Le varianti del concetto di sostenibilità
1.7 Le varianti della sostenibilità Caring for the Earth (1991): la sostenibilità come
sviluppo comunitario locale sostenibile
Proprio da queste perplessità, suscitate dalla definizione della sostenibilità proposta nel Rapporto
Brundtland, è scaturita, nel corso degli anni ’90 del secolo scorso, l’esigenza di abbandonare la
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nozione di sostenibilità sembra infatti offrire almeno due vantaggi18. Da un lato, la possibilità di prendere in considerazione ed integrare in modo più profondo e significativo le diverse dimensioni della sostenibilità (ecologica, economica, etica, sociale, politica, culturale). Dall’altro, l’opportunità di sviluppare una riflessione vera sulla sostenibilità stessa e sul futuro come possibilità aperte e non come concetti pre-costituiti. Borgarello riassume questa nuova prospettiva nella seguente definizione:
[…] la sostenibilità [è, ndr] un processo [...] [orientato, ndr] verso ciò-che-non-è- conosciuto, per tentativi successivi, quindi come ricerca di una sempre più soddisfacente messa in risonanza, accomodamento, armonizzazione, di società, economia, cultura, natura, tecnologia. [...] l’idea di sostenibilità è complessa perché include e mette in connessione sistemica rappresentazioni, bisogni, ruoli, organizzazioni, progettualità con l’ancoraggio alla materialità dei territori.
Un passaggio decisivo nella messa a punto e nella diffusione su scala mondiale di questa interpretazione innovativa della sostenibilità è costituito dalla pubblicazione nel 1991 di Caring for
the Earth: A Strategy for Sustainable Living19. In questo documento, la sostenibilità viene definita come la capacità di garantire “ […] un miglioramento della qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi di supporto, dai quali essa dipende.20
Rispetto alla definizione della Rapporto Brundtland, che si concentrava sul legame fra il soddisfacimento dei bisogni umani e la responsabilità intergenerazionale, quella fornita da Caring
for the Earth focalizza invece l’attenzione sull’importanza del miglioramento della qualità di vita
dell’uomo, nel rispetto della capacità di rigenerazione della Terra. Viene così introdotta una quarta
E, in aggiunta a quelle già previste dal Rapporto Brundtland: quella relativa al concetto di equilibrio fra l’uomo e l’ecosistema. Il riferimento alla nozione di equilibrio consente di mettere in
evidenza come le opportunità economiche e sociali dalle quali dipende la qualità della vita dell’uomo non possano costituire una minaccia per il sistema naturale, urbano e sociale. Viene cioè avviata una riflessione critica sul concetto di sviluppo, che viene vincolato alla capacità di generare benefici effettivi per le persone e per gli ecosistemi nella prospettiva di un futuro responsabile e di una concezione della Terra come Patria comune del genere umano.
Caring for the Earth costituisce quindi un vero e proprio programma d’azione per la costruzione
di un futuro sostenibile. Esso rappresenta uno sforzo importante, promosso a livello mondiale, per elaborare una visione olistica, sistemica, della sostenibilità, che viene definita fondamentalmente come un processo di cambiamento ispirato ad un certo numero di valori e principi guida. Per individuare questo insieme di valori, il documento focalizza la propria attenzione sul concetto di
vivere in modo sostenibile, definendolo come “[...] a kind of development that provides real
improvements in the quality of human life and at the same time conserves the vitality and diversity of the Earth. The goal is development that meets these needs in a sustainable way [...]”.(IUCN, UNEP and WWF 1991, p. 8)
Il vivere in modo sostenibile si basa sul dovere di ricercare l’armonia con le altre persone e con la natura, sulla condivisione e la collaborazione tra le persone e sul prendersi cura della natura
18 Almeno a parere di grandi organizzazioni transnazionali quali l’ONU, l’UNESCO, l’IUCN, il WWF
19 Caring for the Earth è un documento programmatico pubblicato per iniziativa congiunta di alcune tra le
organizzazioni ambientali di maggior prestigio a livello internazionale: la World Conservation Union (IUCN), lo United Nations Environment Programme (UNEP) e il World Wildlife Fund for Nature (WWF).
20 La definizione innovativa presentata in Caring for the Earth viene poi confermata nel 1994 dall’ICLEI (International
Council for Local Environmental Initiatives): la sostenibilità è la capacità di offrire “ […] servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i membri di una comunità, senza minacciare l’operabilità dei sistemi naturali, edificato e sociale da cui dipende la fornitura di tali servizi”.
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rispettandola nei suoi diritti ed evitando di sfruttarla oltre le sue capacità di rigenerazione. Ciò significa che si devono preferire stili di vita e percorsi di sviluppo rispettosi dei limiti naturali, che si deve fare un uso delle indubbio possibilità offerte dalla tecnologia e dalla scienza che sia però rispettoso di quegli stessi limiti.
