2.1. “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te” (Lc 1,28). Maria ac-compagnata da Dio
Siamo davanti alla scena chiamata tradizionalmente dell’ “annun-ciazione”. Il racconto di Luca richiama alcuni modelli dell’Antico
Te-12 SerMonti vittorio, Il Paradiso di Dante, canto XXXIII, 85, milano, Rizzoli 1993, 552.
13 PaoLo vi, Esortazione apostolica “Marialis Cultus” [MC], 2 febbraio 1974, in Ev/
5 (1974-1976), n. 57.
stamento: il modello della vocazione-missione,14 quello dell’annuncio di una nascita,15 e in particolare, il modello dell’Alleanza sul Sinai.16 Questo affondare le radici nell’Antico Testamento dà al racconto dell’Annunciazione una tonalità particolare: ciò che sta accadendo ora è in continuità con gli eventi del passato, indice dell’amore di un dio fedeltà, e continuità nel contempo trascesa a motivo della novità pro-rompente.
Nella dinamica del dialogo, l’angelo parla tre volte riferendosi di-rettamente a maria: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te»
(v. 28); «Non temere, maria, perché hai trovato grazia presso dio» (v.
30); «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra» (v. 35). A nessun altro personaggio biblico viene assicurato in modo così esplicito e insistente la presenza e l’ac-compagnamento di dio.
Il saluto chaire: rallegrati, esulta, gioisci, è usato nell’Antico Testa-mento sempre nel contesto di una profezia messianica (cf Sof 3,14-15;
Gl 2,21.23; Zc 9,9). La “Figlia di Sion”, Gerusalemme, veniva invita-ta ad esulinvita-tare per la venuinvita-ta e la presenza in mezzo a lei del suo dio.
Ora maria è chiamata a gioire per la stessa ragione: il Signore viene a lei, prende dimora in lei, per adempiere in questo modo la promessa messianica. Nel saluto, al posto del nome proprio troviamo l’originale appellativo kecharitōménē, che si presenta come un nome particolare dato a maria da dio stesso. Kecharitōménē è formato dalla radice cháris (grazia, amore, favore, dono) e può essere tradotto così: “Tu che sei stata colmata di grazia da dio”, o “Tu che sei sempre amata da dio”,
“Tu che sei stata e rimani colmata dal favore divino”. Tutta l’esistenza di maria è posta sotto la benevolenza, il compiacimento di dio che l’accompagna sempre. ciò viene ribadito, rafforzato ed esplicitato nella seconda parola dell’angelo: «hai trovato grazia presso dio». maria si trova immersa in una forte corrente di amore, la sua vita è trasportata da un flusso di gratuità che proviene da dio. «maria è la persona che
14 come quella di mosè (Es 3-4) e di Gedeone (Gdc 6,11-24).
15 come per esempio l’annuncio della nascita di Ismaele (Gn 16,7-13), di Isacco (Gn 17), di Sansone (Gdc 13,2-24), dell’Emmanuele (Is 7,14-17; 9,5-6).
16 È un aspetto molto studiato da A. Serra, in particolare nei seguenti scritti: Ser
-ra Aristide, Maria secondo il Vangelo, Brescia, Queriniana 1987, 7-23; Testimonianze mariane in Luca e Giovanni, in Serra Aristide - daL CovoLo Enrico (a cura di), Storia della Mariologia I. Dal modello biblico al modello letterario, Roma, città Nuova 2009, 79-140.
dio ha voluto gratificare della sua benevolenza, in modo che ella ne fosse compenetrata stabilmente nel proprio essere, per rispondere de-gnamente alla sua vocazione di madre del cristo, Figlio di dio».17
Nell’Antico Testamento la formula «io sono/sarò con te», o «il Si-gnore è con te» è garanzia di assistenza e di accompagnamento da parte di dio. È spesso indirizzata agli eletti di dio in vista della missione alla quale sono chiamati: a Isacco, dio assicura la sua presenza durante il tempo difficile della carestia (Gn 26,3); nella visione di Betel, Giacobbe riceve la garanzia dell’aiuto divino per prendere quella terra in possesso (Gn 28,15); mosè sarà assistito da dio per far uscire dall’Egitto il po-polo d’Israele (Es 3,11-12; 4,12); così Giosuè per il passaggio del Gior-dano (Gs 1,5). L’affermazione torna poi nel racconto della vocazione di Gedeone (Gdc 6,12) e di alcuni profeti (come Ger 1,8). Anche l’espres-sione «non temere …» è ricorrente nelle teofanie (Gn 15,1; 21,7; Dn 10,12,19 ecc.). Ora queste parole rassicuranti vengono rivolte a maria in senso più reale e più profondo.
