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Lo scenario regionale

Nel documento Volume Rapporto 1998 (.pdf 1.6mb) (pagine 57-60)

3. LE POLITICHE REGIONALI PER IL SETTORE

3.1. Lo scenario regionale

La produzione lorda vendibile dell’Emilia-Romagna ha fatto regi-strare, rispetto all’annata precedente, un aumento complessivo dello 0,8%, attestandosi intorno ai 7.233 miliardi di lire correnti (3,7 miliar-di miliar-di euro). L’occupazione agricola per la prima volta da molti anni è cresciuta dell’1,7%, anche se ciò può essere semplicemente un riequi-librio rispetto alla forte riduzione degli anni precedenti. A livello na-zionale si è invece registrata una riduzione del 2,3%.

L’andamento della produzione agricola nel 1998 si presenta molto diverso dagli anni precedenti. Infatti, mentre la zootecnia ha subito una flessione del 13,4%, principalmente dovuta alla crisi delle carni suine e del latte, si sono verificati incrementi notevoli nelle coltivazioni arbo-ree. In particolare, la produzione frutticola è aumentata di oltre il 56%

(ed in termini quantitativi di quasi il 74%), tornando così a buoni livel-li precedenti dopo glivel-li eventi clivel-limatici sfavorevolivel-li deglivel-li ultimi anni, e quella vinicola del 32% (con una produzione di vino pari a 6,5 milioni di ettolitri).

La PLV dei cereali è rimasta stabile mentre la produzione è aumen-tata del 6,1% per effetto delle rese che hanno compensato il calo dei prezzi. Sia la produzione che la superficie a frumento duro sono più che raddoppiate, mentre la produzione di mais è calata del 18,6%. Tra le coltivazioni industriali si è verificata una riduzione di oltre il 25%, dovuta prevalentemente alla barbabietola da zucchero. Il comparto flo-ricolo superando i 100 miliardi ha aumentato la sua PLV del 20,5%.

Nel settore lattiero caseario mentre la produzione è rimasta costan-te, il prezzo per il latte destinato al consumo si è attestato intorno alle 64.000 lire al quintale, e quello destinato alla trasformazione, ha subito un calo di circa 20.000 lire al quintale rispetto alla campagna

prece-60 dente.

La “vertenza” riso ha interessato anche l’Emilia-Romagna e in se-guito alla crisi di redditività le superfici coltivate nel 1998 si sono con-tratte del 21%, mentre la produzione ha superato appena i 460.000 quintali (-18,8%), e la PLV è diminuita del 16,6%.

La nuova OCM del comparto ortofrutticolo ha avuto in regione un’applicazione soddisfacente: il fatturato delle OP, calcolato in 1.460 miliardi di lire, rappresenta oltre il 60% del prodotto ortofrutticolo commercializzato a livello regionale. Nel biennio 1997-98 le richieste finanziarie presentate dalle OP per la realizzazione dei programmi o-perativi ammontano a 180 miliardi di lire. Nel 1998 sono stati erogati 84 miliardi. Inoltre, nel dicembre 1998 la Giunta regionale ha approva-to programmi operativi triennali e quinquennali per un imporapprova-to di 135 miliardi riferiti al 1999. Nel 1998, per il settore ortofrutticolo, è stato destinato un finanziamento di circa 15 miliardi per i frutteti colpiti dal-la Erwinia Amylovora e daldal-la Sharka.

Nel corso del 1998 si è accentuata la caratteristica “regionale” dei finanziamenti al settore agricolo, anche se permane la specificità “plu-rifondo” del bilancio. I finanziamenti disponibili nel 1998 sono stati di oltre 535 miliardi con un aumento del 2,4% rispetto al 1997. I mezzi regionali, con oltre 165 miliardi, superano il 30% del bilancio del set-tore e questa tendenza si accentua nelle previsioni del 1999 (40%).

Anche i finanziamenti comunitari nel bilancio regionale sono aumen-tati ed hanno superato gli 87 miliardi (+17% circa). La maggiore “re-gionalizzazione” del bilancio impone quindi, come abbiamo già sotto-lineato l’anno precedente, una maggiore programmazione e controllo nelle spese nel settore agricolo.

Il piano annuale per la ricerca in agricoltura ha avuto nel 1998 un ottimo avvio. Su 339 progetti presentati ben 252 hanno avuto l’approvazione, per un finanziamento totale di oltre 14 miliardi. I prin-cipali indirizzi di ricerca riguardano: la lotta biologica e integrata, la certificazione dei prodotti made in Emilia-Romagna, il controllo e la verifica dei processi produttivi, il contenimento dell’impatto ambienta-le della zootecnia, l’analisi degli effetti socio-economici delambienta-le politiche agrarie nazionali e comunitarie.

