La qualità della raccolta
0,7Soglia 1a fascia qualità Raccolta Congiunta
Soglia 1a fascia qualità Raccolta Selettiva
Figura 2.10 Confronto tra gli imballaggi in carta e cartone inviati a riciclo* e l’immesso al consumo (kt e %) – 2014/2018
Fonte: 24° Rapporto 2018, luglio 2019, COMIECO
*Il quantitativo di rifiuti di imballaggio cellulosici avviati a riciclo è dato da: rifiuti di imballaggio cellulosici da raccolta differenziata congiunta (carta e imballaggi) riciclati in Italia; rifiuti di imballaggio cellulosici da raccolta differenziata selettiva (solo imballaggi) riciclati in Italia; macero derivante da rifiuti da imballaggio avviato a riciclo all’estero.
Imballaggi immessi al consumo Imballaggi avviati a riciclo Tasso di riciclo rispetto all’immesso al consumo
0
termovalorizzazione o a CDR cambia le proprie carat-teristiche per via della presenza di rifiuto umido. Come già avviene per il rifiuto cellulosico destinato a riciclo, è stato introdotto un fattore correttivo (sempre indicato da CONAI/IPLA) per riportare il valore del rifiuto recu-perato energeticamente al 10% di umidità come già av-viene per la carta da riciclare ai sensi della UNI EN 643.
I quantitativi di imballaggi cellulosici avviati a termo-valorizzazione passano da 383 t nel 2017 a 374 nel 2018, con un decremento del 2%.
2.2.7 Import/export di carte e cartoni La domanda nazionale di carte e cartoni
Coerentemente con il deterioramento in corso d’an-no del quadro macroecod’an-nomico, la domanda interna (stimata dal dato di consumo apparente), che con uno sviluppo del 6,1% nel gennaio-giugno aveva supporta-to l’attività produttiva del setsupporta-tore, ha poi fortemente rallentato, presentando tra luglio e dicembre 2018 una dinamica ben più contenuta (+1,5%). Tale decelera-zione appare diffusa, con diverse modalità, a presso-ché tutte le tipologie di prodotti cartari. Nella sintesi dell’anno il consumo apparente di carte e cartoni è collocato su circa 10,7 Mt, con un aumento del 3,8%
rispetto ai volumi 2017.
Le importazioni
Del rallentamento della domanda interna hanno risen-tito anche le importazioni: nel complesso dell’anno l’import di carte e cartoni si è collocato in prossimità di 5,5 Mt (nuovo massimo dal 2007), con un aumento del 3,9% rispetto al 2017, dopo aver presentato nella prima metà dell’anno uno sviluppo più sostenuto (+6%).
Più accentuata la dinamica presentata dal valore com-plessivo dei prodotti cartari affluiti sul mercato nazionale, che hanno raggiunto i 4,2 Mld € (livello massimo mai toc-cato in precedenza), con un aumento del 9,8% sul 2017.
Anche nell’anno appena concluso si è assistito ad un’ulteriore accentuazione della presenza di prodotti destinati al packaging tra i prodotti importati. In au-mento anche le importazioni di carte per usi domesti-ci, igienici e sanitari (+11,7%). Prossimo ai volumi 2017 l’import di carte per usi grafici (-0,3%) dove si osser-vano riduzioni per le qualità senza legno (sia naturali che patinate) e per la carta da giornale. In calo, infine, i limitatissimi volumi di altre specialità (-17,6%).
Le esportazioni
L’export costituisce da sempre un elemento trainan-te dell’attività produttiva del settore e di supporto nei momenti di debolezza della domanda interna. Il costante impegno riservato dalle cartiere al manteni-Tabella 2.4 Rifi uti di imballaggio cellulosici avviati al recupero energetico e percentuale rispetto
all’immesso al consumo (kt e %) - 2014/2018
2014 2015 2016 2017 2018
Variazione % 2018/2017
kt 378 414 404 383 374 -2
% 8,6 9,0 8,6 7,9 7,6 -0,2
Fonte: 24° Rapporto 2018, luglio 2019, COMIECO
Tabella 2.5 Rifi uti di imballaggi cellulosici avviati a recupero complessivo (riciclo + recupero) e percentuale rispetto all’immesso al consumo (kt e %) - 2014/2018
2014 2015 2016 2017 2018
Variazione % 2018/2017
kt 3.859 4.067 4.155 4.268 4.355 2
% 88 89 88 88 89 1
Fonte: 24° Rapporto 2018, luglio 2019, COMIECO
mento e all’ampliamento della loro presenza sui mer-cati esteri è confermato dalle statistiche ufficiali che evidenziano una continua crescita dell’export di carte e cartoni, interrotta solo nel biennio 2008-2009, che ha portato anno dopo anno a nuovi record dei volumi.