All’annuncio della nascita subentra, nella domanda di maria «come avverrà questo, poiché non conosco uomo?», la richiesta di un’ulterio-re chiarificazione sul “come” di tale nascita. La risposta all’obiezione di maria è: « Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra». Lo Spirito che «scenderà sopra» (cf 1Sam 16,13; Is 32,15; At 1,8) e lo Spirito che «coprirà con la sua ombra» sono immagini estremamente suggestive. Evocano varie immagini altrettanto suggestive dell’Antico Testamento: quella dello Spirito creatore para-gonato ad un uccello che cova la materia informe per farne nascere la vita (Gn 1,2); quella di dio che protegge con premura le sue creature sotto le sue ali (Sal 9,4; 140,8), quella dei cherubini che ricoprono con le loro ali l’arca dell’alleanza (Es 25,20; 1Cr 28.18); quello della nube che copre la tenda del convegno (Es 40,34-35) e il tempio di Geru-salemme (1Re 8,10-12). Ora, lo Spirito Santo, Potenza dell’Altissimo, coprendo maria con la sua ombra, la rende feconda di una vita nuova, la rende madre del Nuovo Adamo, del Figlio di dio incarnato. «Lo Spirito “crea” in maria l’umanità di cristo» il quale inaugura i tempi nuovi della salvezza.18 La mistica nube dello Spirito fa di maria la
nuo-17 Serra Aristide, Bibbia, in de fioreS Stefano - Meo Salvatore (a cura di), Nuovo Dizionario di Mariologia, cinisello Balsamo, Paoline 1985, 246.
18 Serra Aristide, “Lo Spirito Santo scenderà su di te…”. Aspetti mariologici della pneumatologia di Lc 1,35a, in id., E c’era la Madre di Gesù. Saggi di esegesi
biblico-va arca dell’alleanza, nuovo tempio dentro cui dimora dio. Lo Spirito accompagnerà maria lungo tutta la sua vita, la disporrà a pronunciare il fiat, l’aiuterà a scoprire e ad esultare per le «grandi cose fatte dal Signo-re» (Lc 1,49), le darà sapienza per «custodire tutte le cose meditandole nel cuore» (Lc 2,19.51), la renderà testimone profetica, penetrando nel mistero di cristo, le darà forza per stare sotto la croce partecipando al dolore del Figlio, la renderà madre e maestra che accompagna la chiesa lungo tutto il suo cammino nel mondo e nella storia.
2.2. “Gesù cresceva in sapienza, età e grazia …” (Lc 2,52). Maria accom-pagna Gesù
Nel racconto della nascita di Gesù, Luca riporta il gesto delicato di maria: «diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia» (Lc 2,7). È un gesto semplice che esprime tutto l’affetto materno, tenero e rispettoso di maria verso questo bam-bino che è figlio di dio e figlio suo.19 Quando poi l’angelo annuncia la buona notizia della nascita del bambino ai pastori, darà loro questo come segno: «Troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia» (Lc 2,13). maria e Giuseppe sono i genitori (Lc 2,27.43) di questo figlio singolare che costituisce il centro della loro premura e il senso della loro vita. Essi si trovano coinvolti in questo mistero nasco-sto da secoli nella mente di dio e che è diventato realtà davanti ai loro occhi: «Il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). Sono i primi testimoni di questa nascita, avvenuta in condizioni umili e povere, primo passo di quell’«annientamento» (cf Fil 2,5-8), che il Figlio di dio liberamente sceglie per la salvezza di tutta l’umani-tà. E questo bambino è affidato alla loro cura.
L’amore tenero della madre espresso nel momento della nascita ac-compagnerà il figlio in ogni fase della vita. maria è infatti «unita a Gesù da uno stretto e indissolubile vincolo».20 «Nella vergine maria tutto è relativo a cristo e tutto dipende da lui»,21 dice Paolo vI facendo eco
mariana (1978-1988), milano, cENS-marianum 1989, 62.
19 È anche un gesto denso di significato simbolico, come risulta dall’ampia analisi storico-esegetico di Serra Aristide, «… E lo avvolse in fasce…» (Lc 2,7b). Un «segno»
da decodificare, in id., E c’era la Madre di Gesù 225-284.
