Le varianti del concetto di sostenibilità
1.3 Le varianti della sostenibilità La sostenibilità integrale come valore universale e non negoziabile
Storicamente la nozione di sostenibilità si è caratterizzata per la complessità, un alto grado di astrattezza e tecnicismo e, di conseguenza, per un grado di difficoltà notevole (Newport & altri, 2003). La discussione sulle diverse definizioni (inclusi gli eventuali fraintendimenti o le definizioni ritenute scorrette di essa) è stata molto complessa e non sempre chiara e convincente (Leal Filho 2000). Ciò ha sostanzialmente impedito la circolazione effettiva di questo concetto all’esterno delle comunità politica ed accademica e ha prodotto un risultato estremamente negativo: discutono della sostenibilità solo coloro che fanno parte del cosiddetto coro della sostenibilità. (Newport & altri, 2003, p. 159)
Questa tendenza dovrebbe evidentemente essere contrastata, perché ha di fatto fortemente limitato lo sviluppo della riflessione. Se è vero che senza un’interpretazione ampia e quanto più possibile libera della nozione di sostenibilità non vi può essere alcuna realistica possibilità di dare risposta alle grandi sfide globali, ambientali e non, del mondo contemporaneo, allora il dibattito sulla sostenibilità deve essere allargato a nuovi interlocutori, individuali e collettivi. In prospettiva, praticamente tutti i membri della società civile devono cioè diventare stakeholders rispetto alla sostenibilità.
È necessario definire con rigore e cura la sostenibilità proprio per evitare che essa possa trasformarsi progressivamente nella "discarica dell’elenco dei desideri ambientali e sociali di ognuno di noi" (Goodland e Daly, 1996). Inoltre, la sostenibilità va definita in modo che questo concetto possa essere realmente di aiuto nella realizzazione concreta, effettiva, di un mondo più sostenibile. È necessario cioè elaborarne una definizione che possa essere realmente efficace per il raggiungimento di un effettivo sviluppo mondiale sul piano sociale, ambientale ed economico. L’impegno per la definizione della sostenibilità non può perciò limitarsi ad uno sterile esercizio di riflessione teorica.
Un’ulteriore esigenza, avvertita in particolare in alcuni ambienti culturali ed accademici, è stata poi quella di mettere in discussione e superare definitivamente un’interpretazione esclusivamente
ambientale del concetto di sostenibilità. A fronte del fatto che la letteratura sulla sostenibilità si è
concentrata con grande forza sulla dimensione ambientale (trascurando invece l’esplorazione puntuale di una varietà di possibili dimensioni alternative della sostenibilità stessa), alcuni autori ritengono che il primato di questo approccio ecocentrico implicito nella nozione di sostenibilità
ambientale andrebbe oggi opportunamente contrastato (Newport & altri, 2003, p. 359).
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sostenibilità e per valutare più in profondità e più efficacemente i legami tra le diverse istanze
sociali (qualità della vita, efficienza, equità, ecc.) e i loro costi ambientali.
Negli ultimi anni sono state così proposte definizioni innovative e convergenti della sostenibilità, basate da un lato sul superamento del predominio tradizionale della dimensione ambientale e dall’altro sulla necessità dell’integrazione delle sue dimensioni sociale, ambientale ed economica. Con queste definizioni alcuni ricercatori hanno voluto provare a rimettere sulle sue tre gambe effettive lo sgabello della sostenibilità (Newport & altri, 2003), proponendo di considerare in modo integrato e interconnesso la dimensione ambientale, quella dello sviluppo economico e quella sociale.
In questa prospettiva, Newport, Chesnes e Lindberg (2003) hanno definito la sostenibilità come una modalità di sviluppo che consente ai Paesi di progredire economicamente e socialmente senza distruggere le proprie risorse ambientali. Una modalità di sviluppo socialmente giusta, etica, accettabile, moralmente equa ed economicamente valida. Una modalità di sviluppo nella quale gli indicatori ambientali sono altrettanto importanti di quelli economici (nel senso di indicatori di crescita economica) e di quelli sociali (nel senso di indicatori di sviluppo umano, individuale e comunitario).
Un approccio di questo tipo, peraltro già evidente in alcuni documenti delle Nazioni Unite10, sarebbe in grado di portare effettivamente alla luce i rapporti tra istanze sociali e loro costi economici ed ambientali, includere nel dibattito sulla sostenibilità forze economiche e sociali tradizionalmente assenti, riunire i diversi gruppi di interesse e imprimere un’accelerazione effettiva all’agenda locale e globale della sostenibilità. Nello stesso tempo, riaffermare l’esistenza di tre
gambe della sostenibilità potrebbe consentire di rendere il dibattito su di essa più concreto, fattivo, e
meno astratto e teorico. Con l’effetto, molto positivo, di includere un numero molto più alto di punti di vista e di istanze.
