’Europa efficiente nell'impiego delle risorse – Iniziativa faro nell'ambito della strategia Europa 2020”, viene riconosciuto che le risorse naturali sono alla base dell'operatività dell'economia europea e mondiale e della qualità della vita e che grazie ad un più efficiente impiego delle risorse è possibile una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Con specifico riferimento alle risorse idriche la Comunicazione evidenzia che il buono stato ambientale e la salute dei cittadini dipendono dalla qualità e dalla disponibilità delle acque dolci, che tuttavia sono sempre più scarse e che i cambiamenti climatici aggraveranno il problema della scarsità di acqua e dell’intensità e della frequenza degli eventi climatici estremi. Un miglioramento dell’efficienza dell’uso delle risorse idriche (come peraltro per le tutte le risorse naturali) è possibile esclusivamente integrando e combinando le politiche in modo da creare sinergie ed affrontare le problematiche connesse ai diversi settori in maniera integrata. Nello specifico va previsto uno stretto coordinamento tra politiche per l’agricoltura, i trasporti, lo sviluppo regionale e l’energia e un’efficace ed equa tariffazione dell’acqua, come previsto dalla direttiva quadro sulle acque.

E’ noto che la direttiva quadro acque 2000/60 ha rappresentato un primo tentativo, da parte della Commissione, di approcciare in maniera integrata e comprensiva le problematiche connesse alle acque europee La norma prevedeva la protezione sia da un punto di vista qualitativo che quantitativa delle acque dell’Unione Europea e, ad oggi, ha raggiunto alcuni importanti risultati, ma ancora non tutti quelli necessari al completo perseguimento degli obiettivi nei tempi previsti. Infatti, da indagini della Commissione è emerso che soltanto poco più del 50% delle acque europee arriveranno a perseguire gli obiettivi qualitativi previsti dalla norma. Pertanto, nel corso del 2012 la Commissione ha emanato una nuova Comunicazione, Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee (Blueprint) che riporta una prima valutazione sull’applicazione della direttiva 2000/60 ed individua gli ostacoli che non ne hanno permesso ancora la completa attuazione. Il documento è basato su numerose informazioni e analisi, tra cui il rapporto sullo stato delle acque dell’Agenzia europea dell’ambiente (in prosieguo AEA), la valutazione della Commissione dei piani di gestione dei bacini idrografici, la relazione della Commissione sulla revisione della politica europea in materia di carenza idrica e di siccità e il “Fitness check

of EU freshwater policy” (check-up della politica in materia di acqua dolce). Il Piano è

accompagnato da una valutazione d’impatto e si basa sui risultati di consultazioni pubbliche nelle quali sono stati coinvolti i cittadini, i portatori d’interesse, gli Stati membri e le istituzioni e gli organi dell’UE.

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Il documento evidenzia una situazione degli ambienti acquiferi fortemente differenziata a livello di Stato membro e, quindi, in linea col principio di sussidiarietà non propone una soluzione universale. Le cause principali individuate come determinanti impatti negativi sulle risorse idriche sono: il cambiamento climatico, l’uso della terra, le attività economiche come la produzione di energia, l’agricoltura, l’industria e il turismo, lo sviluppo urbano e il cambiamento demografico. Rispetto a questi fattori il Blueprint, individua 4 categorie di problematiche, 12 problemi prioritari e ben 57 opzioni di politica:

- uso insufficiente di strumenti economici per la gestione dei fallimenti di mercato; - mancanza di integrazione e coerenza con le altre politiche Ue (in particolare Pac); - mancanza di governante;

- mancanza di informazioni e condivisione delle stesse.

Lo strumento pianificatorio principale previsto dalla direttiva quadro acque è il Piano di gestione che va previsto per ognuno dei distretti idrografici nei quali il territorio degli Stati membri è suddiviso. A livello nazionale questi sono stati messi a punto nel 2009 e sottoposti alla procedura di valutazione ambientale strategica, come previsto dal d.lgs. 152/2006. I Piani di gestione dei distretti idrografici devono prevedere programmi di misure di base e supplementari che possono essere obbligatorie o volontarie.

I principali elementi da considerare nelle misure di base si riferiscono al rispetto delle principali normative in materia di acqua e ambiente, tra cui quella sui prodotti fitosanitari (dir 91/414/CEE), sui nitrati (dir 91/676/CEE) e sugli habitat (dir 92/43/CEE).

