La raccolta delle pile e accumulatori industriali e per veicoli ha luogo prevalentemente presso officine mec-caniche, autoricambi, elettrauto e i c.d. grandi utenti (centrali elettriche, ospedali, aeroporti, ecc.) e riguar-da in massima parte gli accumulatori al piombo, i qua-li hanno un valore economico anche una volta giunti a fine vita. I soggetti che detengono il rifiuto, quindi, concordano le condizioni migliori di raccolta a livello economico e gestionale o con il produttore/importato-re, obbligato per legge alla gestione del fine vita degli accumulatori immessi sul mercato, o con i Sistemi ade-renti al CDCNPA. Il CDCNPA opera in maniera sussidia-ria rispetto ai Sistemi collettivi e individuali al fine di garantire la raccolta anche di quei rifiuti che per parti-colari condizioni (ad esempio geografiche) non sareb-be conveniente gestire da un punto di vista economico.
Per quanto riguarda la tipologia di accumulatori, le batterie di avviamento per veicoli rappresentano cir-ca l’86% in peso rispetto ai rifiuti raccolti, mentre il re-stante 14% è attribuibile ad accumulatori industriali (ad uso trazione e stazionamento), come quelli presenti nei gruppi di continuità, nei carrelli elevatori e nelle auto elettriche o a trazione ibrida.
È necessario sottolineare che questo dato risente del fatto che in fase di raccolta e gestione di tali rifiuti è attribuibile un unico codice identificativo del rifiuto (EER) per le batterie al piombo: questo crea in alcuni casi difficoltà nella corretta attribuzione tra la catego-ria degli accumulatori per veicoli e quella degli accu-mulatori industriali.
Per la raccolta di accumulatori industriali e per veico-li si è assistito, nel corso del 2018, ad un incremento che si attesta a 183.794 t (2,4% rispetto al 2017), pari al 57% degli accumulatori nuovi immessi sul mercato nello stesso anno. I dati di raccolta riportati riguardano solo gli accumulatori gestiti dai Consorziati del CDC-NPA e non includono, ad esempio, quelli gestiti diret-tamente da soggetti terzi che non conferiscono ad al-cun sistema di raccolta dei produttori, nonché tutti gli accumulatori che sono esportati all’interno delle auto inviate all’estero per rottamazione (Figura 10.5).
Per gli accumulatori per veicoli e industriali, la Di-rettiva 2006/66/CE non definisce specifici target di raccolta o riciclaggio, ma ribadisce il divieto di smal-timento in discarica e il principio di massimizzazione del recupero nel pieno rispetto della normativa am-bientale vigente.
Figura 10.4 Andamento dei tassi di raccolta di pile e accumulatori portatili rispetto all’immesso al consumo medio dell’ultimo triennio (t e %) – 2014/2018
Fonte: CDCNPA
Immesso al consumo medio dell’ultimo triennio Raccolta Tasso di raccolta
0
10.3 Il trattamento e il riciclo dei rifiuti di pile e accumulatori
Trattare e avviare al riciclo pile e accumulatori garan-tisce il recupero di materie riutilizzabili, evitando che le componenti inquinanti siano disperse nell’ambiente.
Le modalità di trattamento seguono procedimenti dif-ferenti a seconda della tipologia di pile e accumulatori.
Per quanto riguarda pile e accumulatori portatili vi sono due principali processi di riciclo:
•
processo pirometallurgico: la fase iniziale del pro-cesso è rappresentata dalla macinazione delle pile a cui segue l’allontanamento del ferro per via ma-gnetica; di qui la polvere prodotta viene trattata in fornaci ad alta temperatura per recuperare dai fumi mercurio, cadmio e zinco. Il residuo che ne deriva è costituito in misura maggiore da leghe ferro-manganese e, a volte, da ossidi di mangane-se molto impuri;•
processo idrometallurgico: la prima parte del pro-cesso riguarda la macinazione delle pile. Succes-sivamente vi è il recupero fisico di frazioni quali pasta di pile, carta e plastiche, materiale ferroma-gnetico. Le polveri sono interessate da un proces-so di lisciviazione che porta in proces-soluzione gli ioni zinco, manganese e cadmio, da cui grafite ebios-sido di manganese sono separati e lo zinco recu-perato per lo più tramite elettrolisi.
Tempi e modalità differenti sono quelli a cui invece vanno incontro nel loro percorso di trattamento e rici-clo gli accumulatori industriali e per veicoli. I disposi-tivi contenenti piombo sono condotti, tramite raccolta differenziata, presso aree di stoccaggio dedicate e, successivamente, sottoposti a frantumazione. Le com-ponenti plastiche, che si attestano generalmente al 10%, sono destinate alle industrie del riciclo, mentre le parti metalliche subiscono un processo di recupero che consta di due fasi:
•
fusione, nella quale il piombo viene raccolto in for-ni con l’aggiunta di reagenti specifici;•
raffinazione del piombo derivato dalla fusione da cui vengono eliminate le relative impurità.Dopo questa ultima fase si ottiene il “piombo secon-dario”, del tutto uguale al minerale originario e con le stesse possibilità di utilizzo. Molto più complessi e onerosi sono i processi di smaltimento e di trattamen-to per le altre tipologie di accumulatrattamen-tori, che vengono svolti prevalentemente all’estero, data l’assenza di im-pianti di trattamento situati nel territorio italiano.
