• Non ci sono risultati.

Percentuale di popolazione servita da acqua potabile gestita in modo sicuro

E LA GESTIONE SOSTENIBILE DELL’ACQUA

SDG 6.1.1 Percentuale di popolazione servita da acqua potabile gestita in modo sicuro

Il 70% della popolazione mondiale ha accesso a servizi di acqua potabile gestiti in modo sicuro; nelle aree rurali, la quota di popolazione servita scende al 55%. Nelle zone rurali dell’Africa sub-sahariana, solo un quinto della popolazione ha accesso all’acqua (Fonte UN, 2015) (Figura 6.1). 54,8 54,9 54,8 54,9 54,8 54,9 85,1 61,2 88,8 95,3 76,9 46,1 71,2 57,1 94,2 65,4 23,7 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

MONDO Asia Centrale e

Meridionale Asia Orientale eSud-Orientale Europa e AmericaSettentrionale America Latina eCaraibi Africa Subsahariana

%

Rurale Urbano Totale

Figura 6.1 - Percentuale di popolazione che fruisce di servizi di acqua potabile gestiti in modo sicuro, per regione urbana e rurale. Anno 2015 (%)

Fonte: Un - WHO/UNICEF Joint Monitoring Programme for Water Supply, Sanitation and Hygiene (2017)

0 10 20 30 40 50 60

EU (28) Bulgaria Estonia Italia Lettonia Lituania Ungheria Polonia Portogallo Romania

%

Inferiore al 60% del reddito equivalente mediano Superiore al 60% del reddito equivalente mediano Totale

Figura 6.2 - Popolazione senza un bagno, né doccia all’interno della abitazione in alcuni paesi Ue, per condizione di povertà. Anno 2017 (%)

In ambito europeo (Eu28), nonostante la consistente diminuzione del fenomeno nel tem-po, in alcuni paesi permane una quota di popolazione priva di servizi igienici nella propria abitazione. La percentuale di popolazione senza servizi è ancora più elevata tra le fasce di popolazione che vivono in famiglie con reddito inferiore al 60% del reddito equivalente mediano (Figura 6.2).

In Italia, la quasi totalità della popolazione ha accesso alla risorsa idrica e dispone di servizi igienici nelle abitazioni. Sempre più frequentemente, però, si verificano episodi di crisi idri-ca, con conseguenti problemi nella regolarità e nella qualità della distribuzione dell’acqua, soprattutto in alcune zone del paese ed in alcuni periodi dell’anno. Nel corso del 2017, per esempio, si è registrata una riduzione complessiva del 39,6% delle portate medie dei princi-pali fiumi italiani (Po, Adige, Arno e Tevere), rispetto al trentennio 1981-20102.

Tra i 28 Paesi dell’Unione europea, l’Italia è la prima per ammontare del prelievo di acqua per uso potabile pro capite: 156 metri cubi per abitante nel 20153.

L’acqua prelevata per uso potabile equivale a 9,5 miliardi di metri cubi, provenienti prin-cipalmente da acque sotterranee (84,3%). A causa delle perdite in adduzione (soprattutto quando la rete è molto estesa) e degli sfiori nei serbatoi di accumulo4, nonché per i quanti-tativi trasferiti, seppur in minima quantità, al settore industriale o agricolo per usi non civili, il volume immesso in rete si riduce rispetto al quantitativo prelevato. Non tutta l’acqua immessa in rete arriva agli utenti finali: degli 8,3 miliardi di metri cubi immessi nelle reti comunali di distribuzione, sono stati erogati agli utenti per usi autorizzati5 solo 4,9 miliardi, corrispondenti a 220 litri per abitante al giorno. Nel complesso, poco meno della metà del volume di acqua prelevata alla fonte (47,9%) non raggiunge gli utenti finali a causa delle dispersioni idriche dalle reti di adduzione e distribuzione.

L’indicatore di efficienza della rete di distribuzione, rappresentato dal rapporto tra acqua erogata agli utenti per usi autorizzati ed acqua immessa in rete, ha registrato un netto peg-gioramento, passando dal 62,6% nel 2012, al 58,6% nel 20156. Il problema delle perdite, persistente e rilevante su tutto il territorio nazionale, è da attribuire a diversi fattori: oltre alle perdite fisiologiche dovute alla estensione della rete idrica e al numero di allacci, le dispersioni sono dovute alla rottura nelle condotte, all’obsolescenza delle reti, ai consumi non autorizzati, ai prelievi abusivi e agli errori di misura dei contatori. Il peggioramento nell’efficienza delle reti di distribuzione dell’acqua potabile è stato rilevato in tutte le regioni, ad eccezione di Piemonte e Valle d’Aosta.

