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LE SCELTE METODOLOGICHE

1.1 Il fenomeno dei Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) e le ragioni della scelta dei quattro GAS coinvolti nella ricerca

GAS è l’acronimo per l’espressione italiana Gruppo di Acquisto Solidale. I gruppi di acquisto solidale sono gruppi che si caratterizzano per un approccio critico al consumo e che cercano di applicare i principi della solidarietà, della sostenibilità, della equità e della giustizia nei propri acquisti. I criteri in base ai quali vengono scelti i fornitori (sebbene differenti da un GAS all’altro) sono generalmente orientati a garantire prodotti etici (Aa. Vv., 2010) e di qualità, ad abbattere l’impatto ambientale globale (prodotti locali, prodotti naturali, imballaggi ridotti), a garantire la provenienza del prodotto (quando possibile nel rispetto del criterio del km 0) e l’impegno sociale delle aziende.

La storia dei GAS, certamente uno dei fenomeni sociali più interessanti degli ultimi anni, ha preso avvio a Fidenza (I) nel 1994. L’esperienza di Fidenza ha incentivato, prima con il passaparola e poi attraverso la rete internet, la creazione di altri gruppi, dapprima nell’area emiliana (Reggio Emilia, Piacenza), poi nel resto del territorio italiano1 e, da ultimo, in ambito mondiale (con una diffusione particolarmente significativa nei Paesi anglosassoni, scandinavi e in alcune parti dell’America Latina). 0 100 200 300 400 500 600 700 800 1994 1997 1999 2001 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Serie storica GAS iscritti alla Rete nazionale

GAS

Figura 1 Serie storica dei GAS iscritti alla rete nazionale (elaborazione personale su dati presenti su www.retegas.org). I gruppi censiti a luglio 2010 sono 702, ma il dato fa riferimento solo ai gruppi censiti dalla ReteGas. In realtà se ne stimano molti di più.

I gruppi di nuova formazione nascono solitamente grazie all’incontro tra i gasisti e nuovi gruppi di persone interessate al fenomeno. I nuovi GAS traggono ispirazione da quelli già esistenti (dai

1

Il fenomeno si è diffuso nell’arco degli ultimi quindici anni capillarmente in tutto il Centro e Nord Italia, mentre la presenza al Sud e nelle Isole continua ad essere minoritaria. (Rebughini, 2008)

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quali spesso si originano per gemmazione) e da iniziative già presenti sul territorio e ispirate da riferimenti valoriali e finalità analoghe (botteghe del commercio equo e solidale, esperienze di finanza etica, cooperative di produzione/consumo biologico, ecc.).

Negli stessi anni di sviluppo del movimento dei GAS si diffonde in Italia, grazie al lavoro del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, la riflessione sul ruolo e le responsabilità del consumatore nell’economia globale. Questa riflessione ha portato nel 1996 alla pubblicazione della prima “Guida al Consumo Critico” per iniziativa del Centro Nuovo Modello di Sviluppo. Questo testo è stato il riferimento basilare per lo sviluppo dei GAS e, più in generale, per l’organizzazione del movimento del consumo critico.2

Nel 1997 nasce ReteGas, una rete di collegamento tra i gruppi per scambiarsi esperienze e aiuto reciproco. Nel 1999 la rete elabora un Documento Base in cui vengono codificate le caratteristiche dell’esperienza dei GAS. Oggi il sito della ReteGas nazionale3 è il principale mezzo di comunicazione tra i GAS e dei GAS verso l’esterno.

Quella dei GAS è un’esperienza in continua espansione: cresciuti del 400% nel quinquennio 2005-10 (secondo dati pubblicati sul sito di ReteGAS), coinvolgono oggi in Italia circa 140mila persone. Sul sito www.retegas.org, il sito di riferimento della rete, ne sono attualmente (dicembre 2011) registrati 800, mentre si stima che ne esistano perlomeno altrettanti di informali.

