• Non ci sono risultati.

E L’EMPOWERMENT DI TUTTE LE DONNE

Rapporto SDGs 2019. Informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia

Target

Il Goal 5 è declinato in nove target, gli ultimi tre dei quali sono riferiti agli strumenti di at-tuazione.

5.1 Eliminare ogni forma di discriminazione verso le donne, di qualsiasi età, in ogni parte del mondo.

5.2 Eliminare ogni forma di violenza sulle donne, di qualsiasi età, nella sfera pubblica e privata, compresi la tratta e qualsiasi forma di sfruttamento, sessuale o di altro tipo. 5.3 Eliminare ogni pratica dannosa, quali i matrimoni infantili, precoci o forzati e le

mutilazioni genitali femminili.

5.4 Riconoscere e valorizzare il lavoro domestico e di cura non retribuiti, fornendo servizi pubblici, infrastrutture e politiche di protezione sociale, e promuovendo la condivisione delle responsabilità all’interno del nucleo familiare, nel rispetto delle consuetudini nazionali.

5.5 Garantire la piena ed effettiva partecipazione femminile e le pari opportunità di leadership ad ogni livello decisionale nella vita politica, economica e pubblica.

5.6 Garantire l’accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai diritti in ambito riproduttivo, come concordato in base al Programma d’Azione della Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo, alla Piattaforma d’Azione di Pechino e ai documenti prodotti nelle successive conferenze.

5.a Avviare riforme per dare alle donne pari diritti sulle risorse economiche, accesso effettivo alla proprietà e al controllo della terra e di altre forme di proprietà, ai servizi finanziari, alla eredità e alle risorse naturali, in conformità alle leggi nazionali.

5.b Accrescere l’uso di tecnologie abilitanti, in particolare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, per promuovere l’empowerment delle donne.

5.c Adottare e intensificare politiche solide e normative effettivamente applicabili per la promozione della parità di genere e l’empowerment di tutte le donne, a tutti i livelli.

Indicatori diffusi dall’Istat

Gli indicatori diffusi dall’Istat per il Goal 5 sono 20 (Tabella 5.1), riferiti a sette dei nove target.

Per il nostro Paese, il monitoraggio del Goal 5, “Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empo-werment tutte le donne e le ragazze”, si concentra sulla violenza fisica, sessuale o psicologica subita dalle donne da parte di partner o ex partner o da un uomo diverso dal partner. Viene, inoltre, monitorata la presenza delle donne nel Parlamento e nei governi locali e l’occupazione femminile nelle posizioni direttive apicali (organi decisionali e consigli d’amministrazione delle società quotate in borsa). Si fa, infine, riferimento al lavoro domestico e di cura, al lavoro volon-tario non retribuito, alla salute sessuale e riproduttiva e all’uso delle tecnologie digitali.

Indicatori Rispetto all’indicatore

SDG Valore ultimo periodo disponibile SDG 5.2.1 - Proporzione di donne e ragazze (di almeno 15 anni d’età) che hanno avuto almeno un partner nella vita e sono sta-te vittime negli ultimi 12 mesi di violenza fisica, sessuale o psicologica da parsta-te di un partner attuale o precedensta-te, per forma di violenza e per gruppo d’età

Proporzione di donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale da

un partner o da un ex-partner negli ultimi 5 anni (Istat, 2014, %) Proxy 4,9 Proporzione di donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito stupro o tentato stupro da un

partner o da un ex-partner negli ultimi 5 anni (Istat, 2014, %) Di contesto nazionale 0,6 Proporzione di donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito violenza fisica da un partner o

da un ex-partner negli ultimi 12 mesi (Istat, 2014, %) Identico 1,6 Proporzione di donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito violenza sessuale da un

partner o da un ex-partner negli ultimi 12 mesi (Istat, 2014, %) Identico 0,7 Proporzione di donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale da

un partner o da un ex-partner negli ultimi 12 mesi (Istat, 2014, %) Identico 2,0 Proporzione di donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito violenza psicologica da un

partner o da un ex-partner negli ultimi 12 mesi (Istat, 2014, %) Proxy 9,2

SDG 5.2.2 - Proporzione di donne e ragazze (di almeno 15 anni d’età) che hanno subito negli ultimi 12 mesi violenza sessuale da parte di persone diverse dai partner, per gruppo d’età e luogo dove si è perpetrata la violenza

