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Dalle fessure dello stroma dei vari organi e dagli spazi intercellulari (interstizi) dei parenchimi, nei quali si trova la linfa proveniente dalla rete

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capillare (la linfa è una sostanza contenente proteine, linfociti, fattori coagulanti e, in alcuni distretti, abbondanti quantità di lipidi), nascono i capillari linfatici, che confluiscono in vasi di calibro maggiore (collettori linfatici), dai quali originano successivamente i dotti linfatici. Nel loro percorso, a distanza variabile a seconda delle loro dimensioni e dei distretti, i vasi linfatici si interrompono nei linfonodi o gangli linfatici, confluendo poi nel sistema venoso. Il dotto toracico o linfatico, provvisto di valvole continenti nel suo 3° superiore, raccoglie la linfa degli arti inferiori, della porzione sottoombelicale dell’addome, dall’intestino e dalla zona lombare (attraverso la cisterna chyli da cui nasce), dalla metà sinistra della testa, dal torace e dall’arto superiore sinistro. La vena

linfatica destra raccoglie la linfa proveniente dalla metà destra del torace,

dalla metà destra della testa e dall’arto destro. Sia il dotto toracico che la vena linfatica destra sboccano nella confluenza delle vene giugulare interna e succlavia dei rispettivi lati. A volte la vena linfatica destra, non si forma come di solito dalla fusione del tronco succlavio destro con quelli giugulare e broncomediastinico ed i rispettivi tronchi sboccano direttamente nella giugulare interna in prossimità della succlavia. Il sistema linfatico, come quello venoso, riporta verso il cuore i rifiuti del metabolismo; l’immissione diretta della linfa nel torrente circolatorio porterebbe in molte condizioni alla compromissione dell’omeostasi e dei fenomeni vitali e quindi si spiega il sistema di “filtro” prodotto dai linfonodi ove possono essere aggrediti batteri o fermate cellule tumorali.

Circolazione nei capillari

Gli scambi a livello capillare sono essenziali per la vita. I capillari contengono il 5% della massa sanguigna: attraverso le loro pareti l’O2 e le

sostanze nutritizie entrano nel liquido interstiziale, mentre la CO2 ed i

prodotti del catabolismo entrano nel torrente sanguigno. La pressione nei capillari è variabile con circa 32 mmHg nell’estremità arteriosa (ove la variazione pulsatoria è di 5 mmHg) e 15 in quella venosa (con una variazione pulsatoria nulla). Il flusso nei capillari è lento (0,07 cm/sec). In ogni punto del capillare la velocità di filtrazione dipende dall’equilibrio tra gradiente di pressione idrostatica (differenza tra la pressione idrostatica del capillare e quella del liquido interstiziale) e gradiente di pressione osmotica (differenza tra la pressione colloidoosmotica del plasma o pressione oncotica, che è di circa 25 mmHg e quella del liquido interstiziale). Poiché la pressione colloidoosmotica del liquido interstiziale è assai trascurabile, il gradiente è uguale alla pressione oncotica e quindi diretto verso l’interno. In ogni caso un po’ di liquido passa negli spazi interstiziali dall’estremità arteriolare dei capillari dove la pressione di

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capillare (la linfa è una sostanza contenente proteine, linfociti, fattori coagulanti e, in alcuni distretti, abbondanti quantità di lipidi), nascono i capillari linfatici, che confluiscono in vasi di calibro maggiore (collettori linfatici), dai quali originano successivamente i dotti linfatici. Nel loro percorso, a distanza variabile a seconda delle loro dimensioni e dei distretti, i vasi linfatici si interrompono nei linfonodi o gangli linfatici, confluendo poi nel sistema venoso. Il dotto toracico o linfatico, provvisto di valvole continenti nel suo 3° superiore, raccoglie la linfa degli arti inferiori, della porzione sottoombelicale dell’addome, dall’intestino e dalla zona lombare (attraverso la cisterna chyli da cui nasce), dalla metà sinistra della testa, dal torace e dall’arto superiore sinistro. La vena

linfatica destra raccoglie la linfa proveniente dalla metà destra del torace,

dalla metà destra della testa e dall’arto destro. Sia il dotto toracico che la vena linfatica destra sboccano nella confluenza delle vene giugulare interna e succlavia dei rispettivi lati. A volte la vena linfatica destra, non si forma come di solito dalla fusione del tronco succlavio destro con quelli giugulare e broncomediastinico ed i rispettivi tronchi sboccano direttamente nella giugulare interna in prossimità della succlavia. Il sistema linfatico, come quello venoso, riporta verso il cuore i rifiuti del metabolismo; l’immissione diretta della linfa nel torrente circolatorio porterebbe in molte condizioni alla compromissione dell’omeostasi e dei fenomeni vitali e quindi si spiega il sistema di “filtro” prodotto dai linfonodi ove possono essere aggrediti batteri o fermate cellule tumorali.

