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Indicatore di contesto - Rapporto tra tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con almeno un figlio in età prescolare e delle donne senza figli

Nell’ambito della coppia con bambini piccoli, le difficoltà di conciliazione tra i bisogni fami-liari e gli orari di lavoro sono generalmente maggiori per le donne, per le quali la mancanza di servizi di welfare adeguati può comportare anche la scelta di lasciare il lavoro al momen-to della nascita di un figlio.

Il rapporto tra il tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con figli in età prescolare e il tasso di quelle senza figli è un indicatore indiretto di quanto il lavoro si concilia con i bisogni familiari, in particolare quando sono presenti figli piccoli.

Questo rapporto ha registrato un miglioramento continuo dal 2004 al 2009, ha segnato una diminuzione nel 2010 per poi riprendere a crescere fino al 2015. Gli ultimi tre anni hanno registrato un nuovo peggioramento: nel 2018, per ogni 100 occupate senza figli le madri lavoratrici con bambini piccoli sono 74 (erano 78 nel 2015).

Tra il 2015 e il 2018 la diminuzione maggiore si registra nelle regioni del Mezzogiorno, che già registravano la situazione peggiore (-8,2 punti percentuali, rispetto a circa 2 punti per-centuali registrati nelle regioni del Centro-nord).

Nel 2018 le regioni del Centro-nord confermano una situazione migliore con oltre 80 donne con figli piccoli occupate ogni 100 senza figli, mentre nel Mezzogiorno il valore scende a 65 (57 in Campania).

La situazione è ancora più svantaggiata per le donne straniere: il rapporto fra lavoratrici con figli piccoli e lavoratrici senza figli è pari al 49,1%, rispetto al 78,8% delle italiane.

SDG 5.5.1 - Proporzione di posti occupati da donne in (a) Parlamento e (b) nei governi locali

Il potere politico ed economico continua ad essere nelle mani degli uomini. Nel 2018, la rappresentanza delle donne in parlamento nei paesi di tutto il mondo è pari al 23,4%, appe-na 10 punti percentuali in più rispetto al 2000.8

Anche nelle due regioni più avanzate in termini di rappresentanza femminile (Australia e Nuova Zelanda; America Latina e Caraibi), le donne occupano in parlamento meno di un seggio su tre. L’Africa settentrionale e l’Asia occidentale hanno fatto notevoli progressi, con una quota di seggi detenuti da donne che è quasi quadruplicata tra il 2000 e il 2018. Tuttavia, le donne detengono in queste aree geografiche ancora meno di un quinto dei seggi parlamentari.

Nei paesi Ue28 nel 2018 meno di un terzo dei posti nei parlamenti nazionali è occupato da donne (29,9%), con una variabilità piuttosto elevata fra i diversi paesi membri: in Svezia, quasi la metà dei posti è occupata da donne, mentre in Ungheria la quota è quasi quattro volte più bassa9.

Nella media Ue28 la percentuale è costantemente aumentata dal 2003, quando le donne erano circa un quinto dei membri nei parlamenti nazionali. In particolare, tra il 2008 e il 2018 la proporzione di seggi detenuti da donne è aumentata nella maggioranza dei paesi dell’Ue: tra i paesi che hanno registrato la crescita maggiore al primo posto si colloca l’Ita-lia, seguita da Slovenia e Lettonia.

Nonostante ciò, nel 2018 la quota di uomini nei parlamenti nazionali rimane ancora molto elevata e non c’è un paese dell’Ue in cui le donne detengano più posti degli uomini.

Nel 2018, l’Italia con il 35% dei seggi occupati da donne, si colloca in 8° posizione, tra la Danimarca e i Paesi Bassi, recuperando lo svantaggio del 2008, quando si collocava in 16° posizione e guadagnando altre 2 posizioni nell’ultimo anno.

Nel periodo 2003-2018, in Italia la quota di seggi assegnati a donne è aumentata in misura significativa. Se, infatti, nel 2003 il nostro paese mostrava una quota molto più bassa della media Ue28 (il 10,2% rispetto al 20,5%), negli anni l’Italia ha recuperato lo svantaggio fino a raggiungere e superare dal 2013 la media Ue28.