Proporzione di donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale da

un uomo non partner negli ultimi 5 anni (Istat, 2014, %) Proxy 7,7 Proporzione di donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito violenza sessuale da un uomo

non partner negli ultimi 12 mesi (Istat, 2014, %) Identico 1,6 Proporzione di donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito stupro o tentato stupro da un

uomo non partner negli ultimi 5 anni (Istat, 2014, %) Di contesto nazionale 0,6 Centri antiviolenza: tasso sulle donne di 14 anni e più (Istat, 2017, per 100.000) Di contesto nazionale 0,9

SDG 5.4.1 - Percentuale di tempo dedicato al lavoro domestico e di cura non retribuito, per sesso, età e luogo

Rapporto tra i tassi di occupazione delle donne di 25-49 anni con almeno un figlio in età

prescolare e delle donne senza figli (Istat, 2018, %) Di contesto nazionale 73,8 Quota di tempo dedicato al lavoro non retribuito, domestico e di cura (Istat, 2013-2014, %) Identico 13,5 Quota di tempo dedicato al lavoro volontario non retribuito (Istat, 2013-2014, %) Di contesto nazionale 0,8

SDG 5.5.1 - Proporzione di posti occupati da donne in Parlamento e nei governi locali

Quota di donne elette al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati (Istat,

2018, %) Proxy 35,4

Quota di donne elette nei Consigli Regionali (Singoli consigli regionali, 2019, %) Proxy 21,2

SDG 5.5.2 - Proporzione di donne in posizioni direttive

Donne negli organi decisionali (Autorità della privacy, Agcom, Autorità della concorrenza e del mercato, Corte Costituzionale, Consiglio Superiore Magistratura, Ambasciatori, Consob, 2019, %)

Proxy 15,8

Donne nei consigli d’amministrazione delle società quotate in borsa (Consob, 2018, %) Proxy 36,0

SDG 5.6.1 - Proporzione di donne (di età tra 15 e 49 anni) che prendono decisioni informate su relazioni sessuali, uso degli anticoncezionali e assistenza alla salute riproduttiva.

Tasso di abortività volontaria delle donne di 15-49 anni (Istat, 2017, per 1.000) Di contesto nazionale 6,0

SDG 5.b.1 - Proporzione di individui che posseggono un telefono cellulare, per sesso.

Persone di 6 anni e più che usano il cellulare almeno qualche volta l’anno (Istat, 2018, %) Proxy 91,6 Persone di 16-74 anni che hanno usato internet negli ultimi 3 mesi almeno una volta a

settimana (incluso tutti i giorni) (Istat, 2018, %) Di contesto nazionale 72,4

Rapporto SDGs 2019. Informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia

Per tutti gli indicatori di monitoraggio degli SDGs sono previste, inoltre, le disaggregazioni utili per valutare il grado di raggiungimento della parità di genere: ciò è vero, ad esempio, per gli indicatori relativi all’istruzione (Goal 4), all’occupazione (Goal 8) e agli omicidi (Goal 16).

Focus

SDG 5.2.1 - Quota di donne e ragazze (di almeno 15 anni d’età) che hanno avuto almeno un partner

nella vita e sono state vittime negli ultimi 12 mesi di violenza fisica, sessuale o

psicologi-ca da parte di un partner attuale o ex partner, per forma di violenza e per gruppo d’età

La violenza fisica e sessuale sulle donne e le ragazze è rilevata in tutti i paesi e in gran parte dei casi è esercitata dal partner. Nei casi più estremi, la violenza contro le donne porta alla morte. Quasi la metà delle donne vittime di omicidio intenzionale (anno 2012), in tutto il mondo, sono state uccise da un partner o da un familiare. Per gli uomini vittime di omici-dio, questo valore si attesta al 6%.

