• Non ci sono risultati.

Capitolo 2. IL NEMICO INVISIBILE

3. Dagli Stati Uniti all'Italia: la sostanza non cambia

4.3 Un esempio per le generazioni future, tra casa e scuola

«[...] anch'io posso dire la mia anche se son piccolo [...] posso cambiare le cose intorno a me, facendo sentire la mia voce [...]».

«[...] cosa devo fare? Come devo educare poi in casa... mio figlio a... ? Però è così, [...]».83

Strutturalmente, dunque, la casa ha retto il colpo. Il fatto si può spiegare alla luce della vastissima diffusione degli inquinanti che li ha introdotti in ogni luogo pubblico, comprese le scuole, rendendo la casa l'unico luogo su cui sia possibile mantenere una forma di controllo e di protezione per se stessi e i propri cari. Proprio gli istituti scolastici sono stati i luoghi sulla cui messa in sicurezza i genitori NoPfas hanno più insistito, ottenendo dal sindaco il provvedimento di disporre per i bambini acqua in bottiglia nelle mense e “boccioni” nei corridoi. La preoccupazione si è rivolta più che altro verso quegli ambiti, frequentati dai propri figli, estranei alla casa, perché sono quelli che più difficilmente possono essere monitorati personalmente. All'interno del gruppo genitori NoPfas vi è un buon numero di maestre di scuola primaria con cui ho potuto confrontarmi a proposito delle soluzioni adottate e il clima riscontrato. Avendo a che fare con bambini piccoli, sempre sotto la soglia dei quattordici anni e pertanto esclusi dal biomonitoraggio, privi di analisi che confermino o meno il grado di incidenza degli inquinanti nel loro sangue, si sono trovate ad interagire con altrettanti genitori indifferenti all'argomento, consapevoli, mediamente informati, ma disinteressati in mancanza di prove. Così, l'impegno maggiore si è focalizzato sulla sensibilizzazione e la messa in atto di particolari attenzioni nei confronti dei piccoli alunni, in aggiunta alle attività didattiche e ludiche.

LAURA – [...] ci sono i bambini, l'anno scorso a fine anno, che mi dicevano... ehm... maestra ho finito l'acqua e io gli facevo, e quindi? Non ti sei portato le due bottigliette? Ehm no... vado a metterla dal rubinetto? Fai tu, dicevo... [ridiamo] come dire, sei tu adesso

che sai il problema, sei tu che e vedevi che erano in imbarazzo loro... io non gli dico più niente nel senso che dopo averli informati spero che qualcosina sia arrivato a casa però vedi adesso mancherebbe lo zoccolo dei genitori perché se questi genitori non si preoccupano di dare due bottigliette ai bambini io posso dire, posso fare, ma fino a un certo punto arrivo [...].84

LORETTA – [...] ti dico la verità, anche a scuola i bambini hanno cominciato proprio ad arrivare forse a fine anno dicendo, perché magari non avevano la bottiglietta quindi con il caldo che arrivava, vado a bere ma non ho l'acqua, ma non posso bere quella del rubinetto e allora lì andava in panico perché se tu non hai la bottiglietta, io non ho portato... e compra allora, la maestra che compra bottiglie d'acqua per far fronte o li raccomanda, raccomandi mi raccomando allora portatevi la bottiglietta... però non è un bel vivere insomma perché fino all'anno scorso i bambini andavano in bagno e si riempivano la bottiglietta [...].85

È stata interessante e toccante l'esperienza di Loretta, risalente agli ultimi mesi dello scorso anno scolastico. Aveva infatti portato avanti il progetto didattico di un piccolo orto all'interno del giardino della scuola, per insegnare ai bambini l'importanza delle buone pratiche di un'agricoltura priva di veleni, sana e del consumo diretto dei prodotti. Ha fatto richiesta di allacciamento all'acquedotto cittadino per l'irrigazione, venendo poi a conoscenza della presenza di PFAS nell'acqua. Anche gli alunni non si sono mostrati indifferenti al problema, pur essendo ancora ignari degli inganni del mondo:

