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Quota di superficie agricola destinata all’agricoltura sostenibile e produttiva

RAGGIUNGERE LA SICUREZZA ALIMENTARE, MIGLIORARE LA NUTRIZIONE

SDG 2.4.1 Quota di superficie agricola destinata all’agricoltura sostenibile e produttiva

Il Target 2.4 sollecita un’evoluzione dell’agricoltura verso “sistemi di produzione alimentare sostenibili”, che “aiutino a proteggere gli ecosistemi” e “migliorino progressivamente la qualità del suolo”. In questo senso, la crescente diffusione dell’agricoltura biologica – un metodo di coltivazione che sfrutta la naturale fertilità del suolo favorendola con interventi limitati, promuove la diversità delle specie domestiche vegetali e animali ed esclude l’im-piego di prodotti di sintesi e organismi geneticamente modificati – è un fenomeno asso-lutamente rilevante per il monitoraggio di questi obiettivi, anche se non rappresenta tutti gli aspetti considerati da questo Target, e in particolare quelli di sostenibilità economica (produttività) e di adattamento ai cambiamenti climatici.

La proxy proposta per l’indicatore 2.4.1 è la quota di superficie agricola investita in coltiva-zioni biologiche, in forte ascesa e pari al 12,3% nel 20162. Questa misura non può essere aggiornata annualmente, ma il trend delle superfici investite in coltivazioni biologiche può essere descritto da un indicatore di contesto basato su dati amministrativi. Secondo i dati diffusi dal Sistema d’informazione nazionale sull’agricoltura biologica (Sinab), le superfici biologiche registrate (certificate o in fase di conversione, secondo le norme comunitarie e nazionali)3 ammontano nel 2017 a 1,9 milioni di ettari, di cui quasi due terzi localizzati nel Mezzogiorno4. Il loro incremento è stato del 6,3% sull’anno precedente (+13,2% nel Nord-Est) e del 71,4% sul 2010 (+89,2% nel Sud). La crescita è sostenuta in tutte le ripartizioni, con un’accelerazione nel biennio 2016-2017 (Fig. 2.1).

Per arricchire il quadro informativo sulla sostenibilità delle pratiche agricole si possono considerare, inoltre, alcuni indicatori di pressione sull’ambiente, sia dal lato dell’input, come l’impiego di fertilizzanti e fitofarmaci per unità di superficie, sia da quello dell’output, come le emissioni di ammoniaca generate dal settore agricolo. Questi indicatori, peraltro, hanno il vantaggio di riferirsi all’intero sistema della produzione agricola, di cui il comparto delle produzioni biologiche rappresenta soltanto una piccola parte.

L’abuso di prodotti di sintesi per la fertilizzazione dei terreni e la protezione delle coltiva-zioni ha effetti dannosi sulla biodiversità degli ecosistemi e gravi ripercussioni sulla salute umana. Naturalmente, diversi tipi di prodotto e diverse modalità d’impiego generano im-patti differenziati, e la variabilità nel tempo delle quantità impiegate può essere influenzata da fattori meteoclimatici o da altre particolari contingenze. Tuttavia, dato l’uso massivo di fertilizzanti e fitosanitari caratteristico dei moderni sistemi di produzione, si può assumere che una diminuzione complessiva delle quantità distribuite sia indice di un progresso verso sistemi di produzione più rispettosi dell’ambiente e della salute dei consumatori.

2 Fonte: Istat, Struttura e produzione delle aziende agricole (SPA). L’indicatore potrà essere aggiornato con il prossimo Censimento generale dell’agricoltura (2020) e, in seguito, con le successive rilevazioni SPA, eseguite a cadenza triennale nei periodi intercensuari su un campione di aziende agricole rappresentativo a livello regionale. Si dispone, tuttavia, di un aggiornamento annuale dei dati amministrativi relativi all’agricoltura biologica, diffusi dal Mipaaft attraverso il sistema informativo Sinab, sulla cui base è possibile rappresentare la dinamica delle superfici investite in coltivazioni biologiche (anche se non in termini di incidenza sulla superficie agricola utilizzata).

3 La quota di superfici in fase di conversione è pari al 28,1% del totale (26,2% nel 2010).

Nel 2017 sono state distribuite 4,7 milioni di tonnellate di prodotti fertilizzanti, pari a circa 526 kg per ettaro di superficie concimabile: soprattutto ammendanti (24,9%) e concimi minerali azotati (22,9%)5. La quantità distribuita per ettaro è superiore del 7,1% rispetto all’anno precedente e del 5,6% rispetto al 2010. Non si delinea, tuttavia, una chiara ten-denza all’aumento delle quantità distribuite: si registrano, piuttosto, delle oscillazioni, con-tenute entro un range di ±10%, intorno a un valore medio di circa 500 kg/ha (Fig. 2.2). Le differenze territoriali sono molto marcate, e riflettono chiaramente le diversità dei sistemi colturali e delle condizioni ambientali che caratterizzano l’agricoltura italiana: l’impiego dei fertilizzanti è molto più contenuto (e stabile) nel Centro e nel Mezzogiorno (432 e 223 kg/ ha, rispettivamente), mentre nel Nord raggiunge i 1.355 kg/ha.

La distribuzione dei prodotti fitosanitari (pesticidi, diserbanti e simili) presenta negli ultimi anni una tendenza più evidente alla riduzione. Nel 2017 ne sono state distribuite, in tutta Italia, 117 mila tonnellate (prevalentemente fungicidi), pari a 13 kg per ettaro di superficie trattabile: il 5,9% in meno dell’anno precedente e il 20% in meno del 20106. Anche in que-sto caso le differenze di livello fra le ripartizioni sono molto ampie: 9,6 kg/ha nel Mezzogior-no, 8,2 nel Centro e 28,2 nel Nord (Fig. 2.3).

