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Uberto cardinale presbitero di S Clemente (1126-1132) e arcivescovo di Pisa (1133-1137)

I. Le origini

Il Ciaconius, il Cardella e Brixius1 lo ascrissero alla famiglia dei Lanfranchi Rossi di Pisa e tale ascendenza fu riproposta anche in epoca recente dal Ganzer2; tuttavia, grazie al contributo, comparso ormai vent’anni fa, di Maria Luisa Ceccarelli Lemut si è oggi sufficientemente informati sulle origini familiari del cardinale pisano3. I suoi genitori, Guido del fu Uberto e Contessa, appartenevano ad un «ceto, abbastanza elevato, di possessori di castelli» e il centro degli interessi della famiglia sembrerebbero essere stati la Val di Fine e il castello di Camaiano, una parte del quale risulta in possesso della famiglia almeno dal 10894. Uberto compare per la prima volta nei documenti pisani il 20 febbraio del 11015 in una donazione alla canonica della Chiesa di S. Maria di Pisa di tutti i suoi beni, ad esclusione dei possessi del castello di Camaiano e di un altro castello il cui nome risulta illeggibile a causa delle lacune nella pergamena. Come ipotizza Ceccarelli Lemut, al momento della donazione Uberto doveva essere maggiorenne e, non essendo qualificato come canonico, è plausibile che attraverso questo atto egli preparasse il suo ingresso nella canonica della cattedrale6. La sua prima attestazione come chierico e membro del Capitolo risale al 1103, quando egli compare, insieme al suddiacono Graziano, in una

1

Ciaconius, cit., p. 491; Cardella, Memorie storiche de cardinali della Santa romana chiesa, cit., t. 1, vol.1, p. 276; Brixius, cit., p. 35.

2

Ganzer, Die Entwicklung, cit., p. 86.

3 M.L. Ceccarelli Lemut, Per la storia della Chiesa pisana nel medioevo: la famiglia e la carriera

ecclesiastica dell'arcivescovo Uberto (1133-1137), in Società, istituzioni, spiritualità. Studi in onore di C. Violante, I, Spoleto 1994, pp. 207-219, ora riedito in Medioevo Pisano.

4

Ceccarelli Lemut, Per la storia della Chiesa pisana, cit., p. 209.

5 1101 febbraio 2, ed. in CACP, 4, n. 2, pp. 4-5. 6

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serie di atti che definiscono la compravendita di un terreno7. Come emerge dal recente lavoro di Maria Cristina Rossi, già a partire da questa data la cultura grafica di Uberto appare matura grazie ad un utilizzo sicuro di una carolina di impianto librario e, cosa ancor più interessante, l’uso del signum tabellionis, che Uberto sfoggia unicamente in questa occasione, denota probabilmente la volontà di sottolineare l’appartenenza ad un ceto elevato8

. Nel 1104 Uberto compare, ancora in qualità di chierico, in una cartula permutationis insieme ad altri canonici del Capitolo9, ma quattro anni dopo, nel 1108, egli viene designato come suddiacono10, ed infine, in un livello stipulato nel giugno del 1111 egli viene menzionato come diacono11. Il 6 agosto del 1113 da Pisa salpò il contingente che partì alla volta delle Baleari e il diacono Uberto fece parte della delegazione dei canonici che seguirono l’impresa. La sua partecipazione viene tramandata da alcuni versi del Liber

Maiorichinus, infatti, a Giuseppe Scalia si deve l’identificazione del diacono Uberto,

futuro cardinale e arcivescovo, con l’Obertus descritto nei versi 852-853 come flos

levitarum vir nobilis et bene carus, in seguito nuovamente menzionato nell’atto di

incitare i Pisani alla battaglia12.

Al ritorno dalla vittoriosa impresa Uberto compare nuovamente nella documentazione pisana in una conventio del 1115 di cui si è già parlato nelle pagine precedenti; in questo frangente egli «sottoscrive sfoggiando una minuscola diplomatica sinuosa ed elegante»13, ma in seguito e per la durata di un decennio, Uberto sembrerebbe scomparire dalla documentazione pisana e parrebbe riemergere

7

1103 marzo 7 e 1103 marzo 21, ed. in CACP, 4, nn. 8,9,10,11,12, 13, pp. 17-28; cfr. Ceccarelli Lemut, ibid.