Caring for the Earth inserisce questi principi in quella che definisce la “new world ethic of
sustainability”, un vero e proprio credo della sostenibilità fondato su due principi di base: - la sostenibilità ecologica, intesa come il dovere di prendersi cura della natura;
- la sostenibilità sociale, intesa come il dovere di prendersi cura gli uni degli altri e di operare per una maggiore giustizia sul piano sociale.
Ognuno di questi principi di base viene articolato poi attraverso quattro valori di riferimento. Possiamo schematizzarli così.
Sostenibilità ecologica: il rapporto uomo-natura
Interdependenza
L’uomo fa parte della natura e dipende fortemente da essa. La natura va rispettata perché la natura è vita. Rispettare la natura significa avvicinarsi ad essa con umiltà, attenzione e compassione, essere sobri, efficienti nell’uso delle risorse, affidarsi al sapere più avanzato, sia di tipo “tradizionale” che scientifico, contribuire a promuovere politiche orientate alla sostenibilità.
Biodiversità
Ogni forma di vita deve essere rispettata e la sua conservazione garantita indipendentemente dalla sua utilità per l’uomo. La complessità e la ricchezza degli ecosistemi va preservata per garantire la sopravvivenza di tutte le specie e la salvaguardia dei loro habitat.
Vivere sulla Terra con leggerezza
L’uomo deve assumere la responsabilità del proprio impatto sulla natura. Deve garantire la continuità dei processi naturali, la varietà della vita, la rinnovabilità delle risorse, la diversità degli ecosistemi. Deve utilizzare le risorse naturali e l’ambiente in modo cauto, consapevole e sostenibile ed impegnarsi per la bonifica degli ecosistemi degradati. Equità tra le specie Tutte le creature devono essere rispettate e trattate con dignità, protette dalla crudeltà e dalle sofferenze che possono essere evitate.
Fig. 3 I valori di riferimento della sostenibilità ecologica ( liberamente adattato da IUCN, UNEP and WWF 1990, p. 22; Fien 1997,
p. 4)
Sostenibilità sociale: il rapporto uomo-uomo
Bisogni umani di base
I bisogni di ogni individuo e di ogni società possono essere soddisfatti entro i limiti posti dalla biosfera. Tutti gli individui e le comunità dovrebbero avere eguali opportunità di aumentare e migliorare le proprie opportunità.
Equità inter- generazionale
Ogni generazione dovrebbe lasciare alle generazioni future un mondo almeno altrettanto diversificato e produttivo quanto quello che ha ereditato. A questo fine, le risorse non rinnovabili dovrebbero essere utilizzate con parsimonia, quelle rinnovabili dovrebbero essere utilizzate in modo sostenibile e i rifiuti dovrebbero essere ridotti al minimo. Si dovrebbe evitare di godere oggi dei benefici dello sviluppo, caricandone invece i costi sul futuro.
Diritti umani Tutte le persone devono poter godere delle libertà fondamentali: libertà di coscienza, di espressione, di associazione, di riunione pacifica e di fede.
Partecipazione
Ogni individuo e tutte le comunità dovrebbero essere messe in condizione di esercitare la propria responsabilità rispetto alla propria vita e rispetto alla vita sul pianeta Terra. Perciò, ad ogni persona dovrebbe essere garantita possibilità di accesso all’educazione, di emanciparsi politicamente, di avere condizioni di vita dignitose e di partecipare in modo effettivo ai processi decisionali sulle questioni che la riguardano.
Fig. 4 I valori di riferimento della sostenibilità sociale ( liberamente adattato da IUCN, UNEP and WWF 1990, p. 22; Fien 1997, p.
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Come è stato efficacemente sottolineato da Chris Maser (1996), la visione della sostenibilità teorizzata da Caring for the Earth si basa sulla necessità di un cambiamento mondiale di grande portata. Al tempo stesso è una visione processuale, flessibile, aperta che riconosce alle persone e alle comunità il diritto/dovere di interpretare i principi cardine della sostenibilità alla luce delle circostanze e dei bisogni locali.
Caring for the Earth promuove quindi una concezione innovativa e peculiare della sostenibilità.
La sostenibilità viene intesa come sviluppo comunitario sostenibile, un processo di capacitazione locale in grado di accrescere la capacità delle persone di assumere il controllo delle proprie vite e delle condizioni da cui esse dipendono. Ciò implica apprendimenti e iniziative che possano garantire a quante più persone possibili la possibilità di partecipare ai processi decisionali relativi alle questioni e ai problemi che li riguardano e aumentare la loro capacità collaborare per la soluzione di quegli stessi problemi.
Sviluppo comunitario sostenibile significa dovere di assumere iniziative per affrontare la povertà, redistribuire la ricchezza in modo più equo, generare occupazione stabile in particolare “in harmony both with the productive capacity and integrity of the environment over time and with human dignity and sense of well-being” (Maser 1996, p. 171).
