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I progetti didattici di educazione interculturale a scuola

CAPITOLO II ADATTAMENTO PSICO-SOCIALE NELL’ESPERIENZA

1. La pedagogia interculturale come risposta educativa all’attuale società

1.3. La didattica interculturale: dalla teoria alla prassi educativa

1.3.3. I progetti didattici di educazione interculturale a scuola

Le scuole, pur tra molte perplessità e difficoltà di carattere organizzativo, negli ultimi anni, si sono dovute confrontare con la dimensione sociale multiculturale, attuando sperimentazioni nel territorio dove operano. Il panorama è ancora molto variegato a livello nazionale e l’acquisizione della dimensione interculturale nell’insegnamento scolastico è stata perseguita con un ricerca e verifica non sempre continua, comunque sostenuta da una circolazione delle idee ed un intenso dibattito a diversi livelli. La strutturazione di un progetto educativo di integrazione, a livello istituzionale- scoalstico, ha portato i pedagogisti a soffermarsi sulla delicata questione della formazione interculturale del corpo- docente. In merito alla formazione degli insegnanti sul tema dell’educazione interculturale sono stati formulati due obiettivi, come si evince dalla seguente affermazione:

“L’obiettivo a medio termine è quello di giungere alla formazione di una mentalità critica del docente tale da essere in grado di considerare il pregiudizio culturale e sociale che si radica dietro il rifiuto dell’interazione con soggetti troppo diversi e di acquisire mezzi di valutazione del medesimo e di proposta metodologico-didattica. L’obiettivo a lungo termine è quello dell’approccio transculturale che attraversando e andando oltre le singole appartenenze permetta di estrapolare da insiemi differenziati comuni radici storiche con cui costruire un modello di convivenza internazionale democraticamente fondato” (Chistolini 1992, p. 9).

Nell’ambito dei progetti europei di formazione interculturale del personale docente ed educativo, merita di essere ricordata, l’attività di formazione in servizio dei docenti e di formazione degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, svolta dal “Forum per l’intercultura”, ossia, specificamente, un’iniziativa didattica e di aggiornamento rivolta ai docenti, promossa annualmente dal 1991 da una struttura

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pastorale quale la Caritas diocesana di Roma che, in collaborazione con varie organizzazioni, di italiani e di immigrati, delle autorità scolastiche e degli enti locali, con il patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione - Direzione Generale Scambi Culturali e della Commissione europea - si è voluta impegnare nella sensibilizzazione delle comunità scolastiche ai problemi educativi connessi al carattere multiculturale della nostra società e alle tematiche desunte dalla peculiare esperienza sociale del tempo presente. Gli obiettivi del Forum sono così riassumibili:

“- realizzare corsi di aggiornamento attraverso una stretta collaborazione tra le associazioni degli immigrati, le associazioni di italiani e il mondo della scuola;

- individuare degli argomenti rispondenti alle esigenze della scuola e del nuovo contesto sociale, dove sono presenti consistenti comunità di immigrati;

- farsi cura delle specifiche esigenze della scuola ed aiutare i docenti ad elaborare progetti didattici che consentano un pieno coinvolgimento dei loro alunni;

- sostenere la progettazione interna agli istituti con la messa a disposizione di ‘pacchetti formativi’ e relativi esperti, utilizzando sempre più gli immigrarti come mediatori interculturali;

- promuovere iniziative di sensibilizzazione interculturale anche al di fuori nelle scuole nelle varie circoscrizioni, fornendo le pubblicazioni prodotte” (Comune di Roma - Assessorato alle Politiche Educative e Formative XI Dipartimento, 1998). Questa attività formativa ha previsto l’organizzazione di laboratori, ciascuno dei quali è stato diretto da un’équipe di esperti, nell’intento di “rispondere meglio alle attese dei partecipanti, saldare più strettamente sensibilità sociale e impatto didattico, aiutare più compiutamente i partecipanti ad elaborare in proprio un itinerario interculturale nelle materie di competenza” (Caritas di Roma, 1997). Alcuni laboratori si sono incentrati sulle prospettive di educazione interculturale e le corrispettive metodologie didattiche, altri, invece, sulle proposte operative per una didattica interculturale delle discipline, sulla sperimentazione di modelli didattici cooperativi, di percorsi didattici e strategie educative, sui rapporti con le famiglie immigrate, sugli strumenti didattici di natura interculturale intesi come mezzi comprensione, comunicazione, mediazione interculturale, come il teatro, la letteratura, il cinema, la radio, il giornale. Gli argomenti oggetto di maggiore approfondimento nei vari laboratori condotti sono stati: la conoscenza dei paesi di origine, la cultura africana e latino-americana, il teatro come strumento interculturale, il cinema e razzismo, l’emigrazione italiana, la famiglia nelle diverse culture, i cicli della vita nelle altre culture, le fiabe del mondo, le altre religioni, ecc.