[...] poi io ho avuto anche un'esperienza quest'anno, l'anno scorso, particolarissima con i bambini a scuola... perché abbiamo fatto... io quest'anno ho la terza, l'anno scorso avevo la seconda e con la collaborazione dei nonni è nata l'esperienza dell'orto a scuola... quindi figurati, tutta una questione educativa, sull'importanza di... piantare le cose, mangiarle direttamente dall'orto, le cose sane, senza... figurati, io mi ritrovavo a scuola a... a educare anche a questo rapporto con i cibi e con... con i nonni che ci spiegavano come fare per non utilizzare cose chimiche no? O veleni... e dall'altra sapere che l'acqua che... con la quale innaffiamo comunque non è acqua pulita quindi figurati... e come vivi anche sta roba qua... e sicché tutto l'anno scorso l'ho fatto un po' così, e... con questa paura di dire e... i ragazzi erano

84 Intervista con Massimo e Laura, 17 settembre 2017. 85 Intervista con Loretta, 17 settembre 2017.

entusiasti, entusiasti al massimo, quindi li pompavi di questa voglia di far le cose sane e poi... dovevi comunque... siamo andati dal sindaco l'anno scorso perché non avevamo l'irrigazione... quindi siamo andati a chiedere prima che scoppiasse tutto … che mi coinvolgesse, siamo andati a chiedere proprio l'allacciamento all'acquedotto per abbeverare il nostro orticello [ride] ... quindi pensa! Poi qualche bambino sì ha fatto la battuta, ma l'acqua non è, non è buona maestra, come facciamo, e lì cerchi di tranquillizzarli, però caspita, non è semplice...86

Tra le dinamiche riferitemi dall'ambito scolastico, ho potuto riscontrare quale nodo critico per le maestre il rapporto con i genitori dei propri alunni, restii ad interessarsi alla problematica, così come colleghe di lavoro, qualora madri di bimbi ancora piccoli. Giustamente, nota ancora Loretta, «non è che perché non ho le analisi di mia figlia, l'acqua che beviamo tutti è più buona [...] Però, dico, oggi a te, domani a me o... voglio dire, non... non ci si batte solo per una questione personale, si va oltre»; e conclude: «non so, forse anni e anni di rassicurazioni anche, sul fatto che l'acqua del rubinetto si può bere, forse come dicono in tanti il fatto che non si vede, non si sente e quindi la gente finché non vede l'acqua marrone non... ».87

Differente è il contesto scolastico di secondo grado, delle scuole superiori in particolare. Non solo i giovani studenti sono rientrati nello screening della campagna di biomonitoraggio, ma sono anche persone in via di formazione, ricettive e consapevoli, in un'età per molti critica ed intensa. Su suggerimento di Franca, una mamma NoPfas, ho consultato il sito dell'Istituto Tecnico Agrario “Silvio Trentin” di Lonigo, scoprendovi una sezione dedicata alle “Notizie PFAS”, curata da due insegnanti. Come precisato all'interno del link, l'obiettivo è quello di fornire agli studenti soprattutto un punto di riferimento per un'informazione aggiornata e scientifica relativa alla contaminazione idrica del Veneto: sono elencate altre pagine web utili e documenti consultabili in formato PDF, di carattere esclusivamente istituzionale (Istituto Superiore di Sanità, Arpav, Regione Veneto, Ministeri di Ambiente e Salute ed enti europei).

Nel comporre "Notizie PFAS" non vi è pretesa di verità assoluta, né tanto meno di esaustività totale; vi è piuttosto la consapevolezza della complessità della materia relativa ai PFAS e di

86 Intervista con Loretta, 17 settembre 2017. 87 Intervista con Loretta, 17 settembre 2017.

una ricerca scientifica ancora in fieri che si sta sempre più strutturando e che nel tempo arricchirà di nuovo sapere la nostra comunità [...].88

Oltre all'impegno di maestre e professori, vi è stata la partecipazione diretta dei ragazzi, che solo a partire dalla fine di agosto, ho visto intervenire attivamente alle iniziative pubbliche, spesso in numero esiguo, al seguito dei loro genitori. Nello stesso periodo, hanno iniziato a ricevere attenzioni anche dai media, che hanno raccolto le loro voci in varie occasioni. Non ho approfondito l'indagine dell'approccio degli adolescenti alla questione, in quanto avrebbe richiesto una disponibilità di tempo ben superiore a quella prestabilita per la ricerca e per questo mi sono limitata a prendere nota di quanto ho potuto cogliere dalla sola osservazione. Ho ritenuto, inoltre, che l'interazione con loro, tra i 14 ed i 17 anni, avrebbe necessitato di strumenti ed accortezze maggiori e differenti rispetto al dialogo con persone adulte. Precisato ciò, sono stati gli stessi genitori a fornirmi un quadro piuttosto cupo della situazione dei loro figli, quando in tale fascia di età. Riporto nuovamente le parole di Loretta, che, in quanto mamma di una ragazza quattordicenne e maestra alla scuola primaria, ha la possibilità di confrontare quotidianamente due mondi diversi, quello dei bimbi entusiasti, fiduciosi e positivi per un verso e quello dei più grandi, più drastico e negativo.

