• Non ci sono risultati.

analisi e discussione

1.1 Le caratteristiche delle prospettive temporali dello ZTP

Le caratteristiche delle cinque prospettive temporali individuate da Zimbardo e Boyd possono essere così riassunte.

1.1.1 Il Passato

Il passato non può essere definito come un semplice accumulo di ricordi, ma come una rappresentazione di essi secondo una concatenazione, un ordine, che dipende da un principio organizzatore. I ricordi cambiano nel tempo, non sono registrazioni fotografiche (oggettive) del passato. Essi sono piuttosto il risultato di processi di ricostruzione (continuamente in azione nella costruzione/ri-costruzione del passato) influenzati dalle credenze, dagli atteggiamenti, dalle conoscenze, dai sentimenti che ci caratterizzano nel presente.

Molte ricerche hanno mostrato che la memoria è fragile, fallibile, che è possibile ricordare cose dimenticate, che si possono recuperare ricordi veri ma anche costruire a posteriori ricordi falsi, che i ricordi possono essere a volte rimossi e poi recuperati. Ri-costruiamo selettivamente il passato affidandoci alla nozione di tempo, alla stima oggettiva e soggettiva delle durate, al senso della continuità di sé, accettando i rischi connessi alla comunicazione dei ricordi.3

Le credenze, le scelte, la condotta sono ovviamente influenzate “dal passato oggettivo, ma non [sono] completamente [determinate] da questo. […] L’atteggiamento verso gli eventi passati è più importante degli eventi in sé. […] le credenze sul passato influenzano pensieri, sentimenti e azioni nel presente” (Zimbardo & Boyd, 2009, p. 81-83) e orientano il nostro rapporto con il futuro. L’orientamento temporale verso il passato, positiva o negativa, dipende quindi dall’atteggiamento che si ha verso ciò che è accaduto in passato, non da una oggettiva registrazione e memorizzazione di eventi più o meno positivi.

I soggetti orientati al passato tendono ad agire e a prendere decisioni in risposta alle situazioni ricorrenti delle loro esperienze passate. Tendono a non assumere rischi, ad essere conservatrici, non sono attratte dalla novità, sono spesso prevenute e poco orientate verso il futuro. Miti e rituali hanno una importanza fondamentale nella loro vita e un senso della propria identità personale forte e stabile nel tempo.

L’orientamento rispetto al passato assume quindi grande importanza sotto diversi punti di vista. “Nel passato si trova continuità e un senso di sé” (Zimbardo & Boyd, 2009, p. 90); il passato può essere fonte di felicità o causa di emozioni negative nella nostra vita presente e influenzare pertanto l’impiego del tempo quotidiano, la capacità di armonizzare il proprio tempo alla pluralità di tempi sociali; il passato è, infine, lo strumento migliore che abbiamo per immaginare il futuro. (Goldberg & Maslach, 1996)

Per quanto riguarda il passato, lo ZTPI individua due diversi orientamenti:

3 Il passato ne risulta impoverito poiché si perde la ricchezza di stati d’animo che l’hanno accompagnato e perché

l’evento non può essere espresso in tutta la complessità di situazioni che l’hanno caratterizzato; dall’altro, ne viene arricchito, poiché ad esso si associano dei significati che prendono forma solo a partire da ciò che il soggetto è nel presente. (Cavalli, 1985)

169

- Passato positivo - Inteso come la tendenza ad avere un atteggiamento sentimentale, nostalgico e positivo verso il passato. Soggetti con un orientamento passato-positivo tendono a richiamare continuamente le esperienze positive che hanno avuto in passato, a dispetto della loro infelicità attuale.

Punteggi elevati relativamente all’orientamento passato-positivo sono stati associati (Zimbardo & Boyd, 2009, p. 82), e ciò è particolarmente rilevante per gli scopi di questa ricerca, a:

minore tendenza all’aggressività, all’ansia, alla depressione;

maggiore tendenza alla coscienziosità, alla creatività, all’amichevolezza (empatia e gratitudine verso il prossimo), maggiore autostima e maggiore propensione alla ricerca della felicità.

- Passato negativo - Inteso come la tendenza ad avere una visione pessimistica, negativa e di rifiuto del passato. Soggetti con un orientamento passato-negativo tendono a vivere il presente condizionate dalle esperienze negative vissute in passato.