Figura 10.5 Andamento della raccolta di pile e accumulatori industriali e per veicoli rispetto all’immesso al consumo (t) – 2014/2018
Immesso al consumo Raccolta 350.000
300.000 250.000 200.000 150.000 100.000 50.000 0
259.367
171.896 159.867 159.760 179.535 183.794
288.173 299.683 302.934 319.911
2014 2015 2016 2017 2018
Fonte: CDCNPA
10.4 I 10 anni del riciclo delle pile e degli accumulatori
Per le pile e gli accumulatori portatili il D.Lgs. 188/08 prevede il calcolo dei tassi di raccolta rispetto alla me-dia dell’immesso al consumo del triennio precedente, pertanto, il primo dato utile che può essere preso per un confronto con il 2018 è il 2013. Tra il 2013 e il 2018 l’immesso al consumo di pile e accumulatori portatili si è ridotto di 3.654 t (-13%), al contrario il tasso di rac-colta è cresciuto di 2.012 t (+12%) (Figura 10.6). Nello stesso periodo il tasso di raccolta rispetto all’immes-so al consumo è cresciuto dal 36% al 42% contro un obiettivo al 2016 del 45%.
10.4.1 Modifica del settore
A partire dalla sua costituzione nel 2011, il CDCNPA si è inizialmente preoccupato, anche attraverso l’espe-rienza pregressa e le attività svolte dai sistemi di rac-colta dei produttori ad esso aderenti, di strutturare in maniera organica la rete di raccolta a livello nazionale.
Sino ad allora, infatti, le attività di raccolta erano fra-zionate sul territorio e realizzate dai singoli sistemi di raccolta o dalle aziende di gestione dei rifiuti urbani.
La raccolta, in particolare quella relativa alle pile por-tatili esauste, si è quindi prevalentemente orientata verso i soggetti individuati dalla normativa: centri di raccolta comunali, punti vendita e impianti di tratta-mento RAEE.
Con la sottoscrizione del primo Accordo di program-ma ANCI-CDCNPA, nel corso del 2012 per la priprogram-ma volta si sono definiti a livello nazionale dei servizi di raccolta minimi garantiti per tutti i Comuni italiani. Nel corso del 2014 inoltre, il CDCNPA ha permesso anche ai soggetti raccoglitori privati (“Centri di Stoccaggio”) di accedere ai servizi di raccolta operati dai propri con-sorziati, aumentandone in maniera significativa i flussi.
Con il rinnovo dell’Accordo di programma ANCI-CDC-NPA (2016) si è consolidato il modello di raccolta,
in-crementando i livelli di servizio garantiti nazionalmente, accrescendo nel corso del triennio successivo le attività di raccolta presso i punti vendita e attivando la raccolta presso nuovi soggetti (Centri di assistenza tecnica).
Il costante incremento dei punti di raccolta negli anni ha permesso di aumentare i tassi di raccolta che tutta-via ad oggi non sono ancora sufficienti per rispettare a pieno i parametri richiesti dall’Unione europea.
A tale scopo, il recepimento del Pacchetto sull’Eco-nomia Circolare è l’occasione ideale per mettere final-mente in atto la necessaria semplificazione richiesta da tempo dagli operatori del settore, al fine di poter garantire un servizio di raccolta realmente efficace ed efficiente, nel pieno rispetto dei principi della respon-sabilità estesa del produttore.
Fonte: Elaborazione Fondazione per lo sviluppo sostenibile su dati CDCNPA
Figura 10.6 Confronto tra immesso al consumo medio dell’ultimo triennio, raccolta e tasso di raccolta delle pile e degli accumulatori portatili (t e %) – 2013/2018
Immesso al consumo medio dell’ultimo triennio Raccolta Tasso di raccolta
0 5.000 15.000 30.000 25.000
10.000 20.000
2013 28.491
8.420 30%
2018 42%
24.837
10.432
10.5 Problematiche e potenzialità di sviluppo del settore
Nonostante la decisa inversione di rotta nella raccol-ta delle pile porraccol-tatili registraraccol-ta nel 2018, è necessario ancora un profondo lavoro non solo operativo, per ga-rantire una rete di raccolta omogenea sul territorio, ma soprattutto culturale: si stima infatti che, a livello euro-peo, circa il 17% delle pile esauste sia ancora conferito in maniera indifferenziata da parte dei cittadini.
Per gli accumulatori industriali e per i veicoli, vista la presenza di un mercato delle materie prime seconde derivanti dalle batterie al piombo, la considerazione evi-dente dai dati di raccolta e trattamento è che sebbene i Consorziati del CDCNPA stiano lentamente aumentan-do la loro quota di raccolta, rimane sempre elevata la quota di rifiuti gestiti da soggetti esterni al CDCNPA e
che quindi non vengono contabilizzati dal sistema. Tale impressione è confermata anche dal riscontro ottenuto dagli impianti di trattamento, i cui dati fanno stimare un tasso di raccolta superiore al 90%.
Ciascuna di queste situazioni richiede risposte e azio-ni concrete da parte di tutti i soggetti coinvolti nella filiera e parallelamente anche da parte del legislatore.
In pochi anni il sistema è riuscito a consolidarsi e a dare al Paese un canale efficiente e capillare, capace di ser-vire tutto il territorio nazionale, anche i luoghi più re-moti. La sfida oggi è quella di mantenere alta la qualità del servizio facendo fronte a uno scenario in continua evoluzione, causato da continui cambiamenti nel mer-cato, nelle tecnologie e nell’uso che si fa delle batterie.