9 Fonte: Eurostat, Sustainable development in the European Union, 2018.

23,4 23,4 5,6 15,4 18,1 18,1 20,3 23,6 23,6 28,4 28,4 29,5 33,0 33,0 13,3 13,3 13,3 13,3 3,6 3,6 3,6 3,6 6,9 6,9 6,9 5,3 5,3 5,3 16,4 16,4 16,4 11,5 11,5 11,5 16,8 16,8 16,8 15,2 15,2 15,2 25,5 25,5 25,5 0 5 10 15 20 25 30 35 Mondo Oceania (escluse Australia e Nuova

Zelanda)

Asia centrale e meridionale Africa settentrionale e Asia occidentale Asia orientale e sud-orientale Africa sub-sahariana Europa e Nord America America Latina e Caraibi Australia e Nuova Zelanda

2000 2018

Figura 5.5 - Quota di seggi detenuti da donne nei parlamenti nazionali. Anni 2000 e 2018 (%)

Rapporto SDGs 2019. Informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia

L’analisi dei dati regionali mostra come nel 2018 in sette Regioni (Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Lazio, Molise, Calabria, Puglia e Sicilia) la quota di donne sul totale degli elet-ti ha toccato o superato il 40%, raggiungendo la Gender Balance Zone (una percentuale compresa tra il 40% e il 60%), mentre la Basilicata con il 15,4% si colloca in fondo alla graduatoria.

Molto più arretrata la situazione delle donne elette nei Consigli regionali: nel 2019 le consi-gliere sono soltanto il 21,2%, in moderata crescita dal 2012 (12,9%).

Nei tre consigli regionali eletti nel 2019 si registra un miglioramento della presenza femmi-nile: in particolare, in Abruzzo la quota passa dal 6,5% al 16,1% e in Sardegna dal 6,7% al 13,3%, mentre molto più moderata è la crescita registrata in Basilicata, dove la quota passa dal 3,3% al 4,8%. 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 2008 2018

Figura 5.6 - Quota di seggi detenuti da donne nei parlamenti e nei governi nazionali nei paesi Ue28 - Anni 2008 e 2018

(% di seggi)

Fonte: European Institute for Gender Equality (EIGE) (Eurostat data code: sdg_05_50)

0 5 10 15 20 25 30 35 40 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Ue28 Italia

Figura 5.7 - Quota di seggi detenuti da donne nei parlamenti e nei governi nazionali. Media Ue28 e Italia. Anni 2003-2018 (%)

Nei consigli regionali eletti nel 2018 la presenza femminile è aumentata in Molise (dal 14,3% del precedente consiglio al 28,6% nel 2018), nel Lazio (da 21,6% a 31,4%), nella provincia autonoma di Trento (da 17,1% a 25,7%), in Valle d’Aosta (da 14,3% a 22,9%) e in Lombardia (da 18,5% a 24,7%). Solo in Friuli-Venezia Giulia e nella provincia autonoma di Bolzano la rappresentanza femminile è diminuita.

Nel periodo 2012-2019, il contributo maggiore alla crescita è dato dalle regioni del Centro-nord e in particolare da Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Toscana.

Tra le regioni del Mezzogiorno spiccano il Molise e la Basilicata, che nel 2012 registravano la stessa quota di donne elette (3,3%). A partire dal 2013, mentre in Molise il valore di que-sto indicatore è notevolmente cresciuto, raggiungendo il 28,6% con le ultime votazioni del 2018, in Basilicata la crescita è stata decisamente contenuta (solo 1,5 punti percentuali).