Goodland e Daly (1996) hanno elaborato a loro volta una definizione di sostenibilità integrale che può essere così riassunta: la sostenibilità è un processo di trasformazione, di "sviluppo che esclude una crescita nella produzione di oggetti ed energia tale da superare le capacità di assorbimento e rigenerazione", quindi la capacità di carico di un sistema.11
Goodland e Daly (1996) operano in tal modo un’importante distinzione tra crescita e sviluppo: mentre lo sviluppo può essere sostenibile, la crescita, con il suo riferimento evidente alla produttività, non può mai esserlo. I due autori ritengono quindi necessario svincolare la nozione di
sostenibilità da quella di crescita, giudicando le due nozioni incompatibili in linea di principio.
Nello stesso tempo, teorizzano la necessità di articolare la relazione tra sostenibilità e sviluppo in tutta la sua effettiva complessità, distinguendo tre diverse e complementari dimensioni della sostenibilità stessa: quella sociale, quella economica e quella ambientale.
Sostenibilità Economica Sostenibilità Sociale Sostenibilità Ambientale
La sostenibilità economica viene intesa come capacità di creare profitti senza compromettere però la sostenibilità sociale ed ambientale. Ciò richiede lo sviluppo di nuove capacità politiche e
La sostenibilità sociale viene definita come la capacità di promuovere la crescita del capitale sociale e umano di una comunità, garantendo nel contempo il mantenimento e l’aggiornamento dei valori condivisi dalle
La sostenibilità ambientale viene definita come la capacità di garantire la disponibilità sostenibile di risorse e materie prime necessarie al fabbisogno
10 Gli autori citano come esempio di questa tendenza la Global Reporting Initiative (GRI). (GRI, 2003)
11 La capacità di carico di un sistema viene definita come: "la dimensione massima della popolazione di definite specie
che una area può sostentare, senza per questo ridurre la sua capacità di sostentare dette specie in futuro". (Goodland & Daly, 1996)
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costi sociali e ambientali dello sviluppo economico, costi che devono essere conteggiati, “internalizzati”, adeguatamente.
comunità e dai gruppi sociali, culturali, politici presenti al suo interno. Se ciò dovesse venire meno, "il capitale sociale si svaluterebbe, esattamente come accade al capitale economico comunemente inteso". Goodman e Daly identificano il capitale sociale (e morale) con le dimensioni seguenti: [in nota – Il capitale sociale è rappresentato da: partecipazione comunitaria; coesione sociale; eguali diritti; una società civile integra; identità culturale; diversità; tolleranza; umiltà; compassione; pazienza; sopportazione; amicizia; solidarietà; amore; pluralismo; onestà; legge; disciplina. Il capitale umano è rappresentato dagli investimenti in: educazione, benessere e nutrimento.
Il capitale sociale richiede il mantenimento e l’aggiornamento dei valori condivisi dalle comunità e dai gruppi sociali e religiosi, se questo dovesse venire meno: "il capitale sociale si svaluterebbe, esattamente come accade al capitale economico comunemente inteso".
umano e lo smaltimento dei rifiuti prodotti, ma anche assicurarsi che la natura disponga di una adeguata quantità di risorse, e che essa non venga danneggiata irreversibilmente dalla quantità o qualità delle scorie prodotte. Sostenibilità ambientale significa quindi protezione del capitale naturale: le emissioni di sostanze inquinanti devono essere relazionate alla capacità di assimilazione dell’ambiente, così come i livelli di prelievo devono essere compatibili con quelli di rigenerazione.
Fig. 2 Dimensioni della sostenibilità e loro caratteristiche secondo Goodland e Daly
Le proiezioni sul futuro, in particolar modo quelle riferite ai consumi, indicano che a breve termine si arriverà ad una situazione biofisica insostenibile, all’irreversibile deterioramento dei sistemi che supportano la vita sul pianeta. Nessun processo di crescita dei volumi prodotti e dei consumi potrà quindi essere sostenibile: "Non è possibile estendere all’intera umanità gli attuali modelli di consumo e inquinamento pro capite presenti oggi nei Paesi cosiddetti sviluppati, senza con questo disperdere il capitale naturale da cui dipende la futura attività economica; e questo vale, a maggior ragione, per le generazioni future". (Goodland e Daly, 1996, pag. 1004)
Il capitale naturale è l’ambiente naturale, quella "riserva di beni ambientali (costituenti l’ambiente) da cui trae origine il flusso di prodotti e servizi ritenuti utili". Sostenibilità significa di conseguenza mantenere questo patrimonio ambientale o, al limite, non esaurirlo. Il concetto di sostenibilità richiede che il consumo non superi la produzione, che le riserve di capitale naturale non vengano dissipate (Goodland e Daly, 1996, pag. 1008). Ormai non è più l’epoca della Terra
disabitata o dell’abbondanza di risorse. Al contrario, la "impronta ecologica" (Wackernagel e Rees,
1996) della nostra specie è cresciuta al punto che il limite non è più costituito dal capitale necessario all’estrazione delle risorse, ma dalla disponibilità delle risorse stesse.
La sostenibilità, intesa come prospettiva di trasformazione basata sull’integrazione delle dimensioni sociale, ambientale ed economica, morale e culturale, diventa perciò per Goodland e Daly un valore universale e non negoziabile, la condizione dalla quale dipende la possibilità stessa della continuità della specie umana sulla Terra e di qualsiasi prospettiva di sostenibilità intergenerazionale in futuro.