8

Rossi, Scritture e scriventi, cit., pp. 44-46. La sottoscrizione autografa di Uberto è apposta in calce al documento del 1103 marzo 21, ASDP, Diplomatico capitolare, n. 289, ed. CACP, 4, n. 11, pp. 23-24.

9

1104 febbraio 13, ed. in CACP, 4, n. 22, pp. 47-49.

10 Ceccarelli Lemut, Per la storia della Chiesa pisana, cit., p. 211 e nota 15 per la correzione della

datazione del documento 11[1]8 ottobre 1, ed. in CACP, IV, n. 88, pp. 196-198 che viene retrodatato al 1108.

11

Ceccarelli Lemut, Per la storia della Chiesa pisana, cit., p. 212, 1111 giugno 4, ed. in CACP, 4, n. 47, pp. 104-105.

12

Scalia, Oliverius e Rolandus, cit., pp. 299-300 nota 41; i vv. dedicati ad Uberto sono i seguenti:

Flos levitarum, vir nobilis et bene carus/Ista satis melius querenti narrat Obertus (vv. 852-853).

L’identificazione di Uberto con l’Obertus dei vv. 2090-2094 la si deve a Maria Luisa Ceccarelli Lemut, Per la storia della Chiesa pisana, cit., p. 212 nota18.

13

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nuovamente soltanto nel 1125: a lui, infatti, potrebbe essere attribuita la stesura della

pagina institutionis del 14 settembre con cui l’arcivescovo Ruggero rese giustizia al

pievano di Ripabella14. Questa pergamena, come pone in evidenza Rossi, assume un significato particolare all’interno del panorama documentario pisano poiché alcuni elementi, tra cui la sua raffinata e ricercata stesura in carolina libraria e la formula di sottoscrizione dell’arcivescovo Ruggero (scribi iussi et subscripsi), farebbero pensare «all’esistenza di un iter documentario strettamente connesso all’autorità, gestito da personale qualificato, anche se non ancora organizzato in forme stabili»15. Sebbene si debba essere prudenti circa l’attribuizione ad Uberto della pagina

institutionis, tuttavia, alla luce delle sue sottoscrizioni non sembrerebbe azzardato

intravedere un certo accrescimento della sua abilità di scrivente avvenuto nel corso di un ventennio, probabilmente grazie a quel percorso di apprendimento comune all’ambiante ecclesiastico pisano teorizzato da Rossi.

II. Il cardinalato

L’attestazione certa della nomina di Uberto a cardinale presbitero del titolo di S. Clemente è costituita dalla sua prima sottoscrizione di cui abbiamo notizia, quella del 28 marzo 112616. Il suo predecessore nel titolo, Anastasio, sottoscrive l’ultima volta il 6 maggio 112517 e, dunque, Onorio II potrebbe aver nominato Uberto tra il 22 maggio del 1125, data del sabato delle Tempora d’Estate, e il 6 marzo del 1126,

14

ASDP, Diplomatico arcivescovile, n. 275 [A], 1125 settembre 14 ed. in CAAP, 2, n. 67, pp. 133- 134. Scalia, Oliverius e Rolandus, cit., pp. 299-300 nota 41, si dice favorevole all’identificazione fra il futuro arcivescovo e l’autore materiale del documento, ponendo in evidenza che altri diaconi di nome Uberto non sembrerebbero affacciarsi sulla scena documentaria pisana a questa altezza cronologica. Molto più articolata e prudente appare la posizione di Rossi, Scritture e scriventi, cit., pp. 68-69, che basa la sua ipotesi sull’analisi grafica e sulla cronologia della carriera di Uberto.

15

Rossi, Scritture e scriventi, cit., pp. 68-69. A questa analisi si può, inoltre, aggiungere quella di Scalfati, editore della pergamena, il quale notò che «la scrittura della prima riga, la presenza dell’arenga e la “datatio”(“per manum” e collocazione in fondo alla pergamena) mostrano che questa “institutionis pagina” (o “consitutio”) presenta analogie con i privilegi della cancelleria pontificia, come confermano diverse espressioni impiegate nel testo dell’atto», CAAP, 2, n. 67, p. 133.