Secondo indagini condotte tra il 2005 e il 2016 in 87 paesi, il 19% delle donne fra 15 e 49 anni hanno dichiarato di aver subito violenze fisiche o sessuali da parte del partner o da un ex partner nei 12 mesi precedenti l’intervista2.

La prevalenza della violenza sulle donne presenta grande variabilità geografica. I valori più bassi si registrano in Europa, dove tra i 29 paesi che hanno dati disponibili, la quota di donne vittime di violenza si attesta in media al 6,1%, mentre in Asia centrale e meridionale il valore raggiunge il 23,1%. 2 Fonte: https://unstats.un.org/sdgs/report/2017/goal-05/. 23,1 22,3 21,0 12,4 7,8 6,1 19,0 0 5 10 15 20 25 Asia centrale e

meridionale (7) sub-saharianaAfrica (27)

America Latina

e Caraibi (10) settentrionale eAfrica Asia occidentale

(5)

Asia

sud-orientale (3) Europa (29) Mondo

Figura 5.1 - Donne e ragazze di 15-49 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale da parte di un partner o ex-partner nei 12 mesi precedenti l’intervista - Anni 2005-2016 (ultimo disponibile) (per 100 donne e ragazze di 15-49 anni)

Fonte: https://unstats.un.org/sdgs/report/2017/goal-05/

Nel grafico sono riportati i dati di 81 paesi relativi al periodo 2005-2016. Il numero di paesi rappresentati in ciascuna regione è indicato tra parentesi. Per il Nord America i dati non sono disponibili. Nel grafico non è rappresentata l’Oceania perché non sono disponibili i dati di Australia e Nuova Zelanda.

In Italia, l’Indagine sulla Sicurezza delle donne realizzata dall’Istat nel 2014 ha messo in luce quanto il fenomeno della violenza sia diffuso: il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni, 6 milioni e 788 mila, dichiarano di avere subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale3. A compiere le violenze più gravi sono i partner attuali o precedenti: il 62,7% degli stupri subiti nel corso della vita è stato commesso da un partner, mentre gli sconosciuti sono stati nella maggior parte dei casi (76,8%) autori di molestie sessuali.

La quota di donne straniere che hanno dichiarato di avere subito violenza fisica o sessuale nel corso della vita è pari al 31,3%, un valore pressoché identico a quello delle donne ita-liane (31,5%). Emergono però alcune differenze: la violenza fisica è riportata più frequente-mente dalle straniere (25,7% contro 19,6%), mentre quella sessuale dalle italiane (21,5% contro 16,2%). Le cittadine straniere sono più frequentemente vittime di forme gravi di violenza, come stupri e tentati stupri (7,7% e 5,1%).

Considerando le prime sei cittadinanze di donne straniere residenti in Italia nel 2014, le donne maggiormente vittime di violenze sono le moldave (37,3%), seguite dalle rumene (33,9%) e dalle ucraine (33,2%). Tra le donne marocchine (21,7%), albanesi (18,8%) e cinesi (16,4%) si registrano percentuali più basse4.

Per comprendere i cambiamenti nel tempo, i dati dell’indagine condotta nel 2014, riferiti alle violenze subite dalle donne nei 5 anni precedenti l’intervista sono stati confrontati con quelli della corrispondente indagine del 2006.

Tra il 2006 e il 2014 è diminuita la quota di donne che ha subito episodi di violenza fisica, sessuale e psicologica nei cinque anni precedenti l’intervista, sia da parte dei partner (attua-li o precedenti), sia da parte dei non partner. Sono calate soprattutto le forme meno gravi.

3 L’indagine sulla sicurezza delle donne adotta la definizione della conferenza mondiale delle Nazioni Unite (Vienna, 1993) che definisce la violenza contro le donne come: “… qualsiasi atto di violenza di genere che comporta, o è

probabile che comporti, una sofferenza fisica, sessuale o psicologica o una qualsiasi forma di sofferenza alla donna, comprese le minacce di tali violenze, forme di coercizione o forme arbitrarie di privazione della libertà personale sia che si verifichino nel contesto della vita privata che di quella pubblica”.