20 LG n. 26.
21 MC n. 25. commentando il capitolo mariano della Lumen Gentium afferma il
all’affermazione del vaticano II. In lei e da lei Gesù, ancora nascosto nel grembo materno, viene condotto a Giovanni ed Elisabetta; infante, viene da lei mostrato ai pastori, ai magi d’Oriente, agli anziani Simeone e Anna; nelle sue mani viene offerto al Padre nel tempio; ormai adulto, viene da lei indicato come la Parola a cui obbedire. Nel momento cul-mine della vita di Gesù, nel momento supremo dell’offerta di sé, maria partecipa sotto la croce allo sconvolgente mistero dell’annientamento e della morte «soffrendo profondamente col suo unigenito e associan-dosi con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata».22
L’accompagnamento di maria non si limita ai momenti importanti della vita di Gesù, ma si realizza anche e soprattutto nel quotidiano.
dei lunghi anni di Gesù a Nazaret il racconto degli evangelisti è mol-to scarno. Abbiamo soltanmol-to alcune pennellate e tanmol-to spazio vuomol-to, tanto che è invalso l’uso di chiamare questo periodo «gli anni oscuri di Gesù».23 ma quel poco che Luca dice è straordinariamente denso:
« Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di dio era su di lui» (Lc 2,40); «Scese dunque con loro e venne a Nazaret e stava loro sottomesso. […] E Gesù cresceva in sapienza, età e gra-zia davanti a dio e agli uomini» (Lc 2,51-52). Insieme con Giuseppe, maria lo educa,24 lo inizia a capire se stesso e a discernere la volontà di dio su di lui, lo introduce alla conoscenza del mondo, della socie-tà, delle tradizioni, della Legge e di tutte quelle piccole cose che sono
Pontefice: «Soprattutto desideriamo che sia posto chiaramente in luce come maria, umile serva del Signore, è tutta relativa a dio e a cristo, unico mediatore e Redentore nostro»: Discorso a chiusura del terzo periodo del Concilio, 21 novembre 1964, in EV/1, 315.
22 RM n. 18.
23 cf aron Robert, Gli anni oscuri di Gesù,verona, mondadori, 1987; foreSti
Fabrizio, “Gli anni oscuri di Gesù”, in aa.vv., La storia di Gesù, vol. 1, milano, Rizzoli 1983, 97-116.
24 Il tema di maria maestra e madre, educatrice di cristo e dei cristiani è stato oggetto di studio della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” attra-verso vari seminari di ricerca e un convegno internazionale. I risultati finora raggiunti sono confluiti nei seguenti volumi: farina marcella - MarChi maria (a cura di), Maria nell’educazione di Gesù Cristo e del cristiano, 1. La pedagogia interroga alcune fonti biblico-teologiche, Roma, LAS 2002; LoParCo Grazia - ManeLLo maria Piera (a cura di), Maria nell’educazione di Gesù Cristo e del cristiano, 2. Approccio interdisciplinare a Gv 19,25-27, Roma, LAS 2003; doSio maria - Gannon maria - ManeLLo maria Piera - MarChi maria (a cura di), «Io ti darò la maestra…». Il coraggio di educare alla scuola di Maria, Roma, LAS 2005.
frutto di saggezza e di esperienza, e che possono essere trasmesse solo dalla madre. È interessante notare come, insieme alla descrizione della crescita di Gesù, Luca rivela anche qualcosa riguardo a maria: «Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore» (Lc 2,51). Si tratta di una crescita insieme, un accompagnamento reciproco, madre e figlio, in aiuto vicendevole: maria aiuta Gesù a crescere «in sapienza, età e grazia» e Gesù aiuta sua madre a crescere in memoria, accoglienza, riflessione, grandezza di mente e di cuore, nella partecipazione sempre più cosciente e profonda al mistero della salvezza.
durante il periodo di vita a Nazaret, un solo episodio della vita di Gesù adolescente viene raccontato da Luca: quello della Pasqua a Ge-rusalemme, quando Gesù aveva dodici anni. Il viaggio alla città santa di Gesù dodicenne segna una tappa della sua crescita, è l’anticipazione di un altro viaggio a Gerusalemme che culminerà nella sua Pasqua. Questo se-gna anche una tappa nell’accompase-gnamento reciproco tra madre e figlio.
Ritrovato Gesù nel tempio dopo la perdita e tre giorni di ricerca ansiosa, maria gli domanda: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo» (Lc 2,48). Alla domanda della madre, Gesù replica con altre domande: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» (Lc 2,49).
