Produzione di materie prime seconde in Italia
1.1 I materiali secondari da recupero dei rifiuti
Produzione di materie prime seconde in Italia
Il 2020 sarà l’anno dell’economia circolare, il nuovo modello verso cui tutti i Paesi europei dovrebbero orientare i propri sistemi produttivi recependo, entro i primi di luglio, il pacchetto di direttive comunitarie approvate nel 2018. Anche se la circolarità non si limita al recupero dei rifiuti, questo settore rappresenta uno snodo fondamentale nella transizione a partire dall’e-conomia lineare.
Il riciclo dei rifiuti è un’attività centrale nel modello dell’economia circolare poiché consente la produzione di materie prime seconde e il loro impiego all’interno del ciclo produttivo, in affiancamento alle materie pri-me vergini. Attraverso la simbiosi industriale, inoltre, si possono recuperare residui e scarti di lavorazione:
1 Sono compresi prodotti e materie prime ottenuti ai sensi dei decreti del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 5 febbraio 1998, 12 giugno 2002 n. 161, 17 novembre 2005 n. 269 e dell’articolo 9-bis lettera a) e b) del D.L. 6 novembre 2008 n. 172, convertito con modificazioni dalla Legge 30 dicembre 2008 n. 210.
2 I materiali analizzati corrispondono alle seguenti voci della modulistica MUD: Carta e cartone (carta); Rottami di vetro (vetro); Plastica (plastica);
Legno e sughero (legno); Gomma (gomma); Ammendante compostato verde, Ammendante compostato misto, Altri ammendanti, Digestato (organico).
ciò che per un’impresa è un sottoprodotto o un rifiuto, può costituire l’input di un’altra impresa, non necessa-riamente nello stesso settore di attività.
Lo sviluppo del riciclo e della simbiosi industriale passa necessariamente dall’integrazione del settore di gestione dei rifiuti e dell’industria manifatturiera che comunque, in parte, già oggi operano seguendo i principi dell’economia circolare. Si ritiene quindi uti-le avere una stima aggiornata della quantità di rifiuti effettivamente trasformati in materie prime seconde (MPS) in Italia per capire la capacità produttiva delle aziende coinvolte e valutare, nel tempo, il loro contri-buto nell’evoluzione verso un sistema economico di tipo circolare.
1.1 I materiali secondari da recupero dei rifiuti
Per stimare la quantità di rifiuti trasformati in materiali secondari si analizza la produzione nazionale di MPS derivanti dallo svolgimento di attività di recupero dei rifiuti, che ne cessano la qualifica.
L’analisi si basa sui dati presentati con cadenza annua-le da imprese ed enti che gestiscono rifiuti alannua-le Camere di commercio italiane, tramite il Modello Unico di Di-chiarazione ambientale (MUD): a partire dal 2014, gli impianti che recuperano i rifiuti sono infatti tenuti a comunicare anche le quantità di End of Waste e/o ma-teriali secondari – ai sensi dell’art. 184-ter del D.Lgs.
152/2006 – che producono nell’anno di riferimento1. Questo studio si concentra sui materiali secondari di carta, vetro, plastica, legno, gomma e organico2. I dati presentati possono differire da quelli contenuti nei capitoli sulle singole filiere, in quanto l’analisi è stata condotta sui rifiuti, sia urbani sia speciali, classificati in base ai codici EER, e prescinde da considerazioni re-lative ai flussi di raccolta. Il focus inoltre riguarda nello specifico la componente di MPS che deriva dall’attività di recupero e non la quantità di rifiuti avviati a riciclo.
Il perno dell’analisi è rappresentato dai riciclatori,
indivi-Produzione di materie prime seconde in Italia
1
duati come i soggetti che comunicano, tramite il MUD,di produrre almeno uno dei suddetti materiali attraverso il recupero di materia; sono invece esclusi i gestori che svolgono esclusivamente pretrattamenti e stoccaggi.
Una prima versione di questa ricerca è stata svolta per l’edizione 2016 del presente Rapporto: per brevità si rimanda quindi a quella pubblicazione per i dettagli sulle scelte preliminari adottate ai fini del lavoro3. L’obiettivo di questo approfondimento è ricostruire, attraverso i dati trasmessi dalle imprese, uno schema generale del processo di recupero, che rappresenti in maniera sintetica e semplificata il complesso sistema sotteso alla trasformazione dei rifiuti in materie prime seconde o prodotti riciclati.
