Pietro Pisano cardinale diacono di S Adriano (1113-1116) e cardinale presbitero di S Susanna (1117-1144)
P., et tu Const., et ex omnibus quae ad praefecturam pertinent ad curiae commodum in testimonio
II. 2. Gli anni dal 1120 al
Nel dicembre 1119 Pietro raggiunse il pontefice Callisto II ad Auxerre in compagnia del cardinale presbitero Gregorio di S. Lorenzo in Lucina e dell’arcidiacono della cattedrale pisana, Guido, futuro cardinale vescovo di Tivoli36. In Francia il cardinale
33 ASDL, Diplomatico capitolare, BB 8, 1118 settembre 13, Pisa; CAAP, 2, pp. 101-103, n. 52, 1118
settembre 29, Pisa.
34 «Post discessum autem venerabilis pape Gelasii, Petrus Pisanorum archiepiscopus, cum Petro
cardinali ecclesie Romane legato e cum ecclesie Pisane canonicis atque cum Ildebrando, iudice et Pisanorum tunc consule, aliisque Pisanis civibus, in Corsicam ivit. Ibique honorifice receptus, in conspectu cleri et populi Corsicani, Maranensem electum, et ipsius ecclesiam, consecravit; aliorumque Corsice pontificum obedientiam et fidelitatem recepit anno Dominice Incarnationis MCXVIIII». Scalia, Gesta Triumphalia, cit., p. 20, vv. 236-243. A Mariana è inoltre datato un
documento in cui il cardinale Pietro conferma i possessi corsi del monastero di S. Gorgonio; il documento si trova a Bastia, Archives départementales de la Haute-Corse, 1H1/7 (1118), ed. S. P. P. Scalfati, Carte dell’Archivio della Certosa di Calci, 2, Roma 1971, pp. 78-80, n. 33; cfr. Rossi,
Scritture e scriventi, cit., pp. 40-41.
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IP. X, p. 413 n. 2, ed. P. Tola, Codice diplomatico della Sardegna, II, rist. Sassari 1985, p. 196, n. XXIV; cfr. Turtas, L’arcivescovo di Pisa, cit., p. 201.
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Cum autem Autisiodorum pervenissent, dominus papa duos presbiteros cardinales, Petrum Pisanum et Gregor‹ium› Senem [Gregorio di S. Lorenzo in Lucina], Guidonem Pisanum archidiaconum, ab urbe Roma ad se venientes, gaudiose suscepit.Hugh the Chanter, The History, cit., pp. 137-138. Dal
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di S. Susanna sottoscrisse a Valence il 27 febbraio 1120 e a Gap il 11 marzo 112037, poi proseguì con il seguito del pontefice verso l’Italia come attestano le sottoscrizioni del 14 e del 20 maggio 1120 datate rispettivamente da Pisa e da Volterra38. A Pisa Callisto II consacrò il nuovo arcivescovo Attone e rinnovò le concessioni fatte da Gelasio II relative ai diritti sulle diocesi di Corsica. Tuttavia, una volta raggiunta Roma nei giorni successivi alla cerimonia di intronizzazione, tre cardinali in vece del pontefice strinsero accordi con gli ambasciatori genovesi al fine di revocare il privilegio concesso all’arcivescovo di Pisa nel 1118 e rinnovato soltanto un mese prima. Nel luglio Callisto II intraprese il suo primo viaggio nel Mezzogiorno39 e il cardinale di S. Susanna fece parte del suo seguito o forse raggiunse il pontefice a Benevento, dove è attestato nel settembre e nell’ottobre40
. Nel dicembre dello stesso anno il pontefice fece ritorno a Roma e il 3 gennaio 1121 revocò i diritti metropolitici alla Chiesa di Pisa, Pietro non compare tra i sottoscrittori di questo atto, tuttavia soltanto due giorni dopo, cioè a partire dal 5 gennaio 1121, e fino al 17 aprile 1121 il cardinale pisano risulta in tutte le cinque bolle sottoscritte dai cardinali ed emesse in questo arco di tempo. In effetti, Pietro non compare neppure tra i trentaquattro sottoscrittori della seconda e definitiva revoca delle prerogetive sulle diocesi corse, la
Quot mutationes del 6 aprile 112341. É lecito ipotizzare che i provvedimenti di Callisto II a sfavore della Chiesa pisana non abbiano incontrato l’approvazione del cardinale di S. Susanna, però, sebbene per il periodo che va dalla primavera del 1121 all’autunno del 1123 manchino attestazioni di Pietro, non ci sono elementi sufficienti per ipotizzare un suo allontanamento dalla curia. Infatti, bisognerà tenere in considerazione che l’ampio arco temporale che a prima vista potrebbe sembrare eloquente corrisponde, in realtà, non solo al secondo viaggio del pontefice nell’Italia
momento che Pietro è attestato fino all’aprile del 1119 in Sardegna e che con lui viaggiò l’arcidiacono Guido che partì da Pisa, è più probabile che il cardinale avesse intrapreso la via della Gallia da Pisa, piuttosto che da Roma.
