• Non ci sono risultati.

La qualità dell’olio usato

Analisi territoriale della raccolta

9. La qualità dell’olio usato

Gli anni dal 2000 a oggi sono stati concentrati nello sforzo di massimizzazione della raccolta (passata dal 28% al 47% dell’immesso al consumo) e di incremento della quota da destinare alla rigenerazione (passata dall’82% al 99% della raccolta).

L’aumento della quota rigenerata, in un’ottica di eco-nomia circolare oramai completa, per l’olio minerale usato ha richiesto, dal 2014, l’introduzione di specifi-che meno stringenti dell’olio stesso (il c.d. olio rigene-rabile in deroga), a fronte dell’evoluzione tecnologica delle raffinerie.

Nel contempo si è registrato, da un lato, un incremento del contenuto di silicio nell’olio usato (sostanzialmente dovuto alla crescita degli oli siliconici, pur minoritaria, soprattutto nei processi industriali di pressofusione e distacco), dall’altro, la crescita del contenuto di diluen-ti nell’olio usato, sintomo spesso della possibile sussi-stenza di miscelazioni improprie con altri rifiuti liquidi pericolosi che necessitano di essere fluidificati.

Entrambe queste derive qualitative condizionano in modo rilevante il processo di rigenerazione sia in ter-mini tecnici che economici.

CONOU, al fine di gestire tali fenomeni, da un lato ha puntato a un inseverimento di alcune specifiche,

dall’altro ha previsto campionamenti e segregazio-ni mirate per evitare la diluizione continua del silicio, che si presenta inizialmente molto concentrato in oli/

emulsioni particolari. Infine, ha avvitato un’attività di comunicazione, formazione e informazione rivolta, a

differenza del passato, non al cittadino ma alle im-prese (nota come CircOilEconomy) per migliorare la consapevolezza sulle buone pratiche di gestione degli stoccaggi temporanei e sui divieti di miscelazione dei rifiuti pericolosi.

11.4 Problematiche e potenzialità di sviluppo del settore

11.4.1 Il miglioramento della raccolta degli oli minerali usati

Da oltre 35 anni il CONOU mette in pratica quelle che oggi vengono definite come le buone pratiche dell’e-conomia circolare. Con il 2018 si può dire che il circolo sia oramai stato completato, con una raccolta del 99%

del quantitativo raccoglibile e una rigenerazione del 99% del raccolto.

Un bagaglio di esperienze e competenza che il Con-sorzio intende mettere a fattor comune, ingaggiando anche altri interlocutori, quali i detentori industriali, così da rinsaldare il principio secondo cui una corret-ta gestione di questo rifiuto pericoloso può determi-nare un vantaggio sia per la salvaguardia ambientale sia per il conto energetico che il nostro Paese deve pagare annualmente.

È così che il Consorzio, in collaborazione con Confin-dustria, ha dato vita a CircOilEconomy, un roadshow sulla corretta gestione dell’olio lubrificante usato nelle imprese, attraverso il quale si vuole fornire alle impre-se, che hanno a che fare con un rifiuto complesso da gestire, un aggiornamento sulle norme e le procedure da seguire per il suo corretto stoccaggio e gestione. In questo modo migliorerà la qualità dell’olio usato rac-colto, potrà essere reso più performante il processo di rigenerazione e crescerà la resa della produzione di olio base rigenerato, rendendo le imprese sempre più direttamente protagoniste di questo sistema virtuoso di economia circolare.

In relazione a queste nuove e importanti dinamiche, si conferma come sfida primaria per il Consorzio quel-la di agire sulquel-la comunicazione e sull’educazione sia delle imprese sia dei cittadini per tentare di sottoline-are quell’attenzione al tema rifiuti che, nel corso degli anni, ha consentito di ottenere ottimi risultati in difesa dell’ambiente.

11.4.2 La normativa

Nel luglio del 2018 l’Unione europea ha varato un pacchetto di nuove direttive in materia di rifiuti ed economia circolare, tra cui in particolare la Direttiva 2018/851, che modifica la Direttiva 2008/98/CE. Ci sono alcune novità che riguardano direttamente an-che la filiera degli oli usati.

