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Produzione dei rifiuti speciali per macro-area geografica e a livello regionale

Guardando alle singole macro-aree geografiche, la produzione di rifiuti speciali non pericolosi da C&D in Italia è principalmente imputabile al Nord, con il 60%

dei rifiuti prodotti rispetto al totale. Al secondo posto il Sud con il 23% e, infine, il Centro con il 17%.

Al Nord si rileva, tra il 2016 e il 2017, una crescita della produzione totale dei rifiuti da costruzione e demoli-zione di otto punti percentuali, mentre al Centro e al Sud la produzione è stabile (Tabella 14.1).

A livello regionale si registra una buona correlazione tra la produzione di rifiuti da C&D e il numero di occu-pati del settore (Figura 14.3).

Estrazione minerali 0,7%

Energia elettrica, gas, vapore e aria 1,9%

Attività manifatturiere 21%

Acqua, gestione reti fognature 4%

Costruzioni 41%

Agricoltura, caccia, silvicoltura e pesca 0,2%

Trattamento dei rifiuti e attività di risanamento 26%

Pubblica amministrazione, istruzione e sanità 0,2%

Servizi, commercio, trasporto 5%

Figura 14.2 Ripartizione della produzione totale dei rifiuti speciali per attività economica (%) – 2017

Fonte: ISPRA

Figura 14.3 Relazione tra produzione regionale dei rifiuti speciali da C&D non pericolosi e occupati del settore - 2017

Fonte: ISPRA

00 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000

R2=0,9381

16.000 2.000

4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000

Produzione regionale RS NP da C&D (1.000*kt)

Valore aggiunto settore C&D - prezzi correnti (M€) Tabella 14.1 Produzione dei rifi uti speciali per macro-area geografi ca (Mt) – 2016/2017

Tipologia

Nord Centro Sud Italia

2016 2017 2016 2017 2016 2017 2016 2017

Speciale

NP da C&D 31,6 33,8 9,8 9,8 12,5 12,5 53,5 56,1

Fonte: ISPRA

14.2.2 La gestione dei rifiuti del settore delle costruzioni e demolizioni

Nel 2017, secondo i dati ISPRA, sono state avviate a re-cupero di materia 99,1 Mt di rifiuti speciali non pericolosi (il 67,4% del totale gestito); di questi, il 59% è costituito da “Rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizio-ne” (capitolo 17) compreso il terreno proveniente da siti contaminati (Figura 14.4). I rifiuti da C&D smaltiti in discarica sono circa 248 kt, il 10% del totale dei rifiuti speciali non pericolosi smaltiti nel 2017 (Figura 14.5).

14.2.3 Calcolo del raggiungimento dell’obiettivo di riciclo

Per i rifiuti provenienti dalle attività di costruzione e demolizione è previsto uno specifico obiettivo di pparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e altri tipi di re-cupero di materiale, incluse operazioni di colmatazione che utilizzano i rifiuti in sostituzione di altri materiali, pari al 70% da raggiungere entro il 2020. Da questo obiettivo è escluso il materiale allo stato naturale de-finito al codice 170504 dell’Elenco Europeo dei Rifiuti (EER). Il raggiungimento dell’obiettivo, secondo quan-to stabiliquan-to dalla Decisione 2011/753/CE all’Allegaquan-to III, si calcola come rapporto tra la “quantità recuperata di rifiuti da costruzione e demolizione” e la “quantità totale di rifiuti prodotti da costruzione e demolizione”.

Ai fini del calcolo dell’obiettivo, la produzione dei rifiu-ti da costruzione e demolizione comprende:

i rifiuti prodotti dalla sezione F del codice NACE Rev. 2 e in particolare:

06.1 Rifiuti di metallo ferroso

06.2 Rifiuti di metallo non ferroso

06.3 Rifiuti metallici misti

07.1 Rifiuti di vetro

07.4 Rifiuti in plastica

07.5 Rifiuti in legno

il totale della categoria di rifiuti (di tutte le attività economiche): 12.1 – Rifiuti minerali da costruzione e demolizione.