L’11 agosto 1998 è stata approvata la legge regionale numero 28 per la “Promozione dei servizi di sviluppo al sistema agroalimentare”.

Questa legge prevede sei capitoli di cui due di particolare rilevanza:

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uno sulle attività di studio, ricerca e sperimentazione, e l’altro nell’attività di assistenza tecnica e divulgazione. Il primo dei due ero-gherà fondi in base alla legge regionale n. 15 del 1997, mediante la quale sono già stati finanziati i programmi sopra menzionati.

Per quanto riguarda l’ormai intramontabile vicenda delle quote lat-te, il 92% dei 4.036 ricorsi presentati in regione nel 1998 è stato accet-tato. Sono quindi pochissimi i casi di illegalità riscontrati. Per un ap-profondimento della situazione delle quote latte si rimanda allo speci-fico paragrafo.

Una importante iniziativa della Regione si è avuta per il riordino e il rafforzamento dell’organizzazione economica dei produttori. Verso la fine del 1998, è stato infatti raggiunto un accordo tra sindacati, cen-trali cooperative, associazioni produttori latte e Consorzio di tutela del Parmigiano-Reggiano per la revisione dell’assetto del settore lattiero–

caseario. Questo accordo prevede la creazione di due nuovi “poli” as-sociativi, uno per l’Emilia occidentale e l’altro per quella orientale, en-trambi con caratteristiche imprenditoriali e reali capacità commerciali.

Il polo occidentale nascerà dalla confluenza in un unico organismo de-gli allevatori che attualmente aderiscono a tre associazioni esistenti:

Aiple, Apler e Aiprolat. Questa super associazione sarà strutturata in due sezioni: la prima concentrerà l’offerta per l’industria alimentare, la seconda il latte destinato alla trasformazione in Parmigiano-Reggiano.

Per le province orientali il punto di riferimento sarà il consorzio del latte Granarolo Felsinea al quale fanno capo circa 1200 allevatori.

Gli interventi dell’Unione europea in Emilia-Romagna assumono, come sempre, un rilievo particolare. Infatti, nel 1998 i finanziamenti dei regolamenti di mercato e di quelli strutturali hanno superato i 789 miliardi di lire. Considerando anche i finanziamenti regionali e statali agli interventi dell’Unione europea sono andati oltre 923 miliardi. I principali finanziamenti sono destinati ai regolamenti di mercato, con quasi 680 miliardi (86%), di cui 294 per gli interventi di mercato e 316 per il sostegno ai seminativi. I finanziamenti strutturali da parte dell’Unione europea hanno superato nel 1998 i 109 miliardi, destinati sia alle misure dell’obiettivo 5b, sia alle misure dell’obiettivo 5a e altre (quasi 95 miliardi).

Nel periodo 1994-98 un aspetto rilevante dei finanziamenti comu-nitari in regione ha riguardato i fondi strutturali a cui nel complesso sono stati erogati/impegnati quasi 346 miliardi, che hanno attivato 700

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miliardi di investimenti. Il grado medio di utilizzo dei fondi strutturali è stato di oltre il 69%, con una punta negli investimenti per la trasfor-mazione pari al 98,8%. Nelle altre regioni del Centro Nord gli impegni sono stati inferiori al 50% ed i pagamenti di poco superiori al 22%.

E’ stato definitivamente avviato il Programma Operativo 1997-99 a favore dell’industria agroalimentare della Regione (regolamento CEE 951|97) che prevede il miglioramento delle strutture di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. Sono stati giudicati am-missibili 274 progetti dei 305 presentati, mentre i primi finanziamenti, di oltre 63 miliardi, sono andati ad un gruppo di 54 aziende. Gli altri progetti saranno finanziati man mano che si renderanno disponibili i fondi. I progetti approvati prevedono un volume complessivo di inve-stimenti di oltre 158 miliardi, con una distribuzione giudicata equili-brata fra le diverse province ed i principali settori dell’industria agroa-limentare della regione.

In Emilia-Romagna le domande di compensazione ai seminativi sono state oltre 54.000, con una riduzione di quasi il 4,4% rispetto al 1997. Il valore delle compensazioni ai seminatavi è sceso nel 1998 a circa 316 miliardi di lire con una riduzione del 4,6% rispetto all’anno precedente. Continua l’aumento dell’importanza delle aziende che o-perano in regime generale, a cui vanno oltre il 60% delle compensa-zioni a livello regionale. Le riducompensa-zioni maggiori nelle compensacompensa-zioni si sono registrate per il mais, oltre il 15%, e per le oleaginose circa il 10,6%.

Nel documento Volume Rapporto 1998 (.pdf 1.6mb) (pagine 57-60)