Circolazione nei capillari

Gli scambi a livello capillare sono essenziali per la vita. I capillari contengono il 5% della massa sanguigna: attraverso le loro pareti l’O2 e le

sostanze nutritizie entrano nel liquido interstiziale, mentre la CO2 ed i

prodotti del catabolismo entrano nel torrente sanguigno. La pressione nei capillari è variabile con circa 32 mmHg nell’estremità arteriosa (ove la variazione pulsatoria è di 5 mmHg) e 15 in quella venosa (con una variazione pulsatoria nulla). Il flusso nei capillari è lento (0,07 cm/sec). In ogni punto del capillare la velocità di filtrazione dipende dall’equilibrio tra gradiente di pressione idrostatica (differenza tra la pressione idrostatica del capillare e quella del liquido interstiziale) e gradiente di pressione osmotica (differenza tra la pressione colloidoosmotica del plasma o pressione oncotica, che è di circa 25 mmHg e quella del liquido interstiziale). Poiché la pressione colloidoosmotica del liquido interstiziale è assai trascurabile, il gradiente è uguale alla pressione oncotica e quindi diretto verso l’interno. In ogni caso un po’ di liquido passa negli spazi interstiziali dall’estremità arteriolare dei capillari dove la pressione di

filtrazione supera la pressione oncotica ed entra nei capillari all’estremità venulare, dove la pressione oncotica supera la pressione di filtrazione. Vi sono sostanze che aumentano la permeabilità capillare (sostanze liberate dal riflesso assonico, istamina, bradichinina). Di solito la quantità di liquido che abbandona i capillari supera quella che vi rientra ed i capillari linfatici riportano nel torrente sanguigno questa eccedenza (normalmente il flusso linfatico è di 24 litri al giorno); il flusso linfatico è permesso dalla pompa muscolare, dalla pressione negativa intratoracica durante l’inspirazione, dalla depressione a livello dello sbocco dei vasi linfatici nelle vene e dalle contrazioni ritmiche dei grandi vasi linfatici e delle arterie attigue. I fattori che influenzano la quantità di liquido negli spazi interstiziali sono :

1) pressione capillare

2) pressione del liquido interstiziale 3) pressione oncotica

4) permeabilità capillare 5) numero di capillari attivi 6) flusso linfatico

7) volume totale del liquido extracellulare

8) rapporto tra la resistenza pre e post capillare (la costrizione precapillare abbassa la pressione di filtrazione, quella postcapillare la eleva).

Per edema si intende l’accumulo di liquido interstiziale in quantità elevata. Il liquido tende ad accumularsi, per effetto della gravità, nelle parti inferiori del corpo. Nella stazione eretta le arteriole riescono a ridurre la pressione a livello capillare ove però si trasmette la pressione venosa attraverso le venule. Anche le contrazioni del muscolo scheletrico contribuiscono a mantenere bassa la pressione venosa. Tutto ciò spiega perché con maggior facilità l’edema si verifica stando fermi o seduti a lungo. Anche la ritenzione di sodio (che determina a sua volta ritenzione di acqua) determina una aumento di volume del liquido extacellulare (LEC) creando una predisposizione all’edema. Il LEC comprende il liquido interstiziale ed il plasma sanguigno (componente liquida del sangue, privata cioè degli elementi cellulari).

Le cause di edema possono essere così distinte:

1) aumento della pressione di filtrazione: dilatazione delle arteriole o costrizione delle venule; aumento della pressione idrostatica venosa (insufficienza cardiaca; stenosi od ostruzioni venose per trombosi venose profonde o compressioni ab estrinseco; insufficienze valvolari venose; aumento del LEC; effetto della gravità);

2) riduzione del gradiente di pressione osmotica attraverso la parete

capillare: riduzione delle proteine plasmatiche (inadeguata

introduzione; difettoso assorbimento; ridotta produzione; aumentata eliminazione); accumulo di sostanze osmoticamente attive nello spazio interstiziale;

3) aumento della permeabilità capillare: presenza di istamina e sostanze istaminosimili, chinine;

4) alterazioni del flusso linfatico: ostruzione o compressione ab estrinseco, interruzione chirurgica del drenaggio linfatico, patologie infiammatorie (linfangiti), filariosi.

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introduzione; difettoso assorbimento; ridotta produzione; aumentata eliminazione); accumulo di sostanze osmoticamente attive nello spazio interstiziale;

3) aumento della permeabilità capillare: presenza di istamina e sostanze istaminosimili, chinine;

4) alterazioni del flusso linfatico: ostruzione o compressione ab estrinseco, interruzione chirurgica del drenaggio linfatico, patologie infiammatorie (linfangiti), filariosi.

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