La riduzione volumetrica si basa sulla pressatura del materiale, dando luogo al confezionamento degli im-ballaggi in pacchi di diversi formati. Questo trattamen-to viene utilizzatrattamen-to principalmente per i flussi di scatrattamen-to- scato-lame in banda stagnata (rifiuti di origine domestica) dotati di elevate caratteristiche qualitative. Grazie alla elevata pulizia del rifiuto è possibile pressare lo scato-lame unitamente a ritagli di cadute di lavorazione dei prodotti costituiti dal medesimo materiale. Lo scopo di questo trattamento è l’ottimizzazione dei trasporti e una più conveniente valorizzazione del materiale.
I riprodotti
A questo punto gli imballaggi opportunamente lavo-rati dalle fasi precedenti sono pronti per essere inviati presso le acciaierie o fonderie, che per produrre l’ac-ciaio utilizzano il forno elettrico. Per questo processo produttivo la materia prima è costituita da rottame di ferro che viene caricato, assieme a sostanze fondenti
(prevalentemente calce), nel forno elettrico, ove, per effetto del calore prodotto dall’energia elettrica forni-ta tramite un sistema trifase di elettrodi di grafite e da bruciatori ossi-metanici, avviene la fusione.
L’acciaio liquido, così prodotto, viene colato in gran-di contenitori, denominati siviere, e avviato a stazioni, denominate forno siviera, in cui si effettuano le opera-zioni metallurgiche, consistenti nell’eliminazione di im-purità non metalliche e nell’aggiunta di piccole frazioni percentuali di altri metalli in dipendenza dell’analisi ri-chiesta dal tipo di acciaio in corso di produzione.
Successivamente l’acciaio viene dapprima solidificato nella forma di una sezione rettangolare continua e sot-tile che può avere vari spessori, denominata billetta, che costituisce il semilavorato per produrre una note-vole quantità di prodotti in ferro/acciaio riciclato quali a esempio:
•
tondino per cemento armato;•
vergella;•
rete elettrosaldata;•
sezione di travi per edilizia;•
filo;•
binari;•
ringhiere e cancellate;•
manufatti (sedie e tavolini in ferro battuto; panchi-ne; transenpanchi-ne; carrelli per la spesa; telai bicicletta;rastrelliere per bicicletta; bulloni; viti, chiodi; tom-bini; freni a disco).
8.2.6 Il mercato dei rottami d’acciaio
La storica carenza di materia prima in Italia ha con-tribuito a sviluppare, in misura superiore rispetto alle altre nazioni, il ciclo con forno elettrico, ossia la pro-duzione mediante rifusione del rottame ferroso, che rappresenta oltre il 78% della produzione nazionale.
Dal punto di vista quantitativo il 2018 non ha fatto re-gistrare significativi scostamenti rispetto all’anno pre-cedente, né per quanto riguarda il fabbisogno, né in relazione alla provenienza del rottame: il 66% di pro-venienza nazionale, il 23% importato da Paesi UE e il restante 11% da Paesi terzi (Figura 8.11).
8.3 I 10 anni del riciclo degli imballaggi in acciaio
Nei dieci anni appena trascorsi la filiera degli imballag-gi in acciaio ha visto incrementare l’immesso al consu-mo di 34 kt (+8%), il riciclo è cresciuto di pari passo, arrivando nel 2018 a 31 kt riciclate in più rispetto al 2009, con una variazione percentuale dell’8%. Il tasso di riciclo passa dal 78% al 79% rispetto all’immesso al consumo (Figura 8.12).