16 28 marzo 1126, Laterano, (PL. 166, c. 1256). 17

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sabato delle Tempora di Primavera del 1126. Tuttavia, in base ad alcune osservazioni potrebbe essere possibile determinare con maggior certezza la data della creazione: in primo luogo, anche ammettendo che il predecessore di Uberto, Anastasio, fosse morto pochi giorni dopo la sua ultima sottoscrizione appare assai poco probabile che il pontefice procedesse alla repentina creazione un nuovo titolare di S. Clemente; di conseguenza la data delle Tempora di Estate del 1125 appare prematura per determinare la nomina di Uberto. In secondo luogo, osservando l’andamento delle sottoscrizioni dei cardinali creati o promossi da Onorio II è possibile notare alcune singolari ricorrenze: in dodici casi su quindici la prima sottoscrizione di un cardinale compare in date comprese tra marzo e maggio. Per questi dodici cardinali la data corrispondente alla prima sottoscrizione segue immancabilmente di alcuni giorni o di un paio di mesi al massimo la data delle Tempora di Primavera, che mediamente cadono nei mesi di febbraio e di marzo18. In base a queste osservazioni la nomina del cardinale Uberto di S. Clemente potrebbe ragionevolmente essere datata al 6 marzo del 1126.

18 Sebbene di norma sia estremamente difficile, e sovente inutile, cercare di intravedere una costante

nell’andamento delle sottoscrizioni di membri del collegio cardinalizio a questa altezza cronologica, soprattutto a causa della casualità della sopravvivenza dei documenti, i quattro anni del pontificato di Onorio II e le sue nomine sembrerebbero costituire una singolare eccezione. Vi è, infatti, una certa ricorrenza nelle prime sottoscrizioni dei cardinali di nuova nomina che merita di essere presa in considerazione: nel 1125 il sabato delle Tempora di Primavera cadde il 21 febbraio, e le prime sottoscrizioni di Guido di Tivoli e Ugo di S. Teodoro sono del 7 marzo, quella di Gregorio di S. Balbina è del 4 maggio mentre quella di Alderico dei SS. Giovanni e Paolo è del 5 maggio. Nel 1126 il sabato delle Tempora di Primavera cadde il 6 marzo e la prima sottoscrizione di Uberto di S. Clemente è del 28 marzo. Nel 1127 il sabato delle Tempora di Primavera fu il 26 febbraio, e la prima sottoscrizione di Matteo di Albano è del 7 marzo 1127. Nel 1128 il sabato delle Tempora di Primavera cadde il 17 marzo, e le prime sottoscrizioni di Littefredo di S. Vitale, Corrado di Sabina, Pietro di S. Anastasia, Anselmo di S. Lorenzo in Lucina e Matteo di S. Pietro in Vincoli sono tutte del 7 maggio. Infine, nel 1129 il sabato delle Tempora di Primavera cadde il 9 marzo e le prime sottoscrizioni di Goselmo o Goselino di S. Cecilia e di Rustico di S. Ciriaco sono del 24 marzo. Da questo rapido elenco si potrebbe evincere che i cardinali di recente nomina avevano la possibilità, in media, di sottoscrivere per la prima volta nella medesima occasione, come mostra in maniera evidente il caso delle nomine del 1128. Inoltre, è possibile ipotizzare che l’occasione della prima sottoscrizione potesse seguire di poco la loro nomina, e dunque sarebbe possibile dedurre che le nomine volute da Onorio II avvennero quasi tutte nella data delle Tempora di Primavera. Tali osservazioni, tuttavia, non possono assolutamente essere generalizzate o valere per i pontificati precedenti poiché le prime sottoscrizioni dei cardinali nominati da Pasquale II e Callisto II risultano assai più incerte.

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Il 21 luglio del 1126 il cardinale pisano sottoscrisse la bolla con cui il pontefice restituì alla Chiesa pisana i diritti metropolitici sulle diocesi còrse e, nell’autunno dello stesso anno, egli dovette recarsi a Pisa; qui il 5 ottobre del 1126 Uberto, sottoscrivendosi come predicte ecclesie canonicus et Romane ecclesie presbiter

cardinalis, fece una donazione alla chiesa di S. Maria di tutti i beni in suo possesso

