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10.7.2 - Numero di paesi che hanno attuato politiche migratorie ben gestite

Un ulteriore importante tema affrontato dal Goal 10 riguarda la mobilità e le migrazioni delle persone, che si vogliono rendere ordinate, sicure, regolari e responsabili tramite l’attuazio-ne di politiche migratorie programmate e ben gestite.

Per l’Italia, il panorama migratorio si è rapidamente trasformato negli ultimi anni. Fattori come la permanente crisi economica, da una parte, e i conflitti e le catastrofi che hanno colpito alcune aree del mondo, dall’altra, hanno comportato una sostanziale contrazione dei flussi per lavoro e una crescita delle immigrazioni di persone in ricerca di asilo e protezione internazionale. La gestione dei flussi migratori irregolari e della presenza di cittadini non comunitari è divenuta, quindi, ancora più complessa. Da una parte, il Paese deve affrontare i problemi legati all’emergenza di arrivi non programmati di persone in cerca di protezione; dall’altra, deve dare risposta ai bisogni, individuali e familiari, di immigrati residenti ormai da lungo tempo in Italia.

Il 2017 è stato un anno particolare per le dinamiche migratorie che coinvolgono il nostro paese per due fenomeni, che contrastano con gli andamenti precedenti: un incremento dei flussi in ingresso e una contestuale diminuzione delle acquisizioni di cittadinanza. Nello stesso anno, si è registrato un aumento del numero di permessi di soggiorno rilasciati: 262.770, il 16% in più rispetto al 2016. Solo il 4,6% dei nuovi permessi è stato concesso per motivi di lavoro, mentre i permessi per motivi di asilo e protezione umanitaria hanno superato i 101mila nuovi rilasci (il 38,5% del totale dei nuovi permessi). Nel 2017, la richie-sta di asilo e protezione internazionale è la prima motivazione di ingresso per gli uomini (54,3%). Le persone in cerca di asilo e protezione internazionale sono in prevalenza cittadi-ni cittadi-nigeriacittadi-ni, pachistacittadi-ni e bengalesi, che, insieme, coprono più del 41% dei flussi in ingresso per questo motivo. I maggiori incrementi sono stati registrati fra i cittadini del Bangladesh (+96,3%), della Guinea (+66,0%) e della Costa d’Avorio (+40,8%). Sono diminuiti invece gli ingressi per richiesta di protezione dei cittadini pachistani (-16,2%).

Una novità è rappresentata anche dalla diminuzione, dopo dieci anni di crescita, delle ac-quisizioni di cittadinanza italiana, che nel 2017 sono diminuite del 26,4% rispetto all’anno precedente, scendendo a 135.814 (erano quasi 185 mila nel 2016). La diminuzione riguar-da le acquisizioni per residenza (-28 mila) e per trasmissione riguar-dai genitori (-25 mila). Sono cresciute, invece, in termini assoluti e relativi, le acquisizioni per matrimonio (+4 mila e +6,1%). Anche le acquisizioni per ius sanguinis, per discendenza da avi italiani, che riguar-dano in modo particolare i cittadini di origine brasiliana, sono in aumento.

La maggior parte delle concessioni di cittadinanza del 2017 ha interessato albanesi (27.112) e marocchini (22.645). Ad eccezione dei brasiliani, per i quali il 2017 è un anno in crescita, fra tutte le altre principali collettività si registra un calo.

Prospetto 10.1 - Cittadini non comunitari entrati in Italia nel 2017, prime dieci cittadinanze e motivo del permesso. Anno 2017 (valori assoluti e percentuali)