Risentendo del difficile clima economico-politico in-ternazionale che ha caratterizzato l’anno appena tra-scorso, nel 2018 l’export di carte e cartoni è sceso sot-to le 3,8 Mt, con un calo del 4,4% rispetsot-to al record raggiunto l’anno prima (circa 4,1 Mt). Tale andamento è il risultato di un arretramento costante dei volumi in corso d’anno, che si è particolarmente accentuato nell’ultimo trimestre (-9,5% tendenziale).
Per effetto dei generalizzati aumenti dei prezzi unitari, l’export in valore si è collocato in prossimità di 3,9 Mld
€, con un incremento del 2,8% sul 2017.
Riguardo alle destinazioni, l’export verso il complesso dell’area UE28 – pari al 70,7% del nostro export totale d carte e cartoni - ha presentato un calo del 4%, pre-valentemente connesso con i minori flussi diretti verso Germania (-8,6%), Francia (-3,9%) e Polonia (-13,2%).
Al di fuori dell’area UE, da menzionare la nuova ridu-zione dei quantitativi diretti verso la Turchia (-25%).
Dall’analisi per comparti emerge il ritorno in riduzio-ne dell’export di carte per usi grafici (-10,1%), dopo lo sviluppo presentato nel 2017, tendenza diffusa alla quasi totalità delle tipologie e particolarmente accentuata nelle patinate (-11,9%), che continuano a rappresentare una quota importante del nostro export cartario (oltre il 31%).
In calo anche le vendite all’estero di carte e cartoni de-stinati all’imballaggio (-2,7%). Tale andamento, dopo
gli importanti progressi in atto tra il 2013 e il 2017, è stato principalmente trainato dalle altre carte e cartoni per involgere e imballo (-1,9%) e dai limitati volumi di carte e cartoni per cartone ondulato (-17,7%) a fronte di una sostanziale stazionarietà dell’export di carton-cino per astucci (+0,5%).
Evoluzione positiva, invece, dell’export di carte per usi igienico-sanitari (+3,1%) dopo le contrazioni del bien-nio precedente, che seguivano gli interessanti svilup-pi del triennio 2013-2015. Occorre ricordare a questo proposito che si tratta di un comparto caratterizzato dalla crescente, costante tendenza dei produttori na-zionali ad effettuare i loro investimenti all’estero, vi-cino ai mercati di vendita del prodotto finito. È infi-ne continuata la crescita dei contenuti volumi di altre specialità (+4,9%).
2.3 I 10 anni del riciclo degli imballaggi in carta e cartone
Sotto il profilo della produzione, il 2008 è l’anno suc-cessivo a quello in cui l’industria cartaria inanella il re-cord di produzione (più di 10 Mt nel 2007). Il 2008 e il 2017 sono piuttosto simili: con una produzione che va ben oltre le 9 Mt. Cambia però molto nelle materie prime: mentre nel 2008 il 60% della cellulosa utilizza-ta era dotutilizza-tautilizza-ta di specifica certificazione foresutilizza-tale, nel 2018 siamo all’80%.
Diminuisce nel contempo il consumo di fibre vergini (3,7 Mt nel 2008 contro le 3,5 nel 2017), mentre il tasso di
rac-colta nazionale passa dal 57% (2017) a oltre il 63% (2017).
Nei dieci anni appena trascorsi la filiera degli imballag-gi in carta e cartone ha visto incrementare l’immesso al consumo di 814 kt (+20%), il riciclo è cresciuto di pari passo di 690 kt (+21%), passando dall’80% all’81%
rispetto all’immesso al consumo. Il recupero comples-sivo (riciclo + recupero energetico) è aumentato di 736 kt in dieci anni, con un incremento di un punto percentuale del tasso di recupero rispetto all’immesso al consumo (Figura 1.2).
Figura 2.11 Flussi di import e export di carte e cartoni (Mt) –2007/2018
Import Export
Fonte: Elaborazione ASSOCARTA su dati ISTAT 1
2.3.1 Modifica della filiera
I numeri appena descritti mostrano che, dopo dieci anni di direttive comunitarie, l’ampliamento della ca-pacità produttiva a base di riciclo non si è sviluppata in termini di economia circolare. Certamente, un vulnus competitivo è rappresentato dagli alti costi energetici,
ma anche dal nodo irrisolto del recupero degli scarti del riciclo. Nel 2007 la discarica rappresentava il 21%, valore che, nel 2017, rimane quasi inalterato, aumen-tando di un punto percentuale (22%).