nei castelli di Camaiano e Popogna, cioè i beni che erano stati esclusi dalla donazione del 110119. In seguito, per circa un anno e mezzo, non sono note sue attestazioni: egli, infatti, ricompare tra i sottoscrittori il 31 marzo e il 7 maggio 1128 in Laterano20. Nei mesi estivi Uberto dovette seguire il pontefice nella spedizione contro Ruggero II nel Sud della Penisola, infatti, il 4 settembre è attestato a Benevento21 e proprio la data di questa sottoscrizione induce a ritenere che egli fosse tra i cardinali presenti al momento dell’investitura di Ruggero II, quale duca di Puglia, avvenuta il 22 agosto del 1128 a Benevento presso il ponte Maggiore22. Nei mesi di marzo e aprile del 1129 la sua presenza a Roma al fianco del pontefice emerge da alcune sue sottoscrizioni23, mentre nel dicembre dello stesso anno due missive di Onorio II all’arcivescovo compostellano, Diego Gelmirez, e al sovrano Alfonso VII rendono noto che ad Uberto fu affidata una legazione nella penisola iberica24. Fonte principale per ricostruire l’attività svolta da Uberto durante il suo incarico è l’Historia Compostellana. Nel gennaio del 1130 Uberto raggiunse Compostela, qui lo accolsero l’arcivescovo Diego e Alfonso VII; successivamente si diresse verso Carrión de los Condes, dove, nei primi giorni di febbraio convocò un

19 1126 ottobre 5, ASDP, Diplomatico capitolare, n. 397, ed. in Baldi, n. 21, pp. 49-50. Ceccarelli-

Lemut, Per la storia della Chiesa pisana, cit., p. 208.

20 Hüls, cit., p. 162. 21

4 settembre 1128, Benevento (Hiestand, Papsturkunden für Kirchen im Heiligen Lande, n. 28, p. 134 e PL. 166, c. 1284).

22

Falcone di Benevento, Chronicon, cit., p. 103.

23 24 marzo 1129, Laterano (PL. 166, c. 1296); 10 aprile 1129, Laterano (Pflugk-Harttung, Acta, III,

pp.30-31, nr. 36); 19 aprile 1129, Laterano (Pflugk-Harttung, Acta, III, p. 33, nr. 37 e Ramackers,

Papsturkunden in den Niederlanden, n. 20, p. 111).

24

JL. 7382, «Hubertum kardinalem presbiterum de latere nostro ad partes Hispanie delegavimus et ei

vices nostras commisimus», Historia Compostellana, cit., p. 436, le due lettere si trovano

179

concilio alla presenza del sovrano e dell’arcivescovo compostellano25

. Nel corso del concilio di Carrión vennero destituiti i vescovi di León, Salamanca e Oviedo e l’abate di Samos (Lugo), i quali, a parere di Säbekow, sarebbero stati rimpiazzati da personaggi più inclini ad ottemperare alle richieste dell’influente arcivescovo compostellano26. Altre disposizioni del cardinale Uberto furono prese in merito al monastero di San Salvador de Villaverde, che dopo una contesa fra il monastero di Sahgún e quello di Cluny fu riconosciuto a quest’ultimo, e riguardo ad una disputa fra l’arcivescovo Raimondo di Toledo e il vescovo Pietro di Segovia27

. Secondo Säbekow, nel marzo del 1130 Uberto avrebbe ripreso la strada per Roma; tuttavia, tale ipotesi non trova alcun riscontro nelle fonti. Non è noto se e quando il cardinale pisano rientrasse nell’Urbe, oppure se raggiungesse il neo eletto pontefice, Innocenzo II, sulla via dell’esilio. Era accaduto, infatti, che nel febbraio le trattative per l’elezione del successore di Onorio II si erano rivelate foriere di una scissione all’interno del collegio cardinalizio conducendo alla contemporanea elezione di due pontefici, Innocenzo II e Anacleto II. Iniziò così uno scisma che dal 1130 al 1138 divise la cristianità latina in due obbedienze. Nonostante la sua assenza da Roma al momento della duplice elezione, dalla Vita Innocentii di Bosone sappiamo che Uberto fu tra i cardinali che sostennero fin dalla prima ora Innocenzo II28. Quest’ultimo, dopo essersi allontanato dall’Italia, si trattenne per circa un anno e mezzo tra la Gallia e i domini imperiali con lo scopo di ottenere il riconoscimento quale pontefice legittimo dai sovrani dell’Occidente e di consolidare il suo consenso. A partire dalla sua prima sottoscrizione, il 2 novembre 1130 a Cluny29, Uberto compare più volte nel seguito pontificio: la sua partecipazione al sinodo di Clermont del novembre del 1130 è resa assai verisimile dalla sottoscrizione del 25 novembre30; inoltre, il 20 gennaio del 1131 partecipò alla consacrazione dell’altare di S. Lorenzo

25

G. Säbekow, Die päpstlichen Legationen nach Spanien und Portugal bis zum Ausgang des 12.

Jahrhunderts, Berlin 1931, pp. 41-42.

