• Non ci sono risultati.

GONFALONE DELLA PROVINCIA

Nel documento Sandro Pertini (pagine 41-63)

Quirinale, 25 aprile 2006: il Gonfalone della Provincia di Latina viene decorato di Medaglia d’Oro al Merito Civile

Allo stesso modo è presente sul territorio, un reticolo di piccole e medie industrie (più di 45.000) che, al pari delle grandi imprese, è proteso in una fase ulteriore di ristrutturazione ed ammodernamento delle strutture produttive, nell’introduzione di impianti tecnologicamente avanzati, nell’ampliamento degli stessi siti di produzione.

Rispetto ad un quadro così, fatto di luci ed ombre, punteggiato dall’inderogabile necessità di salvaguardare il lavoro e di crearne altro per i giovani, le amministrazioni pubbliche sono impe-gnate a recuperare tempo prezioso per colmare i ritardi infrastrutturali che in un’area geografica, già stretta tra i due grandi poli metropolitani di Roma e Napoli, era ed è assolutamente indispen-sabile per ridare ossigeno e competitività al “Sistema Latina”: incominciando dai collegamenti con l’Autosole ed i grandi mercati!

Il “Corridoio Tirrenico” e la “Pedemontana” di Formia con la Cisterna-Valmontone, sono gli interventi più attesi e racchiudono tutte le aspettative di rilancio del nostro territorio, rap-presentando, specialmente adesso che si è tenuto conto delle osservazioni dei Comuni interessati, un’occasione da non perdere perché la provincia possa aprirsi definitivamente all’Europa e al mercato globale, in modo da innescare la ripresa economico-industriale ed un nuovo processo che valorizzi l’immenso patrimonio di risorse di cui disponiamo: 105 chilometri di costa, un mare avviato a recuperare lo splendore di un tempo e a conquistare nuove bandiere blu, isole dal fascino straordinario, parchi e colline di rara bellezza, realtà storiche ed emergenze monu-mentali difficilmente paragonabili, terme di straordinaria importanza.

Dico a me stesso e ai Sindaci del territorio, che molto potremo fare per costruire un progresso nuovo ed equamente distribuito nei suoi effetti bènefici tra i cittadini, se, insieme, saremo capaci di definire regole certe e trasparenti nell’amministrazione del territorio. L’im-prenditoria ha bisogno di tempi brevi, definiti, per poter avviare o incrementare le proprie attività. Lo Sportello Unico per le Imprese è l’obiettivo che dobbiamo presto realizzare per snellire procedimenti amministrativi troppo lunghi e farraginosi.

All’auspicio descritto, ne aggiungo uno, altrettanto fondamentale: che si compia interamente il processo di riforma del Titolo V della Costituzione, perché le Autonomie Locali possano assumere un ruolo di soggetti produttori di ricchezza, concorrendo, dal basso, a quella del Paese. Non vorrei che l’incompletezza del disegno riformatore possa consolidare nuovi centralismi nelle Regioni dopo che, per tanti anni, abbiamo espresso visioni profondamente critiche di quello statale.

Per risalire la china dello sviluppo, sono consapevole, Signor Presidente, di cosa ci atten-de: sofferenza e sacrificio. Ma, una comunità non ha storia se, nel suo divenire, non ha mai conosciuto sofferenza e sacrificio, sapendo trovare in sé l’orgoglio di rialzarsi e proseguire il suo cammino.

Dal Discorso di Armando Cusani, Presidente della Provincia, il proget-to e la richiesta della Medaglia d’Oro con la simbolica consegna della Deliberazione consiliare n. 21 del 9 Maggio 2005.

B

envenuto, Signor Presidente! (Carlo Azelio Ciampi)

Con orgoglio, sono felice di porgerLe il saluto, caloroso e profondo, della comunità della Pro-vincia di Latina, rappresentata con me dai Sindaci dei 33 Comuni che ne fanno parte e presente in ciascuna delle sue espressioni istituzionali, religiose, sociali, economiche e culturali alle quali estendo il mio indirizzo di cordialità e di stima.

Ieri Littoria, oggi Latina, la nostra Provincia ha appena compiuto il Settantesimo anniversario della sua istituzione. Settant’anni non sono tanti nella storia di una comunità, formata, su una terra di antiche culture, da genti di diversa provenienza. Sono, tuttavia, una parte significativa del percorso che essa ha compiuto e durante il quale ha maturato la determinazione e la consapevolez-za necessarie per affrontare la lunga, angusta strada dell’identità condivisa, del corretto sviluppo del territorio e dell’equa distribuzione della ricchezza che ancora l’attendono, in un contesto in cui la globalizzazione dei mercati dispiega i suoi contraccolpi sul mondo del lavoro, ma apre anche a nuove sfide che possiamo, dobbiamo raccogliere per scrivere nuove pagine di progresso economico e sociale per tutti e per i giovani in modo particolare.

