5.3 nella giurisprudenza spagnola
ISTANZE DI TUTELA E PROPOSTE REGOLATORIE
1. Le istanze di tutela dei lavoratori digital
1.5 L’effettività della rappresentanza sindacale 141 Rota A., “L’intimazione del licenziamento nell’era digitale: dalla
notificazione a mezzo raccomandata all’invio tramite WhatsApp ”, in Labour&Law Issues, vol. 3, no. 2, 2017.
Il lavoro online resta indifferente nei confronti del ruolo dei sindacati tradizionali, vuoi per il tipo di lavoro caratterizzato da un forte individualismo, vuoi per disomogeneità degli inquadramenti. L'iniziativa di aggregazione di questi lavoratori ha avuto luogo fuori dai tradizionali spazi sindacali. Queste organizzazioni, attraverso l'interazione con gli istituti territoriali e i governi, puntano ad ottenere accordi che prevedano standard minimi di tutela per questi lavoratori. Tenuto conto della presenza della pluralità di tipologie di lavoratori, queste auto organizzazioni sono portatrici di interessi parziali e settoriali.
Il diritto di organizzazione sindacale per i lavoratori digitali è stato riconosciuto in Francia nel 2016 attraverso la Loi travail, a prescindere dall'accertamento dello status giuridico-formale della subordinazione. A livello europeo, anche la Corte di Giustizia Europea, consapevole del fatto che anche questi lavoratori possono ritrovarsi in situazioni di vulnerabilità simile a quella di un lavoratore subordinato, ha dovuto superare i classici confini della subordinazione ritenendo che negare le tutele previdenziali nei confronti dei lavoratori digitali determinerebbe una disparità di trattamento ingiustificata.
Per quanto riguarda il nostro ordinamento, la Costituzione mira a rimuovere le disuguaglianze sostanziali che svantaggiano i lavoratori privi di qualificazione giuridica in modo da proteggere e tutelare il lavoratore in quanto tale.142
Essendo questo settore caratterizzato da forte eterogeneità, i gig workers presentano esigenze diverse e ciò rende difficile promuovere azioni 142Tullini P., “L’economia digitale alla prova dell’interesse collettivo”,
unitarie.
Abbiamo assistito alla creazione di organizzazioni e iniziative di autotutela ad esempio in Gran Bretagna con la IWGB (Independent Workers Union of Great Britain) che ha guidato la protesta degli autisti di Uber. Mentre nel nostro Paese, in altri ambiti, abbiamo avuto il caso dell'ACTA (Associazione Consulenti Terziario Avanzato).
Questo però non basta. Per assicurare livelli più elevati di protezione c'è bisogno che le organizzazioni sindacali storiche intervengano. Oltre che per i lavoratori, questo intervento è necessario anche per i sindacati stessi, in quanto è nel loro interesse intercettare i bisogni scaturenti dalle nuove forme di lavoro, così da non perdere la loro funzione, cosa che invece sta avvenendo. Quello che deve cambiare è l'approccio di queste organizzazioni nei confronti dei lavoratori, i quali necessitano di protezione a prescindere dalla loro qualificazione.
Da un punto di vista dell'organizzazione interna, dovrebbe essere allargata la definizione di categoria e queste devono essere ridotte numericamente. Essendo che la piattaforma consente scambi di punti di vista e aggregazioni tra prestatori, potrebbe portare alla creazione di nuovi fenomeni sindacali. Inoltre, la gestione uniforme di rapporti distinti secondo forme identiche, potrebbe rendere più coeso l'interesse collettivo143.
Nonostante questo, le tecnologie digitali hanno reso possibile coalizioni spontanee, nuove tipologie di aggregazioni collettive. Quest'ultime rivendicano pretese sia nei confronti degli imprenditori sia delle
143Lassandari A., “Problemi di rappresentanza e tutela collettiva dei lavoratori
che utilizzano le tecnologie digitali”, in“Il lavoro nelle piattaforme digitali. Nuove opportunità, nuove forme di sfruttamento, nuovi bisogni di tutela”,
amministrazioni, al fine di ottenere riconoscimento e sostegno.
A Bologna ad esempio la Riders Union, rappresentante dei riders di food delivery via app, ha organizzato varie azioni rivendicative fino ad arrivare a stipulare un contratto collettivo con il Comune di Bologna e i principali sindacati, la c.d. “Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano”.
In Spagna invece, i fattorini di Deliveroo si sono auto-organizzati collettivamente con la piattaforma denominata Ridersxderechos.
Il nostro legislatore rimane inerte in merito alla garanzia dell’effettività dell’azione sindacale al di fuori del lavoro subordinato. Una soluzione potrebbe essere quella di estendere i diritti collettivi a tutti i lavoratori deboli. Ricollegando gli artt. 39 e 40 Cost. con gli artt. 2 e 3 Cost. si può arrivare a dire che, in presenza di un committente in grado imporre le condizioni contrattuali, l'attività sindacale e l'autotutela collettiva sono strumenti essenziali per realizzare il principio di eguaglianza sostanziale del cittadino-lavoratore.
Altra disposizione che può venire in aiuto è l'art. 35 Cost.. per cui “La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni”. Ciò potrebbe spingere a riconoscere diritti collettivi ai lavoratori deboli a prescindere dal loro status giuridico, cosa che sarebbe in linea con quanto previsto dalle fonti internazionali in materia sindacale che si rivolgono ai lavoratori in generale.
Per far sì che questi movimenti sindacali riescano a potenziarsi e a far applicare degli standard minimi di tutela è necessaria un'interazione con associazioni, società civile e cittadinanza. In questo modo il sindacato viene visto come intermediario tra cittadini-lavoratori, diventando così
portatore di interessi di questi ultimi e non più degli iscritti. Se fosse così, il lavoratore subirebbe le decisioni di questi soggetti a prescindere dallo status di affiliato.
I governi locali si sono interessati alla nascita di queste relazioni adottando modelli di governance locale delle politiche del lavoro.
Il Comune di Bologna ha stipulato la Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano, con la quale vengono disciplinati i rapporti di lavoro tra rider e piattaforme. È stata proprio l'amministrazione comunale a condurre le trattative con le imprese digitali. La Carta si applica ai lavoratori digitali a prescindere dalla loro qualificazione. Questa prevede: un certo numero di ore da concordare, un compenso fisso equo e dignitoso, un'indennità per il lavoro svolto in condizioni particolari, diritto alla salute e sicurezza, un’assicurazione contro infortuni e malattie, diritti collettivi di organizzazione sindacale, assemblea retribuita.
Questa Carta è un chiaro esempio di protezione dei lavoratori digitali a prescindere dalla qualificazione come autonomi o subordinati144.