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La formazione del personale 299 destinatario delle indicazioni

contenute nel modello risulta essere un indispensabile momento per

296 Ivi, p. 19.

297 Modello organizzativo di UnipolSai Assicurazioni, p. 27.

298 A parere di chi scrive, una tale netta separazione concettuale e funzionale è dovuta alle dimensioni del Gruppo Unipol e dalla elaborazione di una Carta dei Valori e di un Codice Etico che valgano per tutte le società interne allo stesso, circostanza che non può essere ricalcata con riguardo alla predisposizione del modello, il quale deve riguardare le singole società, non potendosi adottare, in maniera soddisfacente, un solo modello attento a tutte le peculiarità di quest’ultime.

299 Al riguardo, Corte di Cassazione, Sezione IV penale, sent. 19 febbraio 2015, n. 18073, in www.rivista231.it, ha riconosciuto, in relazione al reato di omicidio colposo commesso con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro, sussistente il requisito dell’interesse o vantaggio, derivante dal «consistente risparmio

assicurare l’efficace attuazione dello stesso300. Il personale deve essere

informato non solo sulle disposizione generali del modello, ma anche sul contenuto dei protocolli, del codice etico e sui flussi informativi, in altri termini su tutto ciò che serva a prevenire la commissione di illeciti301. La formazione è finalizzata, precipuamente, a creare un

ambiente di lavoro improntato al rispetto della legge, mediante la diffusione di messaggi che inducano al perseguimento della legalità302.

L’attività di formazione — e con essa quella di informazione e di comunicazione303 — deve essere informata a principi di effettività,

completezza, chiarezza, continuità (deve stare al passo delle modifiche apportate al modello), tracciabilità (requisito fondamentale per attestarne l’effettività) e obbligatorietà304.

di costi, in particolare relativi […] alle attività di formazione e informazione del personale».

300 A. BERNASCONI, L’esimente: il modello organizzativo per i reati degli “apicali”, cit., p. 119; C. DE LUCA - R. DE LUCA, op. cit., p. 113; C. PIERGALLINI, . PIERGALLINI, Paradigmatica dell’autocontrollo penale (dalla funzione alla struttura del modello organizzativo ex d.lg. n. 231/2001). Parte I, cit., p. 387. 301 D. CIMADOMO, op. cit., p. 294; P. GHINI - F. LEDDA, L’importanza delle attività di comunicazione, formazione e informazione per l’efficacia del sistema 231, in Riv. resp. amministrativa soc. ed enti, 2009, n. 4, pp. 150-151. Al riguardo E. PINTUCCI, Disciplina e formazione: come trasformare l’applicazione del codice disciplinare del modello 231 in occasione di apprendimento e crescita dei dipendenti, in Riv. resp. amministrativa soc. ed enti, 2014, n. 1, riconosce come «la prevalenza delle aziende trascura di assicurare ai Preposti una formazione che vada oltre la conoscenza delle disposizioni e l’indicazione delle loro responsabilità, per prestare attenzione al potenziamento delle loro capacità individuali ed alla loro motivazione». 302 A. SERENI, op. cit., p. 101.

303 Si veda P. GHINI, La formazione sul modello 231: contenuti e metodi per garantire effettività e concretezza, in Riv. resp. amministrativa soc. ed enti, 2015, n. 2, pp. 295- 298. L’autrice riconosce nell’attività di formazione la trasmissione di notizie e verbali in forma scritta riguardanti, in primo luogo, l’avviso della predisposizione del modello; mentre «La comunicazione può tradursi in comunicati trasmessi a mezzo e-mail, testi informativi anche sintetici inseriti nei moduli d’ordine, ecc..»

304 B. ASSUMMA - M. LEI, Art. 6. Soggetti in posizione apicale e modelli di organizzazione dell’ente, in La responsabilità amministrativa delle società e degli enti: commento al d.lgs 8 giugno 2001, n. 231, cit., p. 173; A. BERNASCONI, L’esimente: il modello organizzativo per i reati degli “apicali”, cit., p. 120; P. GHINI, La formazione sul modello 231: contenuti e metodi per garantire effettività e concretezza, cit., p. 298; C. PIERGALLINI, Paradigmatica dell’autocontrollo penale

La partecipazione ai corsi di formazione — che possono essere strutturati in vario modo, mediante seminari, piattaforme di e-learning, etc., fermo restando che la modalità che sembrerebbe più efficace è la formazione in aula305 — deve essere obbligatoria e può esser seguita da

verifiche e questionari306.