Il movimento dei GAS non è però solo cresciuto quantitativamente. Nel corso degli anni gli interessi e i campi d’azione si sono molto allargati, sono nate esperienze di coproduzione per proteggere la biodiversità, il paniere si è allargato ad abbigliamento e servizi, si sono avviati e radicati i Distretti di Economia Solidale (DES), vere e proprie reti locali nelle quali confluiscono tutte le realtà di consumo critico presenti su un determinato territorio (Perotta, 2005).

Quello dei GAS è un movimento cresciuto fuori dai modelli tradizionali, senza una struttura decisionale accentrata, ma che in rete si scambia idee e suggerimenti, lancia progetti e affronta le contraddizioni (Bernelli & Marini, 2010). Il successo dell’esperienza dei GAS è dovuto sia alla loro capacità di offrire risposte reali ad esigenze concrete (di persone e di collettività) che alla loro flessibilità. Tutti i GAS si riconoscono in alcune caratteristiche comuni (riportate nel Documento

Base), ma le loro modalità di funzionamento sono facilmente adattabili alle situazioni locali e alla

storia dei vari componenti il gruppo (Valera, 2005). I GAS sono cioè veri e propri laboratori di esperienze che possono essere copiate e adattate ai diversi contesti di riferimento.

Questo fa sì che ogni GAS sia in realtà unico, diverso da tutti gli altri, perché esprime una propria singolarità, ha una propria storia e una propria evoluzione, frutto del lavoro di persone con conoscenze ed interessi differenti. Nel panorama ampio e variegato dei GAS possiamo perciò trovare associazioni riconosciute, associazioni non riconosciute, gruppi informali, cooperative, negozi del commercio equo e solidale, ecc.

Un movimento quello gasista caratterizzato dunque da una radice comune e però anche da una declinazione pratica dei principi ispiratori che sorprende per varietà e capacità creative. Un mosaico di esperienze vive, tutte accomunate da un confronto personale col territorio e coi piccoli produttori, da una volontà di impegnarsi in una riflessione profonda su concetti abusati quali solidarietà,

2 Per consumo critico si intende l’acquisto di beni e servizi in base a considerazioni che non tengono conto solo del

prezzo e della qualità ma anche del rispetto dell’ambiente, del comportamento dei produttori (eticità, finalità sociali, rispetto dei lavoratori) e delle modalità di produzione. (Forno, 2009, p. 25)

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sostenibilità, partecipazione (Valera, 2005) e, non ultimo, dal piacere di cambiare il mondo

affermando il proprio diritto al piacere.

Un gruppo d’acquisto solidale è un gruppo di persone che scelgono di organizzarsi per acquistare i prodotti direttamente dal produttore, evitando così la catena di distribuzione, per consumare prodotti più sani e naturali e contribuire alla prosperità delle economie delle comunità locali attraverso un commercio giusto, equo e solidale. Gruppi di persone che vogliono essere solidali nel momento in cui fanno la spesa e scelgono di consumare rispettando la natura, la salute, il benessere, i diritti dei propri figli, delle generazioni future, di tutti i popoli del mondo (Saroldi, 2001). Gruppi di persone che decidono di acquistare beni solidali nei confronti dell’ambiente, dei produttori, dei membri stessi e di promuovere pratiche di consumo responsabile nella società (Bernelli & Marini, 2010); che agiscono per trasformare l'attuale sistema e per gettare le basi di una nuova economia che abbia per base il "capitale delle relazioni" (Aa. Vv., 2010); che ambiscono a cambiare il mondo

facendo la spesa4 (Valera, 2005). Persone che si sostengono vicendevolmente per promuovere un’economia che metta al centro le persone e le relazioni, che utilizzano il consumo quotidiano e la spesa come strumenti “per esprimere impegno e responsabilità nella sfera pubblica attraverso acquisti che premiano prassi produttive e di mercato coerenti con la sostenibilità dello sviluppo e il rispetto dei diritti umani” (Forno, 2009, pp. 26-7).