Nel disegno del Padre per Lui vi è un “deve” a cui rispondere. con la crescita in età e in sapienza egli cresce soprattutto nella coscienza della sua missione. Anche maria cresce nell’accoglienza dell’identità di Gesù – questo figlio che ella ha avvolto in fasce alla nascita non è solo figlio suo – e cresce nella consapevolezza d’essere anche lei depositaria del mistero di dio; lo sapeva già fin dal momento dell’annuncio dell’an-gelo, ora tutto appare più vivo e reale, e allo stesso tempo più duro e più incomprensibile. Accanto al suo Figlio anche maria ha un “deve”
nelle cose del Padre. Questo episodio mostra che per maria, accompa-gnare Gesù non è stato sempre facile. maria manifesta degli umanissi-mi “perché” (Lc 2,49), e momenti di “non comprensione” (Lc 2,50);
non comprende subito, ma si lascia com-prendere, si apre al mistero lasciandosi coinvolgere e rispettando i ritmi della rivelazione storica di dio. In questo senso Giovanni Paolo II ha potuto affermare: maria per tutta la sua vita era «in contatto con la verità del suo Figlio solo nella fede e mediante la fede».25 Il cammino di fede di maria conosceva «una
25 RM n.17.
particolare fatica del cuore».26 «ma a mano a mano che si chiariva ai suoi occhi e nel suo spirito la missione del Figlio, ella stessa come ma-dre si apriva sempre più a quella “novità” della maternità, che doveva costituire la sua “parte” accanto al Figlio».27 La madre è allo stesso tem-po maestra e discetem-pola, maria e Gesù si accompagnano reciprocamente crescendo insieme nella conformità alla volontà di dio.
2.3. “Entrata nella casa di Zaccaria …” (Lc 1,40). Maria accompagna la vita degli altri
Nella mariologia contemporanea la dimensione relazionale della persona di maria emerge come una pista importante sia per la riflessio-ne teologica e sia per la vita della chiesa.28 La categoria della relazione diventa una chiave feconda anche per l’interpretazione biblica. Alla Scrittura, infatti, non sfugge che la personalità umana si struttura in interazione con l’ambiente circostante e soprattutto con l’interazione con le altre persone. Nei pochi brani evangelici che parlano di lei maria appare dotata di un’identità forte che la rende ricca di iniziativa, sicura nelle decisioni e pronta nell’azione. È soggetto attivo in prima persona:
muove i passi verso la montagna di Giuda, va incontro alle persone;
partecipa alle feste, prende liberamente l’iniziativa porgendo il suo aiu-to, accompagna la vita degli altri con amore premuroso.
Il racconto della visitazione segue immediatamente quello dell’an-nunciazione. Sfidando la distanza e i disagi, maria intraprende con sol-lecitudine il viaggio verso la casa di Zaccaria ed Elisabetta. Quello che riempie il suo cuore dà ali ai suoi piedi. Ormai il regista della sua vita, la forza muovente di ogni sua azione è la «potenza dell’Altissimo» (Lc 1,35) che l’avvolge. Adombrata dallo Spirito Santo e con il Figlio di dio dentro di sé, maria è capace di irradiare quella forza che ella sperimen-ta profondamente; visisperimen-tasperimen-ta da dio, ora divensperimen-ta visisperimen-ta di dio per gli altri;
la «serva del Signore» (Lc 1,38) si fa ora serva degli uomini.
26 L. cit.
27 Ivi n. 20.
28 Maria persona in relazione è il tema del vI convegno dell’Associazione mariologi-ca Interdisciplinare italiana del 2007, i cui Atti sono pubblimariologi-cati in Theotokos 15(2007)2.
cf anche de fioreS Stefano, La pro-esistenza di Maria di Nazareth nel contesto della relazionalità, in Ricerche Teologiche 6(1995)2, 213-227.
con il suo camminare per vie scomode per raggiungere l’altro a casa sua, maria inaugura lo stile di dio, lo stile di servizio, di abbassamento, di accompagnamento semplice e familiare, di solidarietà verso chi ha bisogno. In lei il dio incarnato si fa il dio che entra nella trama umana e permea di sé anche la sfera del quotidiano. La salvezza acquista tonalità domestica. «Oggi devo entrare in casa tua», «Oggi la salvezza è entrata in questa casa» (Lc 19,5.9): ciò che Gesù dirà più tardi nell’incontro con Zaccheo è in qualche modo realtà anticipata per mezzo di maria.