Punteggi elevati nella prospettiva passato-negativa sono stati associati (Zimbardo & Boyd, 2009, p. 82), e ciò è particolarmente rilevante per gli scopi di questa ricerca, a:

minore tendenza alla coscienziosità, all’amichevolezza, all’autostima, alla considerazione delle conseguenze future delle azioni;

maggiore tendenza all’aggressività, alla depressione, all’ansia e alla irascibilità.

1.1.2 Il Presente

Le ricerche di Zimbardo e Boyd hanno messo in evidenza come l’orientamento al presente sia influenzato da una serie di fattori. In primo luogo dall’instabilità e dalla apparente incoerenza della realtà, personale e/o sociale, nella quale i soggetti vivono. Imprevedibilità, indecifrabilità, opacità, liquidità della realtà tendono a generare, come abbiamo visto in dettaglio nel paragrafo 1 del capitolo 2 della prima parte di questo stesso lavoro, espansione del presente, disinvestimento dal futuro, tendenza a vivere esclusivamente nel presente. “Per lo sviluppo di un orientamento al futuro c’è bisogno di un presente stabile, coerente, comprensibile”. (Zimbardo & Boyd, 2009, p. 96)

In secondo luogo, le persone con meno istruzione tendono più spesso a vivere nel presente: l’istruzione, la scuola in particolare, contribuiscono a sviluppare senso del passato e investimento sul futuro. (Zimbardo & Boyd, 2009, p. 97)

In terzo luogo, sembra esistere un rapporto tra appartenenza a una classe sociale inferiore e orientamento temporale al presente: chi tende ad essere scettico circa la possibilità che le proprie capacità e i propri sforzi siano ripagati (con un miglioramento della propria posizione economica e sociale) ha la tendenza a vivere nell’orizzonte del presente.

Ne segue che i soggetti orientati al presente hanno un atteggiamento più pratico, concreto, e la tendenza a concentrarsi più sulla realtà che non sulle aspettative e gli scopi futuri.

Per quanto riguarda il presente, lo ZTPI individua due diversi orientamenti:

- Presente edonistico – Inteso come la tendenza ad essere attratti dalle cose che qui ed ora possono procurare piacere e ad evitare le cose che possono procurare dolore, ricerca attiva del piacere. I soggetti con un orientamento presente-edonistico sono concentrati sulla gratificazione immediata, i benefici a breve termine, l’autostimolazione. Tendono

170

ad autoassolversi e ad evitare le persone e le situazioni per loro sgradevoli, noiose o che richiedono grande impegno, sforzo e applicazione costante.

Punteggi elevati nella prospettiva presente-edonistica sono stati associati (Zimbardo & Boyd, 2009, p. 102-03), e ciò è particolarmente rilevante per gli scopi di questa ricerca, a:

minore tendenza all’amichevolezza e all’empatia, alla coscienziosità, alla considerazione delle conseguenze future delle azioni;

maggiore tendenza alla aggressività, alla depressione, alla ricerca di novità e al perseguimento della felicità.

- Presente fatalistico – Inteso come tendenza a pensare che la realtà e la vita siano controllate da forze sulle quali non abbiamo nessuna influenza, che le nostre azioni non possano produrre i risultati desiderati. I soggetti con un orientamento presente-fatalistico tendono a sentirsi impotenti, pupazzi le cui vite sono controllate da forze esterne. Non credono nelle proprie azioni e di solito negano i propri successi e si danno la responsabilità per i propri insuccessi. Sono dominati dalla rassegnazione, tendono a ignorare la speranza e l’ottimismo, non sono motivati ad investire sul futuro e ad impegnarsi per realizzare scopi e progetti nel domani.

Punteggi elevati nella prospettiva presente-fatalistica sono stati associati (Zimbardo & Boyd, 2009, p. 102-03), e ciò è particolarmente rilevante per gli scopi di questa ricerca, a:

minore tendenza alla coscienziosità, alla stabilità emotiva, alla considerazione delle conseguenze future delle azioni, al perseguimento della felicità;

maggiore tendenza alla aggressività, alla depressione, alla ricerca di novità.