I dati MUD sono stati sottoposti a un processo di va-lidazione che prevede, in primo luogo, il riscontro tra i rifiuti in entrata agli impianti e una selezione delle categorie di rifiuto associate alla produzione dei ma-teriali secondari4, individuate su base merceologica considerando la classificazione europea ufficiale, al massimo livello di dettaglio possibile5. L’obiettivo pre-ciso di questa verifica è restringere il campo di analisi ai rifiuti che concorrono direttamente alla produzione di materiali secondari. Si ribadisce che lo studio ver-te infatti specificamenver-te sulla produzione di maver-teriali attraverso il recupero di rifiuti; eventuali input di altra origine sono perciò fuori dall’ambito di studio.
Le dichiarazioni che, sulla base di valutazioni qua-li-quantitative dei flussi, includono tra i materiali
se-3 Si veda nello specifico il paragrafo 1.1 del Rapporto “L’Italia del riciclo” del 2016.
4 I rifiuti recuperati, per ogni materiale, si distinguono tra “tipici” (ovvero riconducibili, per categoria merceologica di appartenenza, a un impiego diretto finalizzato alla produzione di quel materiale, per es. il rifiuto avente descrizione “Carta da rifiuti urbani” per la produzione di materiale secon-dario carta) e “non tipici” (rifiuti con una composizione mista, comuni pressoché alla totalità dei raggruppamenti considerati). Si precisa che i rifiuti recuperati da un singolo gestore possono essere prodotti e ricevuti da terzi e/o prodotti dal gestore stesso.
5 Si riporta nel seguito l’elenco dei codici di cui all’“Elenco Europeo dei Rifiuti” che individuano le categorie di rifiuto tipiche considerate in entrata, per ogni materiale: (i) carta: 0303XX, 150101, 150203, 191201, 200101; (ii) vetro: 101103, 101112, 101199, 150107, 160120, 170202, 191205, 200102; (iii) plastica: 020104, 070213, 070299, 120105, 150102, 160119, 160306, 170203, 190905, 191204, 200139; (iv) legno: 030101, 030104, 030105, 030199, 150103, 170201, 191206, 191207, 200137, 200138, 200201; (v) gomma: 070299, 160103, 160306, 191204; (vi) organico: 02XXXX (tranne 020104, 020108, 020109, 020110, 020703), 190604, 190606, 190805, 191207, 200108, 200201, 200302. I rifiuti che in entrata vengono classificati come tipici per più di un materiale sono i codici 191207 e 200201, con riferimento ai materiali secondari di legno e organico, e 070299, 160306 e 191204, con riferimento a plastica e gomma. In caso di concomitanza, la quantità di ciascuno di questi codici viene ripartita tra i materiali di riferimento proporzionalmente al peso dei rispettivi materiali in uscita. Fatta eccezione per l’organico, per gli altri materiali si considera in entrata anche il codice 150106 “Imballaggi in materiali misti”, in quanto rifiuto non tipico: nei casi di concomitanza per due o più materiali, la quantità di EER 150106 in entrata viene ripartita tra i materiali interessati, in proporzione al peso dei relativi output in uscita (materiali e rifiuti, classificati per raggruppamento merceologico).
6 Per carta, vetro, plastica, legno e gomma l’elenco dei codici rifiuto tipici considerati in uscita corrisponde a quello dei rifiuti in entrata; per l’or-ganico i rifiuti tipici considerati in uscita includono, oltre a quelli considerati in entrata, i seguenti codici: 161002, 1905XX, 1906XX (tranne 190699).
I codici 1905XX, in particolare, vengono considerati solo se, a livello di singola dichiarazione, risultano (i) prodotti in proprio e (ii) non riconducibili al trattamento di rifiuti urbani indifferenziati. I rifiuti che in uscita vengono classificati come tipici per più di un materiale sono, come per l’entrata, i codici 191207 e 200201, con riferimento a legno o organico, e EER 070299, 160306 e 191204, con riferimento a plastica e gomma; in caso di concomi-tanza, la quantità di ogni codice viene ripartita tra i materiali di riferimento proporzionalmente al peso degli altri tipici in entrata per ogni materiale.