La situazione congiunturale della provincia di Latina è delicata. La deindustrializzazione che, negli anni trascorsi, dopo l’uscita di Latina dalle aeree di intervento della Cassa per il Mezzogior-no, aveva già avuto pesanti effetti sui livelli occupazionali, vive nelle crisi aziendali che ogni giorno affrontiamo con le organizzazioni imprenditoriali e sindacali, condizioni di preoccupante riflusso rispetto alle quali la costante, quotidiana, leale concertazione della Provincia con le istituzioni e le categorie interessate muove un impegno intenso sia sul piano delle soluzioni più immediate, che nel definire strategie di sviluppo di medio e lungo periodo.

In Provincia di Latina sono presenti settori industriali di grandi potenzialità ed importanza:

un polo chimico-farmaceutico secondo in Italia solo a quello della Lombardia e tra i primi in Europa, caratterizzato, per ciascuna delle 16 aziende che ne fanno parte, da produzioni d’avanguardia: le valvole cardiache più usate nel mondo – per fare un esempio tra i tanti possibili - provengono da Latina;

un polo aeronautico con industrie di livello mondiale sia per qualità tecnologica dell’impiantistica di bor-do, che per gli allestimenti d’interni degli aerei di linea;

un polo agro-alimentare che nel Mercato Ortofrutticolo di Fondi ed in quello di Latina ha due punti di riferimento di livello nazionale ed europeo.

sa recare ad una donna ad opera delle truppe marocchine, formate, addestrate e comandate da ufficiali e sottufficiali francesi.

Nomi sconosciuti ai più, è vero. Ma, in questi occasionali esempi tra le migliaia possibili dalla storiografia della nostra terra, vorrei riassumere simbolicamente e fuor di retorica, la tragedia di una comunità tra due fuochi che, conservando inalterata la propria dignità e l’orgoglio d’essere italiani, diede vita ad una generale Resistenza civile in una delle fasi più buie ed orrende della storia contemporanea, affrontando a viso aperto:

fucilazioni, rastrellamenti e deportazioni nei lager tedeschi;

massicci, costanti bombardamenti e mitragliamenti alleati sia attraverso attacchi aerei, che can-noneggiamenti navali e terrestri;

la morte di migliaia di giovani, donne, bambini ed anziani che, specialmente sulla Gustav, al fine di sottrarsi alle furiose battaglie di quei mesi, cercarono di attraversare le linee, avventurandosi sui campi minati e rimanendo dilaniati dallo scoppio delle mine;

fame, malattie di ogni genere senza assistenza od aiuto alcuno;

l’esodo di parte della popolazione di diversi centri verso località dell’Italia del nord;

saccheggi e violenze, ignobili e ripetute, da parte delle truppe coloniali francesi ai danni della popo-lazione inerme, specialmente donne e minori, compiute nei centri degli Aurunci, Ausoni e Lepini.

Dimostrano tutto questo le cifre del bilancio della guerra nella nostra provincia, da cui traggo, per brevità, solo qualche dato:

a1) settemila morti, diecimila feriti, ai quali aggiungere il sacrificio della vita degli uomini in armi (tra loro, anche medaglie d’oro e d’argento al valor militare alla memoria) nei diversi scenari di guerra in Patria, sul fronte greco-albanese, in Russia ed Africa e di coloro i quali morirono a guerra conclusa per la malaria e le malattie contratte nei campi di concentramento, nelle operazioni di sminamento o, comunque, per esplosioni di ordigni bellici;

b1) otto comuni pressoché rasi al suolo, altri otto severamente danneggiati sia nel patrimonio edi-lizio che nelle infrastrutture.

Dimostrano ancora tutto questo le onorificenze conferite ai gonfaloni di 14 dei nostri Comuni:

Due Medaglie d’oro al Valor Civile: Castelforte e Santi Cosma e Damiano;

I nostri padri, le nostre madri affrontarono prove peggiori. In particolare una, sconvolgente, tragica: la guerra e le sue nefaste ripercussioni ben oltre il tacere dei cannoni.

Era il novembre del 1943, quando la guerra entrò nelle case dei nostri genitori. La Provincia di Littoria era stata istituita appena 9 anni prima, attraverso la fusione del set-tore nord della ex Provincia di Terra di Lavoro, soppressa nel 1926, con il setset-tore sud della provincia di Roma e comprendeva 30 comuni.