Diminuiscono i ripristini ambientali (dal 26% circa all’8%), mentre crollano anche le destinazioni verso al-tre industrie (cemento e laterizi dal 14 al 5%), e cresce la categoria delle cartiere (5% delle destinazioni). Se-gno che le cartiere non solo chiudono il ciclo del riciclo della carta, ma in qualche modo stanno cercando di of-frire soluzioni al riciclo dei rifiuti del processo cartario.
Una situazione semplicemente inadeguata se com-parata a quella dei competitor europei che hanno invece impianti a pie’ di fabbrica, oppure vanno in impianti di termovalorizzazione o in altri impianti in-dustriali (cementifici).
È necessario che l’Italia adotti misure che consenta-no di recuperare energia dagli scarti del riciclo, nel-la consapevolezza che questa è una delle condizioni indispensabili per contribuire alla decarbonizzazione, ridurre lo svantaggio competitivo oggi esistente tra l’industria nazionale e i suoi competitori nella UE e in-fine, ma non meno importante, dare piena attuazione ai principi dell’Economia Circolare.
L’industria cartaria italiana ha avviato un ciclo positi-vo di investimenti, in cui spiccano alcune riconversioni che, in un’ottica di economia circolare e di sviluppo sostenibile, sono in grado di aumentare la capacità di Figura 2.12 Confronto tra immesso al consumo,
riciclo e recupero complessivo degli imballaggi in carta e cartone negli ultimi dieci anni (kt e %) – 2009/2018
Immesso al consumo Riciclo Recupero complessivo
Tasso di riciclo rispetto all’immesso al consumo Tasso di recupero rispetto all’immesso al consumo
Fonte: Elaborazione Fondazione per lo sviluppo sostenibile su dati COMIECO
0
Figura 2.13 Industria cartaria italiana: alcuni fatti
Fonte: Assocarta
INDUSTRIA CARTARIA ITALIANA: ALCUNI FATTI
Utilizza paste per carta con certificazione forestale per il 79%
(Fonte: Assocarta) Ricicla ogni minuto 10 t di materiale cellulosico che rientra così nel processo
produttivo dando vita a nuovi prodotti in carta
(Fonte: Assocarta)
I nostri primati in Europa Leader assoluto nella produzione di carta tissue
3° produttore di carta per imballaggi
4° produttore di carta e cartoni 3° nel ririclo della carta
(Fonte: Cepi)
Ha aumentato l’efficienza energetica del 25%
negli ultimi 20 anni e, attraverso la cogenerazione
ad alto rendimento, utilizza gas naturale nel modo
più efficiente (Fonte: Assocarta)
81,1%
Riciclo imballaggi in carta Già raggiunti a livello razionale
gli obiettivi previsti dalla direttiva 2018/852/CE per
il 2025 (75% di riciclo) (Fonte: Comieco) Promuove la crescita
delle foreste
Tra il 2005 e il 2015 la superficie forestale è aumentata in Europa
di 44.000 km2, un’area pari ad oltre 1.500 campi di calcio ogni giorno (Fonte: Elaborazione Two Sides
su dato FAO 2015)
riciclo nazionale fino ad oltre 1 Mt e trasformare in prodotto finito anche il surplus di carta da riciclare che viene raccolta in Italia ma che oggi viene espor-tata per essere riciclata altrove. In assenza di qualsi-asi azione che favorisca lo sviluppo impiantistico e la certezza di norme snelle e applicabili (si pensi alla disciplina EoW), il rischio sempre più vicino è che si blocchino gli investimenti e la produzione, quindi il ri-ciclo della carta e conseguentemente la sua raccolta differenziata su suolo pubblico (e su quello privato)
in Italia. Si tratta, in altri termini, di favorire lo svilup-po di una filiera che oggi traina l’economia circolare di un Paese come il nostro che, tradizionalmente po-vero di materie prime, ha sviluppato le raccolte dif-ferenziate urbane invertendo il trend import/export che fino al 2004 vedeva l’Italia importare circa 1 Mt di carta dall’estero. Lo sviluppo delle raccolte differen-ziate urbane dal 1998 al 2008 è triplicato passando da 1 a circa 3 Mt, restando in costante crescita nell’ul-timo decennio.
2.4 Problematiche e potenzialità di sviluppo del settore
Si descrivono di seguito le previsioni sui risultati di ri-ciclo e recupero dei rifiuti di imballaggio per il triennio 2019-2021. Tali previsioni, essendo frutto di un’analisi dei dati a partire dalla serie storica e di considerazioni in merito all’andamento dei mercati, potrebbero esse-re soggette a possibili variazioni alla luce della volatili-tà del contesto economico.