1.1.3 Il Futuro

Analogamente al passato, il futuro non è qualcosa che viviamo direttamente: “Il futuro è uno stato mentale costruito psicologicamente” (Zimbardo & Boyd, 2009, p. 131). L’atteggiamento verso il futuro, tanto da un punto di vista cognitivo quanto affettivo, è influenzato dal valore positivo o negativo dalle aspettative, gli scopi, le aspirazioni, gli avvenimenti che si progettano e si prevedono e dalla valutazione soggettiva della probabilità della loro realizzazione. Speranze e paure sono perciò componenti molto significative nella costruzione del nostro rapporto con il futuro.

Importante è anche quella che Nuttin (1979) ha definito integrazione temporale: la convinzione che il futuro sarà in un rapporto di continuità attiva con il presente ed il passato, la coscienza cioè di un legame di continuità tra le tre direzioni temporali (passato, presente e futuro) e la propensione a riconoscere il ruolo dell’azione personale nei risultati ottenuti, sono aspetti decisivi per la formazione di un orientamento temporale al futuro.

La persona orientata al futuro ha la tendenza a non abbandonarsi al presente, al piacere del qui ed ora; alle certezze del presente preferisce la probabilità che scopi, progetti, scenari innovativi si realizzino nel futuro. La personalità orientata al futuro si impegna per immaginare altri sé, altri scenari, premi e successi per il proprio impegno e il proprio lavoro, prende decisioni e agisce oggi in base alla valutazione dei benefici e dei costi che queste potranno produrre in futuro.

L’orientamento al futuro va spesso di pari passo con la tendenza a pensare a lungo termine a dilatare l’orizzonte temporale futuro e a vedere nell’esperienza positiva del presente un’opportunità per immaginare previsioni positive per il domani.

171

Quanto alla relazione passato-futuro, si è osservato che sia atteggiamenti pessimisti che ottimisti verso il passato tendono a coesistere con l’attesa ottimistica di un avvenire positivo: un passato negativo fa sperare in un cambiamento in meglio per l’avvenire; un passato positivo spinge a credere, o almeno a sperare, in una continuità di questa tendenza per il futuro.

Zimbardo e Boyd (2009) definiscono sinteticamente l’orientamento al futuro come la tendenza a pianificare e realizzare scopi futuri in una prospettiva temporale ampia. Essi non si riferiscono ad un generico orientamento al futuro, ma ad una specifica prospettiva temporale nella quale “il futuro acquista rilevanza e profondità nella misura in cui la persona riesce a visualizzarlo attraverso un progetto che, a partire dal presente, orienti la sua azione ad uno scopo differito nel tempo” (Maggiolaro, p. 6). La speranza, intesa come “l’aspettativa che ciò che facciamo oggi abbia conseguenze positive domani” (Zimbardo & Boyd, 2009, p. 146) è quindi una componente decisiva dell’orientamento al futuro (Snyder, 1994 e 2000). Di fronte al futuro, che implica sempre un certo grado di inconoscibilità e imprevedibilità, la personalità orientata al futuro è capace di sperare, di superare i dubbi, di compiere delle scelte significative per la propria esistenza (e non solo per la propria) e attuarle. La speranza rende possibile superare la "temporanea sfiducia nel tempo" (Erikson, 1974) e la presentificazione della vita che ne consegue, e intravedere un futuro diverso e migliore possibile, per se stessi ma anche per gli altri.

Zimbardo e Boyd sottolineano poi come la speranza di chi è orientato al futuro non sia pura fantasia, illusione e irrealismo. Si tratta invece di una speranza “temperata dal realismo” (Zimbardo & Boyd, 2009, p. 146), consapevole del fatto che perché un mondo diverso sia possibile è necessario tener conto della realtà, impegnarsi, essere disciplinati, soffrire. La speranza della personalità orientata al futuro si fonda da un lato sulla fiducia nelle proprie capacità, dall'altro sulla convinzione che esistano le condizioni concrete per la realizzazione di un progetto alternativo al qui ed ora, ed infine sulla capacità di tener conto della realtà stessa. Difficile non notare le significative corrispondenze tra le caratteristiche psicologiche e comportamentali dell’orientamento al futuro dello ZTPI e l’utopia realistica teorizzata da Innerarity (2007) e ripresa nel capitolo 2 della prima parte di questa stessa ricerca.