4 Istat, La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia. Anno 2014, https://www.istat.it/it/archivio/161716.

31,5 19,6 21,5 5,1 31,3 25,7 16,2 7,7 0 5 10 15 20 25 30 35 40

Violenza fisica o sessuale Violenza fisica Violenza sessuale Stupro o tentato stupro Italiana Straniera

Figura 5.2 - Donne di 16-70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale da un uomo nel corso della vita per cittadinanza della donna. Italia. Anno 2014 (per 100 donne di 16-70 anni con le stesse caratteristiche)

Rapporto SDGs 2019. Informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia

Le donne che dichiarano di avere subito violenze fisiche o sessuali nei 5 anni precedenti l’intervista sono passate dal 13,3% all’11,3% della popolazione di riferimento. Diminuisce la quota di donne che hanno subito violenza fisica o sessuale dai partner ed ex partner (dal 6,6% al 4,9%), così come dai non partner (dal 9,0% al 7,7%).

Emerge, inoltre, una maggiore presa di coscienza femminile: raddoppia la quota di donne che pensano che la violenza subita sia un reato, anche nel caso in cui a perpetrarla sia il partner.

Ciò è frutto dell’azione dei servizi sanitari, dei centri antiviolenza, delle forze dell’ordine, dell’evoluzione normativa, dell’attenzione crescente da parte dei media e dell’opinione pub-blica, tutti elementi che hanno reso più generalizzata la condanna sociale del fenomeno della violenza di genere contro le donne.

Nel 2017, in Italia, risultano attivi 253 centri antiviolenza5 a cui si sono rivolte 49.152 don-ne, il 59% delle quali ha iniziato un percorso di uscita dalla violenza.

Sono 115,5 le donne prese in carico in media dai centri a livello nazionale, il valore massi-mo si riscontra nel Nord-est con 170,9 donne in media e il minimassi-mo al Sud con 47,5 donne. Il 26,9% delle donne che si sono rivolte a queste strutture è straniera; il 63,7% ha figli, che sono minorenni in più del 70% dei casi.

Nonostante i miglioramenti registrati tra il 2006 e il 2014, permangono segnali fortemente negativi. Restano stabili, infatti, la quota di donne vittime di violenza estrema (stupri e ten-tati stupri) e l’incidenza delle forme più efferate di violenza (uso o minaccia di usare una pistola o un coltello), rispettivamente all’1,2% e allo 0,4%; le violenze, inoltre, sono più gravi, con un aumento di quelle che hanno causato ferite e lesioni e della quota di donne che affermano di aver temuto per la propria vita.

5 Nel 2018 l’Istat, per la prima volta, ha svolto un’indagine sui servizi offerti nel 2017 dai centri antiviolenza alle donne, in collaborazione con Dipartimento Pari Opportunità, Regioni, Consiglio Nazionale delle Ricerche. https://www.istat. it/it/violenza-sulle-donne/la-fuoriuscita-dalla-violenza/centri-antiviolenza. 13,3 6,6 9,0 1,2 0,7 0,6 11,3 4,9 7,7 1,2 0,6 0,60,6 0,6 0 2 4 6 8 10 12 14 violenza fisica o sessuale da un uomo (a) violenza fisica o sessuale da partner/ex-partner (b) violenza fisica o sessuale da un uomo non partner (a) Stupro o tentato stupro da un uomo (a) Stupro o tentato stupro da un partner/ex-partner (b) Stupro o tentato stupro da un uomo non partner (a) 2006 2014

Figura 5.3 - Donne di 16-70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale da un uomo nei 5 anni precedenti l’intervista per tipo di autore. Italia. Anni 2006 e 2014 (per 100 donne di 16-70 anni con le stesse caratteristiche)

Fonte: Istat, Indagine sulla sicurezza delle donne (a) per 100 donne dai 16 ai 70 anni.

Altri indicatori

SDG 5.4.1 - Percentuale di tempo dedicato al lavoro non retribuito domestico e di cura, per sesso,

età e luogo

Il tempo impiegato dalle donne nel lavoro non retribuito domestico e di cura limita la pos-sibilità di dedicarsi ad altre attività, come l’istruzione e il lavoro retribuito.