5 Fonte: Istat, Distribuzione dei fertilizzanti per uso agricolo. La rilevazione raccoglie annualmente i dati sui quantitativi di concimi, ammendanti e correttivi (costituiti da sostanze naturali o sintetiche, minerali od organiche) venduti alle aziende agricole dalle imprese del settore. La superficie concimabile è un sottoinsieme della superficie agricola utilizzata, che include i seminativi (meno i terreni a riposo) e le coltivazioni legnose agrarie.

6 Fonte: Istat, Distribuzione dei prodotti fitosanitari per uso agricolo. La rilevazione raccoglie annualmente i dati sui quantitativi di prodotti fitosanitari e dei principi attivi in essi contenuti, venduti alle aziende agricole dalle imprese del settore. La superficie trattabile coincide con quella concimabile (v. nota precedente).

80 100 120 140 160 180 200 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

ITALIA Nord-ovest Nord-est

Centro Sud Isole Nord-ovest5,2%

Nord-est 10,1% Centro 20,9% Sud 34,5% Isole 29,3%

Figura 2.1 - Estensione delle coltivazioni biologiche in Italia per ripartizione geografica (rif. Sdg 2.4.1). Anni 2010-2017

(numeri indici, base 2010=100; composizione percentuale, 2017)

Rapporto SDGs 2019. Informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia

L’ammoniaca (NH3) è un composto volatile dell’azoto risultante dalla decomposizione delle proteine, le cui emissioni in atmosfera provengono per oltre il 90% dal settore agricolo, e in particolare dalle deiezioni dagli allevamenti di bestiame. Le emissioni di ammoniaca hanno molteplici conseguenze negative sull’ambiente e sulla salute umana: attraverso la sottrazione di azoto, riducono la produttività del suolo (ripristinata artificialmente con l’im-piego di fertilizzanti); concorrono, inoltre, all’inquinamento atmosferico con la formazione di particolato, e al riscaldamento globale con la generazione di protossido di azoto, uno dei gas responsabili dell’effetto serra. In Italia, nel 2016, il settore agricolo è stato responsabile

0 100 200 300 400 500 600 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 0 200 400 600 800 1.000 1.200 1.400 1.600 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 ITALIA Nord Centro Mezzogiorno Altri fertilizzanti Altri concimi minerali Concimi minerali potassici Concimi minerali azotati

Ammendanti

Concimi minerali composti Concimi minerali fosfatici Concimi organici e organo-minerali

Figura 2.2 - Fertilizzanti distribuiti per tipo e per ripartizione geografica. Anni 2010-2017 (kg per ettaro di superficie trattabile)

Fonte: Istat, Distribuzione dei fertilizzanti per uso agricolo

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Fungicidi Insetticidi e acaricidi

Erbicidi Vari 0 5 10 15 20 25 30 35 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 ITALIA Nord Centro Mezzogiorno

Figura 2.3 - Fitosanitari distribuiti per tipo e per ripartizione geografica. Anni 2010-2017 (kg per ettaro di superficie trattabile)

dell’emissione di 358 mila tonnellate di NH3, generate per circa il 60% dagli allevamenti di bestiame7 (Fig. 2.4).

L’andamento delle emissioni di ammoniaca è in linea con gli obiettivi fissati dal Protocollo di Göteborg (1999) e dalle Direttive NEC sui limiti nazionali di emissione (National Emission Ceiling). Dopo il minimo di 343 mila tonnellate toccato nel 2014, tuttavia, le emissioni hanno ripreso a crescere, fino a ritornare, nel 2016, ai livelli del 2010. Se questa tendenza dovesse consolidarsi, potrebbe compromettere il rispetto degli obiettivi fissati dall’aggior-namento del Protocollo di Göteborg (2012), che richiede un abbattimento del 5% l’anno a partire dal 20208.

7 Fonte: ISPRA, Inventario delle emissioni in atmosfera. Le stime diffuse nel 2018 hanno comportato una revisione delle serie storiche commentate nella precedente edizione del Rapporto.

8 L’obiettivo fissato dalla Direttiva NEC (2016/2284/Ue) è pari alla riduzione del 5% delle emissioni per ogni anno dal 2020 al 2029 (come stabilito dall’aggiornamento 2012 del Protocollo di Göteborg) e del 16% a partire dal 2030, rispetto alle emissioni del 2005. L’obiettivo di riduzione previsto per il 2010, pari a 419 mila t, era stato fissato dal Protocollo di Göteborg nel 1999, nell’ambito della UNECE Convention on Long-Range Transboundary Air Pollution (CLRTAP), e dalla Direttiva NEC (2001/81/CE), recepita con il D.Lgs. 171/2004.

0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500

Allevamento di bestiame*** Coltivazioni senza fertilizzanti** Coltivazioni con fertilizzanti* Combustione dei residui agricoli Emissioni nazionali di ammoniaca

Figura 2.4 - Emissioni di ammoniaca in atmosfera prodotte in Italia dal settore agricolo e dall’intera economia (rif. Sdg 2.4.1). Anni 1990-2016 (migliaia di tonnellate)

Fonte: ISPRA, Inventario nazionale delle emissioni in atmosfera

(*) Incluse le emissioni da spandimento di deiezioni animali e altri fertilizzanti organici, pascolo, processo di azoto-fissazione delle leguminose e spandi-mento di fanghi da depurazione.

(**) Incluse le emissioni da uso di fertilizzanti azotati sintetici. (***) Incluse le emissioni da ricovero e stoccaggio di deiezioni animali.

Rapporto SDGs 2019. Informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia

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