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P RIMA DI A UGUSTO

3. I FUNERALI DI DRUSO: UNA SEPOLTURA DISCUSSA

Druso Maggiore, figlio di Livia e Tiberio Claudio Nerone, morì nel 9 a.C. in Germania, nei pressi di Mogontiacum. Livio e Cassio Dione forniscono due diverse versioni della scomparsa del figliastro prediletto di Augusto: il primo ricorda una caduta da cavallo, nella quale Druso si sarebbe rotto una gamba; nel racconto del più tardo senatore sarebbe stata una malattia a provocarne la morte dopo il ritiro delle sue truppe dall’Elba, fiume che non era riuscito a oltrepassare.514

Venuto a conoscenza della malattia di Druso, Augusto mandò subito Tiberio sul luogo: a lui toccò il compito di ricondurre a Roma le spoglie del fratello.515 Lo stesso imperatore, del resto, raggiunse Ticinum per accogliere la salma e non se ne separò fino al momento dell’ingresso in città.516 Non diversamente la madre Livia seguì il corpo del figlio, trasportato nell’Urbs in solenne processione dai municipiorum coloniarumque primores.517 Molti onori furono decretati per il giovane generale. L’esercito gli innalzò un cenotafio (tumulus honorarius) a Magonza, intorno al quale ogni anno, in una data stabilita, i soldati avrebbero dovuto compiere una decursio e le città delle Gallie fare pubbliche supplicationes.518

A Roma il Senato fece erigere un arco onorario ornato di trofei sulla via Appia e gli fu concesso un funus publicum di grande solennità, come si può ricavare dal paragone proposto da Tacito tra i suoi funerali e quelli del figlio Germanico nel 19 d.C.519 Intorno al feretro si raccolsero le effigi degli antenati della gens Claudia e della Iulia e in suo

514 Liv., per. 142; Cass. Dio 55, 1, 4. Cfr. Plin., N.H. 7, 84; Suet., Claud. 1, 4, che ugualmente fanno

riferimento a una malattia.

515 Per la presenza di Tiberio sul letto di morte di Druso: Liv., per. 142, 4; Sen., Cons. ad Polyb. 15, 5;

Sen., Cons. ad Marciam 3, 1, 2; Cass. Dio 55, 2, 1; Val. Max. 5, 5, 3; Cons. ad Liviam 89-96; 171-177; Suet., Tib. 7, 3; Plin., N.H. 7, 84.

516

Tac., Ann. 3, 5, 1.

517 Suet., Claud. 1, 5: «Corpus eius per municipiorum coloniarumque primores, suscipientibus obviis scribarum decuriis, ad urbem devectum sepultumque est in campo Martio»; Sen., Cons. ad Marciam 3, 2:

«Longo itinere reliquias Drusi sui prosecuta (Livia), tot per omnem Italiam ardentibus rogis, quasi

totiens illum amitteret, irritata, ut primum tamen intulit tumulo, simul et illum et dolorem suum posuit».

Per l’atteggiamento composto di Livia ai funerali del figlio: FRASCHETTI 2005, p. 87.

518 Suet., Claud. 1, 3: «Ceterum exercitus honorarium ei tumulum excitavit, circa quem deinceps stato die quotannis miles decurreret Galliarumque civitates publice supplicarent»; Cass. Dio 55, 2, 3. Secondo una

lettura della Tabula Siarensis, l’iniziativa spontanea dell’esercito fu subito accolta da Augusto: AE 1984, 508, I, ll. 26-34; LEBEK 1987, pp. 142-148.

519 Tac., Ann. 3, 5, 1: «Fuere qui publici funeris pompam requirerent compararentque quae in Drusum, patrem Germanici, honora et magnifica Augustus fecisset». Per la dedica di un arco in suo onore: Suet., Claud. 1, 7; Cass. Dio 55, 2, 3.