Per tutti i materiali si considera in uscita, in qualità di rifiuto non tipico, anche il codice 191212 “Altri rifiuti (compresi misti) da trattamento meccanico dei rifiuti” se, a livello di singola dichiarazione, risulta (i) prodotto in proprio e (ii) non riconducibile al trattamento di rifiuti urbani indifferenziati;
laddove considerato, in caso di concomitanza per due o più materiali, la quantità di tale rifiuto viene contabilizzata in quota parte, proporzionalmente al peso dei rifiuti tipici in entrata.
condari anche prodotti ottenuti impiegando sostanze diverse dai rifiuti, sono state rettificate in sede di con-trollo dei dati. Del resto, come esplicitato nelle istru-zioni aggiuntive per la compilazione del MUD a cura dell’ISPRA (2016) “nel caso in cui i materiali vengano prodotti attraverso cicli produttivi che impiegano, in diverse quantità sia rifiuti sia materie prime, il dichia-rante dovrà riportare, tramite stima fatta con la miglio-re accuratezza possibile, la sola quota di materiali se-condari ascrivibili ai rifiuti”.
I rifiuti che entrano nel processo di rigenerazione dei materiali di carta, vetro, plastica e legno si possono distinguere in tre tipologie: imballaggi (EER 15XXXX), rifiuti domestici e assimilabili (EER 20XXXX), tutti gli altri rifiuti tipici (speciali); lo stesso vale per la gom-ma e l’organico, fatta eccezione per gli imballaggi. Si sottolinea che una quota parte degli imballaggi, so-prattutto se di origine domestica, necessita di pretrat-tamenti e non arriva ai recuperatori finali con il codice EER 15, di conseguenza i valori qui indicati non sono confrontabili con quelli dei capitoli dedicati alle singo-le filiere.
Specularmente si identificano, al livello di massimo dettaglio dell’Elenco Europeo dei Rifiuti, i codici del flusso di output del processo che porta alla produ-zione di ogni materiale6: questi rifiuti possono essere destinati a gestori che (i) li sottopongono a ulteriori operazioni di recupero di materia funzionali alla pro-duzione delle MPS analizzate oppure (ii) svolgono
al-tre operazioni di gestione, non finalizzate alla produ-zione delle MPS considerate in questo studio7.
Individuati così i confini che delimitano l’ambito dell’a-nalisi – a partire dal flusso input, attraverso il recupero di materia, fino al flusso output costituito dai materiali secondari e dai rifiuti a valle del riciclo – Ecocerved ha svolto la bonifica dei dati8. Tramite tale attività, è stata ottenuta quindi una banca dati su cui è stato possibile misurare per ogni materiale la resa di processo, cal-colata come il rapporto tra la quantità di materiali se-condari prodotti e la quantità complessiva dei relativi rifiuti sottoposti a recupero. L’analisi è stata condotta su dati riferiti all’anno più recente per cui si dispone di dati consolidati: il 2017, oggetto di dichiarazione MUD 2018. Per valutare l’attendibilità delle informazioni e delle elaborazioni proposte, è stato inoltre costruito un indicatore di copertura della banca dati rispetto all’u-niverso di riferimento dei recuperatori finali, per ogni materiale considerato.
Allo scopo di inquadrare il fenomeno all’interno di un contesto più ampio, si riportano infine un prospetto generale su produzione e gestione dei rifiuti in Italia
7 In questo lavoro le operazioni di gestione dei rifiuti sono classificate nelle seguenti macro-attività, con riferimento alle operazioni di cui al D.Lgs.
152/2006 (Allegato C alla Parte IV) e s.m.i.: recupero di materia (operazioni da R2 a R9); pretrattamenti e stoccaggi (R12, R13, D15, D13, D14); termo-valorizzazione e incenerimento (R1, D10); discarica (D1, D5, D12); altro smaltimento (da D2 a D9, tranne D5). Si precisa che le quantità avviate a pre-trattamenti e stoccaggi vengono contabilizzate solo se attività esclusive ovvero non effettuate in concomitanza con altre operazioni di trattamento.
