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il cambio di strategia fu decisivo per il pronunciamento del 1954 che dichiarò in- costituzionale la segregazione scolastica in base al XiV emendamento. Nel 1951 lin- da carol Brown, una bambina afroamericana di dieci anni residente a topeka, fu costretta ad iscriversi in una scuola molto lontana perché quella situata ad un paio di isolati dalla sua abitazione era riservata esclusivamente a studenti bianchi. Spinto dalla propria indignazione e supportato da altri genitori, il padre di linda, oliver Brown, si rivolse agli avvocati della NAAcP che decisero di seguire il caso, usando come di consueto una vicenda particolare per ottenere risultati di portata generale. Dinanzi al giudice di primo grado, la difesa sostenne che le scuole per gli studenti neri erano ca- renti rispetto a quelle dei bianchi, sia a livello di servizi che di insegnanti, creando una situazione di disagio che violava il principio stabilito dal XiV emendamento. Sia lo Stato del Kansas sia il distretto scolastico della città di topeka replicarono sostenen- do che la legge statale era costituzionale, che i maestri e professori era rigorosamente scelti con minuziosa attenzione per entrambe le scuole, che programmi e libri di testo erano gli stessi, che i corsi di studio erano equivalenti o lo sarebbero stati nel più breve tempo possibile. A questo aggiunsero la proposta di creare un servizio di scuola-bus qualora le scuole per i neri fossero state distanti dalle loro abitazioni. il giudizio della corte statale fu a favore della città di topeka e del suo statuto ma la NAAcP non si arrese e presentò ricorso alla corte Suprema11.

il caso fu discusso a partire dal 1952 ma la corte fu incapace di prendere subito una decisione a causa delle divisioni interne al suo collegio sulla costituzionalità o meno della teoria separate but equal. in particolare il giudice Vinson optava per man- tenere Plessy, confermando l’orientamento moderato della corte da lui presieduta nel promuovere le libertà personali dell’individuo per via giurisprudenziale. Ma nel settembre del 1953 Vinson morì e il presidente Eisenhower nominò al suo posto il go- vernatore della california Earl Warren, cambiando di fatto il corso degli eventi: aveva infatti designato il giudice che avrebbe guidato la corte in una rivoluzione giurispru- denziale destinata ad apportare mutamenti fondamentali nella protezione accordata agli individui e ad avere un profondo impatto sulle strutture legali, politiche e sociali americane. la convinzione diffusa nell’opinione pubblica che le idee di Eisenhower avrebbero portato la corte a non intaccare la dottrina della separazione nell’ugua- glianza, venne così ben presto a cadere12.

11 cfr. G. Pecchi, Redemption. Slave Code, Black Code e Jim Crow Law. Il diritto dei neri d’America, roma, Arac-

ne, 2009, pp. 161-167.

Nel frattempo gli avvocati della NAAcP, guidati da Marshall, si avvalsero dell’aiuto di noti psicologi come Kenneth B. clark e raccolsero importanti elementi sugli effetti della discriminazione sui bambini neri, presentandoli alla corte come speciali atti giudi- ziari a carattere psicologico. Grazie alla messa a punto del famoso Doll’s Test, lo psico- logo afroamericano era giunto alla conclusione che segregazione e razzismo inducevano i bambini afroamericani a sviluppare un senso di inferiorità e di inconsapevole rigetto per la loro stessa razza13. Si trattava di argomentazioni già avanzate nei casi McLaurin e Sweat, in aperto contrasto con l’opinione espressa dalla corte nel caso Plessy secondo

la quale la separazione delle due razze non marcava assolutamente gli uomini di colore come inferiori e che una simile conseguenza non era assolutamente rintracciabile nella legge. la questione non era più se le scuole fossero uguali o meno, la differenza cruciale era data dalla contrapposizione tra sistemi scolastici integrati o segregati.

Fu proprio sulla base di questi elementi di natura sociale e psicologica che il 17 mag- gio del 1954 la corte lesse il verdetto, votato all’unanimità e senza neanche una dissen-

ting opinion: tutti i giudici, grazie alla leadership ‘attivista’ di Warren, furono d’accordo

nel dare ragione agli avvocati della NAAcP e a far crollare definitivamente l’impianto segregazionista. Nel preludio della sentenza la corte rilevò come la formazione scola- stica costituisse una delle più importanti funzioni dei governi statali e locali. Si chiese poi se la segregazione dei bambini nelle scuole pubbliche, basata sulla razza, potesse privare gli stessi di eguali criteri educativi, anche se materialmente il sistema scolastico fosse stato uguale. «Does segregation of children in public schools solely on the basis of race, even though the physical facilities and other tangible factors may be equal, deprive the children of the minority group of equal educational opportunities?»14. i

giudici risposero di sì. Applicando i principi enunciati nei casi McLaurin e Sweat alle scuole elementari e secondarie, essi focalizzarono la loro attenzione sui dannosi effetti psicologici che la separazione tra bianchi e neri aveva avuto e avrebbe continuato ad avere su quest’ultimi. l’opinione della corte presieduta da Warren sosteneva che la segregazione privasse i querelanti dell’eguale protezione nella legge garantita dal XiV emendamento e per avvallare questo parere si affidò, per la prima volta, ai dati della scienze sociali. Qualunque fosse stato il grado di conoscenze psicologiche al tempo del caso Plessy la sentenza emessa era ampiamente avvallata da studi portati avanti da au- torità moderne come clark, Gunnar Myrdal e isidor chein. il verdetto del 1896 veniva ripudiato, strutture educative separate erano intrinsecamente ineguali: «therefore, we hold that the plaintiffs and others similarly situated for whom the actions have been brought are, by reason of the segregation complained of, deprived of the equal protec- tion of the laws guaranteed by the Fourteenth Amendment»15.

13 test messo a punto per studiare gli effetti psicologici della segregazione sui bambini afroamericani; la maggior

parte di loro, posti di fronte ad una scelta, preferiva giocare con delle bambole bianche. K.B. clark, The effect of segre-

gation and the the consequences of desegregation: a social science statement, in W. Klein (a cura di), Toward Humanity and Justice, The Writings of Kenneth B. Clark, Scholar of the 1954 Brown v. Board of Education Decision, Westport,

Praeger, 2004, p. 212.

14 Brown v. Board of Education of Topeka, in W.E. Martin Jr, Brown v. Board of education. A brief History with

documents cit., p. 175.

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