Per i rifiuti in generale, viene introdotto e definito il concetto di recupero di materia (art. 1, comma 3) che in tema di oli usati viene attuato con un recupero me-diante il trattamento di rigenerazione. Coerentemen-te, per incentivare il pieno rispetto della gerarchia dei rifiuti, gli Stati membri possono ricorrere a strumenti economici e ad altre misure (art. 1, comma 4), quali il sostegno alla ricerca e all’innovazione nelle tecnologie avanzate di riciclaggio, includendo l’attività di rigene-razione degli oli usati.

Vengono inoltre rafforzati gli obblighi derivanti dalla Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), attraver-so un maggior coinvolgimento del detentore iniziale del rifiuto (art. 1, comma 9). Nell’ottica di ottimizzare l’efficienza della filiera degli oli usati, il Consorzio do-vrà aprire una nuova linea di dialogo con il detentore di oli usati, informandolo costantemente su come li-mitarne i quantitativi prodotti, sugli impianti che ne effettuano il recupero e su quale sia la preparazione degli oli usati che renda la fase di recupero ambien-talmente ed economicamente sostenibile; una re-sponsabilità che andrebbe regolata da nuove norme o anche da incentivi.

Nel recupero degli oli usati, viene esplicitamente riba-dita la priorità della rigenerazione (art. 1, comma 18).

Nello stesso comma, sono inoltre inserite, tra le forme di recupero degli oli usati, altre operazioni di riciclag-gio, sempreché, nei riguardi dell’applicazione della ge-rarchia dei rifiuti e della protezione della salute umana

e dell’ambiente, diano un risultato ambientale com-plessivo equivalente o migliore rispetto alla rigenera-zione. In maniera del tutto innovativa, la Commissione si impegna a raccogliere dati sugli oli usati per definir-ne, in tema di rigeneraziodefinir-ne, gli obiettivi quantitativi minimi e a prendere altre misure atte a promuovere questa forma prioritaria di recupero.

Per l’importanza dei temi introdotti, si evince che la piena attuazione del ciclo dell’economia circolare deve necessariamente contare su un rapido ed efficace re-cepimento della Direttiva 2018/851.

11.4.3 Il Sistri

A fine 2018 è stato abrogato il Sistri. In attesa della messa in funzione, da parte del Ministero dell’Ambien-te, del nuovo sistema, il Registro Elettronico Nazionale (REN), cui dovrà iscriversi anche il CONOU, gli obblighi di tracciamento degli oli usati sono effettuati con i soli sistemi tradizionali.

Rimangono pertanto in vigore la compilazione e la tenuta dei registri di carico/scarico e dei formulari di trasporto cartacei e le relative opzioni informatiche, inclusa la possibilità del ritorno via PEC, al detento-re, della quarta copia del formulario. Sono in fase di implementazione i formati digitali sia del registro di c/s, sia del formulario di trasporto, le cui definizioni operative vengono rimandate ad appositi decreti mi-nisteriali.

11.4.4. Il modello organizzativo del Consorzio

Il CONOU è il primo ente ambientale nazionale de-dicato alla raccolta differenziata. Esso è un soggetto giuridico di diritto privato senza fini di lucro, istituito con DPR n. 691/1982, in ottemperanza alla Direttiva 75/439/CE operativo dal 1984, che gestisce la raccolta e il riutilizzo dell’olio lubrificante usato attraverso 71 aziende private di raccolta e 4 impianti di rigenera-zione diffusi sul territorio nazionale, e si occupa anche dell’informazione e della sensibilizzazione dell’opinio-ne pubblica sulle tematiche della corretta gestiodell’opinio-ne de-gli oli usati, che sono rifiuti pericolosi.

In base all’art. 11 del D.Lgs. 95/1992, i compiti primari del Consorzio sono:

sensibilizzare l’opinione pubblica sulla corretta ge-stione dell’olio usato;

assicurare e incentivare la raccolta, la gestione e lo smaltimento degli oli usati;

perseguire e incentivare lo studio, la sperimenta-zione, la realizzazione di nuovi trattamenti e utiliz-zi dell’olio usato;

operare nel rispetto dei principi di concorrenza, di libera circolazione di beni, di economicità, nonché della tutela della salute e della sicurezza;

corrispondere agli impianti di rigenerazione un corrispettivo per gli oli usati.

Sulla base del principio di matrice europea “chi inqui-na paga”, i costi sostenuti dal Consorzio per svolgere le proprie attività sono annualmente ripartiti tra le im-prese consorziate, in modo proporzionale ai loro vo-lumi di vendita. Il contributo per l’anno 2017 non ha subito delle oscillazioni, mantenendosi a 150€/t come dal mese di dicembre 2016.