Secondo i dati relativi a 90 paesi, le donne occupano nel lavoro non retribuito domestico e di cura quasi il triplo delle ore rispetto agli uomini6.

I dati per un sottoinsieme di paesi (principalmente paesi latinoamericani ed europei) sug-geriscono che questa disparità aumenti nelle fasce di età in cui le donne hanno maggiore probabilità di avere figli piccoli.

In tutti i paesi europei con dati disponibili gli uomini dedicano meno tempo delle donne a questo tipo di mansioni. La quota di tempo giornaliero impiegato nel lavoro domestico e di cura varia per le donne tra il 19,7% della Romania e il 13,8% dei Paesi Bassi, mentre per gli uomini oscilla dal 10,2% dell’Ungheria al 6,2% della Grecia7.

Il divario di genere è più alto in Italia, Grecia, Serbia e in Romania, dove la distanza supera i 10 punti percentuali. In Norvegia, Paesi Bassi, Finlandia e Germania è invece inferiore a 6 punti.

In Italia, la quota di tempo giornaliero impiegato dalle donne nel lavoro non retribuito do-mestico e di cura si attesta al 19,2% rispetto al 7,4% per gli uomini (anni 2013-2014). Il

6 Fonte: https://unstats.un.org/sdgs/files/report/2018/secretary-general-sdg-report-2018--EN.pdf, pag. 8.

7 Le informazioni relative al tempo dedicato al lavoro domestico e di cura non retribuito sono disponibili solo per alcuni paesi dell’UE perché l’indagine Uso del tempo è condotta su base volontaria, http://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/ show.do?dataset=tus_00age&lang=en /. 0 5 10 15 20 25 Ital ia G re ci a R om an ia Se rb ia Sp ag na U ng he ria Au st ria Po lo ni a Lu ss emb ur go Es to nia R eg no U ni to Fr an cia Be lg io G er ma ni a Fin la nd ia Pa es i B as si N or ve gi a

Totale Maschi Femmine

Figura 5.4 - Quota di tempo dedicato al lavoro domestico e di cura non retribuito dalla popolazione di 15 anni e più in alcuni paesi europei (a) per sesso. Anni vari (b) (percentuale di tempo al giorno)

Fonte: Eurostat, Indagine armonizzata europea sull’Uso del tempo. http://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/show.do?dataset=tus_00age&lang=en (a) L’indagine Uso del tempo è condotta su base volontaria per questo i dati sono disponibili soltanto per alcuni paesi della Ue.

(b) 2008-2009: Austria; 2009-2010: Estonia, Spagna, Francia, Ungheria, Finlandia; 2010-2011: Romania, Norvegia e Serbia; 2011-2012: Paesi Bassi, Grecia; 2012-2013: Belgio, Germania, Polonia; 2013-2014: Italia (per l’Italia nel database Eurostat sono presenti i dati dell’edizione 2008-2009, qui aggiornati con i dati dell’ultima edizione 2013-2014); 2014-2015: Regno Unito, Lussemburgo.

Rapporto SDGs 2019. Informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia

divario di genere mostra una lieve diminuzione rispetto al 2002-2003 (da 14,2 a 11,8 punti) per effetto di una riduzione del tempo impiegato dalle donne nel lavoro domestico e di cura e un contestuale lieve aumento di quello impiegato dagli uomini.

Nonostante questo miglioramento, nel 2013-2014 l’Italia è al primo posto in graduatoria per il divario di genere tra i paesi europei con dati disponibili. Tale primato è solo in parte spiegato dalla bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro, che vedeva l’Italia penultima tra i paesi europei per tasso di occupazione femminile, tanto nel 2014, quanto nel 2017.

Se consideriamo la cittadinanza, in Italia, la percentuale di tempo dedicato al lavoro familia-re (domestico e di cura) dai cittadini stranieri familia-residenti è leggermente inferiofamilia-re a quella dei cittadini italiani. Tale caratteristica si conferma anche esaminando i dati per genere: sia le donne che gli uomini stranieri dedicano meno tempo degli italiani a tali attività.

Indicatore di contesto - Rapporto tra tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con almeno

Outline

Documenti correlati