Debole sul piano economico per la drastica riduzione degli investimenti pubblici dovuti pri-ma all’impegno in Etiopia, poi in Spagna, gli anni del secondo conflitto mondiale colsero la nuova provincia alle prese con l’obiettivo di consolidare un corpo sociale che usciva dalla boni-fica integrale e dalla nascita di una istituzione che doveva saldare due zone storicamente diverse, organizzare una nuova vita per diverse migliaia di immigrati e relazioni politiche ben più ampie della sua origine.

Quella guerra che appariva così lontana mostrò presto il suo vero volto, investendo su larga scala tutti i comuni dell’area compresa tra Aprilia ed il fiume Garigliano, conferendo a Littoria, oggi Latina il tragico primato di unica Provincia d’Italia investita contemporaneamente da due fronti:

La Linea Gustav con epicentro nella “piccola Cassino”, come gli storici contemporanei definiscono l’area aurunca degli attuali Comuni di Castelforte e Santi Cosma e Damiano, espugnati con tecni-che di guerra del primo conflitto mondiale, ovvero con sanguinosi assalti e combattimenti ad arma bianca, dalle tristemente famose truppe coloniali del Corpo di Spedizione Francese;

Il fronte Anzio-Nettuno che, in realtà, fu il fronte Littoria-Cisterna di Latina-Aprilia.

Antonio D’Aprano aveva dieci anni quando, sulle colline che cingono Santi Cosma e Damia-no, fu ucciso a sangue freddo per non avere voluto rivelare il luogo dove il padre e i fratelli più grandi erano nascosti per sottrarsi alla deportazione in Germania. La madre, prima che il figlio fosse sepolto, si tolse le scarpe e le mise ai piedi di Antonio che non le aveva da tempo.

Giuseppe Di Pastena fu catturato in uno dei frequenti rastrellamenti nazisti nel suo paese natale, Castelforte. Aveva 18 anni, quando un plotone d’esecuzione ne spezzò la vita in un lager tedesco.

Solo diversi anni più tardi, fu possibile ritrovarne i resti grazie al senatore a vita Giulio Andreotti, profondamente colpito dalla disperazione della madre.

E, poi, Maria …. ferita nell’animo per sempre dall’affronto più ignobile e bestiale che si

pos-più giovani l’amore per la Patria, la Pace, la Libertà di ogni Uomo, qualunque siano il colore della sua pelle, le sue idee politiche, la sua fede religiosa, le sue condizioni sociali.

Benvenuto di nuovo Signor Presidente! Di cuore!

Benvenuto nella terra in cui Altiero Spinelli, Eugenio Colorni ed Ernesto Rossi concepi-rono e dalla quale diffusero l’Idea dell’Europa Libera ed Unita!

Benvenuto nella terra in cui Sandro Pertini tornò, accolto con calore ed affetto, da Presidente della Repubblica, dopo avervi temprato, ancor di più se possibile, la propria fede nella Democrazia e nella Libertà in anni di lotta e di confino, testimoniati nei documenti estratti dal suo voluminoso fascicolo personale e riprodotti per Lei, con il suo carico di simbolismo e di affini valori, in un’unica edizione anastatica con l’aiuto e la collaborazione scientifica dell’Archivio di Stato di Latina, che di quel fascicolo è scrupoloso e rispettoso custode.

A Lei, Signor Presidente, esprimo lo stesso calore, lo stesso affetto riservati vent’anni fa a Sandro Pertini da una comunità che, mai come oggi, sono stato così orgoglioso di rappre-sentare innanzi alla guida morale di tutti gli italiani.

Due Medaglie d’oro al Merito Civile: Minturno e Lenola;

Quattro Medaglie d’argento al Valor Civile: Cisterna, Formia, Gaeta, Terracina;

Quattro Medaglie d’argento al Merito Civile: Campodimele, Fondi, Spigno Saturnia e Priverno;

Una Medaglia di bronzo al Valor Civile: Itri;

Una medaglia di bronzo al Merito Civile: Aprilia.

Sessant’anni dopo, storici e storiografi hanno contribuito a portare alla luce fatti sconosciuti o non sufficientemente conosciuti, in taluni casi depositi sepolti di violenza, bruta ed efferata, motivando fortemente la Provincia, quale rappresentante dell’unità del suo tessuto sociale e del suo territorio, a richiedere che il Gonfalone della propria rinascita, nella Democrazia e nel verbo della Costitu-zione, sia fregiato della Medaglia d’oro al valor civile per memoria delle sofferenze, dei sacrifici, delle privazioni, dei morti patiti dalla sua popolazione tra il novembre 1943 ed il maggio 1944 e per monito alle generazioni del presente e del futuro affinché il ripudio della guerra, la costruzione e l’affermazione della Pace e della Libertà ne scandiscano l’esistenza, ne accompagnino l’impegno per un mondo migliore, del quale avvertiamo il forte ed urgente bisogno.