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JL. 6823, Hüls, cit, p. 210; JL. 6831, Hüls, cit, p. 210.
38 ASDL, Diplomatico capitolare, AA 46, 1120 maggio 14, Pisa, ed. Pflugk-Harttung, Acta, II, 222 n.
266; ASF, Camaldoli, 1121 maggio 21, Volterra.
39 Schilling, Guido von Vienne, cit., p. 485 nota 128 e appendice VII, pp. 706-709, e tavola 5. 40
24 settembre 1120, Benevento (JL. 6861, IP. VIII, p. 284 n. 16), ottobre 1120, Benevento (IP. VIII, p. 165 n. 189).
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meridionale e a quello nel Lazio nell’autunno del 112242
, ma anche ad un periodo in cui i privilegi con sottoscrizioni cardinalizie ammontano in tutto a sei, senza contare che dal 16 maggio del 1122 al 6 aprile del 1123 non si dispone di alcun documento con sottoscrizioni43. Certamente l’assenza del pisano ai due atti di revoca denota un dissenso nei confronti dell’operato del pontefice, e non perchè, si badi bene, la mancata sottoscrizione possa in sé essere rappresentativa di un dissenso, ma perché si tratta di due episodi distanti nel tempo che non lasciano spazio alla casualità: nel primo caso, quello della revoca del 3 gennaio del 1121, è possibile riscontrare una sottoscrizione di Pietro appena due giorni dopo, la qual cosa renderebbe poco probabile una temporanea assenza dalla curia; mentre nel secondo, la Quot
mutationes, l’assenza del cardinale pisano risulta estremamente pesante: in calce alla
bolla sottoscrive quasi tutto il collegio cardinalizio, e ciò per dare maggiore forza ad un atto il cui peso politico doveva essere ben evidente al destinatario, l’arcivescovo di Pisa Ruggero. Quanto appena messo in luce, come detto, renderebbe possibile ipotizzare soltanto un dissenso ma non un significativo allontanamento di Pietro dalla curia, la cui presenza al finaco del pontefice emerge dalle attestazioni del settembre del 1123 a Benevento, durante il terzo viaggio di Callisto II nel meridione, oltre che dalle sottoscrizioni della primavera del 112444.
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Schilling, Guido von Vienne, cit., pp. 710-714.