2.4.1 Obiettivi sull’immesso al consumo, sul riciclo e sul recupero energetico per il triennio 2019-2021
Per il triennio 2019-2021 si prevede un incremento me-dio dell’immesso al consumo di circa il 2% arrivando nel 2021 a 5.070 kt di imballaggi immessi al consumo (Tabella 2.6). Lo stesso vale per le previsioni relative all’avvio a riciclo dei rifiuti di imballaggi cellulosici che mostrano, anch’esse, un incremento complessivo di circa il 2% nel triennio. La percentuale di avviato a riciclo rispetto all’immesso al consumo si prevede co-stante per il triennio e pari all’81% (Tabella 2.7). Le pre-visioni stimano un recupero energetico degli imballag-gi cellulosici nel triennio pari a 374 kt per il 2019, che scende a 373 kt nel 2020 e 2021 (Tabella 2.8).
2.4.2 Criticità che frenano lo sviluppo del settore e proposte sulle innovazioni da promuovere La politica commerciale cinese
1. MES alla Cina e proposta UE di revisione della me-todologia di calcolo dei dazi sulle pratiche scor-rette attuate da alcuni Paesi terzi. A seguito della
mancata concessione del trattamento di economia di mercato (MES) alla Cina a fine 2016, l’attivi-tà delle istituzioni europee si è concentrata sulla Tabella 2.6 Previsioni sull’immesso al consumo (kt) – 2019/2021
2019 2020 2021
4.945 5.005 5.070
Fonte: PGP CONAI settembre 2019
Tabella 2.7 Previsioni di riciclo e percentuale rispetto all’immesso al consumo (kt e %) – 2019/2021
2019 2020 2021
kt 4.014 4.065 4.120
% 81 81 81
Fonte: PGP CONAI settembre 2019
Tabella 2.8 Previsioni di recupero energetico e percentuale rispetto all’immesso al consumo (kt e %) – 2019/2021
2019 2020 2021
kt 374 373 373
% 8 7 7
Fonte: Programma Specifi co di Prevenzione COMIECO settembre 2019
messa a punto di una metodologia di calcolo dei dazi antidumping da applicare a importazioni pro-venienti da Paesi terzi in presenza di distorsioni significative del mercato. L’iter si è completato il 20 dicembre 2017, le nuove norme, in vigore dal 21 dicembre, prevedono:
›
un sistema country neutral, eliminando la di-stinzione tra economie di mercato e non;›
che nel calcolare i margini di dumping per le importazioni provenienti da Paesi terzi in pre-senza di distorsioni significative del mercato (e non sia, dunque, opportuno utilizzare i prezzi e i costi del Paese esportatore), la Commissione europea prenderà a riferimento prezzi, costi o benchmark internazionali;›
che la Commissione pubblichi rapporti su Pae-si e settori economici per valutare le distorPae-sioni del mercato, tenendo in considerazione anche il rispetto dei criteri ambientali e dei diritti del lavoro in linea con gli standard internaziona-li. Considerato che alla base dell’esigenza della nuova normativa era la concessione o meno del MES alla Cina e che la maggior parte dell’atti-vità antidumping dell’UE riguarda le importa-zioni da questo Paese, la prima relazione pub-blicata dalla Commissione ha riguardato la Cina.La nuova metodologia di calcolo del dumping disciplinerà i casi avviati dopo la sua entrata in vigore, mentre ad eventuali indagini antidum-ping già in corso continueranno ad applicarsi le norme precedenti.
2. Misure per limitare l’import di carta da riciclare. Si tratta di una serie di provvedimenti posti in essere dalla Cina da dopo l’estate 2017 che hanno deter-minato una forte riduzione dell’export di carta da riciclare di qualità miste e per ondulatori (OCC) verso quel Paese, provocando forte confusione anche in altri mercati asiatici verso i quali molto spesso sono stati dirottati volumi importanti. In Europa i provvedimenti cinesi hanno accentuato la volatilità che caratterizza il mercato di que-ste qualità di carta da riciclare e stanno creando tensioni sui prezzi delle qualità per disinchiostra-zione e superiori utilizzabili come sostituti della cellulosa su cui si sta orientando la domanda del-le cartiere europee nel tentativo costante di rim-piazzare le ormai costosissime fibre vergini con fibre di recupero.