La scena dell’incontro di maria con Elisabetta è circonfusa di bel-lezza e di delicatezza femminile. «Nell’episodio della visitazione gli uo-mini – scribi, sacerdoti, militari, funzionari civili... – sembrano essere stati messi da parte. Nel momento in cui il tempo giunge a pienezza (cf Gal 4,4; Ef 1,10), le protagoniste sono due donne: Elisabetta, della tribù di Aronne, moglie del sacerdote Zaccaria (cf Lc 1,5); maria, di tri-bù sconosciuta, promessa sposa di Giuseppe della casa di david (cf Lc 1,27; Mt 1,18.20). Ambedue sono incinte: Elisabetta per un “intervento di grazia” del Signore (cf Lc 1,13.24-25); maria per opera dello Spirito Santo (cf Lc 1,34-35); Elisabetta , sterile e anziana, porta in grembo il precursore; maria reca nel seno verginale il messia salvatore».29
maria ed Elisabetta: due donne protese verso il futuro del loro grembo, due donne che custodiscono dentro di sé un mistero ineffabi-le, un miracolo stupendo. La coscienza d’essere rese oggetto di parti-colare predilezione di dio le unisce, la missione comune di collaborare con dio per un progetto grandioso le entusiasma e le fa esplodere in benedizione e in canto di lode, l’esperienza della maternità prodigiosa le rende solidali. Il prodigio di dio in Elisabetta è stato per maria un
“segno” che l’ha aiutata a pronunciare il suo fiat; ora il prodigio di dio in maria è segno per Elisabetta, un segno che suscita in lei una confessione di fede. così le due donne sono, l’una per l’altra, luogo di scoperta di dio, epifania della sua grandezza e motivo per cui lodarlo e ringraziarlo. Nel riconoscersi reciprocamente come segno di dio, la loro comunicazione, densa di intuizione e di intesa profonda, permeata dal rispetto per il mistero, si fa benedizione, si fa canto e poesia. Abbia-mo in questo incontro un Abbia-modello meraviglioso di accompagnamento reciproco.
Nell’incontro delle due donne si incontrano anche i due bambini
29 2100 CaPitoLo GeneraLedeLL’ordinedei Servidi Maria, Servi del Magnificat.
Il cantico della vergine e la vita consacrata, Roma, Servitium Editrice 1996, 146-147.
nel grembo materno: Gesù, «Figlio dell’Altissimo» (Lc 1,32) e Gio-vanni, «profeta dell’Altissimo», che «camminerà davanti al Signore a preparargli le strade» (Lc 1,76). I due bambini s’incontrano alla soglia di due epoche, al limite tra l’antica e la nuova alleanza, tra la promessa e l’adempimento, tra l’attesa e la realizzazione. Alla presenza del suo Signore e all’udire la voce di sua madre, Giovanni sussulta di gioia.
Si ha qui il sussulto dell’«amico dello sposo» (Gv 3,29), il giubilo del Precursore per l’irrompere del tempo messianico.
Il dio che entra nella casa degli uomini per mezzo di maria è un dio della vita e della gioia. La presenza di maria emana gioia contagiosa, fa esultare un bambino nel grembo materno, rende felici gli anziani.
«I giovani e i vecchi gioiranno. Io cambierò il loro lutto in gioia, li consolerò e li renderò felici» (Ger 31,13). I bambini che nascono e gli anziani che giungono alla pienezza della loro vita si incontrano e si uni-scono nell’esultanza lodando lo stesso dio che è «amante della vita»
(Sap 11,9) e che «gioisce per le sue opere» (Sal 104,31).
Lungo tutta la sua vita maria continua a moltiplicare e diffondere dappertutto la gioia pura di cui ella è ripiena, quella gioia scaturita dal saluto dell’angelo «Rallegrati maria» e resa più intima e profonda dalla sua esperienza di portare dio dentro la propria vita. Alla nascita di Gesù questa gioia si estenderà ai pastori di Betlemme attraverso l’an-nuncio dell’angelo: «vi anl’an-nuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo» (Lc 2,10). Portando Gesù nel tempio maria farà ancora trasali-re di gioia l’anziano Simeone e la profetessa Anna. A cana, poi, la gioia non verrà a mancare al banchetto delle nozze grazie all’intercessione di maria presso il suo Figlio.
maria, maestra nell’arte dell’accompagnamento, ci fa capire che ac-compagnare la vita e il cammino degli altri vuol dire portare Gesù in casa altrui, comunicando e diffondendo la gioia che proviene da lui.
maria ha vissuto quello che Paolo verbalizzerà nella sua lettera ai co-rinzi: «Noi non intendiamo fare da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia» (2Cor 1,24).
2.4. “Fate quello che vi dirà” (Gv 2,5). Maria accompagna a Gesù
2.4. “Fate quello che vi dirà” (Gv 2,5). Maria accompagna a Gesù