LORETTA – [...] A differenza degli adolescenti che vivono la cosa con più... ansia, proprio, li senti...

LARA – ... eh sì, già è una fase impegnativa di suo...

Lo – ... è una fase impegnativa allora sento anche mia figlia che fa le battute quando magari... le dico qualcosina, ma, riguardati, fai... e cammina, fai sport. Eh ma tanto, tanto è tutto lo stesso, tanto moriamo lo stesso con questi problemi [ride amaramente] ... [...] ... eh insomma, voglio dire... è... è abbastanza forte come atteggiamento perché... sì, capiscono che la situazione non è facile neanche per loro... e... e non è facile come genitori.89

Anche Paola mi riporta simili parole ricavate dalla quotidianità della figlia di 17 anni, un

quadro a suo avviso preoccupante per i giovani di oggi e il loro futuro, sconfitti e disillusi.90

Avrò riprova di questo anche da Leonardo, studente universitario: «[...] di qualcosa si deve

88 Istituto Tecnico Agrario Trentin, ìNotizie PFAS(data consultazione 25.11.2017). 89 Intervista con Loretta, 17 settembre 2017.

morire, almeno questa è una frase che ho sentito da molte persone, anche tra le mie

amicizie...».91 Ancora più toccante l'esperienza di Stefania, un'altra mamma NoPfas, che si è

trovata a dover rispondere alla profonda preoccupazione della figlia: «Ma potrò avere figli un domani?», dato il crescente tasso di infertilità, collegato anche ai PFAS,92 mentre

parallelamente le attraversa la mente una domanda ancor più grave: «Di cosa e quando morirà

mio figlio?».93 Per contro, mi racconta Michela, sua figlia è abbastanza tranquilla, poiché il

valore di PFOA nel suo sangue, pur essendo circa undici volte superiore al livello massimo di concentrazione stabilito, la fa sentire fortunata rispetto ai suoi amici:

Ah ela l'è indiferente... cioè la ga capìo la gravità, dopo cosa vuto? La sa che mi proteggo, nel senso che non se beve, non se usa, non... per cui mi ghe le go dito sta tranquila Maria, che... cioè, lavemo tuto con con l'aqua dela bottiglia, per cui ela la le vive... dopo la ga sentìo i valori dei altri... cazo... cioè... talmente tanti de più de ela...94

Ad ogni modo, guardando oltre la personale declinazione degli eventi da parte dei singoli adolescenti, il dato sociale che merita di essere rimarcato, anche in virtù della sua carica positiva, è l'ammirazione con cui la battaglia dei genitori è vista dai figli; in essa è racchiusa la speranza che il messaggio di lotta per una giustizia socio-ambientale possa permeare gli ideali delle generazioni a venire, permettendogli a loro volta di rendere il mondo un posto nuovamente, e rispettosamente, vivibile, sebbene per gli adulti vi sia sempre «un rimpallo tra qual è il comportamento più giusto o più etico, più rispettoso dell'ambiente [...]».95

Questi spunti di quotidianità e abitudini alterate e sostituite da nuove pratiche, temporanee ma ormai perfettamente integrate, verranno ad essere meglio contestualizzate nel prossimo capitolo, in quanto approfondimento dei più ampi mutamenti intervenuti nel meccanismo sociale ed illustrazione delle vulnerabilità in esso presenti, prima e durante il compiersi del disastro.

91 Intervista con Leonardo, 29 settembre 2017. 92 Diario di campo 25 luglio 2017.

93 Diario di campo 3 agosto 2017. 94 Intervista con Michela, 21 agosto 2017. 95 Intervista con Loretta, 17 settembre 2017.