8.3.1 Modifica della filiera
Nel periodo 2005-2017 il consorzio RICREA con il suo operato ha realizzato i seguenti benefici economi-co-ambientali:
•
130 M€ risparmiati grazie alle emissioni di gas serra evitate;Figura 8.11 Provenienza del rottame consumato nelle acciaierie italiane (kt e %) – 2018
Fonte: Federacciai
Immessi al consumo Riciclo
Tasso di riciclo rispetto all’immesso al consumo
2009
Figura 8.12 Confronto tra immesso al consumo, riciclo e recupero complessivo degli imballaggi in acciaio negli ultimi dieci anni (kt e %) – 2009/2018
0
Fonte: Elaborazione Fondazione per lo sviluppo sostenibile su dati RICREA
458
•
383 M€ risparmiati grazie alla materia prima re-cuperata;•
oltre 3 Mt di materia prima vergine risparmiata, pari al peso di oltre 8.000 Frecciarossa ETR1000;•
4 Mt di emissioni di gas serra evitate, pari alle emissioni generate in un anno da circa 1 milione di auto con percorrenza media annua di 20.000 km.Dal 2000 al 2018 sono state avviate a riciclo oltre 6 Mt di imballaggi in acciaio, passando da 153 kt a 387 kt, ovvero dal 25,5% nel 2000 al 78,6% del 2018.
Il CAC (Contributo Ambientale CONAI), uno degli stru-menti di finanziamento del Consorzio oltre ai ricavi da cessione del materiale, riveste un’importanza strategi-ca nonché competitiva nella scelta del materiale per il confezionamento di un bene.
Nel 2017, grazie soprattutto all’incremento significati-vo dei ricavi da cessione materiale, sono aumentati i ricavi del Consorzio e questo trend positivo ha con-sentito di ridurre il CAC, che dal 1° gennaio 2018 ha raggiunto quota 8 €/t, il valore più basso dalla costi-Figura 8.13 Materia prima risparmiata da riciclo e rigenerazione nel sistema RICREA (kt) - 2005/2017
Fonte: Bilancio di Sostenibilità CONAI 2018 0
Figura 8.14 Energia primaria risparmiata grazie a riciclo e rigenerazione nel sistema RICREA (GWh) – 2005/2017
Fonte: Bilancio di Sostenibilità CONAI 2018 0
Figura 8.15 Emissioni evitate da riciclo e rigenerazione nel sistema RICREA (t CO2eq) - 2005/2017
Fonte: Bilancio di Sostenibilità CONAI 2018 0
tuzione di RICREA: il trend in diminuzione è ormai una costante, è infatti passato da 31 €/t del 2010 a 26 €/t nel 2012, a 21 €/t da aprile 2015 a 13 €/t da ottobre 2015, fino agli 8 €/t del 2018. A partire dal 1 gennaio 2019 il CAC si è ulteriormente ridotto a 3 €/t.
Il 2017 è anche il primo anno in cui i ricavi generati dalla vendita di materiale hanno superato le entrate dovute al contributo ambientale (54% contro 46% di ricavi da CAC); questo delta si è ulteriormente ampliato nel 2018 portando i ricavi da vendita al 64% contro il 36% di ri-cavi da CAC. La sfida è ovviamente quella di continuare a far fronte alle minori entrate dovute alla riduzione del CAC assicurando al tempo stesso un maggior impegno nei confronti dei Comuni cui vanno riconosciuti i corri-spettivi per la raccolta degli imballaggi per migliorare ulteriormente i risultati già ottenuti.
La definizione del nuovo punto di riciclo in entrata al processo di riciclo finale, così come stabilito dalle nuove direttive, conduce alla necessità di una gestione completa dei flussi a valle della raccolta, che deve es-sere opportunamente analizzata.
Nell’attuale modello di gestione dei rifiuti di imbal-laggio in acciaio, RICREA svolge un ruolo di coordina-mento: la lavorazione (valorizzazione) del materiale è in capo alle imprese di recupero dei metalli che ritirano il materiale messo a disposizione presso le piattafor-me di stoccaggio/selezione e, dopo la lavorazione, lo avviano al riciclo finale in acciaieria o fonderia.
Dal 2014 RICREA ha attivato un nuovo canale di ven-dita, cedendo una parte del materiale gestito non agli operatori ma direttamente alle acciaierie (stipulando contratti diretti): una parte dei materiali raccolti da
superficie pubblica viene sottoposto a lavorazione di-rettamente presso alcune piattaforme dotate di par-ticolari impianti (piccoli mulini di frantumazione) che producono un materiale idoneo all’utilizzo in acciaie-ria, saltando quindi il passaggio presso gli operatori del recupero.