Si specifica infine che nel recupero di materia vengono considerate anche le operazioni R10 e R11 per l’analisi (i) della gestione dei rifiuti a valle del riciclo e (ii) del contesto nazionale (descritto nella parte finale dell’approfondimento).
8 La bonifica dei dati consiste in una serie di procedure di controllo e riscontro incrociato, per rettificare eventuali valori anomali dovuti a errori di compilazione. Oltre che avvalendosi dell’esperienza pluriennale maturata da Ecocerved nell’attività di bonifica del MUD, in sede di validazione dei dati specificamente riferiti alla produzione delle MPS, si è fatto ricorso anche agli elenchi ufficiali dei “recuperatori” pubblicati dai Consorzi di filiera del sistema CONAI.
negli ultimi anni e una panoramica inedita sulle auto-rizzazioni, da fonte MUD 2018, dei gestori di rifiuti che dichiarano di produrre le varie MPS analizzate.
1.1.1 Dati di produzione dei materiali
Attraverso l’analisi svolta secondo la metodologia descritta in precedenza, dai dati MUD comunicati nel 2018 risulta una produzione totale di materiali secon-dari di carta, vetro, plastica, legno, gomma e organico pari a 12,1 Mt in Italia, ad opera di circa 1.200 imprese articolate in oltre 1.350 unità locali.
A confronto con i dati 2014, le MPS di carta, vetro, pla-stica e legno crescono dello stesso ordine di grandez-za, registrando un aumento del 10%; l’organico inve-ce mostra una variazione molto più alta, superiore al +40%. In totale si rileva una crescita media del 14% dei materiali secondari prodotti, escludendo la gomma (che non rientrava nelle elaborazioni riferite al 2014).
Il numero delle imprese che producono MPS cresce in misura simile alle quantità e complessivamente (esclu-sa la gomma) aumenta di circa il 17% rispetto al 2014, quando sfiorava un totale di 1.050 (Tabella 1.1).
Figura 1.1 Schema generale di produzione di un materiale secondario
Fonte: Elaborazione Ecocerved
Recuperatore
Recupero di materia
Recupero di energia/incen.
Pretrattamenti e stoccaggi
Discarica
Altro smaltimento Imballaggi
(EER15XXXX)
Materiali
Rifiuti Rifiuti domestici
e assimilabili Tutti gli altri rifiuti tipici
1.1.2 Rifiuti recuperati
Sono state individuate preliminarmente le tipologie di rifiuto in entrata agli impianti che, sottoposte ad at-tività di trattamento da parte di recuperatori, contri-buiscono alla produzione dei materiali considerati: nel 2017 si contano in totale, per le sei tipologie di mate-riali oggetto di analisi, 17,9 Mt di rifiuti recuperati.
In generale il flusso input si può distinguere in tre ti-pologie: imballaggi (EER 15XXXX), rifiuti domestici e assimilabili (EER 20XXXX), tutti gli altri rifiuti tipici (Tabella 1.2). Si nota in particolare che per la carta il
flusso degli imballaggi rappresenta il 55% dell’input totale, cui fanno seguito i rifiuti domestici e assimila-bili con circa il 40%. Con riferimento al vetro il peso degli imballaggi è anche superiore, oltre il 60% dell’en-trata complessiva; una componente di poco superiore al 30% spetta poi al raggruppamento di tutti gli altri rifiuti, diversi sia da imballaggi sia da domestici e as-similabili. Per quanto riguarda la plastica, il flusso si ripartisce tra imballaggi, per poco meno del 40%, e altri rifiuti tipici per circa il 60%. Sul legno oltre il 70%
dell’input totale proviene dal flusso di tutti gli altri ri-Tabella 1.1 Produzione di materiali secondari e variazione rispetto al 2014, per tipo di materiale seconda-rio prodotto (t e %) - 2017 e 2017/2014*
Materiale secondario Produzione MPS Variazione % 2017/2014
Carta 5.103.689 +10,0
Vetro 1.982.656 +10,3
Plastica 895.849 +9,7
Legno 2.456.017 +11,1
Totale carta, vetro, plastica e legno 10.438.211 +10,3
Gomma 78.914
Organico 1.565.105 +43,2
Totale 12.082.230
Fonte: Elaborazione Ecocerved su dati MUD 2015 e 2018
*In questa tabella, come in tutto il resto del documento, l’eventuale mancata quadratura tra il totale e la somma dei subtotali disaggregati è dovuta unicamente all’arrotondamento dei valori numerici, se non diversamente specifi cato.