La dottrina è concorde nel ritenere necessaria una differenziazione dei corsi e dei programmi di formazione a seconda della qualifica e delle mansioni dei destinatari, così come del livello di rischio dell’area in cui operano 307. In particolare, diversi devono essere i soggetti che

gestiscono la formazione; quella dei soggetti apicali o che svolgono funzioni di controllo (in particolare i componenti dell’organo amministrativo, quelli del collegio sindacale e i responsabili di funzione) deve essere curata dai professionisti che hanno progettato e predisposto il modello. Mentre per quanto riguarda i corsi di formazione del personale dipendente, questi vengono svolti dal responsabile delle risorse umane, in collaborazione con l’organismo di vigilanza308, che ha

tra le proprie funzioni rilevanti proprio quella di formare il personale309.

La società dovrebbe, inoltre, comunicare il contenuto del modello anche ai soggetti esterni con cui entra in contatto, in particolare modo ai fornitori, collaboratori, agenti ed intermediari310.

(dalla funzione alla struttura del modello organizzativo ex d.lg. n. 231/2001). Parte I, cit., p. 387.

305 C. DE LUCA - R. DE LUCA, op. cit., p. 114; P. GHINI, La formazione sul modello 231: contenuti e metodi per garantire effettività e concretezza, cit., p. 298.

306 C. PIERGALLINI, Paradigmatica dell’autocontrollo penale (dalla funzione alla struttura del modello organizzativo ex d.lg. n. 231/2001). Parte I, cit., p. 387; A. SERENI, op. cit., p. 102.

307 A. BERNASCONI, L’esimente: il modello organizzativo per i reati degli “apicali”, cit., pp. 120-121; C. DE LUCA - R. DE LUCA, op. cit., p. 113; P. GHINI, La formazione sul modello 231: contenuti e metodi per garantire effettività e concretezza, cit., pp. 296-297; C. PIERGALLINI, Paradigmatica dell’autocontrollo penale (dalla funzione alla struttura del modello organizzativo ex d.lg. n. 231/2001). Parte I, cit., p. 387.

308 C. DE LUCA - R. DE LUCA, op. cit., p. 114. 309 V. infra, par. 7.

3.4.1 La formazione del personale nel Modello organizzativo di UnipolSai Assicurazioni.

Alla formazione è dedicato l’ultimo capitolo della parte generale del

Modello organizzativo. Questo si apre con l’affermazione di principio

dell’importanza della formazione ai fini dell’efficacia dello stesso. In primo luogo, la diffusione del modello viene garantita mediante il sito intranet aziendale e mediante la consegna, ai neo-assunti, del

Modello, dell’informativa sul d.lgs. 231, del Codice Etico e della Carta dei Valori.

Oltre a ciò, in ossequio a quanto si è detto in linea teorica311, viene

predisposta un’opera di sensibilizzazione differenziata, «nei contenuti e nelle modalità di erogazione, in funzione della qualifica dei destinatari, del livello di rischio dell'area in cui operano, dell'avere o meno funzioni di rappresentanza della Compagnia»312, mediante tre diverse tipologie

di formazione: una «formazione in aula alle prime linee ed ai responsabili operativi», una «formazione ai dipendenti operanti nell’ambito di procedure sensibili ai reati contemplati dal D. Lgs. 231/2001» ed infine una «formazione on-line (attraverso la) predisposizione di un corso di formazione computer based, disponibile a tutti i dipendenti sul sito intranet aziendale, con la finalità di diffondere la conoscenza del D. Lgs. 231/2001 e del MOG»313.

In ultimo viene regolata l’attiva di informazione di agenti e intermediari — mediante la comunicazione dell’adozione del modello e la consegna di un set informativo, contenente il Modello, l’informativa sul d.lgs. 231, il Codice Etico e la Carta dei Valori — e collaboratori, i quali «sono informati del contenuto del Modello, anche mediante rinvio alla pubblicazione del medesimo sul sito internet, e dell'esigenza di UnipolSai che il loro comportamento sia conforme a quanto disposto nel

311 V. Supra, par. 4.

312 Modello organizzativo di UnipolSai Assicurazioni, p. 43. 313 Ivi, pp. 43-44.

D. Lgs. 231/2001 […] (e sono) tenuti a rilasciare a UnipolSai una dichiarazione ove si attesti la integrale conoscenza dei contenuti e prescrizioni contenute nel D. Lgs. 231/2001 e l’impegno al rispetto dello stesso, prevedendo specifica informativa nell’ambito del contratto»314.