Le prime applicazioni di questo modello sono state attivate in Sardegna e in Sicilia nel 2015, dove parte del materiale viene consegnato direttamente all’accia-ieria dalla piattaforma di selezione, dotata di mulino di frantumazione.
Questo modello comporta una serie di effetti positivi in termini economici, ambientali e di qualità dei mate-riali trattati:
•
ottimizzazione della logistica del materiale, con positive ricadute ambientali ed economiche so-prattutto dove vi è un alto costo di trasporto (come dalle due isole maggiori). Lavorare il rifiuto in loco e avviarlo a riciclo direttamente in acciaieria, sal-tando di fatto un passaggio, significa superare la frammentazione della filiera con un maggior con-trollo sui benefici, miminizzando gli impatti am-bientali negativi e razionalizzando i costi;•
maggiore margine sui ricavi da cessione del ma-teriale rispetto alla vendita tradizionale. Ciò per-mette di ridurre il CAC e di rendere ancora più competitivi gli imballaggi in acciaio sul mercato di consumo;•
ricavi per il contributo alla valorizzazione ricono-sciuti direttamente ai Comuni/convenzionati au-mentando di fatto l’attenzione alla quantità e qua-lità del materiale conferito.8.4 Problematiche e potenzialità di sviluppo del settore
Si descrivono di seguito le previsioni sui risultati di ri-ciclo e recupero dei rifiuti di imballaggio per il triennio 2019-2021.
Tali previsioni, essendo frutto di un’analisi dei dati, a partire dalla serie storica, e di considerazioni in merito all’andamento dei mercati, potrebbero essere sogget-te a possibili variazioni alla luce della volatilità del con-testo economico.
8.4.1 Obiettivi sull’immesso al consumo e riciclo per il triennio 2019-2021
Per il triennio 2019-2021 si prevede un immesso al con-sumo in crescita del 2% per il 2020 e dell’1% per il 2021 (Tabella 8.6). Le previsioni di avvio a riciclo dei rifiuti di imballaggio per il triennio 2019-2021 evidenziano un andamento in crescita dei tassi di riciclo rispetto alle quantità immesse sul mercato (Tabella 8.7).
8.4.2 Problematiche e potenzialità di sviluppo del settore
Le criticità maggiori per ottenere una piena e com-pleta attuazione della circular economy sono legate,
da un lato, alla natura stessa del mercato dell’acciaio, dall’altro, alla specificità delle tipologie delle raccolte differenziate in Italia:
•
allo stato tecnologico attuale non tutta la gamma di prodotti siderurgici è ottenuta con acciaio rici-clato, tranne rare eccezioni i laminati piani sono prodotti solo da ciclo integrale (dove la principale fonte di alimentazione è il minerale di ferro e car-bone per utilizzo in altoforno);•
la sfida mondiale del futuro è quella di ridurre dra-sticamente la produzione siderurgica da altoforno (energivora e ambientalmente impattante) in fa-vore di quella da fonte rinnovabile;•
gli imballaggi in acciaio vengono raccolti quasi sempre con altri materiali come plastica e vetro, la cui successiva separazione rappresenta in certi casi un fattore di criticità a causa della presenza di frazioni estranee nel rottame estratto. La scarsa qualità del materiale genera un duplice ordine di questioni:›
problemi di accettazione del materiale presso l’operatore finale;›
redditività della filiera che rischia di essere compromessa a causa del continuo aumento dei costi di smaltimento.Tabella 8.6 Previsioni sull’immesso al consumo (kt) – 2019/2021
2019 2020 2021
484 485 490
Fonte Relazione sulla gestione 2018 ed elaborazione RICREA
Tabella 8.7 Previsioni di riciclo e percentuale rispetto all’immesso al consumo (kt e %) – 2019/2021
2019 2020 2021
kt 378 382 386
% 78,1 78,8 78,8
Fonte: Relazione sulla gestione 2018 ed elaborazione RICREA