26

Säbekow, cit., pp. 41-42.

27 Weiß, cit., pp. 113-115. 28

Duchesne-Vogel, Le Liber Pontificalis, cit., p. 380.

292 novembre 1130, Cluny, (PL. 179, c. 64); 3 novembre 1130, Cluny, (PL. 179, c. 66). 30

180

nel monastero di Morigny31, e, in seguito, le sue sottoscrizioni ce lo mostrano a Rouen, Beauvais, Blois e Chalôns-sur-Marne32. Nei mesi precedenti al concilio di Reims, ottobre-novembre 1131, il cardinale Uberto si rivolse all’arcivescovo compostellano, Diego Gelmirez, affinché accogliesse favorevolmente il suo nepos, il suddiacono della chiesa romana G., inviato dal pontefice come legato nella penisola iberica33. Uberto sottoscrisse ancora nella primavera e nell’estate del 1132 a Piacenza, dove molto probabilmente prese parte al concilio tenutosi in giugno, e a Brescia34. Sulla strada che portò il pontefice a Pisa, Uberto è attestato a Leno nel settembre del 1132 (la data esatta la restituisce Raffaello Volpini grazie ad un’accurata analisi comparsa in un contributo del 196935

) e a Bologna nel dicembre dello stesso anno36.

III. Uberto, divina pietate Pisanorum archiepiscopus37

Quando alla fine di dicembre del 113238 Innocenzo II giunse a Pisa la sede arcivescovile era vacante a causa della morte dell’arcivescovo Ruggero, deceduto da pochi mesi. Il pontefice decise di nominare Uberto titolare della cattedra di S. Maria

31

Historia mauriniacensis monasterii, MGH, SS, XXVI, cit., p. 41.

32 9 maggio 1131, Rouen, (PL. 179, c. 95); 20 maggio 1131, Beauvais, (PL. 179, c. 97); ottobre 1131,

Blois (Ramackers, Papsturkunden in Frankreich, NF, II, p. 66, n. 11), 12 novembre 1131, Chalons- sur-Marne (Pflugk-Harttung, Acta, I, pp.142, nr. 164).

33

Historia Compostellana, cit., pp. 465-467; per l’identificazione del suddiacono G. e i rifermenti

bibliografici rimandiamo alla biografia su Guido dei SS. Cosma e Damiano.

34

31 maggio 1132, Piacenza, (PL. 179, c. 137); 3 giugno 1132, Piacenza, (PL. 179, c. 139); 13 giugno 1132, Piacenza (Papsturkunden in Italien, I, p. 126, n. 2); 25 giugno 1132, Piacenza. (Pflugk- Harttung, Acta, II, pp. 266-269, nr. 308 e PL. 179, c. 141); 29 giugno 1132, Piacenza, (PL. 179, c. 145); 29 luglio 1132, Brescia (Kehr, Papsturkunden in Italien, IV, p. 213, n. 4 e PL. 179, c. 154); 10 agosto 1132, Brescia, (PL. 179, c. 156); 28 agosto 1132, Brescia (Pflugk-Harttung, Acta, I, pp.147- 148, nr. 168); 29 agosto 1132, Brescia (E. Falconi, Le carte cremonesi dei secoli VIII- XII, Cremona 1984, n. 307); 30 agosto 1132, Brescia (PL. 179, c. 158).

35 R. Volpini, Additiones Kehriane (II). Note sulla tradizione dei documenti pontifici per Vallombrosa,

in «Rivista di Storia della Chiesa in Italia», XXIII/2 (1969), pp. 313-360, in particolare pp. 333-341.

36 13 dicembre 1132, Bologna, (PL. 179, c. 167); 16 dicembre 1132, Bologna (JL. 7604), Volpini,

Additiones Kehriane (II), cit., nota 95.

37 1135 dicembre 2, Pisa, ed. in CAAP, 2, n. 106, pp. 200-202. 38

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e nel concedergli il solenne privilegio del marzo del 1137, ricordò di aver consegnato personalmente al nuovo presule pisano le insegne episcopali39. L’elezione del nuovo arcivescovo avvenne nel gennaio o nei primi giorni di febbraio del 1133, poiché la prima attestazione della nuova dignità di Uberto risale il 21 febbraio 113340.