All’inizio del 1998 l’Assessorato alle Politiche Educative ha invitato le scuole dell’infanzia, elementari e medie di Roma, ad inviargli delle brevi relazioni sulle iniziative e sulle attività didattico-pedagogiche di carattere multi- e inter-culturale realizzate negli ultimi due anni scolastici. Le relazioni raccolte sono state pubblicate in un volume “Intercultura: a scuola si fa così” (1999) che fa parte della collana dei “Quaderni Intermundia”: una serie di pubblicazioni che l’Assessorato alle Politiche Educative si è proposto di realizzare come strumenti di guida, supporto e comunicazione per le attività interculturali da diffondere, sia nelle scuole che nel

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territorio, tra i dirigenti scolastici, gli insegnanti, gli studenti, gli operatori che sono attivi ed impegnati su questi temi.

Nella collana “Quaderni Intermundia” è stato anche pubblicato un Annuario dei progetti di intercultura realizzati, ossia una rassegna esemplificativa dei progetti didattici di carattere interculturale delle scuole di Roma (Assessorato alle Politiche educative, 2001); questa raccolta attesta la presenza di sempre maggiori forme di collaborazione e di concertazione, attuate dalle scuole con le molteplici associazioni che operano in questo settore, e con le altre istituzioni locali, nazionali ed internazionali, come stimolo di arricchimento dell’offerta formativa, non solo per gli allievi, ma anche per l’intera comunità cittadina.

I progetti della scuola dell’infanzia, raccolti nel suddetto annuario, risultano complessivamente:

- riguardare l’ambito dell’educazione all’interculturalità e dell’educazione allo sviluppo;

- essere finanziati esclusivamente dalla scuola; - essere svolti in orario curricolare;

- essere stati proposti dal Collegio dei Docenti o dal Consiglio Scolastico; - variare da una durata minima di cinque mesi ad una massima di dieci;

- coinvolgere, a livello disciplinare, gran parte dei campi di esperienza degli Orientamenti (1991), in particolare le attività grafico-pittoriche, espressive, di drammatizzazione e di recitazione.

I progetti della scuola primaria descritti sommariamente nel suddetto Annuario, risultano complessivamente:

- riguardare l’ambito dei “Diritti dell’infanzia”, della “Educazione all’interculturalità”, della “Conoscenza delle culture altre”, dei “Flussi migratori/motivazioni”, di “Educazione alla diversità”, di “Migranti e territorio”, della “Educazione allo sviluppo”, di “Accoglienza a scuola”, del “Commercio equo e solidale”;

- essere finanziati dalla scuola e da enti esterni; - essere svolti in orario curricolare;

- essere stati proposti dal Collegio dei Docenti e/o dagli insegnanti di plesso e/o dai genitori;

- variare da una durata minima di tre mesi ad una massima di ventiquattro;

- coinvolgere, a livello disciplinare, gran parte delle materie curricolari, quali la lingua italiana, la storia, la geografia, le scienze, l’educazione all’immagine, l’educazione musicale, educazione motoria, studi sociali;

I progetti della scuola media riportati nel medesimo annuario, risultano complessivamente:

- riguardare l’ambito dei “arti (visive, musica …)”, dei “Diritti umani”, della “educazione all’interculturalità”, della “conoscenza delle culture altre”, dei “flussi migratori/motivazioni”, di “Educazione alla diversità”, di “Migranti e territorio”, di “Accoglienza a scuola”, “Commercio equo e solidale”, “Educazione alla pace”, “Razzismo, pregiudizi, xenofobia” ;

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- essere finanziati dalla scuola e/o da un ente locale esterno (dal Comune di Roma, dal Ministero Pubblica Istruzione, Ministero Servizi Sociali);

- essere svolti in orario curricolare;