In generale le misure supplementari riguardano: provvedimenti legislativi e amministrativi, strumenti economici o fiscali, accordi negoziati in materia ambientale, codici di buona prassi, ricostituzione e ripristino delle zone umide, riduzione delle estrazioni, misure di gestione della domanda, tra le quali la promozione di una produzione agricola adeguata alla situazione, misure tese a favorire l'efficienza e il riutilizzo, tra le quali tecniche di irrigazione a basso consumo idrico, progetti di ripristino e ravvenamento artificiale delle falde acquifere, etc.

Data la loro natura e la forte analogia con le misure previste dalla PAC nell’ambito della condizionalità, nella fase di programmazione per lo sviluppo rurale in corso è stato avviato un acceso dibattito sulla possibile inclusione di alcune delle misure di base previste dalla direttiva quadro acque e individuate nei Piani di gestione dei bacini idrografici degli Stati membri nelle future disposizioni previste dalla condizionalità. In particolare, con riferimento agli aspetti quantitativi, è già prevista nella condizionalità la richiesta di autorizzazione a prelevare. La Commissione ha proposto tra le condizionalità ex ante, che hanno l’obiettivo di garantire alcune condizioni minime di carattere normativo, amministrativo e organizzativo e che dovrebbero migliorare la possibilità di assicurare l'efficienza e l'efficacia nel raggiungimento degli obiettivi della politica di sviluppo rurale, l’aggiunta di misure inerenti esistenza di una politica tariffaria per l’acqua che garantisca un adeguato contributo dei vari usi dell'acqua al recupero dei costi dei servizi di approvvigionamento idrico.

Con riferimento, invece, alle misure supplementari, considerato che per i Piani di gestione dei bacini idrografici è prevista una fase di revisione, anche in relazione al programma di misure e alla sua attuazione, il dibattito attualmente in corso si riferisce alla maggiore integrazione possibile tra le misure previste dal Piano e quelle individuate dalla

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futura programmazione per lo sviluppo rurale. Questo con il duplice obiettivo di concentrare gli sforzi programmatici su effettive priorità e problematiche ed per individuare una copertura finanziaria utile anche per eventuali compensazioni per misure, come quelle contemplate nel Piano di gestione, per le quali tale copertura ad oggi non è prevista.

Partendo da questa consapevolezza, nella programmazione 2014-2020 la Commissione ha rilanciato la sfida di proporre un modello di sviluppo rurale che coniughi lo sviluppo con la tutela dei territori e delle risorse naturali e nella proposta di Regolamento l'acqua assume un ruolo fondamentale. Tra le priorità previste la 4) e la 5) fanno riferimento al tema dell'acqua e si riferiscono, rispettivamente, al miglioramento nella gestione della risorsa idrica che può contribuire a preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall’agricoltura e dalle foreste; all’aumento dell’efficienza nell’uso dell’acqua per l’agricoltura che può contribuire ad incoraggiare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’ economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale.

Con riferimento al finanziamento di infrastrutture irrigue un cenno va fatto all’accordo di partenariato, che rappresenta lo strumento previsto dalla proposta di Regolamento della Commissione Europea per stabilire la strategia di impiego dei fondi comunitari per il periodo 2014-2020, e che individua, a livello di Stato membro, i fabbisogni di sviluppo, i risultati che ci si attende di conseguire in relazione agli interventi programmati, gli obiettivi tematici prioritari e la lista dei programmi operativi con la relativa allocazione finanziaria per ciascuno dei fondi del Quadro strategico comune. In tale documento programmatico le risorse idriche sono contemplate negli obiettivi tematici 5 e 6, rispettivamente Clima e rischi ambientali e tutela dell’ambiente e Valorizzazione delle risorse culturali e ambientali.

Considerato quanto riportato, è evidente che lo sforzo di integrazione tra le politiche non solo è auspicata bile ma necessario per il perseguimento dell’obiettivo di salvaguardare le risorse idriche europee. Tuttavia, considerate le differenti finalità delle normative analizzate, sarà necessario equilibrare gli obiettivi di sviluppo delle aree rurali e competitività del settore agricolo e alimentare e con quelli di tutela dell'ambiente ed individuare tipologie di interventi in grado di perseguire entrambe le finalità o,ancora meglio, produrre benefici multipli. Infine, ampio spazio dovrà essere dato alla fase di comunicazione e assistenza tecnica agli agricoltori.

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7. IMPATTO DELLE ENERGIE RINNOVABILI SUL SETTORE

Nel documento Rapporto sullo stato dell'agricoltura. 2013 (pagine 140-144)

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