Energia
Il settore cartario italiano ha lanciato una Roadmap al 2050 per individuare un percorso per raggiungere gli obiettivi di riduzione di CO2 al 2050. Il settore cartario crede fermamente nella necessità di ridurre le emis-sioni di CO2 e crede che sia necessario farlo mante-nendo la produttività del settore e non delocalizzando la produzione. Questa seconda strada sarebbe infatti perdente per tutti. Raggiungere obiettivi ambiziosi di riduzione della CO2 significa fare investimenti enormi ed è necessario che i Governi nazionali ne siano con-sapevoli. Il settore cartario ha fatto molto negli ultimi venti anni e continua ad investire per migliorare i pro-dotti e la sua efficienza energetica e quindi per ridurre le emissioni di CO2. Garantire l’utilizzo del gas nel tem-po alle imprese industriali non significa rinnegare gli obiettivi di decarbonizzazione.
In Italia il costo dell’energia è sempre stato più alto rispetto agli altri Paesi europei e di conseguenza il set-tore cartario è sempre stato molto attento e attivo nel cercare tutte le vie possibili per ridurre il consumo di energia aumentando l’efficienza. Inoltre i mercati del-la carta sono fortemente contesi con presenza spes-so di spes-sovraccapacità produttiva che ha determinato negli anni una forte razionalizzazione della presenza sul territorio delle imprese. Le cartiere operative oggi hanno un livello di efficienza molto alto diversamente non avrebbero potuto resistere alla competizione dei mercati e ai maggior costi del sistema italiano.
Il settore cartario italiano è uno dei maggiori utilizza-tori di energia elettrica ed ancor più di gas naturale. 7 miliardi di kWh circa di energia elettrica e 2,5 miliardi di mc di gas (circa il 15% del consumo di gas industriale nazionale). Oltre 5 miliardi di kWh sono autoprodotti in cogenerazione ad alto rendimento. Il settore è ener-givoro ed è tra quelli che esprimono i più alti valori di intensità energetica secondo quanto previsto delle norme europee. Gli elevati consumi di energia elettrica sono necessari per alimentare il processo cartario che è di tipo continuo e dove ogni fase del processo di fabbri-cazione della carta avviene simultaneamente. Le neces-sità di gas naturale sono determinate dalla necesneces-sità di alimentare gli impianti di cogenerazione e per produrre il calore necessario all’asciugatura del foglio. L’espo-sizione dal punto di vista dei costi sul gas naturale è quindi molto forte per il settore e il prezzo dello stesso agisce sul posizionamento competitivo delle imprese italiane rispetto ai competitor europei.
Il mercato di riferimento per il gas è il TTF a cui i prezzi sono indicizzati (anche quelli dei competitor tedeschi ed europei). La differenza di prezzo tra il mercato ita-liano (PSV) e quello del nord Europa (TTF) si aggira intorno ai 2 €/MWh e, rispetto agli anni passati, è in aumento.
Il gas è quindi il combustibile che sta supportando e supporterà la transizione del sistema elettrico verso un assetto con maggiore presenza di produzione di energia da fonte rinnovabile. La non prevedibilità delle fonti rinnovabili e la loro impossibilità di coprire tut-te le ore dell’anno dovuta alla disponibilità della fon-te specifica (sole o vento) anche quando accoppiafon-te a sistemi di accumulo, rendono necessario coprire il carico nazionale con la fonte fossile meno inquinante ovvero il gas naturale.
Il tema del passaggio dal gas all’elettricità è un tema molto utilizzato dagli scandinavi i quali dispongono di grandi quantità di biomasse e quindi possono produrre con tali biomasse energia elettrica e calore in sito sen-za dover ricorrere all’acquisto di permessi CO2. Questa strada non è possibile in Italia e quindi il percorso di continua riduzione dei permessi CO2 per le imprese cartarie non potrà essere sostenuto economicamente senza impatti in termini di riduzione della produzione.
Il passaggio agli approvvigionamenti elettrici deve peraltro fare i conti con alcuni aspetti di realizzabilità fisica. Sostituire l’energia fornita dal gas naturale (sia termica che elettrica per il settore cartario) significa in primo luogo perdere il vantaggio ambientale della produzione elettrica fatta in cogenerazione andando a sostituire questa con energia che viene dalla rete pro-dotta con molta probabilità con un fattore emissivo di CO2 peggiorativo. In secondo luogo portare tutta l’e-nergia elettrica necessaria in cartiera significa
aumen-tare sensibilmente la dotazione di infrastrutture elet-triche con pesanti impatti in termini di consumo del suolo e del paesaggio oltre che con dubbi sul bilancio positivo per il pianeta in termini di effettiva riduzione della CO2.