La rete di raccolta è costituita da concessionari e libe-ri raccoglitolibe-ri dislocati su tutto il terlibe-ritolibe-rio nazionale:

si tratta di imprese private autorizzate dalle autorità competenti, che si occupano (direttamente o tramite sub-raccoglitori) della raccolta degli oli usati presso i detentori (industrie, stazioni di servizio, autoriparatori, privati, ecc.).

Per i produttori di oli usati non inquinati il servizio di raccolta è del tutto gratuito, nel caso in cui gli oli ri-sultino invece contaminati da sostanze che ne impe-discono il riutilizzo, il costo di raccolta e smaltimento (termodistruzione) è a carico del produttore del rifiuto.

L’efficienza delle attività del Consorzio è certamente legata agli elementi che seguono.

L’unicità: nel tempo si sono avvicendati quadri normativi diversi che proponevano l’esistenza pri-ma di un solo Consorzio, poi di una molteplicità di Consorzi all’interno di una stessa filiera, operando secondo il principio di libera concorrenza. A oggi è riaffermata l’unicità del CONOU, a conferma che, per la specificità di questo rifiuto, il modello sin-golo sia probabilmente il più idoneo alla sintesi di competenze, razionalità gestionale e sostenibilità economica del servizio. L’unicità, peraltro, non im-pedisce affatto che gli operatori della filiera possa-no agire in un contesto concorrenziale.

Il contributo consortile: il meccanismo di riuscita dell’attività di Consorzio è certamente legato al contributo economico versato dai produttori di rifiuti. Esso garantisce la responsabilità condivisa sia per la gestione di un rifiuto pericoloso per l’am-biente, sia delle risorse economiche per il funzio-namento della filiera.

La sensibilizzazione dell’opinione pubblica: que-sta attività è un vero e proprio investimento per il Consorzio. La comunicazione è diretta ai cittadini, alle istituzioni e alle imprese, allo scopo di avvici-nare al tema della dispersione incontrollata e assi-curare anche i conferimenti marginali alla raccolta e al riutilizzo degli oli.

Sorveglianza dei costi e degli impatti ambientali complessivi: l’attività del CONOU consente di libe-rare l’ambiente da possibili inquinanti, mantenen-do una completa tracciabilità dei flussi e delle ope-razioni, e ricavare da essi nuovi prodotti, energia o piccole quantità di rifiuti non pericolosi. Ma tutto questo ha un suo costo ambientale. Il Consorzio, con la partecipazione degli operatori di filiera, effettua una rendicontazione delle attività di ge-stione tramite il Green Economy Report. Inoltre, il Consorzio e gli operatori di filiera controllano l’effi-cienza ambientale ed economica delle scelte adot-tate, grazie a certificazioni di qualità e di sistemi di gestione ambientale.

Qualità: per favorire il conseguimento dei compiti istituzionali, il CONOU si è dotato della certifica-zione UNI EN ISO 9001:2000, un sistema volonta-rio per la gestione della qualità che definisce

l’or-ganizzazione, le risorse, la politica, le metodologie e le tecniche da utilizzare per il controllo continuo di tutte le attività sviluppate dal Consorzio. Lo stesso sistema è stato adottato dalla quasi totalità dei soggetti della filiera.

Il 2017 è stato l’anno che ha visto, dopo quello del 1992, l’approvazione con decreto ministeriale di un nuovo Statuto consortile. Nel dicembre del 2016 era stato finalmente emanato il decreto ministeriale rela-tivo allo schema di statuto tipo; ciò ha consentito, nei primi mesi del 2017, di stilare un nuovo Statuto basa-to su tale schema. L’assemblea straordinaria del Con-sorzio ha approvato il testo statutario il 12 aprile 2017.

Da tale data ha preso l’avvio una frenetica attività per il Consorzio che, da un lato, ha dovuto suppor-tare l’iter di approvazione ministeriale che ha portato all’emissione del Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto col Ministro dello Sviluppo Economico, emanato il 7 novembre 2017; dall’altro lato, ha avviato un lungo e complesso percorso per dare esecuzione alle nuove prescrizioni statutarie, di cui la principale è stata l’a-pertura del Consorzio alle nuove categorie di consor-ziati con la conseguente costituzione di una nuova governance consortile.