A livello regionale, le differenze di performance dei servizi idrici per uso civile dipendono, oltre che dal diverso assetto gestionale, anche dalle diversità geografiche e morfologiche del territorio, dalla differente disponibilità d’acqua offerta in natura e dalla vulnerabilità a fenomeni di carenza idrica che ne consegue.

2 Giornata mondiale dell’acqua: le statistiche dell’Istat. Periodo di riferimento Anni 2015-2017. Data di pubblicazione 22 marzo 2018. https://www4.istat.it/it/archivio/210384

3 Giornata mondiale dell’acqua: le statistiche dell’Istat. Periodo di riferimento Anni 2015-2018. Data di pubblicazione 22 marzo 2019. https://www.istat.it/it/archivio/228753

4 In questo caso si tratta di ritorno dell’acqua all’ambiente naturale per superamento della capacità di contenimento dei serbatoi.

5 Nei volumi di acqua erogata per usi autorizzati sono compresi anche gli usi pubblici, quali la pulizia delle strade, l’acqua nelle scuole e negli ospedali, l’innaffiamento di verde pubblico, i fontanili.

6 Istat, Censimento delle acque per uso civile. Periodo di riferimento Anno 2015. Data di pubblicazione 14 dicembre 2017. http://www.istat.it/it/archivio/207497

Rapporto SDGs 2019. Informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia

Tutte le regioni del Nord, ad eccezione del Friuli-Venezia Giulia, hanno un livello di efficienza di rete superiore al dato medio nazionale (Figura 6.3). Le maggiori criticità si rilevano in alcune regioni del Centro e del Mezzogiorno. L’indicatore raggiunge i valori più bassi in Basilicata (43,7%), Sardegna (44,4%), Lazio (47,1%) e Sicilia (50,0%).

Tra il 2012 ed il 2015 si registra una diminuzione anche sul piano dell’erogazione, che passa da 241 a 220 litri per abitante al giorno. Il decremento è particolarmente evidente nel Lazio e in Puglia, con una riduzione di 43 litri nell’erogazione giornaliera per abitante; seguono Umbria (-35 litri) e Abruzzo (-31 litri). Ai residenti delle regioni insulari viene erogato

me-0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 2012 2015

Figura 6.3 - Efficienza delle reti di distribuzione dell’acqua potabile. Anni 2012 e 2015 (%)

Fonte: Istat, Censimento delle acque per uso civile

0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 2012 2015

Figura 6.4 - Acqua erogata pro capite. Anni 2012 e 2015 (litri/abitante/giorno)

diamente un volume minore di acqua (188 l/ab/g). Nonostante la lieve flessione rispetto al 2012, la Valle d’Aosta, con 454 litri erogati per abitante al giorno, detiene nel 2015 il valore regionale più alto, dovuto alla considerevole diffusione di fontanili sul territorio, che danno luogo ad erogazioni non trascurabili (Figura 6.4).

Il punto di vista delle famiglie sulla qualità del servizio di erogazione dell’acqua, monitorato nel 2018, non presenta variazioni significative a livello nazionale rispetto all’anno preceden-te. Le famiglie che lamentano irregolarità nell’erogazione di acqua si attestano al 10,4%, in lievissimo aumento (0,3 punti percentuali) rispetto al 2017, mentre quelle che non si fidano di bere l’acqua del rubinetto si attestano al 29,0%. A livello regionale, le variazioni rispetto all’anno precedente sono più rilevanti. In Sicilia, la percentuale di famiglie che lamentano irregolarità del servizio (29,3%) diminuisce di oltre sei punti percentuali rispetto al 2017. Rimane stabile, oltre la metà, il 53,3% la percentuale delle famiglie residenti in Sicilia che dichiarano di non fidarsi della potabilità dell’acqua del rubinetto (Figura 6.5). In Sardegna, aumenta di cinque punti percentuali la quota delle famiglie che lamentano irregolarità, rag-giungendo la quota del 17,6%; inoltre, seppur in calo di sei punti percentuali rispetto al 2017, anche la quota delle famiglie che dichiara di non fidarsi di bere l’acqua del rubinetto rimane piuttosto alta (48,5%) e torna ai valori che presentava nel 2010.

0 10 20 30 40 50 60 %

Famiglie che non si fidano di bere l'acqua del rubinetto Famiglie che lamentano irregolarità nell'erogazione di acqua

Figura 6.5 - Famiglie che non si fidano di bere l’acqua del rubinetto e famiglie che lamentano irregolarità nell’erogazione di acqua per regione. Anno 2018 (%)

Rapporto SDGs 2019. Informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia

Altri indicatori

Outline

Documenti correlati