Paesi di cittadinanza Totale Motivo del permesso

Lavoro Famiglia Studio Asilo/ Umanitari Altri motivi

Nigeria 26.843 0,2 10,7 0,5 85,6 3,1

Albania 20.013 6,3 69,8 1,7 1,7 20,5

Marocco 18.609 4,0 86,7 0,9 5,3 3,2

Pakistan 15.082 1,4 33,7 1,7 61,4 1,8

Bangladesh 14.235 0,9 29,8 0,3 64,9 4,1

Cinese, Repubblica Popolare 12.030 4,3 53,3 35,7 3,7 3,0

Senegal 11.239 1,3 26,9 0,2 67,6 4,0

India 8.658 18,7 56,0 15,1 4,1 6,1

Stati Uniti d’America 8.234 34,0 37,6 21,8 0,0 6,6

Gambia 8.162 0,1 1,1 0,2 92,6 6,1

Altri Paesi 119.665 3,9 45,0 8,3 35,4 7,4

Totale 262.770 4,6 43,2 7,0 38,5 6,7

Fonte: Elaborazioni Istat su dati del Ministero dell’Interno

0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000 80.000 90.000 2016 2017

Residenza Matrimonio Trasmissione/elezione Ius sanguinis

Figura 10.5 - Acquisizioni di cittadinanza di cittadini non comunitari, per motivo. Anni 2011-2016 (valori assoluti)

Fonte: Elaborazioni Istat su dati del Ministero dell’Interno

0 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000 35.000 40.000

Albania Marocco Brasile India Pakistan Senegal Bangladesh Macedonia Moldova Peru'

2017 2016

Figura 10.6 - Acquisizioni di cittadinanza di cittadini non comunitari, principali cittadinanze. Anni 2017 e 2016 (valori assoluti)

I fenomeni di stabilizzazione proseguono sul territorio con intensità diverse. I permessi di lungo periodo, che nel 2017 erano 2.255.481, nel 2018 sono 2.293.159 e costituiscono circa il 62% della presenza regolare4. Per quattro collettività (cittadini di Moldova, Ucraina, Albania e Marocco), la quota di soggiornanti di lungo periodo supera il 70%. La crescita dei permessi di lungo periodo ha interessato gli ucraini e, soprattutto, i cittadini della Mol-dova, tra i quali, nel periodo 2017-2018, l’incidenza di lungo-soggiornanti è aumentata di più di 4 punti percentuali. In questo modo, i moldavi sono diventati la collettività con la quota maggiore di soggiorni di lungo periodo. I cittadini cinesi hanno registrato nel biennio 2017-2018 l’incremento più elevato, di quasi 5 punti percentuali, ma la loro percentuale di soggiornanti di lungo periodo resta ancora al di sotto della media generale.

In sintesi

Fino al 2007, la crescita in Italia dei redditi della popolazione a più basso reddito è stata più elevata di quella dei redditi della popolazione generale. Dal 2008, a causa della crisi

economica, sono state osservate flessioni più marcate per i redditi relativamente più bassi. L’effetto negativo della crisi sui redditi più bassi si arresta soltanto nel 2016, quando la crescita del reddito è più marcata per le famiglie con i redditi più bassi (+4,8) che per il totale delle famiglie (+2,7), in un quadro di andamenti molto eterogenei nei diversi contesti territoriali. La disuguaglianza del reddito disponibile ha seguito lo stesso

anda-mento, raggiungendo il minimo nel 2007 (5,2), il massimo nel 2015 (6,3), riscendendo al 5,9 nel 2016.

Nel 2017, l’Italia ha una performance peggiore della media europea per la disugua-glianza economica. La percentuale di reddito disponibile per il 40% più povero della

po-polazione, – indicatore utilizzato da Eurostat per confrontare i livelli di disuguaglianza tra i paesi Ue – infatti, nel 2017 è il 21,1% in Europa e il 19,5% in Italia.

L’Italia sta vivendo un profondo mutamento dei fenomeni migratori che la interessano.

Passata l’epoca delle migrazioni per lavoro, gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una crescente rilevanza di flussi in ingresso di persone in cerca di asilo e protezione internazio-nale. Da una parte, quindi, il Paese è chiamato a governare l’emergenza di arrivi non pro-grammabili, dall’altra deve gestire i fenomeni di inclusione di persone di origine straniera ormai radicate nel paese. Quanto agli indicatori di integrazione, continua la crescita delle persone in possesso di un permesso di lungo periodo. Nel 2017, invece, si è registrata

per la prima volta, dopo un decennio di costante crescita, una diminuzione del numero di acquisizioni di cittadinanza (-26,4%).

