5. GLI SCAMBI CON L’ESTERO
5.3. I partner commerciali
L’analisi comparata degli scambi commerciali distinti per paese partner dell’Emilia-Romagna, permette di evidenziare alcune signifi-cative peculiarità degli scambi regionali rispetto al dato nazionale, e di confermare o meno la struttura degli scambi per paese. L’analisi è svolta con riferimento agli ultimi due anni per i quali sono disponibili i dati completi, il 1996 ed il 1997. L’esame condotto su tre soli trime-stri, infatti, data la forte stagionalità di talune produzioni e dei relativi flussi di import-export, avrebbe potuto fornire informazioni distorte e non rappresentative.
Con riferimento ai paesi fornitori di prodotti agricoli, nel 1997 si è ristabilito un ordine di importanza dei paesi partner della regione più simile a quello rilevato in ambito nazionale: mentre nel 1996 la Fran-cia, di gran lunga primo fornitore dell’Italia, era seconda dopo gli Stati
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Uniti, nel 1997 essa è tornata ad essere il primo fornitore anche dell’Emilia-Romagna con una quota pari al 15% delle importazioni complessive di prodotti del settore primario e quindi non molto dissi-mile dal 19% rilevato in ambito nazionale (tab. 5.6). Per quanto ri-guarda i prodotti agricoli intesi in senso stretto, gli USA restano co-munque un fornitore assai più importante per la regione che per l’Italia considerata nel suo insieme: la quota di questo paese tra i fornitori si Tab. 5.6 - Importazioni di prodotti agro-alimentari: quote percentuali dei primi otto paesi o gruppi di paesi di provenienza nel 1996-97
1996 1997 Argentina 2,47 5,42 Argentina 3,06 5,80
Brasile 2,17 4,18 Spagna 9,57 4,54
Argentina 3,96 4,58 Danimarca 3,83 5,13 Spagna 2,02 4,07 Argentina 2,21 4,40 UE (15) 67,76 65,54 UE (15) 66,81 66,81 Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat.
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mantiene attorno al 14-15% per la regione, mentre a livello nazionale oscilla attorno al 5% circa. Questa relativa specializzazione delle im-portazioni regionali rispetto agli USA per i prodotti agricoli è proba-bilmente da ricollegare soprattutto alle forti importazioni di semi e frutti oleosi, di frumento e di mais.
Seguono, in ordine di importanza decrescente, tra i paesi fornitori dell’Emilia-Romagna, Germania (10,9%), Paesi Bassi (7,0%) e Spa-gna (6,8%). L’ordine di questi paesi è lo stesso sia nel 1996 che nel 1997 per gli scambi con la regione, e risulta abbastanza simile anche all’ordine e all’importanza relativa degli scambi valutati rispetto all’intero paese.
Resta infine confermata, sia a livello regionale che nazionale, l’importanza relativamente modesta dei fornitori UE che si ferma, in entrambi gli anni considerati, attorno al 54-55%. Ciò evidentemente implica che per gli approvvigionamenti di prodotti agricoli sia la re-gione che il resto del paese dipendono per poco meno della metà dagli acquisti effettuati in paesi extra-UE.
Con riferimento ai prodotti dell’industria alimentare, invece, si può anzitutto notare che la dipendenza da forniture provenienti da paesi e-xtra-UE è molto più ridotta: l’Emilia-Romagna importa da paesi UE il 74-75% del totale, mentre a livello nazionale la quota è stabile attorno al 78-79%.
I primi tre paesi fornitori erano e sono rimasti, nei due anni consi-derati, Francia, Germania e Paesi Bassi, anche se l’ordine è cambiato completamente. Mentre nel 1996 i Paesi Bassi erano il primo fornitore di prodotti dell’industria alimentare dell’Emilia-Romagna, seguiti da Francia e Germania, nel 1997 l’ordine si è modificato tornando a coin-cidere con quello degli scambi per l’intero paese: la Francia diviene il primo fornitore con una quota del 16,4%, seguita da Germania (16,1%), e Paesi Bassi (15,0%). Solo variazioni minori riguardano in-vece gli altri paesi che seguono in ordine di importanza: Danimarca (7,1%), Belgio-Lussemburgo (6,9%), Argentina (5,8%), Spagna (4,5%), Brasile (3,2%), Regno Unito (3,1%) e USA (2,5%).
Con riferimento alle esportazioni di prodotti agro-alimentari si pos-sono fare due osservazioni preliminari (tab. 5.7). Anzitutto per i pro-dotti agricoli la dipendenza rispetto ai paesi UE è molto maggiore sul fronte delle esportazioni che su quello delle importazioni, a livello sia regionale che nazionale. Se per le importazioni nazionali di prodotti
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del settore primario la quota dei paesi UE era del 54-55%, per le esportazioni tale quota sale al 78-79%. Il dato risulta ancor più elevato se ci si riferisce alle esportazioni dell’Emilia-Romagna: oltre l’80%
delle vendite sui mercati esteri di prodotti del settore primario della re-gione, infatti, viene effettuato stabilmente nei paesi UE. Con riferimento ai prodotti dell’industria alimentare, invece, si rileva una dipendenza delle esportazioni verso i paesi UE di intensità minore rispetto a quella delle importazioni: se a livello di importazioni la Tab. 5.7 - Esportazioni di prodotti agro-alimentari: quote percentuali dei primi otto paesi o gruppi di paesi di destinazione nel 1996-97
1996 1997 Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat.
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quella delle importazioni: se a livello di importazioni la quota di questi paesi era pari al 78% circa, dal lato delle esportazioni si ferma attorno al 61-63% per gli scambi nazionali, mentre sale al 72% circa per quelli della regione.
Nel biennio 1996-1997 non si è registrata alcuna variazione tra i dieci principali paesi di destinazione sia dei prodotti del settore prima-rio che di quelli dell’industria alimentare dell’Emilia-Romagna. La Germania continua ad essere il paese di gran lunga più importante tra i destinatari di prodotti agricoli: oltre il 41% delle esportazioni regionali di questi prodotti ha questa destinazione, mentre a livello nazionale la quota di questo mercato non scende sotto il 37-38%. Il Regno Unito è il secondo paese di destinazione dei prodotti della regione, con una quota dell’8-9%, superiore a quella media nazionale che non va oltre il 5-6%.
La Francia è il terzo paese di destinazione dei prodotti agricoli della re-gione con una quota compresa tra il 6 ed il 7%; a livello nazionale il suo peso è maggiore: la quota sulle esportazioni è pari a poco meno dell’11% e questo la colloca al secondo posto tra i paesi di destinazio-ne. Con percentuali decrescenti comprese tra il 5 ed il 4%, seguono poi Paesi Bassi, Austria, i PECO-10, Spagna e Svizzera.
La Germania è anche il principale paese di destinazione dei prodot-ti dell’industria alimentare sia a livello regionale che nazionale, ma con una quota assai più contenuta, compresa tra il 21 ed il 23%. La Francia, seconda destinazione per questi prodotti, detiene invece una quota del 19-20% sulle esportazioni totali regionali, ma solo del 13-14% su quelle nazionali. Seguono, in ordine di importanza decrescen-te, Regno Unito e USA, con quote sulle esportazioni regionali del 9%
e del 6% rispettivamente, e poi Grecia, Spagna, Paesi Bassi e Belgio-Lussemburgo con quote comprese tra il 3% ed il 4%. Resta solo da se-gnalare che, tra il 1996 e il 1997, la Grecia ha guadagnato 3 posizioni nella graduatoria dei paesi di destinazione dei prodotti alimentari dell’Emilia-Romagna.