Le quantità di rifiuti da costruzione e demolizione re-cuperate includono esclusivamente i seguenti codici dell’EER:

capitolo 17 – Rifiuti da costruzione e demolizio-ne: 170101, 170102, 170103, 170107, 170201, 170202, 170203, 170302, 170401, 170402, 170403, 170404, 170405, 170406, 170407, 170411, 170508, 170604, 170802, 170904;

elenco dei rifiuti, sottocapitolo 19 12 – Rifiuti da trattamento meccanico dei rifiuti (per esempio se-lezione, triturazione, compattazione, granulazio-ne), se sono prodotti dal trattamento dei rifiuti da 032%

Figura 14.4 Rifiuti non pericolosi avviati a recupero per tipologia (%) – 2017

Fonte: ISPRA Altro

3%

162%

01 - Rifiuti derivanti da prospezione, estrazione o cava 03 - Rifiuti della lavorazione del legno

10 - Rifiuti prodotti da processi termici

12 - Rifiuti prodotti dalla lavorazione e dal trattamento fisico e meccanico superficiale di metalli e plastica

15 - Rifiuti di imballaggio, assorbenti, stracci, materiali filtranti e indumenti protettivi

16 - Rifiuti non specificati altrimenti nell’elenco

17 - Rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione (compreso il terreno proveniente da siti contaminati) 19 - Rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti, impianti di trattamento delle acque reflue fuori sito 20 - Rifiuti urbani (rifiuti domestici e assimilabili prodotti da attività commerciali e industriali nonché dalle istituzioni) inclusi i rifitui della raccolta differenziata

20

Figura 14.5 Rifiuti non pericolosi smaltiti (%) - 2017

costruzione e demolizione: 191201. 191202, 191203, 191204, 191205, 191207, 191209.

Dal calcolo sono esclusi i quantitativi di rifiuti impor-tati e recuperati in Italia e i quantiimpor-tativi di terre e rocce da scavo e di fanghi di dragaggio, pari complessiva-mente a quasi 13,8 Mt nel 2017.

Secondo le modalità di calcolo per la verifica del rispet-to degli obiettivi stabilite dalla Decisione 2011/753/UE, il calcolo del tasso di recupero/riciclaggio va effettuato ri-spetto ai quantitativi di rifiuti generati dalle attività di C&D

e dichiarate nel MUD. Per i soggetti produttori, esentati dall’obbligo di dichiarazione MUD, la produzione di rifiuti generati da operazioni di costruzione e demolizione, af-ferenti al solo capitolo 17 dell’Elenco Europeo dei Rifiuti, viene quantificata ricorrendo ad una stima effettuata da ISPRA che ipotizza la produzione annuale di rifiuti non pericolosi da C&D equivalente alla quantità di rifiuti da C&D avviati a recupero o smaltimento, ad esclusione del-le quantità di rifiuti sottoposti ad operazioni intermedie di gestione al fine di evitare duplicazione dei dati.

Tabella 14.2 Produzione dei rifi uti da C&D (t) – 2013/2017

Voce Descrizione 2013 2014 2015 2016 2017

Variazione

% 2017/2016 6.1 Rifi uti metallici ferrosi 3.949.077 3.589.808 3.457.164 3.571.785 4.242.120 19 6.2 Rifi uti metallici

non ferrosi 332.572 396.677 398.922 440.007 492.483 12

6.3 Rifi uti metallici misti,

ferrosi e non ferrosi 152.975 151.012 143.314 211.285 122.317 -42

7.1 Rifi uti in vetro 59.226 71.896 77.354 78.215 80.344 3

7.4 Rifi uti in plastica 25.873 24.845 36.908 29.189 40.965 40

7.5 Rifi uti in legno 132.589 151.670 152.560 168.046 175.413 4

12.1 Rifi uti minerali da C&D 30.802.013 34.017.822 34.492.850 34.804.036 37.128.551 7

Totale 35.454.325 38.403.730 38.759.072 39.302.563 42.282.193 8

Fonte: ISPRA

Tabella 14.3 Preparazione per il riutilizzo, riciclaggio e altre forme di recupero di materia dei rifi uti da costruzione e demolizione (t e %) – 2013/2017