4 Si sottolinea che, trattandosi di permessi con una durata a tempo indeterminato, può essere meno immediata, rispetto ai permessi con scadenza, l’individuazione delle eventuali persone che hanno lasciato il nostro Paese.

R i f .

SDG Indicatori lungo termine medio termineVARIAZIONI breve termine

2007-2017 2007-2012 2012-2017 2016-2017

10.1.1

Disuguaglianza del reddito disponibile a b c d

Reddito medio disponibile aggiustato pro capite e f g h

Potere d’acquisto e f g h

10.2.1

Rischio di povertà

LEGENDA NOTE

Netto miglioramento (a) 2006-2016

(b) 2006-2011 (c) 2011-2016 (d) 2015-2016 (e) 2008-2018 (f) 2008-2013 (g) 2013-2018 (h) 2017-2018 Lieve miglioramento Stabilità Lieve peggioramento Netto peggioramento

1

Il Goal 11 si occupa del tema della sostenibilità urbana. Le città svolgono un ruolo essen-ziale per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile: la metà della popolazione mondiale e i tre quarti della popolazione europea vive in aree urbane2. In tutti i paesi, e in misura maggiore nei paesi in via di sviluppo, si assiste a una crescente concentrazione della popolazione nelle aree urbane. Le città sono responsabili della maggiore quota di consumo energetico e di emissioni di carbonio, della crescente pressione sull’ambiente e delle con-nesse problematiche legate alla salute pubblica. Il governo dello spazio urbano è, quindi, un fattore cruciale di sviluppo che pone sfide e opportunità. Sono molte le dimensioni da considerare in modo sistemico, inclusivo e integrato, per far sì che le città prosperino in modo sostenibile. Alla popolazione che vive, lavora o transita nelle città va garantito, infatti, accesso alla mobilità e qualità degli alloggi, sicurezza, sia in termini di adeguatezza strut-turale di edifici e infrastrutture pubbliche e private, sia con riferimento alla tutela da forme di criminalità predatoria, violenze o molestie. Sul piano della salute pubblica, la riduzione dell’inquinamento e il miglioramento della qualità dell’aria costituiscono aspetti centrali, in-sieme alla gestione dei rifiuti, del ciclo dell’acqua e delle acque reflue. Alle fasce più deboli e più vulnerabili (persone con disabilità, anziani, bambini, le fasce più povere di popolazione) va assicurata eguale garanzia di accesso e fruibilità dei servizi. La presenza di spazi verdi e di spazi pubblici, la protezione del patrimonio culturale e naturale, la riqualificazione di aree degradate, i rapporti con le zone periurbane e rurali sono essenziali per la tutta la comunità. Sul tema della gestione e sicurezza del territorio, ulteriori elementi da mettere a sistema sono: l’uso del suolo, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la mitigazione dei loro effetti, la resilienza ai disastri, la gestione del rischio idrogeologico (l’impatto delle piogge intense e delle alte temperature). È evidente, dunque, l’ampiezza e la complessità del tema della so-stenibilità urbana e la rilevanza di interventi di rafforzamento della capacità di pianificazione e gestione partecipata e integrata.

1 Goal 11 - Make cities and human settlements inclusive, safe, resilient and sustainable. Questa sezione è stata curata

da Giovanna Tagliacozzo ed hanno contribuito Domenico Adamo e Antonino Laganà.

2 Sustainable development in the European Union. Monitoring report on progress towards the SDGs in an EU context. 2018 edition. Statistical books. Eurostat. https://ec.europa.eu/eurostat/documents/3217494/9237449/KS-01-18-656-EN-N.pdf/2b2a096b-3bd6-4939-8ef3-11cfc14b9329

GOAL 11

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