Tabella 1.2 Quantità di rifi uti in ingresso ai recuperatori e distribuzione per provenienza, in relazione al materiale secondario prodotto (t e %) - 2017
Materiale secondario
Rifi uti in ingresso ai recuperatori
che producono MPS (t) Imballaggi (%)
Domestici e assimilabili (%)
Tutti gli altri tipici (%)
Carta 5.517.601 55 39 6
Vetro 2.525.694 63 4 33
Plastica 1.125.918 37 <1 63
Legno 3.267.063 13 13 74
Totale carta, vetro,
plastica e legno 12.436.276 44 21 35
Gomma 123.843 — — 100
Organico 5.381.931 — 84 16
Totale 17.942.050
Fonte: Elaborazione Ecocerved su dati MUD 2018
fiuti tipici e tale percentuale raggiunge il 100% nel caso della gomma. Per l’organico, quasi l’85% dei rifiuti in ingresso è costituito da rifiuti domestici e assimilabili.
I rifiuti recuperati nel 2017 mostrano, rispetto al 2014, un andamento coerente con quello della produzione delle relative MPS, segnando un aumento complessivo che, esclusa la gomma, raggiunge il +14%.
1.1.3 Copertura della banca dati
La banca dati utilizzata si basa sui MUD presentati nel 2018, focalizzando sull’apposita sezione dati del mo-dello di dichiarazione riguardante la produzione di materiali secondari derivante dal recupero di rifiuti.
A riprova dell’attendibilità dell’analisi, è stato costru-ito un indicatore di copertura rispetto all’universo di riferimento9, rapportando i rifiuti tipici recuperati dai riciclatori che generano MPS alla quantità degli stessi rifiuti trattati da tutti i recuperatori finali, a prescindere dal fatto che dichiarino o meno di ricavarne MPS.
Nel 2017, come riportato in precedenza, sono stati re-cuperati 17,9 Mt di rifiuti al fine di produrre MPS e si valuta in 20,7 Mt la quantità delle stesse tipologie di rifiuto trattata complessivamente dai recuperatori fi-nali in Italia: il valore medio dell’indicatore di copertura
9 Per individuare l’universo dei recuperatori finali, ci si basa sulla banca dati consolidata ai fini del presente studio, considerando per ogni materiale la resa media come il benchmark di riferimento: un operatore che dichiara tramite il MUD di effettuare attività di recupero ma non di produrre MPS viene quindi annoverato tra i recuperatori finali se, considerando quanto conferisce nella fase di output, esibisce una performance compatibile a quella del benchmark.
10 Con specifico riferimento all’organico, l’indicatore di resa sensibilmente più basso rispetto agli altri materiali è legato, da un lato, alle caratteri-stiche qualitative – non sempre ottimali – dei rifiuti raccolti, e, dall’altro, al fenomeno di perdita di peso tra le sostanze in ingresso (umide) e quelle in uscita (secche), che limita il rendimento del processo di riciclo e, di contro, non dà però necessariamente luogo alla produzione di ulteriori rifiuti di scarto.
si attesta quindi all’87%; le percentuali più alte, tra il 95% e il 99%, si riscontrano sui materiali secondari di gomma, vetro e legno. Anche sulla copertura si osser-va un quadro piuttosto stabile rispetto al 2014, quando il livello medio era 85% (Tabella 1.3).
1.1.4 Resa
La lavorazione dei rifiuti attraverso cui si generano MPS ha una resa, calcolabile come rapporto tra la quantità di materiali secondari in output e quella di rifiuti in in-put, che si differenzia a seconda del raggruppamento merceologico considerato.
Il valore di resa più alto supera il 90% e riguarda la carta: questo vuol dire che mediamente a livello nazio-nale, sottoponendo a operazioni di recupero 100 kg di rifiuti (tipici e, in quota parte, misti), si ottengono circa 92 kg di materiali secondari classificabili come “carta”.