Come è stato già più volte messo in evidenza41, la nomina voluta dal pontefice denota la volontà di Innocenzo II di affidare ad un suo fedelissimo il governo della Chiesa pisana e se ne comprende pienamente il significato qualora si consideri il ruolo che la città di Pisa svolse durante gli anni dello scisma. La scelta del pontefice, infatti, va considerata all’interno del complesso quadro politico dei primi mesi del 1133: durante questa seconda breve permanenza a Pisa, da gennaio ai primi giorni di marzo, per Innocenzo II si prospettò la necessità di contare sulle galee pisane e genovesi indispensabili all’azione del contingente del suo alleato, Lotario di Supplimburgo, sceso in Italia per sostenere la lotta contro Anacleto II e Ruggero II e per farsi incoronare imperatore. Essenziale premessa per il sostegno delle due potenze marinare, costantemente in lotta tra di loro, era la stipula di un trattato di pace e, certamente, fu proprio la mediazione per le trattative di pace con Genova a vedere impegnato nei suoi primi mesi di governo il neo eletto arcivescovo. L’accordo fu ufficializzato a Grosseto il 20 marzo del 1133, e previde la restituzione da parte della Chiesa pisana alla Sede Apostolica dei diritti metropolitici sulle diocesi corse affinché il pontefice potesse equamente dividere l’isola fra Genova e Pisa. Tuttavia, appare ormai certo che la rinunzia della sede pisana alle prerogative su metà della

39 Il passo del privilegio è significativo: «[...] venerabilis frater Huberte archiepiscope, quem ob

specialem prerogativam ad regimen ecclesie beate Marie semper virginis, cui Deo auctore presides, de gremio sedis apostolice ex magna benignitate concessimus et propriis tanquam beati Petri manibus archiepiscopalis dignitatis infula decoravimus». Il documento è edito in Ceccarelli-Lemut, La sede metropolitana e primaziale di Pisa, cit., p. 163.

40

1133 febbraio 21, ed. in CAAP, 2, n. 79: Leone e Bernardo donano all’arcivescovo di Pisa l’ospedale sito in località Casamvilia. Uberto sottoscrive come pisane ecclesie archiepiscopus et

presbiter cardinalis tituli sancti Clementis. Per molti anni si è discusso intorno alla possibilità che

Uberto avesse conservato la sua dignità cardinalizia anche dopo l’elezione all’arcivescovato; tuttavia, il già menzionato contributo di Volpini, Additiones Kehriane (II), ha chiarito definitivamente la questione e si rimanda a questo articolo per gli estremi bibliografici di tutta la discussione che qui sarebbe superfluo richiamare per esteso.

41 Palumbo, Lo scisma, cit., p. 545-546; Ganzer, Die Entwicklung, cit., p. 88; Ronzani, «La nuova

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Corsica venne compensata al momento della stipula della pace con un accordo, verbale e non scritto, tra il pontefice e l’arcivescovo Uberto, cui vennero garantite adeguate integrazioni della metropoli di Pisa, come quelle concesse ufficialmente al successore di Uberto, Baldovino, nel 1138. In tale frangente emerge un secondo aspetto del valore della nomina ad arcivescovo di Uberto, che, quale pisano e canonico di S. Maria nei vent’anni precedenti la sua assunzione al cardinalato, doveva avere sufficiente esperienza delle dinamiche politiche cittadine tale da consentirgli, come ha posto in luce Ronzani, di fungere da «autorevole garante verso la città della serietà di tali promesse»42. Merita di essere sottolineato che proprio con un accordo verbale Innocenzo II sottopose la diocesi di Massa Marittima alla sede metropolitana di Pisa. A tale accordo fece esplicitamente riferimento Uberto in una sua missiva al vescovo di Massa Marittima, Rolando, lamentandosi della sua disobbedienza43. La lettera, purtroppo, è priva di data ed è dunque difficile collocare cronologicamente l’intervento di Innocenzo II che, forse, fu contestuale agli accordi di pace del marzo del 113344 ma che, tuttavia, potrebbe essere stato attuato anche durante il concilio tenutosi a Pisa tra maggio e giugno del 113545. Vi è, inoltre, un’altra concessione pontificia ad Uberto di cui non è sopravvissuta testimonianza diretta: si tratta della conferma per la sede pisana della legazia sulla Sardegna ottenuta nel 1134, o forse prima. Infatti, nel corso del 1135 Uberto si recò in veste di