- essere stati proposti dal Collegio dei Docenti e/o dagli insegnanti di plesso, e/o dal Dirigente scolastico;

- variare da una durata minima di quattro mesi ad una massima di ventiquattro (ossia di durata biennale);

- coinvolgere, a livello disciplinare, almeno una delle seguenti materie quali italiano, storia, geografia, musica, inglese, religione, scienze, informatica, educazione tecnica, educazione musicale, educazione artistica, educazione fisica;

I progetti della scuola superiore, presentati nel suddetto annuario, risultano complessivamente:

- riguardare l’ambito dei “arti (visive, musica …)”, dei “Diritti umani”, della “educazione all’interculturalità”, della “conoscenza delle culture altre”, dei “flussi migratori/motivazioni”, di “Educazione alla diversità”, di “Migranti e territorio”, della “Educazione allo sviluppo”, di “Accoglienza a scuola”, “Per un commercio equo e solidale”, “Dialogo interreligioso”, “Educazione alla pace”, “Razzismo, pregiudizi, xenofobia” ;

- essere finanziati dalla scuola e/o da un ente locale esterno (dal Comune di Roma, dal Ministero Pubblica Istruzione, Ministero Servizi Sociali);

- essere svolti in orario curricolare;

- essere stati proposti dal Collegio dei Docenti e/o dal Consiglio di classe, e/o da un esperto esterno o un’associazione esterna;

- variare da una durata minima di tre mesi ad una massima di ventiquattro (ossia di durata biennale);

- coinvolgere, a livello disciplinare, almeno una delle seguenti materie quali sociologia-pedagogia, psicologia, lingua e letteratura inglese, italiano, latino, greco, storia, geografia, odontotecnica, religione, francese, tecnica turistica arte, lingue, diritto, scienze, informatica, educazione civica, informatica fotografia, metodologie operative, educazione fisica.

Altrettanto interessanti sono alcuni progetti di cooperazione internazionale tra cui ricordare il progetto “Aquilone”. Spadaro (2004) ha illustrato brevemente la storia del Progetto “Aquilone”, un progetto di solidarietà ed educazione interculturale tra Italia e Brasile, sorto nel 1989, quando un gruppo di insegnanti del Movimento di Cooperazione Educativa italiano (MCE) sono entrate in contatto a Florianopolis con un’associazione per il diritto alla terra e alla casa (CEDEP) guidata da V. Grogh, un sacerdote della teologia della liberazione. Da tale contatto è nato un accordo sulla convinzione per la quale l’emancipazione individuale e sociale non può che realizzarsi se non attraverso l’educazione. Si è così ipotizzato che l’unione di esperienze educative differenti (quella del MCE italiano, dell’educazione creativa di Freinet, e quella dell’educazione popolare del brasiliano Freire) potesse risultare arricchente per entrambe le realtà culturali.

Grazie al sostegno economico italiano sono stati aperti dei centri educativi nella periferia di Florianopolis e in concomitanza si è instaurata una pratica di educazione

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interculturale tra i bambini e le insegnanti di questi centri e gli allievi e le maestre di alcune scuole elementari italiane. Attualmente, a distanza di tanti anni, il progetto coinvolge tre centri educativi a Florianopolis, dieci scuole italiane e una ludoteca (1300 alunni). Il progetto, fino ad qualche anno fa, si è articolato in uno scambio di corrispondenza tra i bambini, in visite annuali degli educatori brasiliani nelle nostre scuole e dei nostri insegnanti nei loro centri e in programmazioni didattiche che si sono misurate con una cultura diversa e con la nostra cultura vista da occhi diversi. Le sperimentazioni effettuate in questi anni, dalla valenza “interculturale” possono essere differenziate in tre diverse tipologie:

“- intercultura residuale, la più diffusa in cui il gruppo maggioritario o che si assegna potere decisionale determina e fissa le differenze e le eventuali valorizzazioni conseguenti, producendo identità imposte;

- intercultura coloniale implicita in maniera ambigua e sottile negli stereotipi e pregiudizi fossilizzati dell’immaginario collettivo, pervade , più di quanto si creda molteplici iniziative;

- intercultura democratica, presente nelle intenzioni e nelle indicazioni teoriche (normative), ma che fatica a diventare prassi consolidata” (Jabbar 2006, p. 95).