L’interpretazione della sostenibilità come processo di sviluppo sostenibile di comunità21 focalizza l’attenzione sulla necessità di un rapporto equilibrato e continuamente rivedibile tra sviluppo sociale e opportunità economiche, da un lato, e miglioramento della qualità della vita per tutti gli esseri umani, specialmente per i più poveri e svantaggiati, nel rispetto delle capacità di carico degli ecosistemi. Viene così conservato un rapporto privilegiato tra sostenibilità e sviluppo, vincolandolo però ad una serie di condizioni:
- abbandonare l’identificazione tra sviluppo e crescita economica;
- moltiplicare le dimensioni rilevanti dello sviluppo (sociale, culturale, spirituale, tecnologico, economico, ecc.), quindi le dimensioni della sostenibilità stessa;
- integrare nella definizione della sostenibilità i principi dell’equità intergenerazionale, della sostenibilità ecologica, dell’equità nella distribuzione della ricchezza e nell’accesso alle risorse e alle opportunità;
- evitare una definizione di sviluppo prefissata e immodificabile. Le definizioni di sviluppo devono evolvere in relazione al variare delle richieste e delle possibilità delle diverse comunità sociali, per effetto di un continuo confronto a livello comunitario su bisogni, opportunità e vincoli.
La prospettiva dello sviluppo comunitario sostenibile da un lato auspica che l’equilibrio tra esigenze sociali, culturali, economiche dell’umanità sia definito in termini dinamici e continuamente rivedibili. Dall’altro, chiede che la salvaguardia dell’ambiente naturale (di cui l’uomo partecipa) sia considerata un vero e proprio dovere imperativo. Chiede quindi di stabilire un’equazione tra esigenze di tutela ambientale e obiettivi di sviluppo umano, di non confinare il valore dell’equità al rapporto tra presente e futuro22, ma di estenderlo ai rapporti tra razze e classi sociali, tra generi e classi di età, tra nazioni e tra continenti.
Più che proporre un concetto rigido e nettamente definito della sostenibilità, Caring for the Earth ne parla perciò come di una visione emergente, un universo di valori etici continuamente ri- negoziati a livello comunitario ai quali ispirare i rapporti uomo-natura e uomo-uomo. Non una
21 Un’interpretazione che presenta evidenti, forti, analogie con la nozione di sviluppo di società responsabili elaborata
da Sauvé. (1999, pp. 28-30)
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nozione scientifica rigida, ma un processo di continua ridefinizione e adattamento del rapporto tra sistemi e processi ambientali, sociali, economici e culturali.
[…] at present no country is sustainable or even closet […] Nobody knows how to meet these new demands. There is no proven recipe for success. In fact, no one has a clear sense of what success would be. Making progress towards ways of living that are desirable, equitable and sustainable is like going to a country we have never been to before with a sense of geography and the principles of navigation but without a map or compass. We do not know what the destination will be like, we cannot tell how to get there, we are not even sure which direction to take […].
La sostenibilità ha a che fare con il miglioramento della qualità della vita. Tuttavia, la qualità della vita viene definita in modo diverso da persone e da gruppi culturali differenti che si ispirano a principi e valori differenti, a volte addirittura difficilmente compatibili. Le visioni della sostenibilità sono di conseguenza potenzialmente diverse per ognuno di noi, e questo ci impone di confrontarci e collaborare per negoziare una visione condivisa, sempre provvisoria e continuamente rivedibile, della sostenibilità e del percorso per il suo conseguimento. La sostenibilità è, in questa prospettiva, una straordinaria opportunità per impegnarsi a livello comunitario a riflettere insieme su quale futuro desideriamo, su cosa sia per noi la sostenibilità e su come realizzarla, per praticare nuove forme di cittadinanza democratica attiva e nuovi percorsi decisionali pubblici, trasparenti e democratici.23
In conclusione, la concezione della sostenibilità contenuta in Caring for the Earth si distingue per le seguenti caratteristiche:
- l’impostazione geo-antropocentrica del problema della sostenibilità. Quindi per il tentativo di recuperare e superare nello stesso tempo l’approccio marcatamente antropocentrico della sostenibilità debole da un lato e quello esasperatamente ecocentrico della sostenibilità forte dall’altro.
- La flessibilità: la comunità locale è lo spazio privilegiato per la costruzione di una visione condivisa, provvisoria, rivedibile e sempre parziale della sostenibilità.
- Le visioni condivise della sostenibilità generate a livello locale e i processi di trasformazione locale che ne seguono vengono riconosciuti come contributi decisivi per le trasformazioni di carattere globale necessarie per il miglioramento della qualità della vita per tutti.
- L’empowerment di comunità e i processi partecipativi locali vengono riconosciuti come
decisivi per la costruzione di nuovi modelli di organizzazione delle relazioni uomo- ambiente e uomo-uomo.
1.8 Le varianti della sostenibilità. Il Summit della Terra di Rio de Janeiro (UNCED