3,24,8 9,8 13,3 14,316,1 16,1 19,0 19,421,2 21,421,6 22,923,5 24,725,5 25,7 25,726,8 28,6 31,4 36,0 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 Calabria BasilicataPuglia Sardegna Friuli-Venezia GiuliaLiguria AbruzzoUmbria MarcheItalia Sicilia Veneto Valle d'Aosta/Vallée d'AosteCampania LombardiaPiemonte Provincia Autonoma Bolzano/BozenProvincia Autonoma Trento ToscanaMolise Lazio Emilia-Romagna

Figura 5.9 - Quota di seggi detenuti da donne nei consigli regionali. Italia. Anno 2019 (% di seggi)

Fonte: Singoli Consigli regionali. Dato aggiornato al 5 aprile 2019

Basilicata, Sardegna e Abruzzo: elezioni effettuate nel 2019. Valle d’Aosta/Valle d’Aoste, Lombardia, Bolzano/Bozen, Trento, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Molise: elezioni effettuate nel 2018. Sicilia: elezioni effettuate nel 2017. Liguria, Veneto, Toscana, Umbria, Marche, Campania, Puglia: elezioni effettuate nel 2015. Piemonte, Emilia-Romagna, Calabria: elezioni effettuate nel 2014.

50,0 44,4 43,8 41,9 41,3 40,2 40,0 37,5 37,537,5 37,5 36,8 36,8 35,835,8 35,335,3 35,035,0 33,833,8 33,333,3 29,8 28,0 25,0 23,8 15,4 0 10 20 30 40 50 60 70

Gender Balance Zone

Figura 5.8 - Percentuale di donne elette nel Parlamento per regione di elezione. Italia. Anno 2018

Rapporto SDGs 2019. Informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia

Le differenze territoriali sono dunque aumentate e il Mezzogiorno continua a presentare la situazione più squilibrata.

SDG 5.5.2 - Proporzione di donne in posizioni direttive

Le donne continuano ad essere sottorappresentate anche nelle posizioni manageriali. Nella maggior parte dei 79 paesi con dati disponibili dal 2009 al 2016, è ricoperto da donne meno del 38% delle posizioni di alto e medio livello. La quota più bassa si rileva in Africa settentrionale e occidentale e in Asia centrale e meridionale.10

Nel 2018 nei paesi Ue28 sono donne solo poco più di un quarto dei membri dei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa. Il dato mostra un aumento dal 2008, quan-do la quota si attestava al 10,8%.11

Nel 2018 la quota di membri dei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa varia dal 44% della Francia all’8% dell’Estonia.

Con il 36% di donne membri dei consigli di amministrazione delle società quotata in borsa, l’Italia, nel 2018, si colloca nella parte alta della graduatoria Ue28 (2° posizione) con un valore molto al di sopra della media europea, mostrando un forte recupero rispetto al 2008 quando si collocava in 26° posizione.

Nel nostro Pese, la crescita è stata continua nel tempo. Si è infatti passati dal 4,5% del 2004 al 7,4% del 2011. Dopo l’introduzione della legge 120/2011 sulla parità di accesso agli organi di amministrazione e di controllo delle società quotate in mercati regolamentati, la presenza delle donne nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa ha cominciato a crescere a ritmo sostenuto. Tra il 2011 e il 2018, la quota è passata dal 7,4% al 36%, con un incremento di oltre 28 punti percentuali.

10 https://unstats.un.org/sdgs/files/report/2018/secretary-general-sdg-report-2018--EN.pdf, pag. 8. 11 Fonte: http://ec.europa.eu/eurostat/tgm/table.do?tab=table&init=1&language=en&pcode=sdg_05_60&plugin=1. 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 2008 2018

Figura 5.10 - Quota di donne nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa nei paesi Ue28. Anni 2008 e 2018 (%)

Diverso è stato, invece, l’andamento della quota di donne in alcuni organi decisionali (Au-torità della privacy, Agcom, Au(Au-torità della concorrenza e del mercato, Corte Costituzionale, Consiglio Superiore della Magistratura, Ambasciatori, Consob): nel 2019 tale quota rag-giunge soltanto il 15,8%, con valori altalenanti nel corso degli anni.

Indicatore 5.6.1 - Proporzione di donne (di età tra 15 e 49 anni) che prendono decisioni informate su

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