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Effetti dell’attività fisica sul muscolo

E’ noto che un allenamento regolare produce cambiamenti microscopici e macroscopici a livello della struttura e della funzione muscolare. I meccanismi sono gli stessi che si attuano a tutte le età nel corso di un allenamento specifico. Nel training della capacità di effettuare un esercizio di sollevamento pesi, la forza aumenta fino dalla 1a settimana,

poi continua ad aumentare più lentamente fino a circa 12 settimane se in criteri dell’intensità progressiva dell’allenamento sono corretti, per arrivare infine ad un mantenimento della forza acquisita. I meccanismi di tale aumento sono diversi nel tempo:

 dalla 1a alla 2a settimana: processo di apprendimento (coordinazione e

motivazione);

 dalla 2a alla 4a settimana: adattamento neurale (reclutamento e

sicronizzazione delle unità neuromotorie; coordinazione tra muscoli sinergici e antagonisti; attivazione SNC);

 dalla 5a alla 12a settimana: ipertrofia muscolare (aumento della massa

muscolare);

 oltre la 12a settimana: mantenimento.

In generale     dipende da una ipertrofia delle miofibrille, stimolate da un allenamento specifico in misura molto maggiore rispetto ad un allenamento generico di tipo aerobico. La tipologia delle fibre sembra non modificarsi, ma si realizza un aumento delle capacità ossidative delle fibre rapide.

    è spiegato in gran parte ma non

completamente dall’       quest’ultima si può definire come la capacità muscolare di protrarre lo sforzo nel tempo prima che l’accumulo di lattati e di altri prodotti del metabolismo inibisca l’ossidazione e si manifesti la fatica muscolare.

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affetti da una o più patologie), possono trarre qualche beneficio dall’attività fisica e quali sono i rischi inerenti sia all’invecchiamento fisiologico che alla patologia. Il primo aspetto da considerare è fino a che età è possibile iniziare ad allenarsi con profitto; è stato dimostrato che anche soggetti sedentari di 90 anni possono avere un notevole incremento di forza con un allenamento specifico di esercizi contro resistenza ad alta intensità mentre anziani sani allenati possono arrivare ad esprimere una forza volontaria massima pari o anche superiore a quella espressa da soggetti giovani non allenati. L’entità del miglioramento è proporzionata all’intensità dell’allenamento virtualmente a tutte le età (Skelton, 1996; Buchner et al, 1997; Shepard, 1997; Benvenuti et al, 2000; Holviala et al, 2012; Gahunia e Pritzker, 2012).

Effetti dell’attività fisica sul muscolo

E’ noto che un allenamento regolare produce cambiamenti microscopici e macroscopici a livello della struttura e della funzione muscolare. I meccanismi sono gli stessi che si attuano a tutte le età nel corso di un allenamento specifico. Nel training della capacità di effettuare un esercizio di sollevamento pesi, la forza aumenta fino dalla 1a settimana,

poi continua ad aumentare più lentamente fino a circa 12 settimane se in criteri dell’intensità progressiva dell’allenamento sono corretti, per arrivare infine ad un mantenimento della forza acquisita. I meccanismi di tale aumento sono diversi nel tempo:

 dalla 1a alla 2a settimana: processo di apprendimento (coordinazione e

motivazione);

 dalla 2a alla 4a settimana: adattamento neurale (reclutamento e

sicronizzazione delle unità neuromotorie; coordinazione tra muscoli sinergici e antagonisti; attivazione SNC);

 dalla 5a alla 12a settimana: ipertrofia muscolare (aumento della massa

muscolare);

 oltre la 12a settimana: mantenimento.

In generale     dipende da una ipertrofia delle miofibrille, stimolate da un allenamento specifico in misura molto maggiore rispetto ad un allenamento generico di tipo aerobico. La tipologia delle fibre sembra non modificarsi, ma si realizza un aumento delle capacità ossidative delle fibre rapide.

    è spiegato in gran parte ma non

completamente dall’       quest’ultima si può definire come la capacità muscolare di protrarre lo sforzo nel tempo prima che l’accumulo di lattati e di altri prodotti del metabolismo inibisca l’ossidazione e si manifesti la fatica muscolare.

I meccanismi sono specifici per la tipologia di esercizio adottata. L’esercizio continuo di intensità moderata (esercizio a prevalente componente aerobica) produce un aumento del volume dei mitocondri, dell’attività degli enzimi ossidativi e della capillarizzazione. Tali modificazioni sono indotte anche da un esercizio intermittente ad alta resistenza, in cui evidentemente permane una elevata attività ossidativa anche negli intervalli tra le ripetizioni.

Sia l’esercizio di velocità che quello di rinforzo producono un aumento della attività della ATPasi miofibrillare, con maggiore capacità del tessuto di trasformare energia chimica in energia meccanica; l’allenamento di resistenza (endurance) invece sembra produrre una ridotta attività ATPasica, correlabile ad una economizzazione dell’utilizzazione dell’energia prodotta. Esercizi ad alta velocità producono un aumento della rapidità con cui il calcio viene scambiato a livello del reticolo sarcoplasmatico; con l’attività fisica aumenta inoltre l’attività della pompa Na+/K+. L’esercizio ad alta intensità che stimola la glicolisi anaerobia

produce i massimi effetti sull’aumento degli enzimi glicolitici mentre l’aumento delle riserve energetiche muscolari, soprattutto di glicogeno, si riscontra con l’allenamento in generale, in particolare con gli esercizi di resistenza. L’attività fisica quindi agisce in primo luogo contrastando la diminuzione di massa muscolare caratteristica dell’invecchiamento, producendo una ipertrofia delle fibre muscolari e, secondo alcuni studi, un rallentamento della sarcopenia. Come illustrato, anche la progressiva assimilazione delle caratteristiche delle fibre rapide a quelle delle fibre intermedie sembra possa essere contrastato dall’allenamento. Infine, osservando le modificazioni età correlate a livello della singola fibra muscolare, è evidente come gli effetti dell’allenamento agiscano in modo speculare ai processi di invecchiamento sia sull’attività enzimatica che sugli scambi elettrolitici.

I risultati di studi clinici relativi all’allenamento finalizzato al potenziamento muscolare in soggetti anziani mostrano un incremento della massa, della forza e della resistenza muscolare alla fatica; inoltre, qualsiasi adattamento all’esercizio che incrementi la forza e/o la velocità del movimento ha una ripercussione positiva sulla potenza muscolare. La potenza esplosiva misurata in anziani ciclisti, saltatori e sedentari ha mostrato che i saltatori erano in grado di generare il 66% di potenza assoluta e il 49% di potenza rapportata alla CSA in più rispetto sia ai sedentari che ai ciclisti: sembra che solo le attività che generano un forza ed una potenza muscolare elevata garantiscano il mantenimento della potenza esplosiva in età avanzata, mentre le attività di resistenza non danno risultati apprezzabili a tale riguardo. L’incremento della potenza è specifico per i gruppi muscolari allenati. La perdita di potenza muscolare

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è correlata alla progressiva incapacità di svolgere attività motorie quotidiane in età avanzata; tuttavia il recupero di potenza che si ottiene con l’esercizio non si traduce automaticamente in un miglioramento significativo nella capacità di svolgere alcuni compiti funzionali (es. salire le scale, alzarsi da un sedia, velocità di cammino): i migliori risultati si ottengono abbinando l’allenamento dei gruppi muscolari interessato ad un allenamento specifico nella pratica delle singole attività.