43 L. Pellegrini, Cardinali e curia sotto Callisto II (1119-1124) in Raccolta di studi in memoria di S.
Mochi Onory. Milano 1972, pp. 507-556, p. 523 che inserì Pietro tra i «sottoscrittori ordinari» notò
questo lungo periodo di assenza di Pietro. Nel complesso non si riscontrano sottoscrizioni del cardinale di S. Susanna nei seguenti documenti: 15 giugno 1121, Palliano (JL. 6910); 10 novembre 1121, Taranto (JL. 6935); 15 aprile 1122, Roma S. Pietro (JL. 6966); 16 maggio 1122, Laterano (JL. 6974); 6 aprile 1123, Laterano (JL. 7056); 15 aprile 1123, Laterano (JL. 7064). Dalla lista compilata da Pellegrini sono stati espunti i documenti del 1121 maggio 25, Laterano (JL. 6907) perchè ritenuto un falso da Hüls, cit., p. 69 e quello del 6 marzo1123, Laterano (JL. 7020) che L. Vones, Die
“Historia Compostellana” und die Kirchenpolitik des nordwestspanischen Raumes, 1070–1130: Ein Beitrag zur Geschichte der Beziehungen zwischen Spanien und dem Papsttum zu Beginn des 12. Jahrhunderts, Köln-Wien, 1980, p. 445 ha classificato come falso. Sull’assenza di bolle con
sottoscrizioni dal maggio 1122 all’aprile 1123 cfr. Schilling, Guido von Vienne, cit., p. 552.
44 11 settembre 1123, Benevento IP. IX, p. 93, n. 41, IP. VIII, p. 292 n.12, D. Girgensohn, Documenti
beneventani inediti del secolo XII, in «Samnium» 40 (1967) pp. 262-317, p. 290, n. 5; Schilling, Guido von Vienne, cit., pp. 714-716; 1 aprile 1124, Laterano (JL. 7147); 26 maggio 1124, Laterano
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Tra il 13 e il 14 dicembre del 1124 Callisto II morì. Le vicende tumultuose che portarono all’elezione di Lamberto di Ostia sono note: in un primo momento venne eletto il cardinale Teobaldo di S. Anastasia, un membro della famiglia dei Boccapecora, ma a seguito di una nuova e violenta ingerenza della famiglia Frangipane, il cardinale Teobaldo rinunciò al pontificato lasciando spazio al candidato proposto dalla potente famiglia romana: Lamberto, cardinale vescovo di Ostia, che prese il nome di Onorio II. Secondo la narrazione di Pandolfo l’elezione del nuovo pontefice fu estremamente sofferta per il collegio cardinalizio: una volta imposto Lamberto di Ostia al soglio pontificio i cardinali avrebbero cercato di rettificare quanto determinanto dall’azione dei Frangipane e si sarebbero riuniti sotto la guida del cardinale vescovo di Porto nel tentativo di indurre l’eletto a spogliarsi della cappa rossa. In un primo momento Onorio II sarebbe stato propenso a rimettersi alla decisione dei cardinali, ma successivamente avrebbe mutato d’animo decidendo di non dimettersi. Sempre secondo la narrazione di Pandolfo in quei tumultuosi giorni Pietro pisano era a Roma e fu l’unico cardinale che rimase vicino a Lamberto di Ostia: Solus Petrus Pisanus, qui non tarde post ab eodem paenituit, papae in
amicum remansit45. Non è chiaro da queste poche parole quale fu il ruolo del
cardinale nella complessa vicenda, tuttavia andrà fatto rilevare che durante i primi anni del pontificato di Onorio II Pietro di S. Susanna può essere annoverato fra i «sottoscrittori ordinari», una categoria teorizzata da Luigi Pellegrini per i cardinali attivi sotto il pontificato di Callisto II: egli, infatti, compare in dieci bolle sulle dodici emesse tra il 1 febbraio 1125 e il 23 marzo 1127, tra le quali vi è la restituzione dei diritti metropolitici alla Chiesa di Pisa del 21 luglio del 1126. In seguito il cardinale pisano seguì il pontefice a Benevento, dove è attestato il 5 dicembre del 1127 e, molto probabilmente, rientrò con lui a Roma nel marzo del 1128. Le sue sottoscrizioni per il 1128 lo segnalano in Laterano il 7 maggio e il 9 dicembre46. Nel corso dell’ultimo anno di pontificato di Onorio II sono note soltanto quattro bolle
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Liber Pontificalis, ed. Přerovský , cit., p. 753.
46 7 maggio 1128, Laterano (Pflugk-Harttung, Acta, II, pp. 260-261, nr. 300); 9 dicembre 1128,
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corredate da sottoscrizioni cardinalizie, Pietro compare soltanto in una di esse, quella datata dal Laterano il 10 aprile47.