Sulla base di numerose ricerche realizzate (personalmente e da parte di altri ricercatori), Zimbardo e Boyd ritengono che l’attenzione al bene comune, la capacità di cooperare e di entrare in relazione empatica con l’altro da sé (altra persona, umanità o biosfera), altruismo, solidarietà siano aspetti della personalità strettamente correlati all’orientamento temporale, in particolare associati all’orientamento al futuro. I soggetti orientati al futuro tendono a considerare i benefici a lungo termine siano più importanti di quelli a breve termine, perseguono la cooperazione e sono inclini a ricercare la sostenibilità nel tempo degli obiettivi e delle strategie impiegate per perseguirli. “I dati mostrano che la salvaguardia per l’ambiente e la preoccupazione per la sorte della biosfera sono significativamente correlate con l’orientamento al futuro e con i valori altruistici”4 (Zimbardo & Boyd, 2009, p. 149), e ciò è di particolare rilevanza per questo studio.

Secondo Zimbardo e Boyd, i soggetti orientati al futuro dimostrano grande attenzione per le conseguenze delle proprie azioni, sono propensi ad assumere responsabilità e a perseguire progetti proiettati in un orizzonte temporale lungo. Investono energia ed entusiasmo nel proprio lavoro, ricercano gratificazioni persistenti nel tempo e dedicano la maggior parte delle proprie energie al perseguimento di obiettivi e progetti. Hanno generalmente grande attenzione per la propria salute, e per il benessere altrui.

172

Diversi studi (Fraisse, 1957; De Volder & Lens, 1982; Nuttin, 1985; Strathman & altri, 1994; Zaleski, 1994; Levine, 1997) hanno inoltre messo in correlazione l’orientamento al futuro con uno alto status socio-economico e livelli di istruzione superiori.

Punteggi elevati nella prospettiva orientata al futuro sono stati associati (Zimbardo & Boyd, 2009, p. 138-39), e ciò è particolarmente rilevante per gli scopi di questa ricerca, a:

- minore tendenza alla aggressività, alla depressione e ai comportamenti devianti; - maggiore tendenza alla coscienziosità, alla socialità, all’empaticità, al controllo

dell’io e degli impulsi, all’autostima, alla coerenza, alla considerazione delle conseguenze future delle azioni, alla creatività.

Per comodità, possiamo schematizzare come segue le caratteristiche di fondo dei cinque orientamenti temporali identificati dallo ZTPI di Zimbardo & Boyd.

Passato Presente Futuro

Passato negativo

(item 4, 5, 16, 22, 27, 33, 34, 36, 50, 54)

Inteso come la tendenza ad avere una visione pessimistica e negativa del passato

Presente edonista

(item 1, 8, 12, 17, 19, 23, 26, 28, 31, 32, 42, 44, 46, 48, 55)

Caratterizzato dalla tendenza ad assumere un atteggiamento di fronte alla vita e al tempo basato sul godimento dei piaceri del momento presente (attuale)

(item 6, 9*, 10, 13, 18, 21, 24*, 30, 40, 43, 45, 51, 56*)

Inteso come la tendenza a pianificare e realizzare scopi futuri in una prospettiva temporale ampia.

Passato positivo

(item 2, 7, 11, 15, 20, 25*, 29, 41*, 49)

Inteso come la tendenza ad avere un atteggiamento nostalgico e positivo verso il passato

Presente fatalista (item 3, 14, 35, 37, 38, 39, 47, 52, 53)

Inteso come la mancanza di un orientamento temporale specifico, assenza di enfasi sul presente, di nostalgia per il passato o di interesse per il futuro.

Figura 1 I cinque orientamenti temporali dello ZTPI di Zimbardo & Boyd5

Va precisato, infine, che lo ZTPI è stato utilizzato nell’ambito della presente ricerca non tanto per realizzare una discussione sistematica ed approfondita degli orientamenti temporali presenti nei GAS studiati. L’obiettivo è stato invece quello di rilevare in modo rapido ed efficace nel campione studiato la presenza e l’intensità dell’orientamento al futuro (di particolare rilevanza per esperienze impegnate nella promozione della sostenibilità) e per ottenere spunti utili per strutturare e condurre le interviste individuali semistrutturate, vero cardine della ricerca stessa.

Outline

Documenti correlati