onore furono compiute tutte le cerimonie «tratte dagli antichi o inventate dalle generazioni successive».520 Tiberio pronunciò l’elogio funebre per il fratello nel Foro, mentre Augusto attese il corteo funerario, che doveva accompagnare la salma fino al luogo di sepoltura in campo Martio, nel Circo Flaminio: l’imperatore non poteva varcare il pomerio prima di aver compiuto i riti che spettavano a un generale al rientro da una campagna militare, motivo per cui fu costretto a pronunciare la sua laudatio funebre in un secondo momento, durante una sosta della pompa nell’area del circo.521 Secondo la tradizione riportata in Cassio Dione, il rogo era stato preparato nel Campo Marzio: qui il corpo fu cremato e le ceneri sepolte nel Mausoleo di Augusto.522 Questa testimonianza ha a lungo condizionato gli studi relativi alla sepoltura di Druso: Cassio Dione, infatti, è considerato una fonte estremamente affidabile per l’età augustea, dal momento che trae molte delle sue informazioni da Livio. La notizia è stata pertanto accolta da buona parte degli studiosi che si sono occupati delle sepolture contenute nel Mausoleo di Augusto, con varie argomentazioni.523 Tuttavia alcuni elementi hanno condotto di recente a mettere nuovamente in dubbio questa attribuzione e a riaffermare l’ipotesi dell’esistenza di un sepolcro autonomo di Druso.524 La questione è piuttosto complessa e merita spazio in quanto di una certa importanza per l’individuazione del percorso (o dei percorsi) dei cortei funerari: rogo e luogo di sepoltura dei membri della famiglia regnante costituivano, infatti, il termine ultimo della processione.

Per avere chiari i termini del problema è indispensabile far riferimento alle fonti antiche, letterarie ed epigrafiche, relative alla sepoltura di Druso, che come ricordano tanto Svetonio quanto Cassio Dione, si trovava nel Campo Marzio.525

520 Tac., Ann. 3, 5, 1: «[…] circumfusas lecto Claudiorum Iuliorumque imagines; defletum in foro, laudatum pro rostris; cuncta a maioribus reperta aut quae posteri invenerint cumulata».

521 Cass. Dio 55, 2, 2: «kaˆ aÙtoà ™n tÍ ¢gor´ proteqšntoj diploàj Ð ™pit£fioj ™lšcqh: Ó te g¦r

Tibšrioj ™ntaàqa aÙtÕn ™pÇnese, kaˆ Ð Aàgoustoj ™n tù Flamin…wë ƒppodrÒmwë [...]». La notizia è riportata dal solo Cassio Dione; Liv., per. 142, 4 e Tac., Ann. 3, 5, 1 ricordano un’unica laudatio nel Foro. Alcuni studiosi hanno pertanto suggerito che fosse stato Tiberio a pronunciare l’orazione dal Circo Flaminio, contro la testimonianza esplicita di Cassio Dione (SEAGER 2005, p. 22 e n. 50, p. 245). Tuttavia, come non ha mancato di precisare Fraschetti, non ci sono motivi validi per dubitare della nostra fonte: tecnicamente infatti era Augusto a possedere l’imperium sotto i cui auspicia Tiberio aveva combattuto. Era l’imperatore pertanto a dover rendere grazie agli dei per le imprese compiute dal figliastro, che era suo legato, e sempre lui a non poter attraversare il pomerio nella circostanza del funerale di Druso: FRASCHETTI 1996, p. 213 con bibliografia precedente.

522 Cass. Dio 55, 2, 3.

523 Si veda da ultimo Panciera in H

ESBERG-PANCIERA 1994, pp. 72-76.

524 C

OARELLI 1997, pp. 594-599.

525 Suet., Claud. 1, 5: «sepultumque est in campo Martio»; Cass. Dio 55, 2, 3: «kaˆ Ð me;n e[j te tÕ

Le fonti saranno presentate organizzate in tre gruppi: quelle che riferiscono di un tumulus C. Iuli; le testimonianze che parlano di un tumulus o di un monumentum Drusi e infine quelle che possono essere ricondotte in via ipotetica al Mausoleo di Augusto (l’unica fonte a menzionarlo direttamente, come vedremo, è Cassio Dione).

Questa suddivisione, lungi dal costituire una presa di posizione pregiudiziale, ha lo scopo di rendere più agevole la consultazione della documentazione antica in nostro possesso e consente di mettere in luce, fin da una prima analisi, le differenze terminologiche che sono alla base della diatriba sul luogo di sepoltura di Druso.

TUMULUS C.IULI

Liv., per. 142: «Corpus (Drusi) a Nerone fratre […] Romam pervectum et in tumulo C. Iuli reconditum. Laudatus est a Caesare Augusto vitrico».