Per vetro, plastica e legno la resa media si aggira tra il 75% e l’80%, per la gomma raggiunge quasi il 65%
mentre il valore minimo si registra per l’organico che sfiora il 30%, conseguentemente alle peculiarità chimi-co-fisiche della matrice10 (Tabella 1.4).
In generale le percentuali di resa del 2017 sono legger-mente più alte rispetto a quelle del 2014, ma si
man-Tabella 1.3 Copertura della banca dati rispetto all’universo di riferimento, in relazione
al materiale secondario prodotto (%) - 2017
Materiale secondario Copertura (%)
Carta 93
Vetro 95
Plastica 73
Legno 95
Totale carta, vetro, plastica e legno 91
Gomma 99
Organico 77
Totale 87
Fonte: Elaborazione Ecocerved su dati MUD 2018
Tabella 1.4 Resa rispetto alla quantità di rifi uti recuperati, per tipo di materiale secondario prodotto (%) - 2017
Materiale secondario Resa (%)
Carta 92
Vetro 78
Plastica 80
Legno 75
Totale carta, vetro, plastica e legno 84
Gomma 64
Organico 29
Totale 67
Fonte: Elaborazione Ecocerved su dati MUD 2018
tengono comunque in linea con il quadro generale:
non si apprezzano quindi miglioramenti significativi in termini di efficienza tecnica. In altre parole, i gestori recuperano più rifiuti e producono più materiali secon-dari, ma la loro capacità di ricavare MPS per unità di rifiuto trattato rimane pressoché la stessa.
Il materiale su cui si osserva, in proporzione, il cambia-mento più cospicuo è l’organico: nel 2014 dal recupero di 100 kg di rifiuti in entrata si ricavavano mediamente 26,6 kg di MPS e nel 2017 tale quantità sale a 29,1 kg, segnando un aumento del 9% in soli quattro anni.
1.1.5 Rifiuti nel flusso output
Le attività di trattamento dei rifiuti dalle quali scaturi-sce la produzione dei materiali secondari generano un flusso di rifiuti in output che si può distinguere in due tipologie, cioè rifiuti conferiti a gestori che:
•
li reimpiegano, sottoponendoli a recupero di ma-teria, per generare le MPS considerate;•
svolgono altre attività non finalizzate (o almeno non direttamente) alla produzione delle MPS og-getto di analisi11.I rifiuti reimpiegati per produrre MPS ammontano a 850 kt nel 2017, mentre i rifiuti che, a valle dei proces-si di riciclo esaminati, vengono conferiti a gestori che effettuano altre attività sono circa 1,8 Mt, per un totale di 2,6 Mt.
La parte di rifiuti in output che rimane all’interno del circuito costituisce una frazione dei rifiuti sottoposti
11 I rifiuti possono essere costituiti anche da frazioni estranee, derivanti da attività di ulteriore selezione del rifiuto.
12 Nello schema generale tali rifiuti, scaturendo da attività di gestione, rientrano in “Tutti gli altri rifiuti tipici”.
ad attività di recupero dai riciclatori che producono le MPS oggetto di analisi12. Questo passaggio si può leg-gere come una declinazione della circolarità nell’ambito dell’industria del riciclo: rifiuti che, pur rimanendo tali senza cessare la loro qualifica, sono output per alcune imprese e input per altre, con un “tasso di circolarità”
che si attesta intorno al 5% (850 kt su un totale di quasi 18 Mt); tale percentuale è solo indicativa e rappresenta una sottostima, in quanto circoscritta alle sole filiere di riciclo considerate nel presente studio (Tabella 1.5).
I rifiuti che invece vengono conferiti a gestori che non svolgono attività finalizzate alla produzione di MPS, per la maggior parte, vengono comunque sottopo-sti ad altre operazioni di recupero, anche se in misu-ra differente a seconda del materiale considemisu-rato. La percentuale più alta di avvio ad attività di recupero di materia, in particolare, riguarda i rifiuti relativi alla produzione dei materiali di carta, che si attesta al 55%.
Il recupero di energia e l’incenerimento rappresentano
Il recupero di energia e l’incenerimento rappresentano