Voce Descrizione 2013 2014 2015 2016 2017

Variazione

% 2017/2016 6.1 Rifi uti metallici ferrosi 3.374.712 3.046.070 2.949.921 3.058.448 3.770.442 23 6.2 Rifi uti metallici

non ferrosi 211.779 279.915 283.820 318.907 294.218 -8

6.3 Rifi uti metallici misti,

ferrosi e non ferrosi 119.060 101.754 103.566 117.085 67.713 -42

7.1 Rifi uti in vetro 47.284 60.098 67.077 65.492 67.604 3

7.4 Rifi uti in plastica 12.741 11.537 21.980 14.888 15.725 6

7.5 Rifi uti in legno 101.024 113.260 119.110 137.173 150.650 10

12.1 Rifi uti minerali da C&D 22.903.844 24.933.991 25.932.340 26.235.653 27.403.831 4 Totale (a, b) 26.770.444 28.546.625 29.477.814 29.947.646 31.770.183 6

Fonte: ISPRA

a) Inclusi i quantitativi di rifi uti avviati a copertura di discarica pari a 457.0000 t nel 2014, 348.000 t nel 2015, 470.000 t nel 2016 e 513.000 t nel 2017.

b) Comprese le esportazioni pari a circa 89.000 t nel 2014, oltre 90.000 t nel 2015, quasi 89.000 t nel 2016 e 90.000 t nel 2017.

La produzione di rifiuti da CD è cresciuta nel quin-quennio 2013-2017 passando da circa 35,5 Mt a circa 42,3 Mt. Nell’ultimo anno si registra un aumento mar-cato dei quantitativi prodotti rispetto al 2016, +8%, corrispondenti a circa 3 Mt (Tabella 14.2).

I dati relativi al recupero di materia confermano il trend di crescita anche nel 2017, con un aumento dei quantitativi totali di rifiuti da operazioni di costruzione e demolizione, rispetto al 2016, pari al 4%, corrispon-dente a circa 1,2 Mt (Tabella 14.3).

Il tasso di recupero dei rifiuti da operazioni di costruzio-ne e demoliziocostruzio-ne, calcolato sulla base dei dati di produ-zione e gestione di tale tipologia di rifiuti, si attesta, nel 2017, al 75%, al di sopra dell’obiettivo del 70% fissato dalla Direttiva 2008/98/CE per il 2020. Tale percentua-le risulta stabipercentua-le nel biennio 2016-2017 (Figura 14.6).

Nel 2017, la quantità di rifiuti da costruzione e demo-lizione recuperata in operazioni di colmatazione si at-testa a circa 151.000 t con un incremento di otto punti percentuali rispetto al 2016 (Tabella 14.4).

14.3 I 10 anni del riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione

I dati di recupero di materia dai rifiuti da C&D pub-blicati da ISPRA sono disponibili a partire dal 2013. In questi ultimi quattro anni (2013 – 2017) la filiera dei rifiuti da C&D ha visto incrementare la produzione dei rifiuti da 48 a 56 Mt (+17%) mentre le quantità recupe-rate sono cresciute del 16% (+6Mt). Il tasso di riciclo però è rimasto pressoché costante (Figura 14.7).

14.3.1 Modifica del settore

Negli ultimi dieci anni il settore del recupero dei rifiuti inerti ha subito in gran parte la crisi che ha colpito il mondo dell’edilizia.

L’assenza di grandi opere e il mancato inserimento nei capitolati di appalto e nei prezzari regionali delle voci relative agli aggregati riciclati e artificiali ha causato

0 20 40 60 80

Figura 14.6 Tasso di recupero di materia dei rifiuti da costruzioni e demolizioni (%) - 2013/2017

Fonte: ISPRA

2013 2014 2015 2016 2017

75,5 74,3 76,1 76,2 75,1

Tasso di recupero di materia Obiettivo di legge

Tabella 14.4 Quantità di rifi uti da C&D recuperata in operazioni di colmatazione (R10) (t) -2013/2017

2013 2014 2015 2016 2017 Variazione % 2017/2016

138.329 316.798 174.644 138.930 150.709 8

Fonte: ISPRA

Produzione di rifiuti da C&D Recupero di materia Tasso di recupero di materia

2013

Figura 14.7 Confronto tra produzione e recupero di materia dei rifiuti da C&D (Mt e %) – 2013/2017

0 20 40 60

Fonte: Elaborazione Fondazione per lo sviluppo sostenibile su dati ISPRA

48 36

2017 56

42

75,5% 75,1%

una forte flessione della domanda di questi materiali con il conseguente accumulo negli impianti di recupe-ro di enormi quantitativi di precupe-rodotto invenduto.