Abbiamo avuto sessant’anni di pace e, forse, abbiamo rimosso la guerra dai nostri pensieri o, più probabilmente, ne abbiamo delimitato i contorni ai due grandi, nefasti eventi del primo No-vecento.

Tuttavia, nel mondo si continua a combattere. La regionalizzazione dei conflitti non può non riguardarci. Soprattutto se a patirne le conseguenze sono i bambini. Si calcola che - nell’arco tem-porale compreso tra il 1985 ed il 1995 - due milioni di loro siano rimasti uccisi e che altri quattro, cinque milioni siano rimasti feriti o mutilati nelle guerre disseminate in ogni angolo del pianeta.

Che civiltà è la nostra se si continua a vivere nell’odio, se al centro dei conflitti pone proprio i bambini?

Quanto meno, è una civiltà percorsa da malesseri profondi e pericolosi.

Ecco perché affido alla Sua sensibilità, Signor Presidente, la nostra attesa, rappresentando essa l’inizio di un nuovo percorso della memoria che interesserà le nostre scuole, la nostra storia, i nostri paesi. Faremo “Memoria” perché quei mesi tra il novembre del 1943 ed il maggio 1944, mai siano dimenticati, perché la coscienza di quanti ne vissero i giorni aiuti a maturare in coscienze

IL DOCUMENTO

AL QUIRINALE

Il Giorno della Medaglia d’Oro

“N

e parlerò con il Ministro dell’Interno Pisanu”, disse il Presidente Ciampi a Cusani, tornando al Quirinale. Così fu, perché Pisanu incontrò Cusani al Palazzo del Viminale alcuni mesi dopo per conosce-re storia e contenuti di una iniziativa destinata a consacraconosce-re l’unità di una provincia, pur diseguale sul piano socio-economico e strutturale, dinanzi alla seconda grande tragedia del primo Novecento, rimanendone partico-larmente colpito al pari della Commissione di esperti militari e civili che esaminò la richiesta e la mole di atti, documenti anche inediti, bibliografia e libri trasmessi attraverso tre distinte spedizioni per dimostrare le ragioni di riconoscere alla popolazione pontina il prestigioso fregio per l’originale e triste primato di aver patito di tutto stretta com’era tra i fronti del sud e del nord pontino.

Nel mese di dicembre 2005 la conclusione dell’istruttoria, quattro mesi dopo, nell’imminenza della celebrazione della Festa di Liberazione, ecco arrivare la comunicazione ufficiale della concessione della Medaglia d’Oro al Merito Civile al Gonfalone della Provincia. La cerimonia di consegna si tenne il 25 aprile 2006, nel cortile d’onore del Quirinale.

Questa la motivazione dell’onorificenza:

“Territorio di rilevante importanza strategica, dopo l’8 settembre 1943, fu teatro di violenti scontri fra gli opposti schieramenti, subendo devastanti bombardamenti che causarono la distruzione di ingente parte del patrimonio edilizio, industriale e agricolo.

Oggetto di feroci rappresaglie, deportazioni e barbarie, la fiera popolazione pontina, sor-retta da eroico coraggio, profonda fede nella libertà ed altissima dignità morale, sopportava la perdita di un numero elevato di concittadini ed indicibili sofferenze, offrendo un luminoso esempio di abnegazione, di incrollabile fermezza ed amor patrio”. (1943-1944-Provincia di Latina)”.

Dopo il prestigioso riconoscimento al Quirinale, il Percorso della Me-moria in ciascun comune insignito di onorificenza al Gonfalone. Do-vevano essere in tutto cinque eventi. La condivisione e l’apprezzamento

della gente, del mondo della scuola, di quello militare, dei giovani sono stati tali da motivare la prosecuzione del cammino di valori della libertà, della pace e della democrazia fino a realizzare tredici tappe sul territo-rio e un itineraterrito-rio culturale ed artistico attraverso le opere in bronzo dei Maestri di Agnone e della scultrice Paola Patriarca Marinelli, quelli dell’Antica Fonderia Marinelli esistente dall’anno Mille ed azienda più longeva al mondo. Attraverso le parole di Armando Cusani, Giovane Presidente, ecco le storie che la Provincia ha raccontato a tanti giovani e cittadini pontini perché questa Medaglia d’Oro possa essere il simbolo in cui riconoscersi.

I MONUMENTI DEL

Nel documento Sandro Pertini (pagine 41-63)