Un GAS è quindi, secondo la definizione data da Della Porta e Diani (1997), un movimento

sociale, cioè un movimento caratterizzato da:

- interazioni prevalentemente informali, basate su credenze condivise; - organizzazione reticolare;

- legami di fiducia e solidarietà tra i membri e tra questi e i loro referenti sociali (es. i produttori);

- tendenza a mobilitarsi su tematiche di protesta e ad attivare iniziative di protesta e di resistenza.

Le motivazioni che stanno alla base della nascita e del funzionamento di un GAS sono diverse. Fanno riferimento a bisogni personali (salvaguardia della propria salute, bontà, tradizionalità e controllabilità dei prodotti, volontà di riavvicinarsi ai ritmi della natura, aumentare e migliorare la rete di relazioni sociali), alla sostenibilità ambientale, all’attenzione delle condizioni di lavoro e alla solidarietà verso i produttori e i lavoratori (dai piccoli produttori locali fino ai popoli del Sud del mondo).

I GAS nascono però sempre da una necessità di cambiamento profondo, personale e sociale, da un bisogno di moralizzare il mercato e di costruire una nuova economia che ponga al centro le persone e le relazioni (anziché l’interesse individuale e la massimizzazione del profitto) e miri a costruire relazioni di fiducia, solidarietà e cooperazione5. Alla base dei GAS c’è una critica profonda ai modelli di economia globale e di organizzazione delle relazioni sociali dominanti e la volontà di costruire un’alternativa immediatamente praticabile6. I GAS mirano quindi a migliorare la relazione produttore/consumatore al fine di garantire qualità, responsabilità sociale e un autentico modello di sviluppo umano sostenibile.

4 Questo è l'obiettivo specifico intorno al quale si riunisce nel 1994 nasce il primo gruppo di acquisto solidale. 5

Gli elementi essenziali del cosiddetto capitale sociale. (Putnam, 1993)

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I GAS fanno riferimento ad un forte impianto filosofico di base collegato ai concetti di

sostenibilità, commercio equo, economia critica e solidale, protezione ambientale7. Saltare i passaggi distributivi intermedi fa sì che il produttore possa ricevere un compenso equo per i propri prodotti e, allo stesso tempo, permette di promuovere la sostenibilità a livello ambientale, sociale e culturale.

Figura 2 L’orizzonte etico di riferimento dei GAS

Il fenomeno dei GAS, come del resto più in generale i fenomeni legati al consumo critico, è legato alla comparsa e all’affermazione nella società di quella figura che la letteratura sociologica definisce cittadino critico (Norris, 1999). Si tratta di una tipologia di cittadino che associa una forte fiducia nei principi democratici ad una sfiducia crescente nell’organizzazione e nelle possibilità delle modalità tradizionali di questa partecipazione. Si tratta inoltre di un cittadino disposto ad assumersi il peso, sia in termini economici, che di tempo e di auto-formazione, per sperimentare modalità innovative di partecipazione, avendo come scopo la promozione del bene comune e dove il

bene principale che si acquista è costituito proprio dalla relazione.

I principi base di riferimento dei GAS si possono riassumere in cinque punti fondamentali (Saroldi, 2001):

- scelta di produttori locali; - preferenza di piccoli produttori;

- scelta di produttori rispettosi delle condizioni di lavoro; - scelta di prodotti e produttori rispettosi dell’ambiente; - importanza della dimensione collettiva e relazionale.

7 In una auto-presentazione elaborata dal GAS di Fidenza possiamo leggere “[…] è possibile affermare principi di

solidarietà anche a livello economico. […] Il gruppo è solidale… tra noi soci […] con i produttori […] con l’ambiente […] anche col Sud del Mondo. Il gruppo si è costituito da pochi mesi, su alcune semplici idee di fondo: acquisto di alimenti di qualità biologica garantita; direttamente dai produttori, con vantaggio economico reciproco”. (Presentazione

del Gas di Fidenza, novembre 1994)

PRINCIPI

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