La mancanza di precisi criteri di End of Waste (cessa-zione della qualifica di rifiuto) e alcune delle prescri-zioni presenti nella normativa vigente in relazione alla ecocompatibilità del prodotto (con particolare riferi-mento alla scelta dei parametri di controllo e dei limiti contenuti nel DM 5/2/98 e nel successivo DM 186/06) e, da ultimo, l’incredibile confusione dei più recenti atti normativi in materia (che mettendo in discussione le competenze dei diversi organi territoriali e nazionali hanno messo in dubbio la validità delle autorizzazio-ni degli impianti) hanno reso molto incerta e rischiosa l’attività di recupero dei rifiuti inerti.

Il recupero dei rifiuti inerti è un’attività che produce benefici collettivi (risparmio di risorse naturali e man-cato ricorso alle discariche) ed è fondamentale per un’economia di tipo circolare.

Dato che le quantità di rifiuti prodotte sono molto im-portanti il settore meriterebbe una maggiore attenzio-ne ed un quadro normativo di riferimento moderno ed aggiornato alle più recenti norme tecniche di prodot-to. Non si tratta dei soli rifiuti del settore edile, ma an-che di un variegato elenco di altre tipologie di rifiuti in cui spiccano le scorie di acciaieria e le ceneri di fondo provenienti dalla termocombustione dei rifiuti urbani.

A fronte di queste difficoltà un segnale certamente

positivo è giunto da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) con l’emanazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) per l’edilizia. Poiché solo una piccola parte della produzio-ne di aggregati riciclati e artificiali è idoproduzio-nea a soddi-sfare i CAM edilizia, il settore rimane in attesa della pubblicazione dei CAM strade, settore verso il quale è orientata la gran parte della produzione di aggregati.

ANPAR (Associazione Nazionale Produttori di Aggre-gati Riciclati) è uno degli stakeholder a disposizione del MATTM e ripone molte speranze per lo sviluppo di un mercato certo e costante per i prodotti dei propri associati che i CAM strade potranno sviluppare.

L’attività di recupero si è molto qualificata in quest’ul-timo decennio: il Regolamento europeo sui prodotti da costruzione ha rafforzato l’obbligo di marcatura CE degli aggregati riciclati già introdotto dalla diret-tiva sui prodotti da costruzione. Le principali stazioni appaltanti e le direzioni lavori hanno preso maggior confidenza con gli aggregati di recupero e qualche ca-pitolato incomincia a contemplarne l’impiego, anche per recepire i CAM.

Molta strada resta però ancora da fare per vincere la diffidenza degli utilizzatori che, nonostante l’impegno del mondo accademico e delle professioni, oppongo-no ancora molta resistenza all’apertura del mercato a prodotti in grado di offrire ottime prestazioni malgra-do la loro origine da rifiuto.

14.4 Problematiche e potenzialità di sviluppo del settore

Il riciclo dei rifiuti inerti presenta una serie di indubbi vantaggi:

per le pubbliche amministrazioni e gli Enti locali, che possono salvaguardare il territorio, incremen-tando le attività di recupero e limiincremen-tando il ricorso allo smaltimento in discarica e l’apertura di nuove cave di inerti naturali;

per le imprese del settore delle costruzioni, che possono conferire i rifiuti presso gli impianti di riciclaggio a costi inferiori rispetto al ricorso alla discarica e, allo stesso tempo, rifornirsi di materiali che, a parità di prestazioni, hanno prezzi più van-taggiosi rispetto ai materiali naturali;

per le imprese che gestiscono il rifiuto da

spazza-mento stradale, che possono evitare di conferire in discarica rifiuti dai quali è ancora possibile recupe-rare risorse;

per le acciaierie e le altre imprese produttrici di ri-fiuti inerti di origine industriale, che possono con-tribuire al risparmio di risorse naturali;

per la tutela dell’ambiente e la salvaguardia della salute umana.

Tuttavia, sono presenti ancora numerosi ostacoli che non permettono al settore di prendere slancio e, di conseguenza, offrire un sostanzioso contributo al raggiungimento degli obiettivi dell’economia circola-re. Di seguito vengono riportate e analizzate le prin-cipali criticità.

Diffidenza nell’utilizzo di prodotti derivati